La soluzione finale del CSM sui minori
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Intervento, 23 settembre 2018 - Il CSM si è riunito in seduta straordinaria a Napoli, per propagandare l'idea di sottrarre, a certe condizioni, i figli alle famiglie "mafiose". Un intervento contro la Giustizia disumana...
Il Fatto quotidiano, 21 settembre 2018
La soluzione finale del CSM sui minori
Nicola Quatrano
Il laido personaggio del film “Il Giudizio universale” interpretato da Alberto Sordi, che comprava bambini poveri per conto di famiglie ricche, convinceva le sue vittime dicendo che era nell’interesse dei minori. E anche i generali argentini, che negli anni 1970 si appropriavano dei figli degli oppositori politici ammazzati dal Plan Condor, forse placavano qualche soprassalto di coscienza con la rassicurante idea che, in fondo, i piccoli sarebbero vissuti tra gli agi dovuti alle persone per bene, evitando l’orrido destino di diventare comunisti. E “comunista”, per quei generali, non era un concetto troppo diverso da quello di “mafioso” che ossessiona gli ex consiglieri del CSM, autoprorogatisi ad hoc per completare la tournée di propaganda della loro “soluzione finale” al problema della criminalità giovanile.
E’ un topos letterario quella della mamma povera che cede il figlio ad altri, rinuncia alla sua creatura per amore, per offrirle un’alternativa a un altrimenti inesorabile destino di miseria e ignoranza. Funziona sempre, perché suscita inevitabilmente commozione, e anche un moto di ribellione contro una simile ingiustizia estrema.
Ma certi amministratori della Giustizia sembrano avere una strana idea di Giustizia. Di fronte alla disperata scelta di alcune mamme di privarsi dei figli, per assicurare loro condizioni di vita e opportunità altrimenti negate, ci si aspetterebbe che il dottor Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, chinasse il capo oppresso da tanto dolore, si ribellasse addirittura ad una tale irreparabile ingiustizia. Invece no, sembra piuttosto rallegrarsene e in tutta serenità, dopo averci assicurato che non si tratta di una “deportazione” (qui ci ricorda il “Ceci n’est pas une pipe” di René Magritte sotto l’immagine di una pipa), finisce con l’esaltarla come una “piccola grande rivoluzione” (e qui ci ricorda la rivoluzione di Pol Pot).
Continueranno quindi i blitz alle 6 di mattina, i piccoli svegliati dagli uomini in divisa, vestiti in fretta e portati via in lacrime… le grida dei parenti, il terrore… Non ci convinceranno però che tutto questo sia “nell’interesse dei minori”, per «aiutarli» a crescere meglio. Puzza piuttosto di «sanzione». E nemmeno del reato, piuttosto del contesto, della famiglia in cui si è nati, una «sanzione» aggiuntiva per la criminalità della plebe. E se ne colgono gli indizi proprio nelle parole del dottor Di Bella, quando assicura che il suo Tribunale “fa di tutto” per mantenere i rapporti dei bambini con i genitori, ma solo quelli “che manifestano segni di ravvedimento”.
Fa meglio il ministro Buonafede quando afferma invece la centralità di “quella primaria agenzia sociale che è la scuola”, e guarda sbigottito ai dati spaventosi sull’abbandono scolastico nel Meridione. Ma non è solo l’abbandono, caro Ministro. Al sud la scuola ha rinunciato da tempo alla sua funzione. E’ una scuola che boccia, e boccia proprio i ragazzi che più hanno bisogno di scuola, dimenticando del tutto la lezione di don Milani.
Al sud lo Stato continua ancora e sempre a mostrare soltanto il volto truce dell’esattore delle tasse o dei Carabinieri. Che adesso si portano via anche i bambini.
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