ProfileLe schede di ossin, 12 novembre 2023 - Sulla base delle prove disponibili, penso che i nostri media statunitensi stiano descrivendo la realtà dell’attuale conflitto a Gaza sottosopra e al contrario...    

 

Unz Review, 6 novembre 2023 (trad.ossin)
 
Pravda statunitense: le bufale su Hamas e il silenzio sui crimini israeliani
Ron Unz
 
Forse più per abitudine che per altro, leggo ancora ogni mattina l'edizione cartacea del New York Times, cosa che faccio da oltre quarant'anni, ma che non credo durerà ancora a lungo, tenuto conto del considerevole scadimento qualitativo. Ma finché dura, la selezione editoriale degli articoli in prima pagina mi fornisce alcune importanti informazioni sul pensiero delle persone che ispirano l’attività del quotidiano nazionale statunitense di riferimento
 
 
 
 
Giovedì scorso, gran parte del mondo era ancora scosso dalle immagini televisive della devastazione di Gaza, quando una parte densamente popolata di uno dei suoi più grandi campi profughi è stata demolita da molteplici bombe israeliane da 2.000 libbre, che pare abbiano ucciso centinaia di civili palestinesi indifesi, per la maggior parte donne e bambini.
 
 
 
 
Poco dopo, alla CNN, l’ex esponente dello staff filo-israeliano dell’AIPAC Wolf Blitzer ha intervistato un portavoce militare israeliano sull’orribile perdita di vite umane, e la risposta è stata che quell’attacco sanguinario era assolutamente giustificato perché gli Israeliani credevano che un comandante di Hamas si trovasse nelle vicinanze.
 
 
 
 
Si tratta di crimini di guerra evidenti, probabilmente i peggiori mai trasmessi in televisione nella storia del mondo, o almeno non riesco a ricordare nulla di paragonabile. È vero che ci sono stati massacri moderni molto più grandi, come nel 1994 in Ruanda, dove secondo Wikipedia gli Hutu massacrarono molte centinaia di migliaia di loro vicini Tutsi con i machete; ma sia gli assassini Hutu che le loro vittime Tutsi erano solo poveri abitanti di villaggi africani, quindi nessuna di quelle torbide azioni fu mai trasmessa in diretta dalla televisione globale.
 
In netto contrasto, i tristi eventi delle ultime quattro settimane sono stati ampiamente seguiti in tutto il mondo sui media elettronici e sui social media. In un solo mese circa 10.000 civili sono stati uccisi a Gaza, un totale superiore alle perdite messe insieme da entrambe le parti negli ultimi venti mesi di guerra in Ucraina. Nonostante le invettive dei media occidentali, dall’inizio del 2022 solo circa 550 bambini sono stati uccisi in Ucraina, mentre dopo solo poche settimane il totale a Gaza ha superato i 4.000. Inoltre, mentre la guerra in Ucraina è stata combattuta tra eserciti moderni, potenti e ben equipaggiati da entrambe le parti, i civili indifesi di Gaza vengono incessantemente colpiti da una delle forze militari più riccamente armate del mondo.
 
Questo è solo il più piccolo frammento degli orribili filmati di Gaza che vengono costantemente trasmessi in tutto il mondo ma mostrati solo molto raramente dalla televisione statunitense.
 
 
 
 
Eppure, nonostante tutta questa terribile carneficina, la prima pagina del Times di giovedì ha scelto invece di concentrarsi su un argomento in qualche modo correlato ma piuttosto diverso, pubblicando un articolo che descrive il “clima di paura” che ora attanaglia gli ebrei d’Europa:
 
 
The Oct. 7 Hamas assault on Israel and a surge in acts of antisemitism have awakened a repressed horror in Jewish populations across the continent. 
Roger Cohen et al. • The New York Times • 31 ottobre 2023 • 1.700 parole
 
 
Si dice che lo spaventoso massacro in corso di uomini, donne e bambini innocenti da parte degli ebrei di Israele abbia accentuato fortemente l'ostilità e la rabbia pubblica nei confronti degli ebrei d’Europa, specialmente quelli tra loro che sono entusiasti sostenitori di Israele e delle sue attuali politiche. L'autore principale era il vincitore del Premio Pulitzer Roger Cohen, corrispondente europeo di lunga data del Times, e il suo impegno è stato supportato dal lavoro di altri nove membri dello staff del Times, sottolineando l'enorme importanza assegnata a quel progetto. Secondo questi autori, numerosi importanti leader politici europei hanno considerato questa improvvisa crescita dell’antisemitismo come un’enorme crisi sociale, che hanno promesso di debellare con tutti i mezzi possibili.
 
Tenuto conto dell’allarmismo del titolo e dell’apertura di quel lungo articolo prodotto da dieci giornalisti del Times, mi aspettavo naturalmente di trovare numerosi esempi di ebrei europei recentemente uccisi o gravemente feriti in aggressioni violente, ma non è stato menzionato alcun caso del genere. In effetti, dopo aver letto attentamente il pezzo due volte, non sono riuscito a trovare un solo caso di attacco fisico contro gli ebrei in nessuna parte dell'intero continente europeo. Ciononostante, l’ondata di antisemitismo è stata presentata come massiccia e dilagante, con un totale di incidenti registrati che ammontano a molte centinaia. Ma sembra si siano tutti esauriti in semplici ingiurie verbali, graffiti e piccoli atti di vandalismo, molti dei quali strettamente concentrati sullo Stato ebraico e sui suoi sostenitori.
 
Ad esempio, alcuni giornali in Gran Bretagna sono rimasti inorriditi dal fatto che i musulmani britannici abbiano strappato o deturpato manifesti di propaganda filo-israeliana. La presidentessa ebrea dell'Assemblea nazionale francese, il Parlamento di quel paese, ha detto di essere terrorizzata dall'ostilità che aveva incontrato nel suo stesso paese; forse come conseguenza, quattordici senatori francesi hanno proposto nuove leggi che criminalizzano l’attività “antisionista”, che dovrebbe essere esplicitamente considerata “antisemita”, con la previsione di condanne a cinque anni di reclusione per incitamento all’odio verso Israele.
 
In tutta onestà, il Times ha anche pubblicato articoli sul massiccio massacro di civili in corso a Gaza, atti commessi da ebrei israeliani. Ma sembra esserci una equiparazione stranamente sospetta tra l’estrema preoccupazione del Times e di vari governi europei per gli insulti verbali verso ebrei e israeliani e la brutale uccisione di così tante migliaia di donne e bambini palestinesi indifesi.
 
Inoltre, sebbene quasi del tutto ignorati dai principali mezzi di informazione, i Palestinesi di Gaza e della Cisgiordania sono stati sistematicamente uccisi per molti anni, anche prima dell’attacco di Hamas del mese scorso, come discusso in una lunga recente intervista con la regista Abby Martin, che aveva prodotto un documentario del 2019 molto apprezzato su Gaza:
 
 
 
 
Qualche ingenuo Statunitense ha talvolta suggerito che i Palestinesi dovrebbero abbracciare la strategia della nonviolenza. Ma come la stessa Abby Martin ha spiegato, diversi anni fa i Palestinesi di Gaza avevano iniziato a organizzare una lunga serie di marce di protesta completamente disarmate, durante le quali molte migliaia di persone furono uccise o ferite dai cecchini dell’esercito israeliano. Proprio ieri ho scoperto che il suo documentario completo era diventato disponibile su Youtube alcuni mesi fa e, dopo averlo visto, posso consigliare vivamente il lavoro in quanto fornisce informazioni cruciali sul contesto del conflitto attuale.
 
 
 
 
 
Martin ha osservato che i cecchini israeliani avevano deliberatamente preso di mira i giornalisti e i medici che erano presenti durante quelle grandi marce di protesta disarmate, un evidente crimine di guerra. Ma questi eventi sono stati appena riconosciuti dai media globali e tanto meno perseguiti dai tribunali internazionali, quindi forse il fallimento finale di questo sforzo non violento prolungato ha finalmente convinto i militanti di Hamas che erano necessarie misure più energiche per attirare l’attenzione del mondo.
 
Inoltre, questi tentativi israeliani di sopprimere la copertura mediatica per loro fastidiosa, utilizzando mezzi letali, sono continuati nel tempo. Alcuni mesi fa, una delle più importanti giornaliste televisive arabe del mondo, una palestinese-statunitense di nome Shireen Abu Akleh (nella foto a destra), è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da un cecchino dell'esercito israeliano mentre riferiva dalla Cisgiordania; e sebbene il governo israeliano abbia prima negato ogni responsabilità e poi abbia affermato che l'omicidio è stato accidentale, le circostanze lasciano pochi dubbi sul fatto che sia stata deliberatamente uccisa, con un unico colpo mirato con precisione che l'ha colpita alla nuca proprio sopra il suo giubbotto antiproiettile contrassegnato "Press" (Stampa).
 
 
Allo stesso modo, la scorsa settimana gli Israeliani si sono ripetutamente lamentati di quello che consideravano il tono fortemente negativo delle trasmissioni di Al Jazeera in corso dalla Gaza devastata, copertura guidata dal capo dell’ufficio palestinese Wael al-Dahdouh. Ma queste denunce furono ignorate, così un paio di giorni dopo un attacco missilistico israeliano colpì la sua casa nel sud di Gaza, apparentemente sicuro, mentre stava trasmettendo in onda, annientando la sua intera famiglia, inclusi moglie, figlio, figlia e nipote.
 
Questo tipo di comportamento israeliano sembra davvero straordinario nel mondo moderno, soprattutto se confrontato con la modesta enfasi che viene loro riservata dal Times e dalla maggior parte degli altri media occidentali. In effetti, presi insieme, questi fatti suggeriscono che una semplice unghia ebrea è generalmente considerata più preziosa di molteplici vite palestinesi.
 
Ho il sospetto che non sia una semplice coincidenza che nozioni così controverse siano state i principi centrali del giudaismo tradizionale negli ultimi mille o duemila anni. Come ho spiegato nel 2018:
 
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Se queste questioni ritualistiche costituissero le caratteristiche centrali del giudaismo religioso tradizionale, potremmo considerarla una sopravvivenza piuttosto pittoresca ed eccentrica dei tempi antichi. Ma, sfortunatamente, c'è anche un lato molto più oscuro, che coinvolge principalmente il rapporto tra ebrei e non ebrei, con il termine dispregiativo goyim molto spesso usato per descrivere questi ultimi. Per dirla senza mezzi termini, gli ebrei hanno anime divine e i goy no, essendo semplicemente animali sotto forma di uomini. In effetti, la ragione principale dell'esistenza dei non ebrei è di servire come schiavi gli ebrei, e alcuni rabbini di altissimo rango occasionalmente ribadiscono questo fatto ben noto. Nel 2010, il rabbino sefardita di Israele ha dichiarato nel suo sermone settimanale che l'unica ragione per l'esistenza di non ebrei è servire gli ebrei e lavorare per loro. L'asservimento o lo sterminio di tutti i non ebrei sembra essere l’obiettivo implicito ultimo della religione.
 
Le vite degli ebrei hanno un valore infinito, e quelle non ebraiche non ne hanno alcuno, il che ha implicazioni politiche ovvie. Ad esempio, in un articolo, un importante rabbino israeliano spiegò che se un ebreo avesse bisogno di un fegato, sarebbe perfettamente corretto, e certamente obbligatorio, uccidere un innocente gentile e prendere il suo. Forse non dovremmo essere troppo sorpresi del fatto che oggi Israele sia ampiamente considerato come uno dei centri mondiali del traffico di organi
 
Come ulteriore esempio dell'odio feroce del giudaismo tradizionale verso tutti quelli che hanno origini diverse, salvare la vita di un non ebreo è generalmente considerato improprio o addirittura proibito, e farlo nel giorno di sabato sarebbe un'assoluta violazione degli editti religiosi. Tali dogmi sono certamente curiosi data la diffusa presenza di ebrei nella professione medica negli ultimi secoli, ma sono venuti alla ribalta in Israele quando un medico militare di mentalità religiosa li ha ribaditi e la sua posizione è stata sostenuta dalle più alte autorità religiose del Paese.
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Evidentemente il Talmud non è una lettura corrente tra gli ebrei ordinari di questi tempi, e sospetterei che, a parte gli ortodossi puri e forse la maggior parte dei rabbini, a malapena alcuni conoscono i suoi insegnamenti altamente controversi. Ma è importante ricordare che, fino a poche generazioni fa, quasi tutti gli ebrei europei erano profondamente ortodossi, e anche oggi suppongo che la stragrande maggioranza degli ebrei adulti abbia avuto nonni ortodossi. I modelli culturali e gli atteggiamenti sociali altamente distintivi possono facilmente penetrare in una popolazione considerevolmente più ampia, soprattutto quando ne ignora l’origine, condizione che accresce la loro influenza non riconosciuta. Una religione basata sul principio di "Ama il tuo prossimo" può essere rispettata o meno nella pratica, ma ci si può aspettare che una religione basata su "Odia il tuo prossimo" abbia effetti a catena a lungo termine, che si estendono molto al di là della comunità dei praticanti devoti. Se a quasi tutti gli ebrei, per mille o duemila anni, è stato insegnato a provare un odio feroce verso tutti i non ebrei ed è stata inoculata anche un'enorme infrastruttura di disonestà culturale per mascherare quell'atteggiamento, è difficile credere che una storia così maligna non abbia avuto assolutamente alcuna conseguenza nel nostro mondo attuale o in quello del passato relativamente recente.
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La maggior parte dei cristiani statunitensi conservatori e dei cristiani sionisti in particolare sostengono fermamente Israele, quindi alcuni di loro potrebbero essere rimasti un po' sorpresi dai recenti attacchi aerei israeliani contro gli ospedali e le chiese cristiane di Gaza, che hanno ucciso centinaia di civili che vi si erano rifugiati. In effetti, le munizioni fornite dagli Statunitensi che hanno colpito la chiesa di San Porfirio, fondata 1.600 anni fa, una delle più antiche del mondo, hanno ucciso diciassette Palestinesi, tra cui diversi parenti di un ex membro del Congresso degli Stati Uniti. Ma per ragioni che avevo spiegato nel mio articolo del 2018, tutto ciò era prevedibile, dato il carattere sempre più religioso della classe dirigente politica israeliana:
 
 
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E se il giudaismo religioso ha una visione decisamente negativa nei confronti di tutti i non ebrei, il cristianesimo in particolare è considerato un abominio totale, che deve essere cancellato dalla faccia della terra.
 
Mentre i pii musulmani considerano Gesù come il santo profeta di Dio e l'immediato predecessore di Maometto, secondo il Talmud ebraico, Gesù è forse l'essere più vile che sia mai vissuto, condannato a trascorrere l'eternità nella fossa dell'inferno, immerso in una vasca bollente di escrementi. Gli ebrei religiosi considerano il Corano musulmano solo come un altro libro, anche se totalmente sbagliato, ma la Bibbia cristiana rappresenta il male più puro e, se le circostanze lo consentono, bruciare le Bibbie è considerato un atto molto lodevole. Gli ebrei devoti devono anche sputare tre volte a ogni croce o chiesa che incontrano, e lanciare una maledizione contro tutti i cimiteri cristiani. In effetti, molti ebrei profondamente religiosi recitano ogni giorno una preghiera per lo sterminio immediato di tutti i cristiani.
 
Nel corso degli anni i rabbini israeliani di spicco hanno a volte discusso pubblicamente se il potere ebraico fosse diventato sufficientemente forte da poter finalmente distruggere tutte le chiese cristiane di Gerusalemme, Betlemme e altre aree vicine, e perché l'intera Terra Santa possa essere completamente purificata da tutte le tracce della sua cristiana contaminazione. Alcuni hanno preso questa posizione, ma la maggior parte ha invitato alla prudenza, sostenendo che gli ebrei hanno bisogno di guadagnare un po' di forza addizionale prima di accingersi ad un passo così rischioso. Ai giorni nostri, molte decine di milioni di cristiani zelanti, e soprattutto cristiani sionisti, sono entusiasti sostenitori degli ebrei, dell’ebraismo e di Israele, e sospetto fortemente che almeno un po' di quell'entusiasmo si basi sull'ignoranza.
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Ron Unz • www.ossin.org • 24 febbraio 2019
 
 
Internet è entrata in fermento qualche giorno fa quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esplicitamente identificato i Palestinesi con la tribù di Amalek, che gli israeliti dell'Antico Testamento avevano ricevuto ordine di sterminare completamente, fino all'ultimo neonato, per mandato divino. Lo stesso Netanyahu è piuttosto laico, ma la sua base politica è zelantemente religiosa, quindi questo appello esplicito a un genocidio palestinese totale ha naturalmente allarmato molti osservatori.
 
In effetti, i critici aspri del massacro in corso da parte di Israele a Gaza hanno parlato di “genocidio”. Tuttavia, io sono sempre stato poco propenso ad usare questo termine, che negli ultimi anni è diventato così grossolanamente inflazionato e abusato nella retorica politica dei governi occidentali e dei loro media.
 
Però, quel che è giusto è giusto. E, meno di tre anni, fa sia l’amministrazione Trump che quella Biden avevano dichiarato ufficialmente che la Cina stava commettendo un “genocidio” contro gli Uiguri della sua provincia dello Xinjiang, un’accusa ampiamente echeggiata dal Times e dal resto dei media del nostro paese. Eppure, stranamente, nessuna di quelle orribili accuse ha mai fatto riferimento all’uccisione di un singolo uiguro da parte del governo cinese, e c’è anche un notevole contrasto tra le splendenti città uiguri, con i loro moderni e intatti edifici per uffici e torri residenziali, e le attuali rovine della Gaza devastata. Quindi, se l’Occidente si permette di affermare che la Cina sta commettendo un “genocidio” degli Uiguri, gli Israeliani dovrebbero essere condannati in massa con quella mostruosa accusa, resa esplicita anche dalle dichiarazioni pubbliche di Netanyahu.
 
 
Scene del “genocidio” uiguro rispetto a quelle del “genocidio” palestinese
 
 
Consideriamo anche l’accusa ben più appropriata di “crimini di guerra”. Subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i Russi presero la decisione ragionevole di evacuare diverse centinaia di bambini di etnia russa dalla zona di combattimento, consentendo loro di essere temporaneamente istruiti nelle scuole russe fino alla fine dei combattimenti e al ritorno sicuro alle loro case.
 
 
Maria Lvova-Belova, accusata di essere una "criminale di guerra"
 
 
Ma come risultato di questa sensata politica umanitaria, sia il presidente russo Vladimir Putin che Maria Lvova-Belova, il commissario russo per i diritti dell’infanzia, sono stati incriminati come criminali di guerra dalla Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia, che ha emesso mandati di arresto internazionali. contro di loro, un atto di totale follia.
 
Naturalmente, nessuna azione del genere sarà mai intrapresa contro Netanyahu e il suo governo israeliano, che invece di salvaguardare i bambini li sta massacrando a migliaia. Questa indicibile ipocrisia ha portato uno dei commentatori di etnia russa sul nostro sito a suggerire con rabbia che tutti gli stessi giudici della CPI dovrebbero essere mandati al patibolo, una pena che mi sembra abbastanza appropriata.
 
 
 
L’ovvia ragione di questo massacro israeliano senza precedenti degli indifesi civili Palestinesi di Gaza è una rappresaglia per la straordinaria sconfitta che Israele aveva subito poche settimane prima per mano dei militanti di Hamas dotati di armi leggere, un’umiliazione nazionale forse più grande di qualsiasi altra umiliazione nell’intera storia del paese. 
 
Per decenni, la vanagloria israeliana aveva portato la maggior parte degli osservatori a considerare il suo servizio di intelligence del Mossad come uno dei migliori al mondo, eguagliato dall'efficacia in combattimento del suo decantato esercito.
 
Nello stesso periodo, i due milioni di residenti di Gaza erano diventati detenuti di quella che viene generalmente definita la più grande prigione a cielo aperto del mondo, con i loro movimenti personali e le loro importazioni sotto stretto controllo israeliano, e persino le loro scorte di cibo ridotte al minimo indispensabile per la sopravvivenza. Il governo israeliano ha speso centinaia di milioni di dollari per i muri e le recinzioni che circondano Gaza, fortificazioni dotate di vasti banchi di sensori avanzati e mitragliatrici a fuoco automatico, quindi sia il primo ministro Benjamin Netanyahu che tutti i suoi comandanti militari ritenevano con arroganza che fosse impossibile che un raid di Hamas potesse avere successo.
 
Considerata tale eccessiva fiducia, quando Hamas ha aggirato queste formidabili difese utilizzando droni economici e tattiche innovative, le vicine basi della guarnigione israeliana sono state colte completamente impreparate, con le sentinelle addormentate o lontane dalle loro postazioni, e sono state rapidamente invase dai 1.500 combattenti di Hamas che hanno attaccato.
 
Di conseguenza, Israele ha subito enormi perdite militari, secondo alcune stime fino a 600 soldati uccisi nelle prime 24 ore, probabilmente più vittime in un solo giorno che in qualsiasi delle precedenti guerre israeliane e maggiori del totale combinato di tutte le guerre combattute durante quasi l'ultimo mezzo secolo. Secondo un primo elenco parziale, questi morti includevano molti degli ufficiali più d’élite di Israele, tra cui dozzine di colonnelli e maggiori, mentre molti altri soldati furono catturati vivi e riportati come prigionieri a Gaza.
 
Scott Ritter è un ex ufficiale dell'intelligence militare, che aveva servito come ispettore capo delle armi delle Nazioni Unite e successivamente divenne uno dei principali oppositori della guerra in Iraq. In una recente intervista, ha spiegato che anche dopo che i combattenti di Hamas avevano perso il vantaggio iniziale della sorpresa, si sono comunque comportati molto bene sul campo di battaglia, malmenando gravemente un paio dei battaglioni di fanteria più elitari di Israele e infliggendo considerevoli ulteriori perdite israeliane.
 
 
 
 
Molti militanti di Hamas sono poi tornati sani e salvi a Gaza con le centinaia di israeliani che avevano catturato, sperando di scambiarli con le molte migliaia di Palestinesi tenuti prigionieri per anni nelle carceri israeliane, di solito senza accusa e spesso in condizioni brutali. Nel 2011, gli Israeliani avevano rilasciato più di 1.000 prigionieri palestinesi in cambio della cattura di un solo soldato israeliano.
 
Ma le forze israeliane rapidamente intervenute hanno circondato con successo altri combattenti di Hamas e i loro prigionieri catturati nelle basi e nei kibbutz durante l’assalto iniziale. Tentare di assaltare gli edifici controllati da Hamas sarebbe stato molto difficile, e avrebbe provocato pesanti perdite aggiuntive all’IDF, quindi la leadership israeliana alla fine concluse che salvare i prigionieri era impossibile. Pertanto, secondo la famigerata Direttiva Hannibal del 1986, ha usato l’enorme potenza di fuoco dei loro carri armati e degli elicotteri d’attacco per distruggere le strutture, uccidendo sia i combattenti di Hamas che gli Israeliani che tenevano prigionieri.
 
Ritter ha osservato che, sebbene i portavoce del governo israeliano affermassero che la distruzione e le morti che vi sono state fossero state dovute ad Hamas, le rovine distrutte mostrano i segni inconfondibili di proiettili di carri armati ad alto esplosivo e di missili Hellfire. L'analisi dettagliata di Max Blumenthal è giunta alla stessa conclusione, e questa ha coinciso anche con le testimonianze di numerosi testimoni oculari israeliani che hanno avuto la fortuna di sopravvivere agli attacchi. In un’intervista della scorsa settimana, Larry Johnson, un ex analista della CIA con una vasta esperienza militare, ha descritto più o meno la stessa cosa:
 
 
 
 
Blumenthal ha spiegato che, nelle prime ore di confusione seguite all’attacco di Hamas, le forze israeliane hanno avuto estrema difficoltà a distinguere gli alleati dai nemici, e gli elicotteri d’attacco e i carri armati hanno fatto esplodere qualsiasi cosa si muovesse, a volte sparando sui civili israeliani o anche sulle loro stesse truppe; ha evidenziato che molti dei cadaveri carbonizzati degli israeliani estratti dalle auto portavano i segni inconfondibili dei missili Hellfire. Un generale israeliano al comando di una delle basi sequestrate da Hamas ha raccontato di essersi immediatamente nascosto in un rifugio antiaereo a prova di esplosione, e poi ha ordinato massicci attacchi aerei sulla sua stessa base, facendo uccidere tutti i soldati che vi si trovavano prigionieri, insieme ai militanti di Hamas che li detenevano.
 
Nel frattempo, gli ostaggi israeliani sopravvissuti hanno riferito uniformemente dell'eccellente trattamento ricevuto dai loro sequestratori di Hamas.
 
Considerati tutti questi fatti, sembra del tutto possibile che la maggioranza, anzi la stragrande maggioranza, di tutti i civili israeliani uccisi siano morti per mano delle loro stesse forze militari, a causa del fuoco amico deliberato o accidentale, e anche molti soldati israeliani potrebbero aver subito la stessa sorte.
 
Il numero totale dei morti israeliani rimane incerto. Il governo ha dichiarato circa 1.400 vittime, una cifra universalmente riportata da tutti i media globali, ma quasi un mese dopo la fine dei combattimenti, sono stati pubblicati meno di 1.100 nomi, sollevando grandi dubbi sulla realtà delle cifre comunicate. In effetti, Blumenthal ha osservato che, quando l'ambasciatore israeliano all'ONU ha distribuito immagini terrificanti dei cadaveri dei civili israeliani uccisi da Hamas, molti di essi si sono rivelati corpi di combattenti di Hamas uccisi dagli Israeliani. Sembra quindi del tutto possibile che nel totale di quei 1.400 morti fossero compresi anche centinaia di militanti di Hamas, con il governo israeliano troppo imbarazzato per ammettere il suo errore iniziale.
 
Un paio di giorni fa, Blumenthal ha twittato un grafico che mostra la diversa distribuzione per età delle vittime israeliane e palestinesi. È piuttosto degno di nota il fatto che sia trascurabile il numero di vittime israeliane tra i bambini e gli anziani, il che è difficilmente coerente con le affermazioni del governo sul terrorismo casuale e brutale di Hamas, mentre sono moltissimi tra le vittime palestinesi:
 
 
 
 
Una o due settimane fa avevo rilasciato una lunga intervista in podcast in cui discutevo di vari aspetti dell'attacco di Hamas, sorprendentemente riuscito, delle radici del conflitto e delle sue implicazioni più ampie per il futuro della regione.
 
 
 
 
Alla luce di questi fatti, il governo israeliano si è trovato di fronte ad un difficile dilemma all’indomani dell’attacco di Hamas. L'umiliazione nazionale causata dal successo dell'assalto a sorpresa e le pesanti perdite militari subite sembrano aver richiesto una massiccia campagna di ritorsione contro Gaza, sia per ristabilire la credibilità deterrente di Israele sia per soddisfare l'indignazione dei suoi cittadini. Tuttavia, dal momento che una parte così ampia delle morti civili era stata effettivamente causata dall’esercito israeliano dal grilletto facile, mancava qualsiasi reale giustificazione per una risposta così travolgente.
 
Ma sebbene sia l’esercito israeliano che il Mossad abbiano dimostrato la loro inefficacia, una delle maggiori risorse strategiche di Israele è stata la stretta mortale di cui esso e i suoi alleati filo-israeliani godono sull’intero panorama dei media occidentali. Così si è scatenata una vasta ondata di potente propaganda, intesa a distrarre l’attenzione dalla debacle militare e demonizzare i combattenti vittoriosi di Hamas come brutali terroristi e assassini.
 
Si trattava in gran parte della tipica propaganda delle atrocità del tempo di guerra, con i portavoce israeliani che sostenevano che i combattenti di Hamas avevano commesso numerosi massacri e stupri, accuse che sono state ampiamente riportate in modo acritico dalla nostra camera di risonanza dei media. Ma mentre era certamente vero che i militanti di Hamas avevano ucciso molti civili israeliani nel loro attacco iniziale, avevo già visto le testimonianze oculari di diversi prigionieri sopravvissuti che affermavano che erano stati trattati molto bene e perfino con rispetto, portandomi ad essere piuttosto scettico riguardo a queste gravi accuse israeliane. Tuttavia, poiché non mi ero molto preoccupato di cercare video di atrocità su Internet, non potevo esserne sicuro.
 
Il nostro sito web, lievemente moderato, rappresenta uno dei relativamente pochi luoghi su Internet in cui i sentimenti anti-israeliani possono prosperare, quindi attira naturalmente la sua parte di energici attivisti filo-israeliani, che spesso si presentano sotto mentite spoglie. Uno di questi ha dichiarato che c'erano numerosi video webcam di Hamas che mostravano stupri, torture e massacri di civili israeliani. Quando ho contestato tali affermazioni, ha fornito collegamenti a una mezza dozzina di video, che ho guardato, ma nessuno di essi conteneva le scene di cui aveva parlato. In effetti, quelle più sanguinose sembravano mostrare i corpi di numerosi soldati israeliani morti, immagini che sarebbero certamente terrificanti per i partigiani filo-israeliani, ma che difficilmente costituiscono la prova di eventuali crimini di guerra di Hamas. Considerando che sembra che gli attivisti filo-israeliani non riescano a trovare nessun video di atrocità del genere, probabilmente non esistono, e i media stanno semplicemente ripetendo la propaganda disonesta disseminata dai portavoce del governo israeliano.
 
Ma molto più efficaci di queste accuse banali sono state le affermazioni di atrocità eccezionalmente oltraggiose, atti che hanno reso i combattenti di Hamas i più grandi mostri da quando i nazisti di Adolf Hitler avevano realizzato paralumi con pelle ebraica e trasformato i corpi ebrei in sapone.
 
Una delle prime storie che ha fatto rapidamente il giro del mondo era che i militanti di Hamas avevano decapitato quaranta bambini israeliani, un’atrocità macabra che ha raggiunto perfino le labbra del presidente Joseph Biden.
 
 
 
 
Quella ridicola storia proveniva da un fanatico colono ebreo e persino i portavoce militari israeliani si rifiutarono di danneggiare la loro credibilità approvando la bufala, che fu rapidamente sfatata ed è svanita dai media filo-israeliani, soprattutto perché quasi nessun bambino israeliano era effettivamente morto nel corso dell’attacco di Hamas. Ma anche così, l’immagine grottesca e avvincente apparentemente si è radicata nella mente di molte menti occidentali.
 
Ad esempio, l’ex analista della CIA Larry Johnson ha un forte background militare ed è stata una voce importante e fortemente critica nei confronti delle azioni di Israele, contribuendo a confermare che è stato effettivamente un missile israeliano a uccidere centinaia di civili palestinesi rifugiati nel più grande ospedale cristiano di Gaza. Visito regolarmente il suo blog indipendente per i suoi arguti commenti sull'attuale conflitto.
 
Ma la settimana scorsa sono rimasto assolutamente scioccato nello scoprire che alcuni militari amici di Johnson sembravano credere nella bufala dei “bambini decapitati”, costringendo Johnson a insistere ancora sulla difensiva sul fatto che non c'erano prove a riguardo.
 
Anche se quella particolare bufala sulle atrocità è scomparsa dai media, solo un paio di giorni fa è emersa una storia altrettanto scandalosa, quando un attivista israeliano ha improvvisamente dichiarato – quattro settimane dopo il presunto evento – che i combattenti di Hamas avevano arrostito i bambini israeliani in un forno, il suo resoconto ha raggiunto rapidamente i titoli dei giornali scandalistici e ha facilmente eclissato la copertura dell’enorme numero di vittime palestinesi in un campo profughi bombardato.
 
 
 
 
Dal suo aspetto, l'ideatore di questa bizzarra storia sembrava ancora una volta un fanatico colono ebreo, forse addirittura un amico di colui che aveva lanciato la precedente bufala della decapitazione. Ma in questo caso particolare, dietro questa affermazione potrebbe effettivamente esserci un briciolo di verità. Come accennato in precedenza, gli Israeliani avevano fatto esplodere le case occupate dai militanti di Hamas e dai loro ostaggi israeliani con missili Hellfire, riducendo tutti gli occupanti a cadaveri carbonizzati, e forse uno di questi era un bambino. Ma se così fosse, i responsabili della cottura sarebbero stati i missili israeliani e non un forno da cucina.
 
Dato il rapido crollo della precedente bufala dei bambini decapitati, avevo dato per scontato che i media avrebbero respinto e ignorato questa nuova, soprattutto perché era stata improvvisamente “ricordata” diverse settimane dopo la fine dei combattimenti; ma mi sbagliavo. Il mio giornale locale di Palo Alto è quanto di più mainstream e rispettabile si possa immaginare, ma fa affidamento sulle agenzie di stampa per tutte le sue notizie estere, e ha messo la storia in prima pagina, trattandola come se fosse completamente credibile. Di conseguenza, molti dei migliori tecnologi e investitori miliardari statunitensi – che normalmente prestano poca attenzione alle questioni di politica estera – sono probabilmente ora convinti che Hamas stia arrostendo bambini, un’atrocità del tutto immaginaria, mentre sono a malapena consapevoli del fatto che così tante migliaia di bambini e neonati di Gaza sono stati uccisi – a volte addirittura arrostiti vivi – dalle bombe e dai missili israeliani.
 
 
 
 
 
Forse in parte a causa di quell’orribile articolo in prima pagina sul nostro giornale locale, il giorno seguente Palo Alto fu testimone di una delle più grandi manifestazioni politiche degli ultimi decenni. Centinaia di persone hanno organizzato una manifestazione filo-israeliana appena fuori dal municipio, sventolando un mare di bandiere israeliane e chiedendo il rilascio dei prigionieri israeliani, sentimenti sostenuti da numerosi oratori, compreso il sindaco. Per generazioni, la notoriamente liberale Palo Alto è stata in prima linea in ogni causa progressista, e solo un paio di anni fa un enorme murale di Black Lives Matter che esaltava un assassino di poliziotti aveva bloccato per settimane il traffico del centro, proprio vicino a dove si è svolta la manifestazione. Forse alcuni residenti hanno iniziato a sentirsi un po’ a disagio per il massacro in corso di così tanti bambini a Gaza con bombe e missili forniti dagli USA. Ma se così fosse, la massiccia manifestazione di sentimento filo-israeliano probabilmente sopprimerebbe qualsiasi preoccupazione pubblica in questa piccola città di 60.000 abitanti.
 
 
 
Anche se le persone sensate potrebbero aspettarsi che la promozione di scandalose bufale sulle atrocità potrebbe ritorcersi contro i suoi promotori, non sembra che sia così. In effetti, la sorprendente efficacia di questa spudorata tecnica di propaganda fu notata quasi un secolo fa da Hitler nel Mein Kampf, in cui denunciò ferocemente gli ebrei per il loro uso costante della tecnica della “Grande Bugia”. Il futuro dittatore tedesco spiegò argutamente che, sebbene la maggior parte delle persone comuni possa occasionalmente dire bugie ordinarie, non riescono a concepire che qualcuno abbia mai detto una bugia così mostruosamente gigantesca, e quindi tendono a presumere che storie di “bambini decapitati” o “bambini arrostiti nei forni” probabilmente debbano essere veri.
 
In un articolo del 2016 incentrato sulla ricerca accademica del Prof. Albert S. Lindemann, un illustre storico intellettuale, avevo notato che questo modello di notevole disonestà ebraica era stato diffuso in numerosi paesi e periodi di tempo diversi:
 
 
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Se Lindemann descrive con franchezza la tensione tra la popolazione ebraica in rapida crescita della Russia e le sue autorità governative, non può nemmeno evitare di menzionare la famigerata reputazione ebraica in materia di abuso di ufficio, corruzione e disonestà in generale, e il fatto che molti esponenti politici denunciavano come la rilevante propensione ebraica a giurare il falso nel corso dei processi determinasse gravi problemi all’amministrazione della Giustizia. L'eminente sociologo americano EA Ross, scrivendo nel 1913, ha descritto il comportamento abituale degli ebrei dell'Europa orientale in termini molto simili.
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La religione costituisce ovviamente un importante fattore unificante nei gruppi sociali umani e non possiamo ignorare il ruolo dell'ebraismo in questo senso. La dottrina religiosa ebraica tradizionale sembra considerare gli ebrei come in uno stato di ostilità permanente nei confronti di tutti i non ebrei, e il ricorso alla propaganda disonesta è una conseguenza quasi inevitabile di questo tipo di conflitto. Inoltre, dal momento che gli ebrei sono sempre stati una piccola minoranza politica, il mantenimento di principi così controversi ha richiesto l'impiego di un vasto sistema di sotterfugi e dissimulazioni per nasconderne la natura alla società più grande che li circondava. Si dice spesso che la verità è la prima vittima della guerra, e sicuramente le influenze culturali di oltre mille anni di ostilità religiosa così intensa possono continuare a influenzare tranquillamente il pensiero di molti ebrei moderni, anche quelli che hanno in gran parte abbandonato le loro credenze religiose.
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Ron Unz • www.ossin.org • 19 ottobre 2019
 
 
Sfortunatamente, la diffusa accettazione da parte dell’opinione pubblica di atrocità-bufale così scandalose come i bambini israeliani decapitati o arrostiti, ha ora fornito al governo israeliano la copertura politica di cui ha bisogno per il massacro in corso dei Palestinesi di Gaza, compresi molti bambini e neonati. E, purtroppo, la propaganda di atrocità così estreme probabilmente ha avuto un ruolo importante anche nelle generazioni passate.
 
Henry Morgenthau Jr. era un ricco dilettante ebreo, che non conseguì mai né un diploma universitario né liceale, e fu piuttosto un gentiluomo di campagna nello Stato di New York. Sebbene non avesse alcuna conoscenza di economia o finanza, come amico e vicino di Franklin Roosevelt, fu nominato Segretario del Tesoro all'inizio del 1934, poi permise che le operazioni effettive del suo importantissimo dipartimento fossero gestite dal suo fidato subordinato, Harry Dexter White, una famigerata spia comunista.
 
E come ho spiegato nel 2016, l'ignoranza e la creduloneria di Morgenthau hanno portato ad altri tragici sviluppi.
 
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La famigerata tendenza ebraica a mentire spudoratamente o esagerare selvaggiamente ha avuto a volte orribili conseguenze umane. Di recente ho scoperto un affascinante passaggio del libro di Peter Moreira del 2014 The Jew Who Defeated  Hitler: Henry Morgenthau Jr., FDR, e How We Won the War, incentrato sull'importante ruolo politico di quel potente Segretario al Tesoro.
 
" Una svolta nella relazione di Henry Morgenthau Jr. con la comunità ebraica avvenne nel novembre 1942, quando il rabbino Stephen Wise giunse nel suo ufficio per dire al segretario cosa stava succedendo in Europa. Quando Morgenthau cominciò a sentire dei milioni di morti e dei paralumi fatti con la pelle delle vittime, pregò Wise di non entrare in dettagli eccessivi. Ma Wise continuò raccontando della barbarie dei nazisti, di come fabbricassero le saponette con la carne ebraica. Morgenthau, diventando più pallido, lo implorò, "Per favore, Stephen, non darmi i dettagli cruenti." Wise proseguì con la sua lista di orrori e Morgenthau ribadì ripetutamente la sua richiesta. Henrietta Klotz temeva che il suo capo potesse svenire. Morgenthau in seguito disse che l'incontro gli aveva cambiato la vita ".
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Crescendo, a volte ho sentito quelle storie mediatiche di nazisti che producevano sapone e paralumi con corpi e pelle ebraici, e avevo vagamente pensato che probabilmente fossero vere. Ma negli ultimi decenni, tutti gli studiosi tradizionali dell’Olocausto hanno ammesso che non c’era niente di vero, ma erano semplicemente esempi grotteschi di propaganda disonesta in tempo di guerra, proprio come i bambini israeliani decapitati o arrostiti nei forni.
 
Ma sebbene quelle particolari atrocità naziste non fossero mai avvenute, ebbero conseguenze mortali nel mondo reale. Morgenthau credeva che fossero vere e questo lo portò a prestare il suo nome e sostegno al famigerato Piano Morgenthau, che aveva lo scopo di sterminare metà della popolazione sopravvissuta della Germania dopo la fine della guerra. Anche se quella proposta estrema venne in seguito ufficialmente ripudiata dal governo statunitense, essa venne comunque sostanzialmente attuata nella pratica, e secondo stime ragionevoli, forse dieci milioni o più di civili tedeschi morirono di fame o di stenti durante i primi anni dopo la fine delle ostilità. subendo un destino non del tutto dissimile da quello che potrebbe presto colpire gli abitanti della miserabile Gaza, sottoposti a blocco e embargo.
 
 
Ron Unz • The Unz Review • 9 luglio 2018 • 6,600 Parole
 
 
Racconti avvincenti di orribili atrocità possono facilmente inserirsi nelle narrazioni pubbliche consolidate, anche se esistono fatti innegabili che sembrano confutarle alla radice.
 
Pertanto, sebbene ci siano diverse testimonianze oculari di ostaggi israeliani sopravvissuti che raccontano di essere stati trattati molto bene e rispettosamente dai loro sequestratori di Hamas, tuttavia tutti i nostri principali mezzi di informazione dipingono quei militanti come terroristi indicibilmente brutali, che potrebbero persino aver decapitato o arrostito bambini israeliani. E pochi tra i media sembrano riconoscere questa strana discordanza.
 
In proposito, Anna Frank è sicuramente la vittima più famosa dell'Olocausto nazista. Quest'ultimo evento storico è stato un tema centrale nell'articolo del Times di Roger Cohen sulle disperate paure attuali degli ebrei europei, quindi naturalmente il destino di quella giovane ragazza iconica è stato menzionato nel suo pezzo.
 
Cohen e i suoi nove coautori del Times devono ovviamente aver dedicato molto impegno e cura alla produzione del loro lungo articolo in prima pagina, che sicuramente è stato anche accuratamente rivisto e controllato da diversi redattori del Times. Eppure, quando ho letto il pezzo nella mia edizione cartacea mattutina, una frase in particolare mi è subito balzata in mente. Anna Frank è stata descritta come:
 
la ragazza ebrea assassinata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania durante la seconda guerra mondiale
 
Eppure, come tutti gli storici sanno e accettano, in realtà la povera ragazza morì di tifo dopo aver sofferto forse sei mesi di grave malattia e aver trascorso la maggior parte del tempo in ospedali gestiti dai tedeschi, un elemento che contraddice abbastanza la narrativa tradizionale dell'Olocausto e del progetto di sterminio degli ebrei.
 
A quanto pare, qualcuno ha contattato il Times e lo ha informato del proprio errore, quindi la versione online dell'articolo ora la descrive come:
 
la giovane ragazza ebrea morta nel campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania durante la seconda guerra mondiale
 
E sebbene la parte finale dell’articolo del Times riconosca che è stata apportata una correzione al testo, ne dichiara erroneamente la natura, forse per evitare di attirare troppa attenzione su quel dettaglio storico piuttosto sconcertante.
 
Gli sfortunati eventi attuali a Gaza, così come altri accaduti generazioni fa in Europa, mi hanno ricordato la mia descrizione del 2016 delle enormi distorsioni della realtà prodotte dai nostri media americani.
 
 
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Tendiamo ingenuamente a dare per scontato che i nostri media raccontino veridicamente gli eventi del nostro mondo e della sua storia, ma invece ciò che troppo spesso vediamo sono solo le immagini tremendamente distorte di uno specchio da luna park, con piccoli oggetti a volte trasformati in grandi, e quelli grandi in piccoli. I contorni della realtà storica possono essere deformati in forme quasi irriconoscibili, con alcuni elementi importanti che scompaiono completamente dalla documentazione e altri che appaiono dal nulla. Ho spesso suggerito che i media creano la nostra realtà, ma date queste evidenti omissioni e distorsioni, la realtà prodotta è spesso in gran parte fittizia. Le nostre storie standard hanno sempre criticato la ridicola propaganda sovietica durante il culmine delle purghe staliniane o della carestia ucraina, ma a modo loro, i nostri organi mediatici a volte sembrano altrettanto disonesti e assurdi nei loro resoconti. E fino alla disponibilità di Internet, era difficile per la maggior parte di noi riconoscere l’enormità di questo problema.
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Sulla base delle prove disponibili, penso che i nostri media statunitensi stiano descrivendo la realtà dell’attuale conflitto a Gaza sottosopra e al contrario. All’inizio di quest’anno avevo sostenuto che più o meno lo stesso era avvenuto per precedenti conflitti di portata molto maggiore:
 
 
Ron Unz • The Unz Review • 12 giugno 2023 • 12.600 parole
 
Ron Unz • The Unz Review • 19 giugno 2023 • 7.500 parole
 
Ron Unz • The Unz Review • 17 luglio 2023 • 9.700 parole
 
 
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