Una verità nuova emerge dal mondo arabo
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www.independent.co.uk 27 gennaio 2011
Una verità nuova emerge dal mondo arabo
di Robert Fisk
I “Palestinian Papers” di Wikileaks sono stupefacenti come la Dichiarazione di Balfour. L’”Autorità” Palestinese – si deve mettere tra virgolette – era pronta, e lo è ancora, ad abbandonare il “diritto al ritorno” di forse sette milioni di rifugiati verso quel paese che attualmente è Israele, in cambio di uno “Stato” che coprirebbe solo il 10% (al massimo) del territorio palestinese sotto mandato britannico.
Nello stesso momento in cui vengono pubblicati questi terribili documenti, il popolo egiziano chiede le dimissioni del presidente Moubarak, e i Libanesi stanno per designare un Primo Ministro che sosterrà Hezbollah. Succede qualcosa di eccezionale nel mondo arabo.
Per ciò che concerne il Palestinian Papers, è chiaro che i rappresentanti del popolo palestinese erano pronti a mandare in frantumi ogni speranza di ritorno per i rifugiati.
I Palestinesi sono scandalizzati nell’apprendere come i loro rappresentanti li hanno traditi. Leggendo questi documenti, risulta impossibile per i Palestinesi credere ancora nei loro diritti. Hanno visto, nero su bianco, che non ritorneranno mai.
Ma attraverso il mondo arabo – da tenere distinto dal mondo mussulmano – cresce oramai una nuova verità. Tra i popoli del mondo arabo non è più possibile raccontarsi bugie. Il tempo delle menzogne è terminato. I discorsi dei loro dirigenti – che sono malauguratamente identici a quelli dei nostri – sono finti. E siamo stati noi a raccontare loro queste menzogne. E non sarà più possibile ripeterle.
In Egitto noi amiamo la democrazia. Abbiamo incoraggiato la democrazia in Egitto – fino a quando gli Egiziani non hanno deciso di rovesciare la monarchia. Allora li abbiamo messi in prigione. Poi abbiamo preteso ancora più democrazia. E’ sempre al stessa storia. Così come vogliamo la democrazia per i Palestinesi a condizione che votino per i candidati graditi, allo stesso modo vogliamo che gli Egiziani approfittino della democrazia.
Ora in Libano sembra che si vada affermando una “democrazia” libanese. E questa cosa non ci piace. Perché evidentemente vogliamo che i Libanesi votino per quelli che piacciono a noi, i partigiani sunniti di Rafiq Hariri, il cui assassinio – noi pensiamo – fu organizzato dai Siriani. E ora abbiamo una fiammata di violenza nelle strade di Beirut contro il governo.
Che succede? Potrà il mondo arabo scegliersi da solo i suoi dirigenti? Assisteremo alla nascita di un mondo arabo non più controllato dall’Occidente? Quando la Tunisia ha annunciato la sua liberazione, la signora Hillary Clinton è rimasta zitta. E’ stato il presidente matto dell’Iran che ha espresso la sua gioia nel vedere un paese che si liberava. Perché?
In Egitto l’avvenire di Hosni Moubarak sembra ancora più compromesso. Potrebbe essere suo figlio il successore designato. Ma vi è un solo Califfato nel mondo mussulmano, ed è in Siria. E gli Egiziani non vogliono il figlio di Hosni. E’ un mediocre uomo d’affari che non sembra in grado di salvare l’Egitto dalla corruzione. Il capo della sicurezza di Hosni, un certo Suleiman, che è molto malato, nemmeno sembra essere quello che occorre.
E intanto, attraverso tutto il Medio oriente arabo, attendiamo la caduta degli alleati degli USA. In Egitto Moubarak sta probabilmente già cercandosi un asilo dove andarsi a rifugiare. In Libano gli amici degli USA affondano.
E’ la fine dei “Democratici” del mondo arabo. Non sappiamo cosa succederà domani. Solo la storia lo dirà.