La bufala dell'antisemitismo come arma di distrazione di massa
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Intervento, 16 novembre 2023 - Un nuovo rapporto molto pubblicizzato dell’Anti-Defamation League afferma che gli incidenti antisemiti negli Stati Uniti sono aumentati di oltre il 400%. Ma questi numeri dell’ADL non tornano – a meno che non si identifichi l’opposizione al bombardamento israeliano di Gaza con l’odio verso gli ebrei...
mint press news, 10 novembre 2023 (trad.ossin)
La bufala dell'antisemtismo come arma di distrazione di massa
Alan Macleod
Un nuovo rapporto molto pubblicizzato dell’Anti-Defamation League afferma che gli incidenti antisemiti negli Stati Uniti sono aumentati di oltre il 400%. Ma questi numeri dell’ADL non tornano – a meno che non si identifichi l’opposizione al bombardamento israeliano di Gaza con l’odio verso gli ebrei
Le scoperte dell'Anti-Defamation League secondo cui gli incidenti antisemiti negli Stati Uniti sono aumentati in modo esponenziale hanno fatto notizia, sia negli USA che in tutto il mondo (ad esempio Reuters, CBS News, PBS, CNN, Washington Post). Si dice che gli ebrei statunitensi stiano affrontando un’ondata di odio e violenza come mai prima d’ora, tanto che molti hanno paura anche solo di uscire da casa.
Nel mese successivo all'attacco a sorpresa di Hamas, il bombardamento israeliano di Gaza ha ucciso più di 10.000 persone, tra cui oltre 3.000 bambini. Decine di ospedali, scuole e luoghi di culto sono stati distrutti, mentre Israele ha apertamente annunciato il suo piano di spingere la popolazione della striscia densamente popolata nel deserto egiziano del Sinai, effettuando la pulizia etnica dalla loro terra. In risposta alle azioni di Israele, gli Stati Uniti hanno assistito a un’ondata di manifestazioni senza precedenti che chiedevano un cessate il fuoco.
Dati dubbi
A prova della pretesa ondata di antisemitismo, l’ADL ha pubblicato una mappa interattiva (e regolarmente aggiornata) di centinaia di incidenti a livello nazionale. Ma, in questa mappa dell’odio antiebraico sono state inserite 153 manifestazioni e sit-in a favore della Palestina, che l’influente ONG ha istintivamente etichettato come problematiche, senza fornire ulteriori prove. Ci sono state anche altre 84 manifestazioni negli Stati Uniti che secondo l’ADL “sostenevano il terrorismo”. Queste proteste, ha insistito l’organizzazione, includevano “un sostegno esplicito o fortemente implicito a Hamas”, anche se, ancora una volta, la mappa non spiega in quale modo.
Nell’insieme, queste manifestazioni rappresentano essenzialmente una grande esplosione di solidarietà pubblica per il popolo di Gaza, il che significa che l’ADL ha etichettato l’intero movimento come antisemita. Questa è una posizione molto controversa, tuttavia nessuno dei mezzi di informazione che riferiscono i dati forniti dall'ADL ne ha informato i lettori.
Anche altri episodi inclusi nell'elenco ADL sono discutibili. Ad esempio, un incidente a Chicago è stato descritto come segue: “Due individui durante una manifestazione filo-palestinese hanno inseguito e aggredito fisicamente un individuo che teneva in mano l’immagine di una bandiera israeliana”. Dalla descrizione non è chiaro se si sia trattato di un attacco antisemita o di uno scontro tra gruppi rivali che protestavano. Se un individuo si presentasse a una manifestazione filo-israeliana con una bandiera palestinese e venisse aggredito, ciò costituirebbe necessariamente un crimine d’odio islamofobico?
Né l’elenco distingue tra questioni banali ed eventi più significativi. Una grande percentuale degli incidenti segnalati erano semplicemente segnali razzisti individuali. Ad esempio, a Medfield, Massachusetts, “una svastica è stata incisa su una toilette portatile in una scuola”, mentre a Warrington, Pennsylvania, “una svastica è stata dipinta con spray su un palo della luce”. È improbabile, tuttavia, che i graffiti sui gabinetti siano il tipo di incidente che viene in mente a molti statunitensi quando leggono titoli su uno scioccante e pericoloso aumento dell’antisemitismo.
Sicuramente si sono verificati episodi di antisemitismo negli Stati Uniti in seguito all'attacco a sorpresa di Hamas e al bombardamento di Gaza da parte di Israele (mai, comunque, anche lontanamente paragonabili al genocidio in corso a Gaza, ndt). Ad esempio, ad Albuquerque, nel New Mexico, un uomo ha telefonato per annunciare un (falso) allarme bomba, sostenendo di trovarsi in una sinagoga messianica con uno zaino pieno di esplosivi, provocando l'evacuazione dell'edificio. L'ADL di fatto paragona incidenti come questo alle marce che chiedono il cessate il fuoco, equiparando così tacitamente il rifiuto della guerra omicida di Israele con la beffa contro gli ebrei di una sinagoga.
Alcuni cinici potrebbero dire che è proprio questo il punto. Lo storico Norman Finkelstein, ad esempio, ha affermato che l’ADL annuncia regolarmente l’arrivo di una nuova ondata di antisemitismo e che queste dichiarazioni spesso coincidono con la condanna internazionale della violenza israeliana, e ha suggerito che ciò equivalga a tentativi di cambiare le carte in tavola. Lo Stato di Israele parla d’altro per distrarre l’opinione pubblica dai suoi crimini.
Miko Peled, un attivista israelo-statunitense e figlio di un ex generale israeliano, è andato oltre, scrivendo che:
L’ADL è chiaramente un’organizzazione razzista, sionista e anti-palestinese che ha come missione quella di delegittimare la lotta palestinese equiparandola prima al terrorismo e ora, quando la precedente affermazione si è rivelata assurda, all’estremismo e all’antisemitismo”.
L’ADL non è l’unica ONG filo-israeliana che tenta di dipingere l’opposizione alla violenza israeliana come intrinsecamente razzista. Stop Antisemitism, ad esempio, ha pubblicato le foto di un camion con messaggi che dicevano “Israele uccide un bambino ogni 10 minuti. Fine degli aiuti statunitensi a Israele” e “Palestina libera”, insieme alla targa del camion. Un altro esempio di “antisemitismo” da loro descritto sono state le parole “liberare la Palestina” incise su una toilette.
Giocare in difesa di Israele
Non c’è dubbio che uno degli obiettivi principali dell’Anti-Defamation League sia difendere Israele. Dopotutto, i dati sugli attacchi antisemiti negli Stati Uniti appaiono in una pagina intitolata “Stand with Israel”. Inoltre, l'ADL ha pubblicato guide strategiche che i gruppi possono utilizzare per “affrontare l'attività anti-israeliana nei campus” e recentemente ha stampato un manuale di linee guida che i media possono utilizzare quando coprono l'attacco di Israele alla Palestina.
Questo manuale istruisce i giornalisti a:
- Riferirsi ad Hamas come a “terroristi” piuttosto che a militanti o combattenti;
- Descrivere la campagna israeliana a Gaza come una “legittima azione militare in risposta al massacro [di Hamas] e per prevenire futuri atti di terrorismo”
- Assicurarsi che i lettori capiscano che le proteste filo-israeliane sono moralmente di gran lunga superiori a quelle filo-palestinesi. Dopotutto, insistono, “l’esercito israeliano fa tutto il possibile per limitare e prevenire le vittime civili”.
Ulteriori prove dei veri obiettivi dell'ADL possono essere trovate nella pagina “Missione e storia” dell'ADL, dove sono elencati i momenti e i risultati più importanti. Molti di essi hanno solo promosso gli interessi dello Stato di Israele, come ad esempio:
- La Conferenza mondiale contro il razzismo, una conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Durban, in Sudafrica, nel 2001, ha registrato forti polemiche anti-israeliane. L'ADL ha convinto il governo statunitense e altri a ritirarsi per protesta, equiparando la polemica anti israeliana all’antisemitismo.
- L'ADL ha denunciato l'antisemitismo intrinseco nelle accuse pubblicate da Stephen Walt e John Mearsheimer secondo cui una “lobby israeliana” sta costringendo il governo USA ad adottare politiche contrarie agli interessi statunitensi. L'ADL ha rinunciato a lanciare accuse simili anche contro il libro dell'ex presidente Jimmy Carter “Palestine: Peace not Apartheid”.
- L'ADL sostiene forti sanzioni internazionali per fermare il programma di armi nucleari dell'Iran, denuncia i rapporti commerciali europei con l'Iran e lancia la campagna di informazione “Stop Nuclear Iran”.
Nel tentativo di contribuire ad affrontare le “intimidazioni antisemite e anti-israeliane” nelle scuole e nei campus, l’ADL esercita pressioni affinché il Dipartimento dell’Istruzione includa l’antisemitismo e l’antisionismo universitario nel novero delle violazioni dei diritti civili.
Come si può vedere dall’esempio finale, l’Anti-Defamation League ha fatto di tutto per equiparare costantemente l’opposizione alla politica del governo israeliano al razzismo. In effetti, il CEO di ADL Jonathan Greenblatt è andato oltre la linea standard secondo cui l’antisionismo è antisemitismo, affermando il mese scorso su MSNBC che “l’antisionismo è un genocidio”. Spiegando questa posizione, Greenblatt ha raddoppiato il suo impegno, insistendo sul fatto che “ogni persona ebrea è un sionista… questo è fondamentale per la nostra esistenza”.
Boicottare i boicottatori
Data la loro posizione sull’antisionismo, forse non sorprende che l’Anti-Defamation League abbia denunciato il movimento per boicottare Israele come antisemita. E mentre il movimento globale per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) è cresciuto, l’ADL ha trovato modi creativi per indebolirlo. Il principale tra questi è entrare nel campo degli investimenti per proteggere Israele dall’essere preso di mira da società di investimento etiche.
Lo scorso dicembre, l’ADL ha annunciato di aver acquisito la società finanziaria JLens per combattere le cosiddette attività anti-israeliane nell’arena degli investimenti progressisti.
"È tempo che la comunità ebraica si sieda al tavolo per usare il nostro potere come investitori istituzionali per garantire che le aziende siano allineate con i nostri valori e non cedano alle pressioni antisemite", ha detto Greenblatt, annunciando l’iniziativa.
Un numero crescente di persone desidera investire il proprio denaro in modo etico, il che significa che le aziende che inquinano l’ambiente o i paesi con risultati particolarmente scarsi in materia di diritti umani sono fuori dal tavolo. Dato il modo in cui tratta la popolazione araba e il modo in cui occupa due paesi vicini, Israele rischia di perdere gli investimenti del capitalismo etico, da qui i tentativi dell’ADL di influenzare la sfera e creare un’eccezione israeliana.
Addestrare i poliziotti statunitensi ad essere più simili agli Israeliani
Attraverso i suoi altri programmi, l’Anti-Defamation League ha molta più influenza sulla società statunitense di quanto molti credano. Innanzitutto, l’ADL è il più grande formatore di polizia non governativo del paese. Tutti i principali dipartimenti USA di polizia metropolitana hanno inviato agenti alla Scuola di Formazione Avanzata dell'ADL, che fornisce istruzioni sull'estremismo e il terrorismo a più di 250 agenzie statunitensi, tra cui l'ICE e l'FBI. In effetti, la formazione dell’ADL è ora obbligatoria per tutti i nuovi agenti speciali e analisti dell’intelligence dell’FBI.
L'ADL facilita inoltre l'addestramento in Israele dei funzionari delle forze dell'ordine statunitensi e lo scambio di pratiche tra le forze israeliane e statunitensi. Pertanto, le tattiche di sorveglianza e intimidazione affinate sui palestinesi che vivono in carceri a cielo aperto ritornano negli Stati Uniti, dove la polizia tratta sempre più i quartieri a basso reddito e le comunità di colore in modo simile al modo in cui Israele sopprime la sua popolazione indigena.
Un perfetto esempio di ciò è Ferguson, MO e l'uccisione di Michael Brown. Nel 2014, l'agente di polizia Darren Wilson ha sparato al diciottenne nero disarmato mentre aveva le mani alzate e lo implorava di non sparare. L’evento ha scatenato proteste a livello nazionale.
Il capo della polizia Timothy Fitch, capo del dipartimento di polizia della contea, aveva effettuato un viaggio finanziato dall'ADL in Israele, dove aveva incontrato ed era stato addestrato da specialisti israeliani della controinsurrezione. Gli attivisti hanno costantemente evidenziato i parallelismi e le connessioni tra le forze dell’ordine statunitensi e israeliane, dalle tattiche alle armi.
Brown non è l’unica vittima statunitense della violenza della polizia addestrata da Israele. Nel 2006, i poliziotti di Atlanta, freschi di un programma di antiterrorismo e di scambio di droga con i soldati israeliani, hanno effettuato un raid senza bussare a casa della donna di colore di 92 anni Kathryn Johnston. Dopo aver sparato 39 colpi, la polizia ha ammanettato Johnston, ha messo della droga sul suo cadavere e l'ha lasciata morire dissanguata.
Una storia vergognosa
Tuttavia, la formazione della polizia non è l’unica attività discutibile in cui è stata coinvolta l’Anti-Defamation League. Sebbene si presenti come un’istituzione liberale e lungimirante, l’ADL è stata, per quasi un secolo, in prima linea nella lotta contro il cambiamento progressista negli Stati Uniti e nel mondo.
Già negli anni ’30, l’ADL iniziò a svolgere attività di sorveglianza contro le organizzazioni di sinistra, riferendo le loro attività al Comitato della Camera sulle attività antiamericane – un’organizzazione governativa dedita alla repressione del pensiero di sinistra. Sebbene si opponesse formalmente al maccartismo, l’ADL fornì segretamente informazioni su una serie di organizzazioni all’FBI, diventando, di fatto, un’agenzia di spionaggio privata.
L’ADL si oppose al movimento studentesco degli anni ’60, attaccando lo Student Nonviolent Coordinating Committee (SNCC) e definendolo “razzista”. Ma ha riservato uno speciale vetriolo al movimento di liberazione dei neri, spiando la NAACP e lo stesso Martin Luther King Jr.. Ha anche tentato di mantenere a galla il governo razzista dell’apartheid in Sud Africa, spiando l’African National Congress Party e i principali attivisti anti-apartheid come l’arcivescovo Desmond Tutu, condividendo tali informazioni con il governo suprematista bianco.
Più recentemente, l’ADL ha cercato di indebolire il Movimento per le vite dei neri, criticandolo fortemente per aver evidenziato le connessioni tra il modo in cui le persone di colore vengono trattate negli Stati Uniti e il modo in cui Israele tratta i palestinesi.
Più si esamina la storia dell’Anti-Defamation League, più diventa difficile trovare un’istituzione, un’organizzazione o un movimento progressista che essa non abbia sorvegliato o attaccato. Nel 1993, si scoprì che l'ADL aveva raccolto informazioni riservate su quasi 10.000 attivisti e più di 700 organizzazioni e si era infiltrata in innumerevoli altri gruppi. Quelli sorvegliati includevano la United Farm Workers, l’AFL-CIO, Greenpeace e una serie di organizzazioni progressiste arabo-statunitensi ed ebraico-statunitensi. L’ADL ha anche spiato la Coalizione contro l’AIDS per scatenare il potere (ACT UP) e ha lottato per tenere l’omofobia fuori dai programmi anti-pregiudizio.
L'ex direttore della ricerca dell'ADL, Irwin Suall, ha riassunto la posizione della sua organizzazione: "È la sinistra la più grande minaccia per gli ebrei statunitensi". Non è stato spiegato quale sia la “minaccia” proveniente dagli statunitensi progressisti. Tuttavia, dal momento che Israele riceve un fondamentale sostegno politico e finanziario dagli Stati Uniti, si potrebbe effettivamente affermare che se l’opinione pubblica si rivoltasse fortemente contro Israele, la sua legittimità sarebbe messa in discussione.
Da sempre, l'ADL ha trasmesso dati sensibili al governo israeliano, agendo come agenzia di spionaggio non ufficiale. Ma molti pensavano che questo rapporto andasse oltre, primo fra tutti l’FBI. Una nota interna dell'FBI del 1969 rilevava che molto probabilmente l'ADL stava violando la legge sulla registrazione degli agenti stranieri agendo come un braccio dello stato israeliano. "È incredibile presumere che [l'ADL] non sia fornita a un funzionario del governo israeliano", concludeva la nota.
E mentre l’ADL attacca e diffama personaggi pubblici come la deputata palestinese-statunitense Rashida Tlaib, sostenendo che è antisemita, ha appogiato molte delle iniziative del presidente Trump nonostante la sua storia di dichiarazioni palesemente antisemite. Nel 2017, ad esempio, lo ha elogiato per aver annunciato che gli Stati Uniti avrebbero riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e avrebbero trasferito la loro ambasciata nella città etnicamente pulita.
Esistono reali minacce contro gli ebrei statunitensi. Nel 2018, un uomo armato ha aperto il fuoco contro la sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, uccidendo 11 persone. Solo pochi mesi dopo, un terrorista ha aperto il fuoco contro il Chabad di Poway in California. Ma la lotta contro questi episodi di intolleranza non si aiuta confondendo la simpatia per la causa palestinese e la protesta contro le azioni genocide dello Stato di Israele a Gaza con l’odio verso gli ebrei. Eppure questo è esattamente ciò che l’Anti-Defamation League continua a fare, nonostante molte di queste marce siano state guidate da organizzazioni ebraiche. Le azioni dell'ADL rappresentano un'azione di retroguardia sempre più disperata per proteggere Israele dalle critiche legittime e diffamare gli attivisti di tutto il mondo, bollandoli come razzisti. Questi tentativi sono davvero patetici, ma data la lunga storia dell'ADL nella difesa dell'indifendibile, forse non devono sorprendere.
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