La maschera della "liberaldemocrazia" cade con un botto
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Intervento, 18 maggio 2021 - In Palestina, Israele prosegue il suo progetto di pulizia etnica dei Palestinesi. In Francia, si vietano le manifestazioni contro i crimini di Israele. La maschera della liberldemocrazia cade, insieme alla Torre che ospitava le agenzie di stampa a Gaza, sotto le bombe di Israele e delle menzogne occidentali (il bombardamento a Gaza della Torre della stampa)
Unz Review, 17 maggio 2021 (trad.ossin)
La maschera della "liberaldemocrazia" cade con un botto
Pepe Escobar
Nakba, 15 maggio 2021. Gli storici del futuro segneranno il giorno in cui la "democrazia liberale" occidentale ha emesso un chiaro proclama: bombardiamo gli uffici dei media e distruggiamo la "libertà di stampa" in un campo di concentramento a cielo aperto, mentre proibiamo manifestazioni pacifiche imponendo lo stato d'assedio nel cuore dell'Europa
E se ti ribelli, ti cancelliamo dai social media
Gaza incontra Parigi. Il bombardamento della torre al-Jalaa - un edificio eminentemente residenziale che ospitava, tra gli altri, anche gli uffici di al-Jazeera e di Associated Press - da parte de "l'unica democrazia in Medio Oriente" - si collega direttamente al “verboten” imposto dal ministero degli interni di Macron.
Parigi ha praticamente approvato le provocazioni della potenza occupante a Gerusalemme est; l'invasione della moschea al-Aqsa, completa di lacrimogeni e granate assordanti; le bande razziste sioniste che aggrediscono al grido di "morte agli Arabi"; i coloni armati che aggrediscono le famiglie palestinesi minacciate di espulsione dalle loro case a Sheikh Jarrah e Silwan; una campagna di bombardamenti a tappeto che ha ammazzato - in media - per il 30% bambini.
Le folle di Parigi non si sono lasciate intimidire. Da Barbes alla Republique, hanno marciato per le strade - il loro grido di battaglia era “Israele assassino. Macron complice”. Hanno istintivamente capito che Le Petit Roi - un gracile impiegato dei Rothschild - aveva appena bombardato l'eredità storica della nazione che ha coniato la Déclaration Universelle des Droits de L'Homme.
La maschera della "democrazia liberale" ha continuato a cadere ripetutamente in un circolo vizioso - con la Big Tech imperiale che cancellava accuratamente tutte le voci dei Palestinesi e dei difensori della Palestina, in tandem con una danza diplomatica atta a ingannare solo chi è già in stato di morte celebrale.
Il 16 maggio, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha presieduto in collegamento video un dibattito del Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti (UNSC), che era stato bloccato da Washington, senza sosta, per tutta la settimana. La Cina presiede il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per tutto maggio.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non può nemmeno concordare una semplice dichiarazione congiunta. Ancora una volta perché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato bloccato dal - codardo - Impero del Caos.
E’ toccato a Hua Liming, ex ambasciatrice cinese in Iran, di riassumere tutta la storia in una sola frase:
"Gli Stati Uniti non vogliono attribuire alla Cina il merito di aver mediato il conflitto israelo-palestinese, specialmente quando la Cina è presidente di turno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".
La consueta procedura imperiale si risolve in "parlare", e "fare offerte che non si possono rifiutare" in stile mafioso, ad entrambe le parti sotto il tavolo - come il Biden collettivo, un sionista dichiarato, aveva già ammesso in un terribile tweet della Casa Bianca, "riaffermando" il suo "forte sostegno al diritto di Israele di difendersi".
Hua ha giustamente rilevato: "questo è il motivo principale per cui qualsiasi soluzione o cessate il fuoco tra Israele, e Gaza o altre forze nella regione, sarà solo temporaneo".
L'intero Sud del mondo è incessantemente bombardato dalla retorica imperiale dei "diritti umani" - dal pregiudicato Navalny ai falsi rapporti sullo Xinjiang. Ma, quando si registra una vera catastrofe dei diritti umani scatenata dal bombardamento a tappeto dell'alleato colonialista dei coloni, Hua ha sottolineato come “l'ipocrisia e il doppio standard degli Stati Uniti siano nuovamente flagranti”.
Una telefonata può fermarlo
Amos Yadlin è l'ex capo della direzione dell'intelligence militare dell'IDF (esercito israeliano, ndt) e anche l'ex addetto militare israeliano negli Stati Uniti.
In un incontro con i sionisti sudafricani, ha ammesso l'ovvio: la carneficina sionista contro Gaza può essere fermata dal Biden collettivo - che sembra essere, cos'altro, un burattino sionista.
Yadlin ha affermato che l'amministrazione Biden, anzi l’apparato che la sorregge (il “Biden collettivo”), stava diventando "impaziente" e che non si sarebbe sorpreso "se tutto si fosse fermato in 48 ore". E ancora una volta ha dovuto ribadire l'ovvio: “Quando gli Egiziani chiedono a Israele di fermarsi, Israele non si ferma. Ma se gli Statunitensi chiedono a Israele di fermarsi, Israele deve ascoltare ".
L'Impero ha la lingua biforcuta quando fa riferimento alla "comunità internazionale" - che in teoria si riunisce all'ONU. Il concomitante sbarramento difensivo di propaganda 24/7 vale solo per l’eterogenea banda di complici, servi, lacchè, barboncini e vassalli, che ignorano imperialmente e / o pisciano sulle teste di oltre l'80% del pianeta. Di fronte alla realtà di Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Ucraina e altri, "l'ordine internazionale basato sulle regole" è meno ancora che uno scherzo per ritardati mentali.
Quindi la prossima volta che vedrete qualche esemplare zoologico sbandierare l'argomento della Massima Stupidità: "Israele ha il diritto di difendersi", l'unica risposta possibile è lanciare fatti come missili.
Qualunque essere sensibile e dotato di coscienza sa la Palestina deve vedersela con un progetto coloniale di coloni razzisti, che può contare su un esercito armato fino ai denti, anche con bombe nucleari, specializzato nella pratica del terrorismo di Stato.
Però Gaza è un caso particolarmente orribile. Popolazione: quasi 2 milioni di persone. Una delle aree più densamente popolate del pianeta. Un campo di concentramento de facto a cielo aperto dove non meno del 50% degli abitanti è composto da bambini, uno su dieci con ritardi di crescita, in gran parte dovuti alla scarsità di cibo provocata dal blocco israeliano. Il piano militare ufficiale israeliano è quello di consentire rifornimenti di cibo appena sufficienti ad una stentata sopravvivenza. Il 50% della popolazione dipende dagli aiuti alimentari.
Non meno del 70% delle famiglie è composto da rifugiati, cacciati dalle loro terre che oggi sono diventate la zona sud di Israele: ci sono circa 1,46 milioni di rifugiati su una popolazione di 1,9 milioni.
Gaza ha 8 campi profughi, alcuni dei quali vengino bombardati mentre scrivo. Non dimenticare mai che Israele ha governato direttamente Gaza dal 1967 al 2005, e ha fatto meno di zero per migliorarne le spaventose condizioni di vita.
Ci sono solo 22 centri sanitari, 16 uffici dei servizi sociali e 11 centri di distribuzione alimentare, che servono circa 1 milione di persone. Nessun aeroporto o porto: entrambi distrutti da Israele. Il tasso di disoccupazione è del 50%, il più alto dell'intero pianeta. L'acqua pulita è disponibile solo per il 5% della popolazione.
Ma poi c'è la Resistenza. Elijah Magnier ha dimostrato come sia già riuscita a scalfire l'aura prefabbricata di invulnerabilità e "prestigio" di Israele - e c'è solo una strada da percorrere, poiché la velocità, la precisione, la portata e la potenza di razzi e missili possono solo migliorare.
Allo stesso tempo, con una saggia mossa strategica, Hamas e la Jihad islamica hanno chiarito che preferiscono che Hezbollah non si faccia coinvolgere direttamente - per ora - consentendo così a tutto il Sud del mondo di concentrarsi sulla carneficina perpetrata contro Gaza.
"Un paesaggio di ferro e desolazione"
Sociologie de Jerusalem, di Sylvaine Bulle, è un libro breve ma piuttosto illuminante, che dimostra come la battaglia per Gerusalemme est sia imperativa per il futuro della Palestina quanto la tragedia di Gaza.
Bulle si concentra sul "razzismo interno" in Israele, direttamente collegato all'egemonia delle "élite" sioniste di estrema destra. Una conseguenza decisiva è stata la “perifericizzazione” e l'emarginazione di Gerusalemme Est, costretta ad una situazione di “dipendenza forzata” da Gerusalemme Ovest occidentalizzata.
Bulle mostra come Gerusalemme est esista solo come “un paesaggio di ferro e desolazione”, attraverso una sequenza di zone ultra popolate e zone totalmente abbandonate. I Palestinesi che vivono in queste aree non sono né considerati, né rispettati come cittadini.
Le cose sono molto peggiorate dopo il 2004 e la costruzione del Muro, che ha impedito la mobilità quotidiana dei Palestinesi che vivono nei territori occupati e dei Palestinesi che vivono a Gerusalemme. Questa è stata una frattura in più, con parti di Gerusalemme Est isolate oltre il muro, e molte persone che ora vivono in una vera terra di nessuno. Pochissimi in tutto l'Occidente "liberal-democratico" hanno idea di come ci si possa sentire in una simile situazione.
I Palestinesi di Gerusalemme est non hanno la nazionalità israeliana. La maggior parte ha passaporti giordani. Eppure ora anche i Palestinesi di nazionalità israeliana si stanno ribellando, nella maggior parte dei casi in città molto povere nel centro del paese. Le giovani generazioni semplicemente non hanno motivo di credere di appartenere a Israele.
Quanto alla sinistra laica israeliana, è stata "neutralizzata" e non ha alcun potere politico, poiché è stata incapace di unire le masse lavoratrici, che sono state invece completamente egemonizzate da estremisti religiosi irriducibili.
La conclusione di Bulle, espressa con troppa diplomazia (questa è la Francia, dopotutto), è inevitabile: lo Stato di Israele è sempre più ebreo e sempre meno democratico, un regime sionista di fatto. Pensa però che sarebbe possibile ricostruire il legame tra l'identità nazionale ebraica e la democrazia, compresi i diritti delle minoranze palestinesi.
Mi dispiace, ma non succederà, come dimostra graficamente l'attuale tragedia, iniziata a Gerusalemme Est.
La Via Dolorosa continua - mentre tutti guardiamo con orrore. Immagina solo i livelli di isteria intergalattici occidentali se la Russia o la Cina stessero bombardando, sparando proiettili e missili e uccidendo bambini in aree residenziali. Non c'è da stupirsi che l'Impero del caos e delle bugie, fingendosi una "democrazia liberale" e consentendo nello stesso tempo la realizzazione del progetto assassino sionista, stia fermamente flirtando con la pattumiera della Storia.
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