A proposito dello spionaggio russo…
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Intervento, 28 ottobre 2018 - Se occorre certamente rafforzare le nostre difese di fronte allo spionaggio russo, evitiamo però di gridare stupidamente “al lupo!”, salvo a voler fare il gioco di Washington e della NATO e a difendere i loro interessi a detrimento dei nostri
Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement), ottobre 2018
A proposito dello spionaggio russo…
Eric Denécé
I Paesi Bassi, il Regno Unito, il Canada, l’Australia e la Francia hanno accusato, il 4 ottobre, la Russia di molteplici cyberattacchi contro l’Occidente, soprattutto dopo un tentativo di pirateria contro la sede dell’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche (OIAC) con sede a La Haye. Amsterdam ha subito espulso quattro spie russe. Sconcerta tuttavia che il caso, scoperto nello scorso aprile, sia stato rivelato e divulgato solo oggi.
Dopo l’ipotizzato coinvolgimento di Mosca nel tentativo di condizionamento delle elezioni statunitensi del 2016 e il caso Skripal, questa nuova crisi ci fa ripiombare in un clima da Guerra Fredda.
Lo spionaggio russo è una realtà. Assistiamo sicuramente ad un suo incremento da qualche anno, sia attraverso operazioni di intelligence che interventi clandestini, soprattutto cibernetici. Ciò non significa peraltro che tutto quanto viene imputato alla Russia sia vero.
I Servizi russi non sono i soli ad essere attivi contro l’Occidente. I Cinesi lo sono ancora di più. E comunque tutti spiano tutti. Non dimentichiamo che la vicenda Skripal mostra anche con grande evidenza quante siano le azioni di intelligence dei Britannici contro la Russia [1].
Denunciare quindi lo spionaggio russo, significa prendere in considerazione solo una parte della realtà, nascondendone deliberatamente l’altra. Tre fatti devono essere ricordati se si voglia obiettivamente considerare questa questione.
1. Gli Occidentali – vale a dire gli USA, appoggiati o seguiti dagli Europei – non hanno mantenuto né gli impegni né le promesse fatte a Mosca alla fine della Guerra Fredda. Sia a proposito dell’allargamento della NATO, che della crisi ucraina, dell’intervento in Libia, delle sistematiche accuse di spionaggio senza mai fornire prove, della grossolana esagerazione a proposito della sedicente minaccia russa… non abbiamo mai smesso di provocare Mosca, perfino di umiliarla, e le abbiamo imposto sanzioni assai discutibili. Dovremmo riconoscere che siamo per larga parte responsabili di questa crescita del risentimento russo nei nostri confronti e del suo attivismo in tema di intelligence.
2. Se lo spionaggio russo è una realtà – e occorre denunciarlo, difendersene e rispondere –, conviene comunque ricordare che lo Stato più attivo in questo campo è certamente… quello USA. In termini di personale, budget, tecnologie, copertura geografica, niente può eguagliare l’ampiezza dello spionaggio statunitense. Dal 2002, col pretesto della lotta contro il terrorismo, Washington ha intercettato tutto il mondo; certamente i suoi avversari, ma anche i suoi alleati e il suo stesso popolo; e ha fatto di tutto per mettere a tacere quello Snowden che non ringrazieremo mai abbastanza per avere denunciato simili derive. Dunque lo spionaggio politico ed economico degli USA è di gran lunga maggiore di quello dei Russi, ma le élite e i media europei, ciechi o manipolati, lo denunciano solo assai raramente e timidamente.
3. Infine occorre porsi una questione essenziale : chi minaccia oggi maggiormente gli interessi politici ed economici degli Europei? Chi contribuisce di più al nostro declino economico? La Russia o gli Stati Uniti dei quali constatiamo ogni giorno l’unilateralismo crescente? I fatti sono indiscutibili. Da decenni, con l’imposizione extraterritoriale abusiva del suo ordinamento giuridico, Washington ha fatto di tutto per indebolire i suoi concorrenti, e anche i suoi alleati del Vecchio Continente. Con la scusa della difesa della democrazia e dei diritti dell’uomo, gli Stati Uniti ci vietano di commerciare con l’Iran e ci sanzionano quando società europee hanno rapporti commerciali con Stati che gli USA considerano infrequentabili. Con la scusa della lotta alla corruzione, impongono ammende pesantissime agli attori economici europei. O per ragioni di embargo o come misure anticorruzione, le imprese francesi (BNP-Paribas, Total, Technip, Alstom, Alcatel, Société générale, Sanofi) hanno dovuto versare negli ultimi anni più di 14 miliardi di dollari di ammenda al Tesoro statunitense, per disposizione della Giustizia di questo paese e per ragioni assai discutibili.
Dunque è bene mantenersi lucidi. E se occorre certamente rafforzare le nostre difese di fronte allo spionaggio russo, evitiamo di gridare stupidamente “al lupo!”, salvo a voler fare il gioco di Washington e della NATO e a difendere i loro interessi a detrimento dei nostri.
[1] Cfr. “Isteria collettiva”