Qualcuno ha interferito nelle elezioni del Regno Unito, e non era la Russia
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caitlinJohnstone. com, 13 dicembre 2019 (trad.ossin)
Qualcuno ha interferito nelle elezioni del Regno Unito, e non era la Russia
Caitlin Johnstone
Ladies and gentlemen, ho qui per le mani la prova incontestabile che vi è stata un’eclatante ingerenza nelle elezioni svoltesi giovedì nel Regno Unito
Calmatevi, non sono stati i russi. Non sono stati i Cinesi, gli Iraniani, il Cobra Command o la Legion of Doom. Non mi guadagnerò uno stipendio come quello di Rachel Maddow per avervi rivelato queste prove, né riuscirò ad attirare milioni di spettatori creduloni in attesa col fiato sospeso della rivelazione bomba di una cospirazione internazionale che invaliderà i risultati elettorali.
Infatti, quasi nessuno se ne preoccuperà nemmeno.
Quasi nessuno se ne preoccuperà perché questa interferenza elettorale è stata fatta alla luce del sole ed era perfettamente legale. E nessuno sarà chiamato a risponderne.
The centrists and mainstream media outlets are responsible for the right wing win in the UK. They spent all their time bashing and smearing Jeremy Corbyn bc they will always prioritize smashing the left, even if it means allying with the far right. Shameful.
— Rania Khalek (@RaniaKhalek) 13 dicembre 2019
Nessuno sarà chiamato a rispondere delle interferenze nelle elezioni del Regno Unito, perché chi le ha fatte è gente estremamente potente, ed è a questo che serve il sistema.
Come detto dalla CNN, "Boris Johnson ha ottenuto una vittoria simile a quella di Margaret Thatcher, schiacciando l'opposizione nella più grande vittoria elettorale del Partito conservatore dal 1987".
Numerosi fattori hanno contribuito a questo risultato, tra cui in particolare un partito laburista ambiguamente oscillante sull’inconciliabile divisione a proposito del Brexit, ma è anche innegabile che le elezioni siano state influenzate da una campagna di diffamazione politica, senza precedenti per ampiezza e velenosità nella storia della democrazia occidentale. Questa campagna diffamatoria è stata guidata da mezzi di informazione controllati da miliardari, insieme ad agenzie di intelligence e militari, nonché a media statali come la BBC.
Il leader del partito laburista Jeremy Corbyn è stato descritto come il politico più calunniato della storia, ed è vero. Il giornalista Matt Kennard ha recentemente documentato decine di casi in cui ex ed attuali responsabili militari hanno collaborato con istituzioni mediatiche plutocratiche per ritrarre Corbyn come una minaccia alla sicurezza nazionale. Fautori della responsabilità dei giornalisti, come Media Lens e Jonathan Cook, lavorano da anni e raccolgono prove sui tentativi dei mass media di dipingere Corbyn come il peggio del peggio, da simpatizzante terrorista a comunista, ad agente russo, a sostenitore dell'IRA, ad antisemita camuffato. Proprio l'altro giorno, il Grayzone ha documentato come Ben Nimmo, direttore della narrativa dell'establishment, sia stato arruolato prima delle elezioni per colpire unilateralmente Corbyn con una teoria della cospirazione in stile Russiagate, una psyop ripresa acriticamente sia da giornali di destra come The Telegraph, che dal Guardian, apparentemente "di sinistra".
Se la difesa della maggioranza dei cittadini, da parte di Corbyn, nei confronti dei pochi plutocratici lo ha reso un bersaglio per i media miliardari, così il fatto di considerare i Palestinesi come esseri umani lo ha reso un bersaglio per la lobby imperialista israeliana, come raccontato nel documentario di Al Jazeera “The Lobby”. Per una montagna di link che confutano la falsa accusa di antisemitismo rivolta a Corbyn, un avversario permanente dell'antisemitismo, guarda il diluvio di risposte a questa domanda che ho fatto su Twitter l'altro giorno.
Un’interferenza che non si è arrestata nemmeno alla vigilia delle elezioni, con la redattrice politica della BBC Laura Kuenssberg che, in flagrante violazione delle norme elettorali, ha riferito che i primi voti postali erano stati illegalmente contati ed i risultati erano “molto tristi per il Labour”.
There was extreme election interference in the #UKElection. It didn't come from the Russians. It didn't come from the Chinese. It came from the billionaire class and its political/media lackeys. And it was perfectly legal.
— Caitlin Johnstone ⏳ (@caitoz) 12 dicembre 2019
La campagna di diffamazione senza precedenti lanciata contro Corbyn dalla destra, dall'estrema destra e dall'interno del suo partito ha avuto un effetto. Certo che l’ha avuto. Se lo scrivi oggi sui social media, riceverai un sacco di commenti che ti dicono che ti sbagli, che ti dicono che ogni voto contro i laburisti è dovuto esclusivamente al fatto che il popolo britannico non vuole vivere in una distopia marxista, che ti dice che è stato solo a causa della Brexit, negando risolutamente qualsiasi possibilità che tutti gli anni dell’ingannevole narrativa con cui i media hanno tormentato la coscienza britannica giorno dopo giorno prima delle elezioni, abbiano avuto qualche influenza sui risultati.
Bene. Certo ragazzi, le campagne insistenti per manipolare deliberatamente la mente delle persone usando i mass media non hanno alcun effetto sulle loro decisioni. Immagino sia per questo che tutta questa moda della "pubblicità" non ha mai portato soldi.
Non voglio dire che i miliardi di dollari dei reportage dei mass media gratuiti spesi per diffamare Jeremy Corbyn e il Partito laburista abbiano avuto un effetto maggiore sui risultati elettorali rispetto al Brexit e agli errori strategici del partito. Dico solo che hanno sicuramente avuto un effetto maggiore rispetto a qualche migliaio di dollari spesi da cittadini russi sui social negli Stati Uniti, che la classe politica / mediatica denuncia con grande strepito da circa tre anni. Negare che una campagna di diffamazione mediatica delle dimensioni e della portata di quella contro Corbyn abbia avuto un effetto è come negare che la pubblicità, un'industria da trilioni di dollari, abbia un effetto.
Il che significa che i plutocrati e le agenzie governative hanno indiscutibilmente interferito nelle elezioni britanniche, in misura esponenzialmente maggiore di qualsiasi cosa i russi possano aver fatto. Eppure, secondo la legge britannica, era perfettamente legale e, per la società britannica, era perfettamente accettabile. È perfettamente legale e accettabile per le persone potenti abbiano un'influenza molto maggiore in un'elezione asseritamente democratica rispetto a qualsiasi altro degli ordinari elettori.
Una società libera e sana non dovrebbe funzionare in questo modo. Una società libera e sana dovrebbe considerare tutte le forme di manipolazione come tabù e inaccettabili. Una società libera e sana non dovrebbe permettere ad una piccola élite di contare più di chiunque altro. Una società libera e sana dovrebbe garantire a tutti la stessa voce e preoccuparsi dei problemi di tutti. Certamente non tollererebbe l’influenza di individui che hanno già abusato troppo del loro potere e della loro ricchezza, per ottenerne ancora di più.
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