Perché, nel volgere di qualche anno, nessuno parlerà più di cambiamento climatico
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Analisi, 8 agosto 2018 - L'"inganno per omissione" è una efficacissima metodica di gestione delle percezioni, che il governo Trump ha iniziato a utilizzare in campi come il cambiamento climatico. E sembra che funzioni...
Cassandra Legacy, 30 luglio 2018 (trad. ossin)
Perché, nel volgere di qualche anno, nessuno parlerà più di cambiamento climatico
Ugo Bardi
Nel libro "Hitler's Willing Executioners" (1996), Daniel Goldhagen sostiene che i tedeschi non potevano assolutamente non sapere che il loro governo stava stermiando ebrei e altri gruppi etnici. E' tuttavia possibile che gran parte dei tedeschi siano stati ingannati con la tecnica dell' "inganno per omissione". Si tratta di una efficacissima metodica di gestione delle percezioni, che il governo Trump ha iniziato a utilizzare in campi come il cambiamento climatico. E sembra che funzioni
Immaginate di essere un cittadino tedesco dei primi anni '40. Avreste saputo che il governo tedesco era impegnato nello sterminio di milioni di ebrei e altri gruppi etnici? Si tratta di una questione controversa: qualcuno pensa che i tedeschi non potevano ignorare ciò che stava accadendo. Ma è anche vero che nessun media tedesco ne parlava. Il cittadino tedesco medio avrebbe potuto essere consapevole che gli ebrei venivano maltrattati, ma non avevano modo di conoscere la portata di ciò che stava accadendo. Nel clamore dissonante di notizie sulla guerra in corso, la questione degli ebrei non è stata trattata come qualcosa di veramente importante. Qualcosa di simile è accaduto in Italia con la sconfitta dell'esercito italiano in Russia nel 1943. Il disastro non è mai stato menzionato nei media e non ha potuto incidere sulla percezione pubblica di ciò che stava accadendo.
Le tecniche di propaganda utilizzate in Germania e in Italia durante la seconda guerra mondiale erano ancora primitive, ma erano comunque efficaci nel campo che oggi chiamiamo "gestione della percezione". La tecnica di negazione delle informazioni è chiamata "inganno per omissione". Una buona descrizione è quella di Carlo Kopp:
Un prerequisito della Deception by Omission è che la vittima abbia scarsa o nessuna conoscenza a priori di ciò che il manipolatore sta presentando come un'immagine della realtà. Una falsa percezione della realtà, favorevole al manipolatore, è possibile se la vittima può essere indotta a formarsi un'immagine della realtà basata solo su ciò che il manipolatore presenta. .. L'inganno per omissione è una tecnica molto diffusa nel marketing di prodotti commerciali e nel marketing politico poiché consente attacchi senza ricorrere a dichiarazioni provatamente non veritiere. .. La tecnica dell'inganno per omissione ha spesso successo a causa della pigrizia o incompetenza della popolazione che ne è vittima.
Kopp nota anche come la Deception by Omission sia spesso abbinata a due altre tecniche, note come "Deception by Saturation" (saturando il bersaglio con informazioni irrilevanti) e "Deception by Spin" (informazioni in sé corrette ma presentate in modo da favorire una specifica interpretazione) .
Ora vediamo come funziona questa tecnica ai nostri giorni. Iniziamo con un esempio: sicuramente sapete che il governo statunitense è impegnato in un programma di "Targeted Killing" (omicidi mirati), con l’utilizzo soprattutto di droni assassini. Quante persone vengono uccise? I dati ufficiali parlano di centinaia - al massimo migliaia - di vittime. Ma si tratta di dati precisi? Provengono da fonti che ci ingannano abitualmente e non esistono fonti indipendenti. Non sto azzardando che le vittime potrebbero essere milioni, come in Germania durante la seconda guerra mondiale, dico solo che non ne abbiamo idea. Sappiamo che le persone vengono uccise, ma non sappiamo quante e, nello tsunami di notizie che ci aggredisce ogni giorno, tendiamo a pensare che questo sia solo un problema marginale.
Ciò che è interessante, qui, è come il pubblico percepisce le guerre dei droni. Ecco alcuni risultati di Google Trends.
Vedete come l'interesse del pubblico, misurato in termini di ricerche sul Web, ha raggiunto il suo picco nel 2013 per poi scendere. Non ci sono prove che il numero di attacchi con droni sia diminuito, al contrario, ci sono indizi che stiano piuttosto aumentando con l'amministrazione Trump. Quindi, un'interpretazione ragionevole è che l'interesse è in declino perché i media menzionano le uccisioni mirate con minore frequenza.
Non esiste un modo semplice per misurare come la stampa copra un evento o una serie di eventi specifici, ma possiamo utilizzare le tendenze di Google per una misurazione indiretta. Ecco lo stesso termine, "Drone uccide", misurato in termini di clic sulla sezione "Notizie" del motore di ricerca di Google.
Possiamo ragionevolmente presumere che ogni picco nel grafico sia indotto dalle notizie che appaiono nei media. Quindi, sembra che i media siano diventati molto tranquilli, ultimamente, riguardo alle uccisioni mirate. Si badi che non sto dicendo che il governo USA controlli i media nello stesso modo in cui li controllava il governo nazista durante la seconda guerra mondiale. Ma il governo degli Stati Uniti controlla la fonte delle notizie. Se il governo non fornisce notizie su qualcosa (o fornisce solo scarse notizie), i giornalisti hanno poco da mostrare al pubblico. Se il soggetto non appare spesso sui media, il pubblico perde interesse. E se il pubblico perde interesse verso qualcosa, i giornalisti sono ancora meno motivati a scriverne. È un circuito di feedback: possiamo ragionevolmente supporre che sia quello che stiamo vedendo nel caso del programma di uccisioni mirate.
Vediamo ora come può funzionare lo stesso meccanismo nel caso del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. Prima di tutto, ecco alcuni risultati di Google Trends.
Qui, non notiamo lo stesso evidente calo di interesse che abbiamo visto nel caso di "drone kills", ma penso che sia ragionevole sostenere che c'è stato un declino rilevabile nell'ultimo anno o giù di lì (si noti che il picco del 2017 corrisponde all'annuncio di Trump che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dal trattato sul clima di Parigi). Questa interpretazione può essere confermata dal più recente sondaggio Gallup. Ancora una volta, la tendenza al declino è ancora incerta, ma sembra esserci. Nel marzo 2018, gli statunitensi erano meno convinti che i cambiamenti climatici rappresentassero una minaccia di quanto lo fossero nel 2017.
Altri dati dello stesso sondaggio indicano che il cambiamento è causato principalmente da un calo del numero di persone "interessate", mentre la frazione di scettici e di tiepidi rimane all'incirca la stessa.
Quindi, cosa sta succedendo? La spiegazione più probabile è che questo minore interesse sia l’esito dell’uso, da parte dell'amministrazione Trump, della tecnica dell’inganno per omissione. Non vi è dubbio che scienziati e agenzie scientifiche siano state imbavagliate e che Trump stesso ha taciuto sui cambiamenti climatici, nonostante i suoi numerosi tweet. Su nessuna altra questione l’uso della strategia dell’inganno per omissione da parte dell’amministrazione Trump è stato più evidente se non sulla storia del dibattito "squadra rossa / squadra blu" sul clima, proposto dall'ex amministratore dell'EPA, Scott Pruitt. L'idea è stata subito respinta dall'amministrazione, “correttamente” se vista nel quadro di una strategia di inganno per omissione. Se tale dibattito ci fosse stato, non importa quale parte avrebbe potuto dare l'impressione di avere ragione, il pubblico avrebbe comunque percepito il cambiamento climatico come una questione importante.
Ora, ovviamente, quando si discute di questi argomenti si rischia sempre di essere bollati come “teorici del complotto” e ignorati. Non dobbiamo tuttavia immaginarci che alcune persone si siano riunite in una stanza segreta per pianificare cose oscure e terribili contro di noi. È solo che ignorare il cambiamento climatico è nell'interesse di molti settori della società. Le élite attuali o non credono che il cambiamento climatico sia un problema serio o, se lo credono, hanno deciso che la loro migliore possibilità è quella di lavorare per salvare se stessi, lasciando che il resto di noi muoia di fame, affondi o bruci (io lo chiamo l'effetto di Kiribati). Quindi, per molte lobby industriali, agire contro il cambiamento climatico significa perdere denaro. In tutti i casi, la strategia più logica per loro è di ignorare il problema, almeno in pubblico. E il governo sta semplicemente usando tecniche che sa usare e che ha già usato in passato.
Non è nemmeno così difficile ingannare il pubblico sui cambiamenti climatici. Siamo tutti sottoposti alla "stanchezza da apocalisse" e la maggior parte delle persone non sembra in grado di mantenere la propria attenzione su qualcosa che cambia lentamente nel corso degli anni. E siamo tutti sensibili all'inganno per omissione. Il risultato dell'azione combinata del governo e di questo diffuso atteggiamento è un "palpabile assassinio delle valutazioni" a proposito delle notizie riguardanti il cambiamento climatico. Odio citare l'abominevole blog di Anthony Watts, ma ha notato correttamente la stessa tendenza. E anche il blog anti-scienza di Watts è stato colpito dall'inganno per omissione! Si tratta di un rullo compressore di propaganda che spazza via dal dibattito tutto ciò che riguarda il cambiamento climatico.
E’ quindi possibile che stiamo assistendo a un cambiamento epocale nella percezione pubblica dei cambiamenti climatici. La fine del mondo diventerà una vecchia notizia, come notato da David Wallace-West. Qualche speranza per evitarlo? Non facile: è una battaglia quasi impossibile da combattere contro le forze combinate del governo, delle lobby industriali e dell'apatia del pubblico. Per lo meno, dovremmo renderci conto che c'è il serio rischio di perderla. Cioè, potremmo trovarci di fronte a un futuro in cui il concetto stesso di "scienza del clima" diventerà un argomento ridicolo (ricordate che fine hanno fatto "I limiti dello sviluppo"?). Sarà una sconfitta epocale per la scienza.
Certamente, la negazione dei cambiamenti climatici sta avvenendo in un contesto di temperature crescenti e di disastri climatici associati, eventi che sembrerebbero difficili da ignorare. Ma, in pratica, vengono ignorati. Di cosa avremmo bisogno per scuotere la gente dall’apatia? Incendi giganteschi? Li stiamo avendo. Ondate di caldo torrido? Eccole. La siccità? Sicuro. Nessuno di questi eventi sta avendo però un impatto significativo sulle opinioni del pubblico sul clima. Immaginate che, tra qualche anno, vedremo l'Oceano Artico senza ghiaccio in estate. Riuscite a immaginarne le conseguenze? Ho-hum, sì, l'oceano artico era libero dal ghiaccio milioni di anni fa. Il clima cambia continuamente, sai?
A quanto pare, stiamo giocando con una versione apocalittica della storia di Goldilocks e dei tre orsi. Una catastrofe climatica troppo piccola non avrà alcun effetto sulle opinioni della gente, ma se è troppo grande sarà troppo tardi per evitare una disastrosa scogliera di Seneca per l'intera civiltà umana. Avremmo bisogno di una catastrofe abbastanza grande, ma è quantomeno improbabile che il clima della Terra ce lo fornisca con gentilezza.
Per lo meno, dovremmo riconoscere che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato in termini di gestione della percezione pubblica del cambiamento climatico. Quindi, abbiamo bisogno di una sorta di "piano B". Qualche suggerimento?