Verso una Palestina senza Palestinesi
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Intervento, 8 dicembre 2023 - E, come i soldati ucraini vittime del massacro in quell’altro conflitto insensato ed evitabile, quelli che pagheranno il prezzo più alto saranno inevitabilmente i comuni Palestinesi indifesi, che finiranno privati delle loro case, del loro lavoro e, troppo spesso, le loro stesse vite...
Unz Review, 7 dicembre 2023 (trad.ossin)
Verso una Palestina senza Palestinesi
Philip Giraldi
La pulizia etnica di Israele continua senza che se ne veda la fine
Venerdì 1 ° dicembre sono riprese le operazioni di combattimento attive israeliane contro Gaza, dopo una “pausa” di una settimana per lo scambio di ostaggi e prigionieri. Nessuno dovrebbe sorprendersi comprendendo che l’obiettivo finale di Israele nel suo continuo crimine di guerra contro Gaza è quello di uccidere e/o scacciare i suoi 2,3 milioni di abitanti palestinesi. Che sia proprio questo il proposito di Israele è d’altronde stato rivelato da un documento di alto livello dell’intelligence israeliana, relativo alle opzioni per le operazioni a Gaza, che è trapelato ai media: “…raccomanda un trasferimento completo della popolazione come linea d’azione preferita. …”, in particolare “l’evacuazione della popolazione civile da Gaza verso il Sinai”. E Israele dovrebbe “chiarire [ai rifugiati che] non c’è speranza di tornare [a casa]” con l’obiettivo finale di “cancellare Gaza dalla cartina geografica”.
Meno visibile e meno coperta dai media occidentali, è la campagna parallela per scacciare i Palestinesi che vivono nell’altra grande enclave araba, la Cisgiordania, dove coloni e soldati armati sparano, uccidono e imprigionano i residenti locali, compresi i bambini, per costringere la popolazione locale ad attraversare il fiume Giordano e a rifugiarsi in Giordania. Parte del programma è stato quello di distruggere i mezzi di sussistenza degli oltre 3 milioni di Palestinesi che hanno resistito ai precedenti tentativi di spingerli a lasciare ciò che resta della Palestina. È la stagione del raccolto in Palestina, e la principale fonte di reddito è l’olio d’oliva, quindi coloni e soldati hanno distrutto gli ulivi e chiuso le strade in modo che le olive non possano essere raccolte e portate al mercato. È solo un aspetto delle innumerevoli sofferenze inflitte ai Palestinesi da un governo israeliano convinto che il modo di trattare gli arabi sia costringerli regolarmente a sopportare il massimo di dolore e sofferenza. Molti sostengono anche che sono state proprio queste politiche a produrre l’incursione armata in Israele da parte di Hamas.
La valutazione dell’intelligence israeliana cita anche la necessità di mantenere “amici” negli Stati Uniti e nella NATO favorevoli, o almeno non critici, nei confronti della pulizia etnica e del genocidio dei Palestinesi in corso. Ciò sembrerebbe piuttosto complicato poiché ci sono state grandi manifestazioni nella maggior parte delle capitali europee e nelle città statunitense per chiedere un cessate il fuoco e sostenere i Palestinesi. Al contrario tuttavia, i leader europei sono stati riluttanti a criticare direttamente Israele e hanno ripetutamente espresso la loro visione delirante secondo cui Israele ha il “diritto a difendersi”, una battuta finale che si sente spesso nelle sale del Congresso degli Stati Uniti e nei discorsi della Casa Bianca.
La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha respinto l’argomento della “difesa” in quanto “Israele non può rivendicare l’autodifesa da una minaccia che proviene da un territorio che occupa – da un territorio che è tenuto sotto occupazione belligerante”. Oltre a ciò, la difesa di se stessi non legittima l’uccisione mirata di migliaia di civili indifesi insieme alla distruzione totale delle infrastrutture, compresi ospedali, scuole, condomini, chiese e moschee, cosa che non sembra mai venire in mente alle Nancy Pelosi e ai Chuck Schumer che purtroppo condividono il nostro pianeta con noi. Né a Joe Biden, a quanto pare, poiché dipende dalle donazioni ebraiche e dai media amici per sostenere la sua prossima campagna presidenziale.
Per far sì che la pulizia si compi nel modo più agevole possibile, il documento prodotto dall’intelligence israeliana suggerisce al governo israeliano di mettere in campo tutti i media amici e i gruppi di pressione per sviluppare una campagna pubblicitaria nel mondo occidentale che promuova il piano di trasferimento, ottenendo il sostegno internazionale che “evitino giudizi negativi su Israele”. Per ottenere tale risultato, occorre presentare l’espulsione della popolazione di Gaza in una luce positiva, come una necessità umanitaria, sostenendo che il trasferimento porterà a “meno vittime tra la popolazione civile rispetto alle vittime previste se la popolazione rimanesse”. Il documento raccomanda inoltre che gli Stati Uniti siano coinvolti nel processo volto a esercitare pressioni sull’Egitto affinché assorba i residenti palestinesi di Gaza.
Senza dubbio l’intrepido Biden farà tutto il necessario per aiutare i suoi amici sionisti ed è interessante notare che il governo israeliano è già fortemente impegnato nel suo blitz di propaganda negli Stati Uniti, dove cerca alleati in una Hollywood fortemente ebraica. Un noto video di un coro di bambini ebrei che canta lodi angeliche per l’omicidio di massa è stato diffuso sia dal governo israeliano che dai gruppi della lobby ebraica. Il filmato, intitolato in ebraico tradotto in inglese come “The Friendship Song 2023”, è stato prodotto dalla israeliana Rosenbaum Communications e potrebbe molto probabilmente rappresentare il livello più basso della propaganda di guerra manipolativa israeliana, già ordinariamente modesto. Il video era così discutibile che è stato rimosso dalla sua piattaforma più grande "per aver violato i Termini di servizio di You Tube". I bambini dicevano nella loro canzone che “mostreremo al mondo come abbiamo distrutto il nostro nemico… entro un anno annienteremo tutti”. “Tutti” significava tutti i Palestinesi.
C'è anche un film intitolato “Bearing Witness”, prodotto dalla cosiddetta Unità dei Portavoce dell'esercito israeliano, che ha fatto il giro della costa occidentale ed è stato anche oggetto di proiezioni private davanti ai membri del Congresso. Il film mostra le presunte “atrocità di Hamas” ed è stato visto in incontri selezionati nelle ultime tre settimane, compreso uno a New York City presentato dall’attrice Gal Gadot, una veterana dell’esercito israeliano vista l’ultima volta nel ruolo di Wonder Woman, provocando una rivolta quando sono intervenuti dei manifestanti. Una recente proiezione davanti a un gruppo di senatori a Capitol Hill si è conclusa con i Soloni statunitensi sconvolti che piangevano o comunque esprimevano sia il loro orrore che la loro emozione, nonché il loro amore per Israele. È interessante notare che le "prove" presentate nel film sono state smentite da un certo numero di testimoni oculari ed ebrei ostaggi/sopravvissuti dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, che hanno affermato di essere stati trattati bene e che la maggior parte delle uccisioni non sono state per mano di Hamas, ma causate dal contrattacco dei militari israeliani.
Ma la vera sorpresa più grande sulle possibili conseguenze della catastrofe di Gaza viene dagli europei. Ci si aspetterebbe il tentativo di evitare un coinvolgimento troppo profondo nel conflitto di Gaza ma, al contrario, alcuni leader europei sono ansiosi di aiutare Israele nella sua ricerca di una “soluzione finale” per i Palestinesi. Definendo eufemisticamente “soluzione” ciò che è una espulsione di massa di milioni di persone, l’UE sembra avere messo in campo un tentativo di corruzione verso Egitto e Giordania. Secondo quanto riferito, la presidente dell'UE, Ursula von der Leyen, avrebbe recentemente visitato l'Egitto e la Giordania per offrire loro incentivi finanziari (10 miliardi di dollari per l'Egitto e 5 miliardi di dollari per la Giordania), in cambio del trasferimento degli abitanti della Striscia di Gaza nei loro territori. – facilitare efficacemente l'evacuazione della popolazione palestinese dalla Striscia in una linea di complicità con l'intenzione di Israele di pulire etnicamente Gaza.
E non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che il governo Netanyahu abbia chiaramente deciso di utilizzare l’attacco di Hamas come scusa per porre finalmente fine a quello che considera il problema di Gaza. Il punto di vista israeliano sul risultato auspicabile è stato delineato più volte dai funzionari governativi, uno dei quali è addirittura pronto a utilizzare le armi nucleari nominalmente segrete del suo paese per ripulire completamente la Striscia di Gaza. È noto che, il giorno dopo l’attacco di Hamas, il ministro della Difesa Yoav Gallant annunciò che gli “animali umani” a Gaza sarebbero stati sottoposti ad un “assedio”, con privazione di cibo, acqua ed elettricità. Il parlamentare Likud della Knesset, Ariel Kallner, ha spiegato come “la soluzione... spostare la popolazione in Egitto, sia una soluzione logica e necessaria”. Il tweet dell'ex ministro Ayalet Shaked "Dopo aver trasformato Khan Yunis in un campo da calcio, dobbiamo dire ai paesi che ciascuno di loro si prenda una quota: abbiamo bisogno che tutti i 2 milioni se ne vadano". Questo è ciò che la leadership israeliana vede sempre più come la propria versione della “soluzione” per Gaza. E nessuno menziona, ovviamente, il profitto più evidente che si persegue col liberarsi degli abitanti di Gaza, quando i giacimenti di petrolio e gas al largo della costa di Gaza cadranno nelle mani di Israele per essere sfruttati.
Un’altra figata della leadership israeliana è quella di non lasciarsi intimidire da parole come “genocidio”, e di essere pronta a scatenare perfino la peste per sbarazzarsi degli abitanti di Gaza. Il Maggiore Generale Giora Eiland sostiene che tutti i Palestinesi a Gaza sono legittimi obiettivi terroristici nemici e che anche una “grave epidemia” a Gaza servirebbe a perseguire una buona causa, cioè ad “avvicinare la vittoria”. E non finisce qui. Il ministro responsabile della Cisgiordania Bezalel Smotrich vuole applicare la soluzione Gaza al restante territorio palestinese che supervisiona come potenza occupante. Smotrich, lui stesso un colono, ha presentato un piano affinché Israele annetta l'intera Cisgiordania. Afferma che i territori palestinesi in Cisgiordania ospitano due milioni di nazisti che dovranno essere costretti ad andarsene.
Non c’è fine alla carneficina in vista? Non proprio, poiché anche gli Israeliani prevedono che occorra una campagna lunga mesi tra le macerie di Gaza per riuscire a distruggere completamente Hamas. La chiave per una sorta di risoluzione, certamente temporanea, è che gli Stati Uniti utilizzino effettivamente la loro considerevole influenza su Israele grazie al denaro e alle armi che fornisce per mandare avanti la guerra. Un cessate il fuoco guidato da Washington consentirebbe di valutare freddamente il danno che viene arrecato a tutte le parti coinvolte, cercando nel contempo una soluzione che garantisca sicurezza ad Israele e una sorta di reale sovranità ai Palestinesi, che non li faccia sentire intrappolati e perseguitati. Purtroppo, però, tale lungimiranza non verrà da Washington e le speranze per un’iniziativa europea rischiano di essere schiacciate dalla presidente dell’UE Ursula von der Leyen e dai suoi consiglieri, i quali sembrano solo interessanti a giustificare i crimini di Israele. E, come i soldati ucraini vittime del massacro in quell’altro conflitto insensato ed evitabile, quelli che pagheranno il prezzo più alto saranno inevitabilmente i comuni Palestinesi indifesi, che finiranno privati delle loro case, del loro lavoro e, troppo spesso, le loro stesse vite.
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