Già 166 battelli negrieri identificati dai ricercatori
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Tratta negriera. Vittime del saccheggio schiavista furono soprattutto i grassfield ed altre regioni dell'hinterland
Già 166 battelli negrieri identificati dai ricercatori
Jean Marc Soboth
Già 166 battelli negrieri identificati secondo la loro provenienza dalla zona costiera battezzata Rio Dos Camaroes dagli schiavisti portoghesi - regione che, alla Conferenza di Berlino (1884-1885) è stata ribattezzata Kamerun... Più di un centinaio di altri equipaggi in via di identificazione. La scoperta è inedita.
Lo studio è stato realizzato tra settembre 2010 e luglio 2014 da un gruppo di ricercatori statunitensi coordinati dalla politologa Lisa-Marie Aubrey, del dipartimento di studi africani e africani-americani dell'Università di Stato dell'Arizona.
Tra gli anni 1600 e 1800, la regione del golfo di Guinea è stata, così, teatro di una intensa attività nel commercio triangolare, bel al di là delle dimensioni fino ad ora considerate.
L'attenzione degli universitari statunitensi fu infatti attirata dal numero crescente di Africani-Americani che, al test del DNA dell'organizzazione African Ancestry - che ha raggruppato più di 30.000 linee di discendenza nella banca dati di Washington DC - ha rivelato una ascendenza etnica nel Camerun moderno.
Gli archivi degli schiavisti hanno fatto il resto. Le scoperte sono cruciali. I tre punti di imbarco furono: Bimbia, Wouri River e Rio Del Rey, verso la penisola di Bakassi.
Le mandrie umane destinate al Nuovo Mondo provenivano soprattutto dai Grassfield, costituiti dall'attuale regione Bamileke, dal Nord ovest, dal Noun, da Mbam o dall'ancestrale luogo di origine Tikar... Diverse altre etnie dell'hinterland furono saccheggiate. Ivi compresi gli Hausa...
Dei battelli repertati, 9 sono partiti nel 1600; 98 nel 1700 e 59 nel 1800. 15 sono partiti da Bimbia, 9 dal Rio Del Rey e 32 dal fiume Wouri.
I ricercatori non hanno ancora accertato da dove siano partiti più di 110 altri battelli. Tra quelli in attesa di identificazione - che ben potrebbero avere ormeggiato lungo la stessa costa -, Lisa Aubrey cita un certo "Bimbia" nel 1802, che batteva bandiera danese. Esso imbarcava non meno di 158 prigionieri, Solo 143 giunsero a destinazione a... Santa Croce.
Il tasso di sopravvivenza fu da "viaggio senza ritorno", di poco più del 50%. Principale destinazione dei Camerunensi? Grenada, isola caraibica di 100.000 abitanti, più dell'82% dei quali di origine africana, con 26 battelli direttamente provenienti dal Camerun; la Repubblica Domenicana, "isola di bellezza" di 73.000 abitanti con 18 battelli; San Vincenzo i cui usi insulari somigliano moltissimo alle tradizioni camerunensi: 4 navi...
Altre destinazioni repertoriate: la Giamaica, la Martinica, il Brasile, Cuba, Barbados, l'Argentina, la Sierra Leone, Panama, la Spagna, la Guyana, Santa Lucia, Bahamas...
La lista degli sbarchi dovrebbe estendersi via via a Trinidad e Tobago, Saint Thomas, gli Stati Uniti d’America, Saint Kitts, Antigua, Tortola, Surinam, Guadalupe.
La nazionalità dei negrieri è una logica conseguenza: la Gran Bretagna, il Portogallo – talvolta sotto copertura del Brasile – la Francia, la Spagna – talvolta sotto bandiera uruguayana. l’Olanda…
In totale 2000 nomi di schiavi camerunesi disponibili, secondo Lisa Aubrey. La fonetica dei patronimici rinvierà alla loro origine etnica, secondo i ricercatori.
“Civilizzatori”
E’ che, di questa epopea, gli schiavisti, futuri colonizzatori e “civilizzatori” privarono accuratamente le popolazioni vittime di archivi. La Francia ha, con diversi pretesti, quasi ufficialmente bloccato l’accesso alla sua miniera di informazioni di Nantes sulla tratta. Gli schiavi costretti alla assimilazione devono accontentarsi della ufficialissima colpevolizzazione dei “cattivi Africani che hanno venduto i loro fratelli ai Bianchi”.
Il defunto intellettuale gesuita Engelbert Mveng ricordava già però la resistenza feroce degli Africani. I “Camerunesi” in particolare, sembra, preferivano talvolta il suicidio alla cattività.
I ricercatori confermano: “(…) gli schiavisti europei temevano soprattutto le donne africane”, scrive Lisa Aubrey. Vi sono i racconti di capitani e di equipaggi a proposito di “donne africane rissose, che resistevano con ogni mezzo, soprattutto sassi, pesci, sabbia e ogni altro oggetto avessero a portata di mano. Donne e uomini attaccavano fisicamente gli schiavisti europei”. In certi casi gli Africani “si impossessarono del battello”, facendo fallire la missione….
Ma la posta di un simile apocalittico passato va al di là degli aneddoti. La cosmogonia dei popoli è senza appello: tante anime in pena nel firmamento dei secoli, tante morti, tanto dolore, lacrime, delusioni, tanti anelli mancanti nelle genealogie, ecc lasciano una posterità dilaniata e dannata. Dunque destinata a essere dominata. Per “purificarsi”, i popoli avvertiti vi dedicano: riti funerari, sacrifici espiatori, celebrazioni commemorative, perfino monumenti e giornate della memoria.
Rios dos Camaroes
Tanto più che il Camerun (Rio Dos Camaroes) porta con sé ancora oggi, insieme al nome di battesimo schiavista, tutto il simbolismo e le conseguenze di questo passato violento.
Consapevole delle tradizioni, la politologa Lisa Aubrey è la prima ad essere convinta dell’indispensabile rito funerario nazionale per questi effetti collaterali il cui destino ha maledetto la terra degli antichi. “Credo che il Camerun, in questo stadio della storia, ha nelle sue mani la chiave che permetterà di sbloccare e restaurare la storia di tutta l’Africa – continentale e oltremare – confida la politologa. Gli antenati ce ne hanno affidato la responsabilità”.