Analisi, aprile 2011 - Il Ministero della Difesa é, di solito, il Ministero della Guerra. Dietro i discorsi sulla sicurezza nazionale del paese, o l’aiuto alla popolazione di una nazione straniera, generalmente sono gli interessi dell’industria nazionale ad essere difesi.  Parallela alla competizione tra le multinazionali, si svolge una lotta tra gli Stati. Si tratta di conflitti dichiarati (guerre) o segreti (come la guerra fredda). Quello che è in gioco è il nazionalismo, vale a dire la volontà di potenza di Nietzsche








Le Grand Soir, 28 marzo 2011


Il complesso militare-industriale contro la democrazia
di Thierry Brugvin*

Il Ministero della Difesa é, di solito, il Ministero della Guerra. Dietro i discorsi sulla sicurezza nazionale del paese, o l’aiuto alla popolazione di una nazione straniera, generalmente sono gli interessi dell’industria nazionale ad essere difesi.  Parallela alla competizione tra le multinazionali, si svolge una lotta tra gli Stati. Si tratta di conflitti dichiarati (guerre) o segreti (come la guerra fredda). Quello che è in gioco è il nazionalismo, vale a dire la volontà di potenza di Nietzsche (1), sul piano psicologico, politico o economico, dei dirigenti politici, economici e qualche volta anche dei popoli. Vi sono diversi meccanismi di natura spesso antidemocratica, perfino illegale, che tentiamo qui di illustrare.


La manipolazione mentale rafforza il dominio sugli altri o sulla società
Castoriadis fa un discorso radicale sui metodi di manipolazione e sui suoi attori. “Si tratta di sradicare, nello spirito e nell’anima del paziente, ogni traccia di un pensiero o di una volontà propria (…) Il suo sapere può anche avere una qualche dimestichezza coi processi psichici profondi, come ha dimostrato Bruno Bettelheim nella sua analisi (…) del trattamento dei prigionieri nei campi nazisti: l’obiettivo era di distruggere l’dea di sé del prigioniero, di demolire i suoi riferimenti di identità. Prima di Bettelheim e indipendentemente da lui, Orwell aveva visto questo chiaramente e profondamente in 1984”.
Nello stesso ordine di idee, Naomi Klein, nel suo libro “La strategia della paura” (2008) (3), spiega che l’esercito USA ha messo a punto delle tecniche di tortura basate sullo shock psicologico, come si è appreso nel caso dei detenuti di Abou Ghraib in Iraq o di Guantanamo Bay a Cuba. Questi metodi consistono, per esempio, nello svegliare i prigionieri in piena notte, nel picchiarli all’improvviso, nel torturarli fisicamente e mentalmente. Tutto ciò procura uno stato psicologico di ebetudine, di stupore, d’insicurezza, che rende gli individui più fragili e più disponibili ad accettare suggestioni o comandi.
Queste tecniche si ispirano agli esperimenti tecnici di controllo mentale dei nazisti e agli esperimenti del dott. Cameron nell’Istituto di psichiatria “Allan Memorial” negli anni ’50 e poi della CIA negli anni ’60 e ’70 (MK Ultra), che miravano in un primo momento ad ottenere la confessione forzata dei prigionieri di guerra grazie a degli shock psicologici e a dei metodi di regressione mentale. La CIA ha divulgato le sue tecniche tra le dittature dell’America del Sud, come il Cile, al fine di meglio controllare e terrorizzare i loro popoli.
Naomi Klein spiega che in Canada, nel corso degli anni ’50, nell’ambito del Progetto Bluebird, nell’Istituto Allan Memorial, il padiglione psichiatrico dell’Ospedale Royal Victoria, un medico di origine scozzese, Ewen Cameron, aveva sperimentato segretamente una tecnica chiamata di “conflitto psichico” del paziente (di solito affetto da turbe mentali), tecnica basata sull’elettroshock, l’internamento al buio, la sottoposizione a rumori e immagini capaci di provocare una fobia generale. Ewen Cameron pensava con la sua tecnica di poter distruggere le vecchie strutture psicologiche del paziente, per creare un “uomo nuovo”, mentalmente malleabile grazie ad una infantilizzazione forzata. Le pratiche di Cameron furono rivelate negli anni ’70, grazie a commissioni di inchiesta sui servizi segreti USA. Nel 1988 fu avviato un processo per iniziativa di 8 querelanti, contro la CIA e il governo canadese. Linda Macdonald, residente di Vancouver, è stata vittima nel 1963 degli esperimenti del dott. Cameron (Weinstein, 1990) (4).
Nel  novembre 1992, il governo canadese ha accettato di indennizzare 8 canadesi, che hanno ottenuto complessivamente la somma di 750.000 euro. Un documento declassificato della CIA, datato 7 gennaio 1953, descrive la creazione sperimentale di una doppia personalità in due ragazze di 19 anni. “Questi soggetti hanno chiaramente dimostrato di poter passare da uno stato di lucidità assoluta ad un profondo stato H (Ipnotico) attraverso un comando per telefono, o attraverso degli scritti, o utilizzando dei codici, delle parole o dei segnali, e che il controllo delle persone in stato ipnotico può essere trasmesso da una persona ad un’altra senza grandi difficoltà. E’ stato anche dimostrato dagli esperimenti sulle ragazze che le stesse possono agire come messaggeri involontari a scopo informativo (CIA, 190684) (5)
Uno dei campi che la CIA (creata nel 1947) ha più studiato è stato proprio quello del controllo della mente. Ufficialmente si trattava di fronteggiare la crescita di tecniche simili da parte dei sovietici, i cinesi, i nord coreani. La CIA ha avviato il suo primo programma nel 1950 col nome di “Uccello blu” (Bluebird). Il programma MKUltra è ufficialmente cominciato nel 1953 e si è chiuso nel 1964. Nel 1973, informato sulla futura apertura di inchieste, l’allora direttore della CIA, Richard Helms, ha ordinato la distruzione di tutti gli archivi MKUltra (Helms, 1953) (6)).
Ne hanno tuttavia dimenticato qualcuno, come un memorandum, declassificato, di Hermans, il direttore generale della CIA nel 1963, che spiega come il programma MKUltra (Mental Kontrol Ultra) riguardasse esperimenti “relativi alla manipolazione dei comportamenti che si sono rivelati, a giudizio di molti, incresciosi e contrari all’etica. Ciononostante sono state realizzate ricerche e vi si è operativamente ricorsi. Nei dieci anni di vita del programma, sono state designate come MKUltra molte pratiche concernenti il controllo del comportamento umano, ivi comprese le radiazioni, gli elettroshock  e le sostanze chimiche. Alcune attività sollevano problemi di legalità . Una fase finale dei test mette in pericolo i diritti e gli interessi dei cittadini USA” (Hermans, 1963) (7)
Naomi Klein ritiene quindi che il neoliberale USA Milton Friedman si sia ispirato a queste pratiche. Nell’introduzione del suo libro “Capitalismo e Libertà”, Friedman raccomanda un “trattamento shock” per fare accettare le riforme neoliberali e impopolari. Solo una crisi completa o immaginaria può portare con sé un cambiamento profondo (Friedman, 1971) (8). Una crisi può assumere varie forme, crisi economica, guerra, colpo di stato, attentato terroristico, catastrofe industriale o naturale…


Dietro le guerre locali o nazionali si possono nascondere gli interessi delle imprese
Ufficialmente, l’inizio di una guerra contro una nazione nemica è sempre giustificato da nobili virtù, da alti valori morali: la difesa della libertà, della democrazia, della giustizia. Ma dietro questi nobili motivi, le vere motivazioni sono spesso meno chiare.
Le guerre permettono di controllare economicamente un paese e consentono agli imprenditori privati di accaparrarsi le ricchezze (petrolio, uranio, minerali…) o umane del paese. Il Cile è stato il luogo di sperimentazione delle teorie liberali di Milton Friedman consistenti nel mettere sotto tutela i paesi produttori di materie prime (energia, alimentazione, ecc) per mantenere il controllo della economia mondiale. Ciò richiedeva la distruzione dei governi e dell’economia di questi paesi. (9). Questo paese è stato anche l’occasione per mettere in pratica la “strategia dello shock” immaginata da Milton Friedman e descritta da Naomi Klein.
Dal 1945 al 1989 (la caduta del muro di Berlino) la guerra fredda è stata una delle cause importanti dei conflitti. Una maggioranza di conflitti nazionali (Burkina Faso, Angola, Cile, Bolivia…) è stata rafforzata, attizzata o creata dalla lotta del campo occidentale contro quello sovietico. Nonostante l’atteggiamento della Francia di indipendenza dagli Stati Uniti, il nostro paese ha regolarmente sostenuto gli USA, soprattutto favorendo la diffusione dell’arma atomica nel campo occidentale (Israele, Africa del Sud durante l’apartheid) (10).
La divisione consensuale di zone di influenza fa anch’essa parte degli strumenti di controllo. Durante la guerra fredda, un accordo tacito tra gli Stati Uniti e la Francia ha consentito a quest’ultima di sfruttare e controllare l’Africa francofona, mentre gli Stati Uniti si interessavano dell’Africa anglofona e dell’America del Sud (11).


Finanziare tutti e due i campi consente di guadagnare a 360 gradi

Si può fare, in occasione delle elezioni politiche o durante una guerra, finanziando entrambi i contendenti. La multinazionale Elf ha finanziato le due parti in conflitto nella guerra civile angolana che ha visto contro, dal 1975, il governo e il movimento ribelle UNITA (12).
Durante la guerra di secessione, dal 1861 al 1865, negli Stati Uniti, le banche Rothchild hanno attizzato il conflitto. Tra il 1860 e il 1861, il loro agente Georges Bickley fece pressione in favore degli Stati Confederati, mentre altri due loro agenti, J.P. Morgan e August Belmont, sostenevano il campo opposto, i sudisti.
La banca Rothschild di Londra finanziava discretamente gli Stati del nord (i Confederati)… e quella di Parigi gli Stati del Sud. Eppure dopo la guerra, tra il 1862 e il 1863, il presidente Lincoln, che aveva capito le loro manovre, rifiutò di rimborsare gli interessi alla banca Rothschild. Per rappresaglia Lincoln fu assassinato il 14 aprile 1865 da John Wilkes Booth, per ordine di Rothschild.
Sostenere una guerra vendendo a ognuno dei belligeranti armi, per dividerli e indebolirli, permette al finanziatore di arricchirsi e accrescere il suo potere, come ha fatto la Francia durante la guerra Iraq-Iran (13). Il procedimento è classico e può così riassumersi:
- Stimolare i conflitti con discrezione, attraverso propri agenti che tengano nascosto per chi lavorano
- Arricchirsi con la vendita di armi
- Passare per salvatore nei confronti dei vincitori e farsi così dei nuovi alleati, utili in vista di futuri profitti economici.


La guerra contro uno Stato straniero mira di solito ad obiettivi geostrategici

Le guerre hanno talvolta un motivo economico e politico indiretto. Quando non ci sono grandi prospettive di vantaggi economici o politici diretti, allora le operazioni umanitarie degli eserciti sono quasi inesistenti. In decine di paesi vi sono state numerosissimi conflitti e massacri di popolazione, senza nemmeno che l’opinione pubblica mondiale ne fosse informata. Per esempio in Congo-Brazaville, questa guerra ha provocato centinaia di migliaia di morti e ufficialmente la Francia non era presente e i media non ne hanno quasi per niente parlato (14).
La Francia conserva una base militare in Ciad che si trova al centro dell’Africa e consente di accedere a numerosi paesi vicini, come il Sudan (il petrolio del Darfur), il Camerun (legno), il Centrafrica… Nel 2008, durante un tentativo di colpo di stato, la Francia ha militarmente sostenuto il dittatore Idriss Déby, soprattutto per conservare questa posizione.
E, se non ci sono motivi economici, è raro che non vi sia almeno un motivo politico. Sostenere un paese significa anche assicurarsi un alleato in più nelle organizzazioni internazionali, il suo voto all’Assemblea Generale dell’ONU e in altre agenzie. Inoltre le guerre e lo sviluppo del terrorismo permettono alle potenze militari dominanti (USA, NATO, Francia…) di penetrare in alcuni territori e installarsi durevolmente, per consolidare la loro influenza e il loro controllo.


Creare una falsa rivolta popolare nazionale può consentire a un governo straniero di nascondere un colpo di stato

Assumendo le forme di una ribellione classica, i mercenari creano dubbi sulla legittimità di questo o quel governo e suggeriscono l’idea che il regime sia precario e non goda del sostegno di tutta la popolazione e che dunque debba essere condannato. Questo costringe dunque il governo a entrare in conflitto, diventando così agli occhi della comunità internazionale un aggressore.
Molti putschisti e mercenari sono finanziati da uno Stato o un’impresa straniera, per servire i loro interessi. Così se il colpo di stato riesce, questi ultimi saranno vicini ad un governo che favorirà i loro progetti economici o politici. Se fallisce, tenuto conto del fatto che essi non compaiono tra gli organizzatori dell’impresa, hanno poca probabilità di esserne danneggiati.
Quando uno stato A non favorisce più gli interessi delle imprese di uno stato B, il governo di quest’ultimo ricorre talvolta a un colpo di stato per determinare un mutamento di classe dirigente, che sarà più pronta a favorire i loro interessi.
Il più celebre capo degli squadroni della morte in Bolivia fu Klaus Barbie con la sua milizia, “los novios de la muerte”che imperversò negli anni 1970. Essa fu finanziata dalla CIA  e dai narcotrafficanti boliviani e partecipò al colpo di stato che installò il governo di Luis Arce-Gomez, con una repressione che provocò 25.000 sparizioni forzate (15).  Sempre gli Stati Uniti operarono in Cile contro Salvador Allende, che sostituirono col generale Pinochet. L’11 settembre 1973 in Cile è stato l’avvio della conquista statunitense, neoliberale, imperialista e militare dell’America Latina, e poi del mondo. La CIA è stata anche l’istigatrice di altri colpi di stato (Argentina, Brasile, Uruguay…) diretti a far salire al potere dei dirigenti di estrema destra favorevoli agli interessi USA (16).


La guerra accresce le spese dello Stato e i profitti delle imprese
Essa permette di predare le ricchezze di un altro stato, di un’altra regione o di un’altra etnia. Il genocidio degli ebrei ha consentito ai nazisti di accaparrare le ricchezze delle famiglie deportate. La guerra degli Stati Uniti contro l’Iraq ha accresciuto soprattutto i profitti dell’industria privata di armamenti degli Stati Uniti. I finanziamenti della Elf a entrambi i contendenti della guerra civile in Congo-Brazzaville, in Angola ha aumentato i profitti dei mercanti d’armi (come Falcone) (17). Le vendite di armi fatte dalla Francia e dagli Stati Uniti sia all’Iran che all’Iraq, nel corso della loro lunga guerra, ha fatto arricchire i venditori di armi. In termini generali, l’aumento dei conflitti nel mondo avvantaggia i mercanti di armi. La carriera politica di Jacques Chirac è stata lanciata dal mercante d’armi Marcel Dassault (18).


In particolar modo, le milizie private consentono di fare la guerra per procura

Quando un esercito non vuole impegnarsi direttamente in una guerra, dispone di vari opzioni. Servendosi di milizie private, o di mercenari, l’esercito ufficiale non può essere considerato responsabile degli atti illegali (19). Gli eserciti privati (chiamati dal Pentagono “subappaltatori”) rappresentano il 10% degli effettivi USA inviati in Iraq. In Francia, per i progetti legati alla France Afrique, si usa privatizzare temporaneamente alcuni organici dell’esercito o dei servizi segreti, al fine di scaricare il nostro paese da ogni responsabilità. Noleggiando i servizi di eserciti privati, gli Stati non avranno bisogno di mantenere in permanenza un esercito nazionale, la cui utilizzazione effettiva è solo circoscritta. Con il crescere dell’insicurezza si diffonde il ricorso a polizie e milizie private, per i residence o i quartieri più ricchi. Lo sviluppo dell’economia liberale contribuisce a presentare l’idea di eserciti privati come un mezzo per diminuire il costo degli eserciti, migliorandone l’efficacia. Ciò permetterà anche alle grandi multinazionali (Total, Shell…) di difendere direttamente i loro interessi nel mondo.


Il finanziamento dei servizi segreti si rivela talvolta illegale, anche negli Stati di diritto

I servizi segreti francesi e USA soprattutto aspirano spesso a un budget più importante. E i governi e i Parlamenti non sono sempre disposti a rispondere alle loro richieste. Inoltre certe azioni, quelle definite “difesa segreta” (in modo legittimo o meno), difficilmente possono essere rese pubbliche e difese in Parlamento.
Il segreto di Stato è il vaso di Pandora contro la trasparenza democratica. Al di là del finanziamento dei servizi segreti, gli Stati, con la scusa della ragion di Stato, classificano “top secret” certe attività. Il fatto che occorra talvolta, per ragioni di difesa nazionale, invocare il “segreto di Stato” provoca una distorsione assai grave della trasparenza della democrazia. Se all’inizio i motivi sono legittimi, in seguito la pratica si diffonde e i governanti utilizzano la ragion di stato per nascondere dei fatti di cui in cittadini dovrebbero legittimamente essere informati. Nel 1989, per esempio, per la ragione ufficiale di non provocare panico tra la popolazione, i francesi non sono stati tempestivamente informati della caduta della nuvola radioattiva di Chernobyl. In realtà è legittimo supporre che la lobby militare-industriale del nucleare non avesse alcun interesse a far crescere una psicosi intorno ai danni delle centrali nucleari.
 
Rovesciare gli oppositori o assassinarli permette agli Stati di spezzare i contro-poteri
Una pratica frequente nelle dittature, ma che è presente anche nei paesi democratici, consiste nel “rovesciare” gli oppositori o assassinarli. Thomas Sankara, talvolta definito il “Che” africano, è stato una grande speranza per il rinnovamento socialista in Africa. E’ ufficialmente morto di morte naturale. In realtà è stato assassinato il 15 ottobre 1987, con 12 proiettili di cui 2 alla testa, da uomini al servizio di Brice Compaoré, suo fratello adottivo (20). I più importanti servizi segreti del mondo, gli inglesi, Mossad (Israele), CIA (USA), DGSE (Francia), KGB (Urss) e i servizi di informazione del Vaticano, erano tutti presenti sul suolo burkinabé per vegliare ai propri interessi. E fu per ragioni più o meno simili che in Congo Belga, Patrice Lumumba è stato assassinato il 17 gennaio 1961, per spezzare un movimento socialista che rischiava di propagarsi in tutta l’Africa (21).


Utilizzare i debiti degli Stati consente di opprimere una popolazione (debiti di oppressione)

“I debiti di oppressione derivano da prestiti ottenuti per finanziare delle attività umilianti, aggressive, criminali contro il popolo che si è indebitato.  Si tratta per esempio dei prestiti utilizzati per installare de facto, mantenere o rafforzare, un regime dittatoriale o repressivo, dei fondi destinati all’acquisto di armi per reprimere sollevazioni dell’opposizione, di fondi destinati alla costruzione o alla gestione di centri di detenzione o di tortura o di campi di concentramento, di fondi destinati alla formazione o al mantenimento di corpi specializzati ecc. (22).
Per esempio in Africa del Sud, a Sharpeville, nel 1960, le forze di polizia hanno represso una manifestazione, provocando tra i neri 69 morti, 400 feriti e 11727 arresti (Ramos, 2008, 81). L’anno della celebre repressione contro la manifestazione studentesca di Soweto nel 1976, che provocò 200 morti, il FMI, appoggiato dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, fece un prestito di 464 milioni di dollari, vale a dire l’equivalente delle spese militari del Sud Africa per quell’anno (23).
L’Africa del Sud, tra il 1948 e il 1991, ha portato avanti una politica di apartheid, vale a dire che essa esaltava la supremazia della razza bianca ed esercitava dominio e repressione sulla popolazione non bianca. Tra il 1980 e il 1993 si è calcolato che i profitti delle imprese straniere che hanno commerciato con questo regime, soprattutto per reprimere la popolazione, è giunto a 41 miliardi di dollari (24).


Talvolta le banche non esitano a finanziare illegalmente la repressione della popolazione e il sostegno alle dittature
Nonostante che, dal 1973, le Nazioni Unite abbiano qualificato l’apartheid  come un crimine contro l’umanità, la comunità finanziaria ha continuato a concedere prestiti al governo sud-africano.  Nel 1993 l’Africa del sud doveva il 90% degli aiuti esterni a lungo termine a quattro paesi: Stati Uniti, Francia, Germania e Svizzera. “Durante tutto il periodo dell’apartheid, almeno 30 grandi banche e 230 di media grandezza furono impegnate nel finanziamento del regime”(25). Questo aiuto finanziario era parallelo al sostegno degli Stati Uniti, attraverso la Francia, per la realizzazione della bomba nucleare sud-africana.
Il sostegno delle banche è stato oggetto di un’azione legale, soprattutto a New York, da parte delle vittime del regime di apartheid, nel 2002, e dall’apartheid Kumlumani Support Group. La denuncia venne fatta contro 21 banche e imprese straniere. Tra le banche, Barclay National Bank, Crédit Suisse, Deitche Bank AG, Ford, J.P. Morgan Chase (Bank), e tra le imprese, BP, Chevron Texaco, Shell e Total Fina-Elf per la Francia. Un’altra azione è stata avviata per lo stesso motivo, nel 1992, da altre vittime. Le banche sostengono spesso i mercanti di armi, le guerre e i debiti di guerra. “I debiti di guerra considerati illegittimi sono quelli che derivano da prestiti che hanno finanziato dei piani bellici a fini imperialisti (estendere il dominio su un altro con la forza)”, a fini di annessione o di conquista di un paese, attraverso la guerra (26).

Queste sono tanto le ragioni politico-ideologiche, che le cause economiche e militari che possono spiegare le derive dei poteri e le diseguaglianze mondiali del momento. In particolare, il potere politico esercitato dai proprietari di beni economici (finanza e mezzi di produzione) domina largamente il potere politico e i poteri pubblici. Si assiste ad uno scontro permanente tra la governance militare, ma anche economica, finanziaria, ideologica, e quella dei poteri pubblici (nazionali e internazionali).
La dimensione illegale viene dunque a rafforzare le carenze della governance non democratica, ma resta alla fine secondaria sul piano quantitativo, anche se sembra largamente sottostimata. Un delitto, anche se piccolo e raro, commesso da un eletto dal popolo dovrebbe provocare la reazione dei cittadini e dei media. Ora, nonostante che in Francia gli eletti inalberino fieramente lo stendardo della democrazia, dello Stato di diritto, questo tipo di crimini passano spesso sotto silenzio. E quando non è possibile, i media o l’opinione pubblica consideravo troppo spesso l’errore come veniale.



(*) sociologo e autore di diversi articoli e opere, soprattutto “I meccanismi illegali del potere”, thebookedition, 2010
 

 
1. F. Nietzsche, 1976, L’Antéchist (fragment 6) in Fragments Posthumes, Gallimard

2. Cornelius Castoriadis, Psychanalyse et politique, Passant n. 34 – aprile 2001/maggio 2001

3. N. Klein, 2008, La stratégie du choc: La montée d’un capitalisme du désastre, Actes Sud

4. H. Weinstein, Psychiatry and the CIA: Victims of Mind Control, Washington DC: American Pasychiatric Press, 1990

5. CIA MORIID 190684, pagg. 1-4. E’ un documento declassificato della CIA che riguarda il controllo della mente. Per consultare il testo occorre fare una richiesta FOIA – Legge per la libertà di informazione – o, per un accesso gratuito e illimitato al documento, consultare Black Vault, Governement Archive: 
http://www.bvalphaserver.com/conten... . Andare direttamente al documento, per la pag. 1: http://www.blackvault.com/documents/mkultra/MKULTRA2/DOC_0000190684/0000190684_0001.TIF  - per la pag. 4: http://www.blackvault.com/documents/mkultra/MKULTRA2/DOC_0000190684/0000190684_0004.TIF)

6. R. Helms, 3 aprile 1953, Memorandum al direttore generale della CIA sui programmi di ricerca estremamente sensibili.
http://www.blackvault.com/documents/mkultra/mkultra4/DOC_0000017748/0000017748_0030.tif

7. J.K. Hermans, Ispettore Generale della CIA, 26 luglio 1963, Memorandum per il Direttore della CIA. 
http://www.bvalphaserver.com/content-21.html Andare direttamente al documento, per la pag. 2: http://www.blackvault.com/documents/mkultra/mkultra4/DOC_0000017748/0000017748_0002.tif).

8. FRIEDMAN Milton, Capitalisme et Liberté, Laffont, (1962),1971

9. PETRAS, 2001, p.114, op. cit.)

10. LORENTZ Dominique, Affaires atomiques, Les arènes, 2001

11. VERSCHAVE François-Xavier, Noir Chirac, Les arènes, 2003

12. GLOBAL WITNESS, 2003, Les Affaires sous la guerre. Armes, pétrole & argent sale en Angola, par Global Witness, Dossier noir n° 18, Agone, 240

13. VERSCHAVE, 2003, op., cit.

14. VERSCHAVE, 2001, op., cit.

15. LEVINE Michaël, KAVANAU Laura, 1996, Blancs comme neige, La drôle de guerre de la cocaïne, Dagorno)

16. PETRAS James, VELMEYER Henry, 2001, La face cachée de la mondialisation, L’Impérialisme au XXIe siècle, Parangon, p. 114

17. VERSCHAVE François Xavier, 2001, L’envers de la dette, Agone

18. VERSCHAVE, 2003, op., cit

19. RENOU Xavier, La privatisation de la violence, Dossier noir n° 21, Agone, 2005

20. AFRIQUE EDUCATION, ’La fin de Sankara’, bimensuel international , juin 2007

21. BRAECKMAN Collette, 2002, Lumumba un crime d’Etat, Eden

22. RAMOS Laura, « Dette illégitime en fonction de la destination des fonds », in CADTM (Comité pour l’Annulation de la Dette du Tiers Monde), Les crimes de la dettes, Syllepse, CADTM, 2008, p.79

23. RUDIN Jeff, 2003, “Odious debt revisited” in Jubilee South Journal V1, n°1

24. RUDIN Jeff, 2003, Op.Cit.

25. RAMOS, 2008, p. 82-83, Op. Cit.

26. RAMOS, 2008, p. 84, Op. Cit.

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