Il trattamento mediatico e politico dei prigionieri di opinione
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Diritti umani, ottobre 2010 - Che differenza c’è tra gli oppositori politici imprigionati negli Stati Uniti, in Iran o in Cina? Tra i prigionieri condannati a morte, torturati, incarcerati senza processo e internati in istituti psichiatrici in Norvegia, negli Stai uniti, in Arabia saudita, in Iran o in Cina? Tra Aafia Siddiqui, Lynne Stewart, Synnove Fjellbakk Tafto e Liu Xiaobo (Premio Nobel per la pace 2010), Farah Vazehan, Hossein Derakhshan?
(Aafia Siddiqui)
Le Grand Soir, 17 ottobre 2010
Il trattamento mediatico e politico dei prigionieri di opinione
di Pascal Sacré
“Alla prigioniera 650”
Che differenza c’è tra gli oppositori politici imprigionati negli Stati uniti, in Iran o in Cina? Tra i prigionieri condannati a morte, torturati, incarcerati senza processo e internati in istituti psichiatrici in Norvegia, negli Stai Uniti, in Arabia saudita, in Iran o in Cina? Tra Aafia Siddiqui, Lynne Stewart, Synnove Fjellbakk Tafto e Liu Xiaobo (Premio Nobel per la pace 2010), Farah Vazehan (1), Hossein Derakhshan (2)?
Il trattamento mediatico e politico di questi prigionieri di opinione non è lo stesso, a secondano che siano utili o dannosi agli interessi dell’imperialismo USA e dei loro alleati.
I prigionieri politici di cui i nostri media non parlano
Aafia Siddiqui, una donna pachistana di 36 anni, fu trascinata in catene, il 5 agosto 2008, ferita alle spalle da due colpi d’arma da fuoco, scheletrica, tremante e in stato di shock, in un’aula di tribunale della “più grande democrazia occidentale” a New York.
Questa donna è diplomata in neurologia al Massachusetts Institute of Technolgy e all’Università di Brandesi (3) negli USA, madre di 3 figli, ha vissuto molti anni tranquilla negli Stati uniti.
E’ stata accusata di tentativo di omicidio in danno di ufficiali dell’esercito e di agenti dello FBI, dopo essere stata incriminata e imprigionata in Pakistan in circostanze oscure, accusata di complicità col terrorismo dopo un simulacro di inchiesta nella quale le sole dichiarazioni dei militari USA hanno assunto il rango di prova.
Aafia Siddiqui era stata fermata nel marzo 2003 con i suoi tre figli a Karachi, dai servizi segreti pachistani (ISI) e affidata al personale militare USA che l’aveva trasferita nella terribile prigione della base di Bagram, in Afghanistan. Aafia era la “prigioniera 650” in quello che è diventato il tristemente celebre “reparto torture” della prigione di Bagram.
Sua sorella Fawzia, che abita a Karachi, ha dichiarato: “E’ stata violentata e torturata per 5 anni, non sappiamo niente della sorte dei tre figli”.
Siddiqui e altre donne sono state, e sono tuttora, incarcerate a Bagram e in altre prigioni che praticano la tortura per conto degli Stati Uniti. Le dichiarazioni dei testimoni, secondo cui ella avrebbe sparato contro i militari con un fucile d’assalto, lasciato, non si sa perché, a sua disposizione, sono poco credibili, ma furono considerate come prove irrefutabili.
Aafia è stata la sola attinta da un proiettile. Nessuno dei militari è stato ferito.
Immaginate se questa storia si fosse svolta in Iran o In Cina, contro un’oppositrice politica del regime! E’ stata poi “ritrovata” nel 2008 in Afghanistan, disorientata e con indosso dei piani per far saltare degli edifici a New York… Degno della serie 24 ore chrono. Lady Al-Qaida (sic!), soprannome datole dal NY Daily New, è stata condannata nel gennaio scorso.
Durante tutta la durata del processo, il Pubblico Ministero ha continuato a definirla una terrorista.
Non c’era alcuna prova formale attestante che aveva sparato contro i militari o che si era dedicata ad attività terroristiche. Nel corso del processo, i testimoni hanno descritto Siddiqui come una “donna completamente distrutta”.
Elizabeth M. Fink, l’avvocato di Aafia Siddiqui, ha dichiarato: “E’ una donna profondamente traumatizzata dalle torture che le hanno praticato durante i 5 anni di detenzione, e dall’angoscia di non sapere cosa è capitato ai suoi figli. Le hanno solo fasciato le ferite, mentre avrebbe avuto bisogno di ben altre cure in un ospedale. A causa della lotta contro il terrorismo la giustizia degli Stati uniti è diventata arbitraria, ciecamente feroce, infamante per il nome del nostro paese nel mondo intero” (4) Aafia Siddiqui, la “prigioniera 650” di Bagram, non è un’oppositrice politica ma più probabilmente una vittima anonima sacrificata sull’altare della lotta contro il preteso terrorismo.
Ella fa parte di qui cattivi inventati dall’Occidente per accreditare le proprie tesi e per far credere ai suoi popoli la favola della guerra contro il male.
“Lady Al-Qaida”! Un alibi fabbricato per giustificare l’ingiustificabile.
Aafia Siddiqui è stata condannata alla pena irriducibile a 86 anni di prigione (5).
L’articolo “Triumph of Evil” (Il Trionfo del male) (6), scritto da John Kozy, ex professore all’università di filosofia e logica, testimonia della corruzione e del degrado di tutti i livelli del sistema giuridico e poliziesco USA: Corti locali e federali, Corte Suprema, Uffici di procura, laboratori scientifici.
Le prove sono manipolate, testimonianze parziali sonoconsiderate come fatti dimostrati, gli informatori e i poliziotti sono creduti sulla parola, confessioni estorte con la forza sono prese sul serio dai giudici.
Siamo lontanissimi dalle serie televisive che ci fanno scambiare i miti per la realtà.
Nella pratica, rivelata grazie alle testimonianze di gente onesta e coraggiosa che ha lanciato l’allarme, noi assistiamo alla criminalizzazione di una intera società. Il crimine diventa regola, e la legge non protegge più la gente ma è utilizzata dal governo USA per nuocere alla popolazione e proteggere i dirigenti (7). La stessa cosa d’altronde accade in altri governi occidentali, come la Francia (8) o l’Italia.
Come ha detto il professor John Kozy,
“Le società moderne hanno giustificato il ricorso a metodi criminali sostenendo che si trattava di tecniche necessarie a combattere il male. Ma la guerra condotta dal bene contro il male non può essere vinta utilizzando le armi del male. Il male non porta mai bene e, ricorrendo a queste pratiche vili, la somma del male aumenta in quantità e qualità.
Tentare di salvare la nazione trasformandosi in ciò da cui si vuole tentare di salvarla è una operazione suicida (9).
Contraddicendo il pensiero maligno di Richard Dick Cheney (10) e di molti moralizzatori occidentali, ogni volta che noi vogliamo combattere il male utilizzando le sue armi, come la tortura, le menzogne, il sacrificio di innocenti, gli omicidi, i massacri, i giudizi senza prove, piuttosto che ridurlo, noi aumentiamo la quantità e la qualità del male nella nostra società.
E’ esattamente questo circolo di violenza progressiva, con il suo codazzo di banalizzazioni e di cinismo, di arroganza e malafede, che alla fine porta ai massacri di massa e ai comportamenti inumani come quelli del periodo nazista. La complicità del media e degli “esperti” vi gioca un ruolo importante.
“Il fine giustifica i mezzi” è uno slogan popolare nei nostri paesi che si pretendono in buona fede.
E tuttavia ciò non è vero. Qualsiasi fine non giustifica mai qualsiasi mezzo. I mezzi utilizzati determinano il fine che ci aspetta.
Anche per difenderci dal male, usare dei mezzi vili ci rende vili a nostra volta, senza possibile ritorno indietro.
Il 19 novembre 2009 Lynne Stewart, di 70 anni, avvocato specializzato nei diritti civili e militante da lungo tempo, condannata a 28 mesi di prigione, è stata arrestata per cospirazione e favoreggiamento verso il terrorismo.
Lynne Stewart ha dedicato la sua vita ai poveri, ai meno fortunati, alla comunità nera e alla giustizia. Quelli che non avevano i mezzi per pagare un avvocato potevano bussare alla sua porta (11).
Il suo solo torto è di avere contravvenuto alle misure amministrative speciali (Special Administrative Measures, SAM) dell’amministrazione penitenziaria USA (US Bureau of Prison). Era stata costretta ad accettare queste misure per poter difendere lo sceicco Omar-Abdel Rahman. Le SAM sono incostituzionali: esse violano il Primo e il Sesto Emendamento della Costituzione USA, secondo i quali ogni arrestato ha diritto ad un avvocato e ad essere giudicato da un tribunale imparziale nello Stato stesso dove il delitto è stato commesso e solo per questo delitto. L’Amministrazione Clinton non ha considerato Lynne Stewart come una terrorista o una traditrice. All’epoca il suo caso è stato considerato come una semplice violazione amministrativa. Lynne Stewart ha ricevuto infatti una contestazione scritta e per qualche tempo non le è stato consentito di rendere visita al suo assistito. In seguito ella ha potuto riprendere le sue visite allo Sceicco in prigione e proseguire il suo lavoro di avvocato. Solo il 9 aprile 2002 è stata arrestata nel suo domicilio dallo FBI, qualche mese dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 in un clima di isteria collettiva. La sera del suo arresto, John Ashcroft, ministro della giustizia degli Stati Uniti, è comparso nella popolare trasmissione di David Letterman, Late Night Show, e ha dichiarato a tutto il paese che Lynne Steart era una traditrice (12)”
Lynne Stewrt, così come Aafia Siddiqui, non è un’eroina, meno che mai una terrorista.
E’ una vittima di un sistema odioso che dice di combattere il male ma che, per fare ciò, ne commette molto di più, senza che i media, pronti a fustigare l’Iran, la Cina, Cuba o il Venezuela al minimo errore, trovino niente da ridire quando a sbagliare è l’Occidente.
“E’ una donna di 70 anni con tanta esperienza di vita come madre, nonna, attivista e avvocato. Giovane donna bianca, ella si è impegnata e ha lottato per la causa dei suoi compatrioti neri perché credeva nella giustizia. Decenni più tardi, ha difeso lo sceicco Omar-Abdel Rahman, perché credeva ancora nella giustizia”. (13)
Lynne ha messo in guardia gli altri avvocati della difesa: “E’ un avvertimento per gli altri avvocati. (Il Governo invia loro un messaggio) Non difendete i vostri clienti con troppa convinzione, non siate troppo zelanti”.
Synnove Fjellbakk Tafto, ex avvocato del ministero degli affari esteri in Norvegia, e dissidente politica, è stata per la quinta volta sottoposta a ricovero coatto ed a trattamento psichiatrico dopo la pubblicazione di un articolo sovversivo (14).
Un articolo sovversivo?
Internata e sottoposta a un trattamento psichiatrico forzato per un articolo sovversivo? Immaginatevi se la signora Tafto fosse stata cinese o iraniana.
Dal 1994, come riferisce il deputato repubblicano USA Ron Paul, la signora Tafto accusa i dirigenti del suo paese di aver tradito la nazione adottando accordi incostituzionali diretti a eludere l’opposizione della popolazione.
Questo disprezzo delle regole costituzionali è diventato una regola in occidente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Non è qualcosa che riguardi solo la Norvegia, ma una cancrena per tutti i nostri paesi che pretendono nonostante tutto di rappresentare dei valori che ogni giorno oltraggiano: uguaglianza, verità, libertà, onore.
Come gli Irlandesi nel 2008 (15), i Norvegesi hanno rifiutato per due volte, con un referendum, l’adesione all’Unione Europea, nel 1972 (16) e nel 1994 (17). La militante ha denunciato soprattutto l’accordo che, nonostante gli esiti di questi referendum, ha fatto rientrare il paese nello Spazio economico europeo.
Nel suo ultimo articolo “sovversivo”, accusa il Ministro degli affari esteri norvegese, Jonas Gahr Store, d’essere un agente al servizio degli interessi mondialisti. La sanzione è stata l’internamento psichiatrico.
Terrorista. Traditore che merita la peggiore punizione. Nemico antipatriottico
I nostri media e i nostri governi hanno le loro formule per insudiciare, demonizzare ogni resistenza all’autorità.
Referendum traditi, voti e opinioni popolari ignorate, “terroristi” fabbricati, arresti e processi arbitrari, media partigiani, film e serie televisive propagandistiche.
Dissidenti, resistenti internati, torturati, incarcerati dopo averne fatto dei nostri nemici, dei “terroristi”, dopo aver demonizzato, sporcato la loro immagine o più semplicemente fatto in modo che nessuno ne senta parlare.
E’ così che si comportano le nostre democrazie occidentali, che pure pretendono di tirare le orecchie a paesi come la Cina e l’Iran.
L’attribuzione di medaglie e di premi, come il Premio Nobel della Pace, o la medaglia della Libertà, contribuisce a questo indottrinamento delle popolazioni occidentali e più generalmente di quella degli Stati uniti e dei loro alleati della Coalizione.
Alcuni di questi alleati (Arabia Saudita, Egitto, Colombia) lo sono perché pragmaticamente vi trovano il loro interesse (finanziamenti, armi, permesso di opprimere le loro popolazioni), ma la maggior parte, tra cui i popoli europei, sono davvero persuasi di trovarsi nel campo del Bene e della Giustizia.
Il Premio Nobel per la Pace fa parte dei “giocattoli”, degli artifici che servono a incoraggiare la loro buona coscienza.
Così, dopo Henry Kissinger, Al Gore, Barack Obama, ecco il “valoroso” dissidente cinese Liu Xiaobo (18) decorato della prestigiosa medaglia.
Perché, a condizione di essere cinesi o iraniani, gli oppositori politici godono di buona stampa in Occidente.
Questi Premi e Medaglie sono strumenti politici utilizzati dal sistema occidentale e dai suoi alleati con l’obiettivo di invadere il mondo intero e imporre le sue dottrine, il capitalismo ineguale e la dominazione delle minoranze, la legittimità di una micro-casta di ricchi amorali che si arrogano il diritto innato di occupare il vertice della scala sociale e di dominare tutti i popoli del mondo.
Ciò si ottiene con la forza (le guerre, i colpi di stato, gli omicidi) e soprattutto con l’astuzia (la moralizzazione democratica, i premi e le medaglie, le fondazioni filantropiche e gli organismi mondiali di regolazione, FMI,Banca Mondiale, OMC, OMS, ONU).
Molti autori e ricercatori indipendenti, tra cui il Réseau Voltaire (“Il premio Nobel per la pace al servizio dell’imperialismo”) (19), Thierry Meyssan (“Le dessous du prix Nobel de la paix 2009”) (20), il professore Domenico Losurdo (“Il Nobel della guerra ai Signori del Nobel per la Pace) (21), il professore Chems Eddine Chitour (L’ordre occidental impérial: Stratégie d’attribution des prix Nobel) (22), ci rivelano tutta la corruzione che regna in questa istituzione sottomessa, il Nobel, asservita come tutte le altre istituzioni ufficiali ai mondialisti occidentali, appoggiati oggi dagli Stati uniti e dai loro alleati della Coalizione.
Tutti questi ci governano con le illusioni e strumentalizzano senza tregua la nostra buona coscienza, con l’aiuto dei media e delle istituzioni nelle quali noi abbiamo naturale fiducia.
Senza rischiare l’internamento, il carcere o la tortura, ognuno di voi può parlare in giro della “prigioniera 650”, rendendole il suo nome: Aafia Siddiqui e ristabilendo la sua vera storia, e può anche firmare la petizione che reclama la sua liberazione: http://www.gopetition.com/petitions/dr-aafia-siddiqui.html , può parlare di Lynne Stewart, di Synnove Fjellbakk Tafto e affiggere le loro foto, i loro calvari, dovunque sia possibile.
Fonti:
[1] http://www.gopetition.com/petition/...
[2] http://www.guardian.co.uk/media/pda...
[3] L’Università di Brandeis (Brandeis University) é una università privata USA che si trova a Waltham, nel Massachusetts, a 16 km a ovest di Boston. http://fr.wikipedia.org/wiki/Univer...
[4] Aafia, un spectre au tribunal, http://www.legrandsoir.info/Le-vers...
[5] http://blog.emceebeulogue.fr/post/2...
[6] The Triumph of Evil, by Prof. John Kozy http://www.globalresearch.ca/index....
[7] Le projet diabolique et criminel appelé États-Unis d’Amérique. Le gouvernement étasunien utilise la loi pour nuire aux gens et protéger les dirigeants, par John Kozy http://www.mondialisation.ca/index....
[8] Affaires Bettencourt, Karachi, Wildenstein… http://www.lemonde.fr/politique/art...
[9] Op.cit., The Triumph of Evil, by Prof. John Kozy
[10] Riflessione minacciosa del vice presidente Cheney subito dopo l’attentato contro le Torri gemelle: « Ora l’America deve entrare nella faccia oscura della sua storia ».
[11] Lynne Stewart en prison : Quand la justice déraille, par Claude Herdhuin. http://www.mondialisation.ca/index....
[12] Op.cit., Lynne Stewart en prison : Quand la justice déraille.
[13] Ibid., Claude Herdhuin
[14] Revue Nexus, Juillet-Août 2010, n°69, p.4
[15] Gli Irlandesi hanno respinto col 53,4 % dei voti il trattato di Lisbona
http://www.lemonde.fr/europe/articl...
[16] Il 25 settembre 1972, i Norvegesi sono stati chiamati a pronunciarsi per referendum sull’adesione del loro paese alla Comunità europea. All’esito dello scrutinio, il voti contrari raggiungevano il 53,5%. http://www.ena.lu/referendum_norveg...
[17 1994 la Norvegia si oppone per la seconda volta con referendum all’ingresso nell’Unione Europea. http://www.strasbourg-europe.eu/norvege,17976,fr.html
[18] Qui est Liu Xiaobo ? Ce que le jury Nobel vous cache http://www.mondialisation.ca/index....
[19] Les lauréats du Prix Nobel de la paix après le 11-Septembre http://www.mondialisation.ca/index....
[20] http://www.voltairenet.org/article1...
[21] http://www.futurquantique.org/?p=12677
[22] http://www.mondialisation.ca/index....