Nemtsov e le prove mediatiche contro Putin
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Impact24.info, 4 mars 2015 (trad. ossin)
Nemtsov e le prove mediatiche contro Putin
Sofiane Feghouli
Il 2 marzo 2015, Le Point pubblicava il titolone (1) “Boris Nemtsov, assassinato venerdì a Mosca, aveva raccolto prove sulla presenza di soldati russi in Ucraina che stava per pubblicare, afferma il suo amico Ilia Iachine”. Però l’amico precisa più in basso: “Non posso affermare che il suo assassinio sia precisamente legato a questa vicenda. Penso solo che si tratti di un elemento importante, del quale l’inchiesta dovrà tenere contro”.
Quattro giorni prima, il 27 febbraio 2015, Le Monde scriveva (2): “Alla televisione, Poroshenko si è detto convinto che Boris Nemtsov era stato assassinato perché diceva che stava per rendere pubbliche prove convincenti sulla presenza di forze armate russe in Ucraina. Qualcuno si è molto spaventato e lo ha ucciso”.
L’informazione viene ripetuta da Challenge il successivo 28 febbraio, sempre riprendendola da un dispaccio dell’AFP (3).
Lo stesso 2 marzo Le Nouvel Observateur (Obs) (4) scriveva in uno stile dazebao: “L’uccisione dell’oppositore di Vladimir Putin, Boris Nemtsov, pone gli Occidentali di fronte alle proprie responsabilità”, E’ quanto ritengono lunedì 2 marzo gli editorialisti. Essi invitano a porre termine alla “ingenuità” e alla “colpevole indulgenza” nei confronti del leader russo. Anche se, nel rigo successivo, il giornalista aggiunge: “Certo, nulla consente di accusare il regime o i suoi fedeli”. Su Le Figaro, Philippe Gélie notava: “L’ex ministro sfidava Putin, denunciava l’aggressione russa in Ucraina e aveva espresso il suo sostegno a Charli Hebdo. Nella Russia di oggi, ognuno di questi crimini può valere quattro proiettili nella schiena”.
Se Le Figaro non basta a provare la verità di quanto detto da Obs, conferma ugualmente però la causa fondamentale del misfatto: “E’ un dovere (punire gli autori del delitto) verso tutta la società russa che già soffre tanto per la mancanza di democrazia” (5).
Le Nouvel Obs (6) lo dice almeno con crudezza: “L’ipotesi privilegiata dalla opposizione russa e dall’Occidente è quella di un assassinio politico orchestrato da Vladimir Putin contro un critico radicale del Cremlino, che denunciava la corruzione del potere e il coinvolgimento della Russia nella guerra in Ucraina”.
La dittatura, causa generale dell’assassinio, si confonde col movente, l’assassino è sconcertato.
Il tono generale è peraltro quello di una delusione rabbiosa.
L’assassinio non ha provocato rivoluzioni. Le sanzioni che dovevano esasperare i Russi e spingerli alla rivolta non hanno funzionato. J. Kerry riconosce in modo categorico che esse “hanno senz’altro esercitato una considerevole influenza sulla economia russa, comportando la fuga di più di 150 miliardi di dollari di capitale, ma non hanno avuto alcun effetto sulla politica”.
Nemmeno l’assassinio ha provocato effetti, né un’emozione sismica. Bisognava però che le cifre confermassero certe costruzioni mediatiche. A questo sono servite le cifre sul numero di manifestanti: 20.000, 50.000, 70.000 o ancora 100.000, mentre la polizia russa li ha stimati in 16.000 a Mosca e 6.000 a San Pietroburgo.
Campione dell’approssimazione, Le Point li calcola tra i 21.000 e i 70.000, lasciandoci perplessi più sul fatto che si sia partiti da 21.000 invece di 20.000, che sull’immenso scarto tra 21.000 e 70.000. Secondo TV info erano tra 50.000 e 100.000, la metà dei quali non erano però ostili a Putin.
I siti alternativi propongono un’altra lettura: il dittatore Putin, freddo mostro che nasconde i suoi eserciti ai satelliti, agli osservatori dell’OSCE, ai giornalisti, che riesce ad avere la meglio sulla superpotenza statunitense, è talmente stupido da avere “organizzato” l’assassinio proprio sotto la sua finestra, per annullare i successi politici e diplomatici di Minsk 2, alienarsi le simpatie di Merkel e Hollande, dare ragione a Hammond e McCain, fornire a Poroshenko delle armi gratuite e infangare la sua immagine di fronte ai Russi, e tutto ciò per liberarsi di un oppositore che non aveva alcun seguito politico.
Questi siti ci hanno generosamente ricordato la storia dell’incendio del Reichstag o delle missioni criminali di Gladio e soprattutto rovesciato l’approccio dell’analisi, ponendo la questione elementare di chi trae giovamento dal crimine. Cui bono?
Note:
1-http://www.lepoint.fr/monde/russie-ukraine-boris-nemtsov-detenait-il-des-preuves-contre-poutine-02-03-2015-1909192_24.php
2- http://www.lemonde.fr/europe/article/2015/02/27/l-opposant-russe-boris-nemtsov-tue-par-balle-en-russie_4584988_3214.html
3- http://www.challenges.fr/monde/20150228.REU2281/porochenko-nemtsov-allait-prouver-l-ingerence-russe-en-ukraine.html
4- http://tempsreel.nouvelobs.com/monde/20150302.OBS3614/meurtre-de-nemtsov-la-fin-de-l-indulgence-coupable-a-l-egard-de-poutine.html
5- http://www.pcf.fr/67265
6- http://tempsreel.nouvelobs.com/monde/20150302.OBS3662/mais-qui-a-tue-boris-nemtsov.html
7- http://www.lepoint.fr/monde/boris-nemtsov-des-milliers-de-russes-prets-pour-une-marche-a-moscou-01-03-2015-1908854_24.php