The saker.is, 9 aprile 2015 (trad.ossin)


Gli USA hanno cinque anni per piegare la Russia, sennò usciranno dalla Storia e lo sanno

Intervista con un ex analista russo del controspionaggio


Alexander Chuikov


Jacques Lacan: la realtà picchia duro

Nella periferia nord di Mosca, protetta dalla polizia, ha discretamente sede un antico Istituto segreto del controspionaggio russo (SVR). Oggi sulla porta di ingresso si legge, a lettere dorate: Istituto Russo di Studi Strategici. Ma l’inoffensività del nome non può ingannare chi sia informato del fatto che oltre duecento dipendenti sono qui impegnati a costruire lo scudo analitico della patria

Ci sarà una nuova guerra nel sud est dell’Ucraina? Chi muove le fila dietro al presidente degli Stati Uniti? Perché molti dei nostri capi possono definirsi agenti ideologici di influenza?
Pesando ogni parola, come sua abitudine, il direttore dell’Istituto, il luogotenente generale in pensione Leonid Rechetnikov, risponde a queste domande, e ad altre


(…)

Che fare se domani scoppia la guerra?

-    Secondo lei come evolverà la situazione in Novorussia nella primavera-estate? Vi sarà una nuova campagna militare?

Ahimè, è molto probabile. Ancora un anno fa, l’idea della federalizzazione dell’Ucraina era plausibile. Ma oramai Kiev ha bisogno solo di guerra, solo di uno Stato unitario. Per diverse ragioni, la principale è che, alla testa del paese, si è installata questa gente ideologicamente anti russa. Essa non è solo subalterna a Washington, è letteralmente stipendiata dalle forze che si nascondono dietro il governo statunitense.


-    E cosa vuole questo famoso “governo mondiale occulto”?

E’ più facile dire quello che non vogliono: non vogliono una Ucraina federale, che sarebbe troppo difficile da controllare. Non potrebbero dispiegarvi le loro basi militari e un nuovo sistema anti-missile, secondo i loro piani. Partendo da Lugansk e Kharkov, i missili tattici di crociera possono raggiungere i Trans Urali, dove sono dispiegate le nostre più importanti forze di dissuasione nucleare. Sarebbero in grado, al 100%, di colpire i missili balistici interrati nei silos e i missili mobili al momento del decollo (e realizzare così un primo attacco paralizzante). Attualmente questa zona può essere raggiunta solo dalle basi della US Army situate in Polonia, in Turchia e nell’Asia del Sud Est. E’ l’obiettivo principale. Inoltre gli Stati Uniti combatteranno per il Donbass fino all’ultimo Ucraino.


-    In altri termini, i campi di gas scisto della zona non hanno grande importanza

L’obiettivo strategico principale è una Ucraina unitaria posta sotto il loro controllo totale per combattere la Russia. Il gas scisto e le terre arabili sono solo un simpatico bonus. Guadagni collaterali. In più, un serio colpo alla nostra industria di difesa a causa della rottura delle relazioni tra Ucraina e Russia. Ma questo è’ già fatto.


-    Dunque siamo stati battuti, quel “figlio di puttana” di Yanucovich lo si è dovuto evacuare con l’aiuto delle forze speciali e Washington ha istallato al suo posto i suoi “figli di puttana”. E’ così?

Da un punto di vista strategico militare, certamente siamo stati battuti. La Russia ha ottenuto in compenso la Crimea. E un’altra compensazione è la resistenza degli abitanti del Sud Est dell’Ucraina. Ma il nemico ha già conquistato un vasto territorio che un tempo faceva parte dell’Unione Sovietica e dell’Impero russo.


-    Cosa succederà quest’anno in Ucraina?

Un processo di semi decomposizione o forse di decomposizione completa. Al momento molti accettano tranquillamente la presenza del nazismo vero. Ma la gente che capisce che l’Ucraina e la Russia sono strettamente legate non ha ancora avuto modo di dire la sua. Né a Odessa o Kharkov, né a Zaporozhye, né a Chernigov. Ma il silenzio non sarà eterno! E il coperchio prima o poi inevitabilmente salterà.


-    E come si svilupperanno le relazioni tra Novorussia e il resto dell’Ucraina?

E’ improbabile uno scenario come quello della Transnistria. Non ci credo – il territorio della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk è molto più esteso, milioni di persone sono state trascinate nella guerra. La Russia è in grado di convincere i capi delle milizie a rispettare un cessate il fuoco temporaneo e una tregua. Ma solo “temporaneamente”. Non si discute nemmeno dell’ipotesi di un qualsiasi ritorno della Novorussia in Ucraina. La gente del Sud Est non vuole essere ucraina.


-    Visto che il nostro paese è stato già isolato dalla comunità internazionale a causa dell’annessione della Crimea, perché non giocare il tutto per tutto nel Sud Est? Non è ipocrita fare il contrario?

Secondo me è troppo presto. Noi sottostimiamo la lungimiranza del nostro presidente, che sa bene come in Europa siano in atto alcuni processi, protetti dagli sguardi indiscreti. Essi potrebbero fornirci i metodi e i mezzi per difendere i nostri interessi.


Un fronte senza linea del fronte

-    In mezzo alla marea di informazioni sull’Ucraina, abbiamo la tendenza a dimenticare la crescita esplosiva dell’estremismo religioso in Asia centrale…

E’ una tendenza estremamente pericolosa per il nostro paese. La situazione è difficilissima in Tajikistan.  Il Kirghizistan è anch’esso instabile. Ma il primo attacco potrebbe essere diretto verso il Turkmenistan. Tendiamo a dimenticarlo perché Aghgabat resta separata da noi. Ma questa situazione è la prima che potrebbe venir meno. Dispongono di forze sufficienti a difendersi da soli? O dovremo intervenire noi in un paese abbastanza lontano da noi? Dunque è una zona difficile.

Ciò non dipende solo dalla penetrazione dei militanti dello Stato Islamico nella regione. Secondo recenti informazioni, gli Stati Uniti e la NATO non vogliono andarsene dall’Afghanistan e intendono lasciarvi delle proprie basi. Da un punto di vista militare, cinque o diecimila soldati che stazionano per un mese possono essere dispiegati per formare un gruppo forte di 50.000 o anche 100.000 uomini.

E’ una parte del piano globale mirante a circondare la Russia e a fare pressione su di essa, un piano degli Stati Uniti per rovesciare il presidente Putin e dividere il paese. Può essere difficile crederci per l’uomo della strada, ma quelli che dispongono di sufficienti informazioni ne sono ben coscienti.


-    Quali sarebbero i contorni della divisione?

All’inizio si tratta di prendersi quello che è meno strettamente legato. Importa poco chi si distaccherà: Kaliningrad, il Caucaso del Nord o l’Estremo Oriente. Questo sarà il detonatore di un processo che dovrebbe trasformarsi in valanga. Non sto facendo propaganda, si tratta di un progetto reale. La pressione dall’Ovest (Ucraina) e dal Sud (Asia Centrale) continuerà a crescere. Tentando di penetrare dalla porta ovest, si tenta anche di forzare la porta sud.


-    Dov’è la nostra direzione strategica più in pericolo?

La direzione sud è molto in pericolo. Ma fino ad oggi continuano ad esservi degli Stati tampone – le ex Repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale. E a ovest, la guerra è già alle nostre frontiere, di fatto sul nostro territorio.

Quello che sta succedendo laggiù non è una guerra tra gli Ucraini e i Russi, ma la guerra del sistema mondiale. Alcuni pensano di “essere l’Europa”, mentre altri si sentono Russi. Dopo tutto il nostro paese non è solo un territorio, ma una grande civiltà che ha proposto al mondo il suo punto di vista sull’ordine mondiale. Prima certamente c’era l’Impero russo come modello di una civiltà ortodossa orientale. I bolscevichi lo hanno distrutto, ma hanno prodotto una nuova idea di civiltà. Ora siamo giunti assai vicini ad un terzo paradigma. Lo vedremo tra cinque o sei anni.


-    In cosa consisterà?

Penso che sarà una buona sintesi dei due precedenti. E i nostri colleghi (occidentali) ne sono ben consapevoli. E’ per questo che l’attacco è cominciato da ogni parte.


-    Vale a dire che la comune guerra russo-statunitense contro il terrorismo, soprattutto l’ISIS, è una finzione?

Esattamente. Gli USA creano i terroristi, li alimentano e li addestrano, poi danno l’ordine a tutta la banda: Attaccate! Qualche cane sciolto del branco potrà rimanere ucciso, ma gli altri saranno incitati ancora più attivamente.


Sta sempre in piedi il vitello d’oro e Satana guida il ballo (Faust)


-    Lei pensa dunque che gli Stati Uniti e il loro presidente siano solo degli strumenti. Chi decide allora la politica?

Vi sono gruppi di persone praticamente sconosciute dal pubblico che non si accontentano di fare eleggere il presidente USA, ma definiscono le regole di tutto il “Gran Gioco”. Sono principalmente le corporation finanziarie multinazionali. Ma non solo loro.

E’ attualmente in corso una ristrutturazione del sistema economico e finanziario mondiale. E’ un tentativo di ripensare tutta la struttura del capitalismo, senza abbandonarlo. La politica estera sta per cambiare in modo spettacolare. Tutto a un tratto gli Stati Uniti hanno effettivamente abbandonato Israele, il loro principale alleato in Medio Oriente, per poter migliorare le loro relazioni con l’Iran. Perché l’Iran è più necessaria e più importante di Tel Aviv? Perché rientra nella cintura che circonda la Russia. Queste forze clandestine sono determinate a liquidare il nostro paese come serio protagonista della scena mondiale. Dopo tutto la Russia è portatrice di una alternativa di civiltà rispetto a tutto l’Occidente unito.

Soprattutto ora che vi è una crescita esplosiva dei sentimenti antistatunitensi nel mondo. L'Ungheria, dove sono al potere delle forze conservatrici di destra, e i Greci di sinistra – forze che partono da posizioni diametralmente opposte – si trovano di fatto unite e hanno resistito ai diktat degli Stati Uniti sul Vecchio continente. C’è gente pronta a resistere in Italia, in Austria, in Francia e così di seguito. Se questa volta la Russia ce la fa, si apriranno processi in Europa che saranno sfavorevoli alle forze che aspirano alla dominazione mondiale. Ed esse lo sanno perfettamente.

 
-    Alcuni leader europei si sono già lamentati del fatto che le sanzioni statunitensi sono state loro letteralmente imposte. L’Europa può sottrarsi alla “stretta amicale” degli Stati Uniti?

Non è possibile. Gli USA tengono l’Europa strettamente sotto controllo con vari strumenti: la zecca federale USA, la minaccia di “rivoluzioni colorate” e l’eliminazione fisica dei politici indesiderabili.


-    Non è esagerato parlare di eliminazione fisica?

Per niente. L’Agenzia Centrale per le Informazioni degli Stati Uniti, la CIA – anche solo in termini di mission – non è un servizio di informazioni. Il KGB, il FCD o il SVR sono dei classici servizi di informazione: devono raccogliere informazioni e trasmetterle alla direzione del paese. Per la CIA, questi obiettivi classici sono gli ultimi nella lista dei loro compiti. Quello principale è l’eliminazione, anche fisica, di dirigenti politici e l’organizzazione di colpi di Stato. E lo fanno in tempo reale.

Dopo il naufragio del sottomarino Koursk, il direttore della CIA, George Tenet è volato in Russia dalla Romania. Io ero incaricato di riceverlo all’aeroporto. Ho atteso a lungo che uscisse dall’aereo, ma quando la rampa è stata aperta ho potuto guardare all’interno del suo Hercules. Era un posto di comando volante, un centro informatico operativo, zeppo di strumenti e sistemi di comunicazione in grado di sorvegliare e simulare situazioni nel mondo intero. Era accompagnato da una delegazione di venti persone. Noi invece usiamo, ancora oggi, dei voli di linea e viaggiamo in gruppi da due a cinque persone. Come dicono loro, sentite la differenza.

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