Adesso tutti odiano Israele
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La guerra in Medio Oriente, 18 marzo 2024 - L’incredibile attacco contro un popolo prigioniero a Gaza ha finalmente scosso la coscienza della comunità ebraica statunitense e gettato i sionisti statunitensi in una crisi profonda (nella foto, il senatore Chuck Schumer)
Mondoweiss, 17 marzo 2024 (trad.ossin)
Adesso tutti odiano Israele
Philip Weiss
L’incredibile attacco contro un popolo prigioniero a Gaza ha finalmente scosso la coscienza della comunità ebraica statunitense e gettato i sionisti statunitensi in una crisi profonda
Questa è stata una settimana importante nella storia politica ebraica statunitense.
In primo luogo, il regista di un film su Auschwitz, l'inglese Jonathan Glazer, ha accettato il premio Oscar attribuito al film, affermando che la sua ebraicità non dovrebbe essere usata per giustificare il massacro degli abitanti di Gaza.
- In questo momento, siamo qui come uomini che rifiutano la loro ebraicità e la strumentalizzazione dell’Olocausto da parte di un’occupazione che ha prodotto un conflitto che colpisce così tante persone innocenti. Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza – tutte vittime di questa disumanizzazione, come possiamo opporci?
Dicendo “Noi”, Glazer ha parlato anche a nome del suo produttore Len Blavatnik, un miliardario che stava in silenzio dietro di lui e che solo pochi mesi fa si era associato alla rivolta dei donatori di Harvard contro presunti discorsi antisemiti – in realtà filo-palestinesi – diffusi nel campus. Una rivolta che ha costretto alle dimissioni la preside di Harvard.
Al discorso di Glazer ha fatto seguito, quattro giorni dopo, il “discorso epocale” del senatore di New York Chuck Schumer, che ha parlato in quanto ebreo, e ha invitato Netanyahu a indire nuove elezioni perché le sue politiche di destra stanno danneggiando Israele. “Come sostenitore di Israele da sempre, mi è diventato chiaro che la coalizione di Netanyahu non soddisfa più i bisogni di Israele”, ha affermato Schumer, il politico ebreo più potente della storia USA.
Anche in questo caso il massacro di Gaza ha avuto un ruolo importante. Schumer teme che il massiccio bilancio delle vittime civili a Gaza, che gli trasmette “angoscia”, farà sì che Israele diventi una nazione “paria”.
- Di conseguenza, in coalizione con estremisti di estrema destra come i ministri Smotrich e Ben-Gvir, [Netanyahu] è stato troppo disposto a tollerare il bilancio delle vittime civili a Gaza, che sta facendo crollare ai minimi storici il sostegno a Israele in tutto il mondo. Israele non può sopravvivere se diventa un paria.
La prima cosa da osservare nel discorso di Schumer, e anche in quello di Glazer, è che le vite dei Palestinesi finalmente contano nella politica statunitense. I politici statunitensi hanno finalmente registrato l'incredibile attacco contro un popolo prigioniero, che ha indotto Susan Abulhawa a dirci, dopo esservi stata, che c'è un olocausto a Gaza che non si può descrivere con le parole.
Quindi, proprio come ha detto Joe Biden otto giorni fa che Netanyahu “non può permettere la morte di altri 30.000 Palestinesi” – come se i primi 30.000 fossero semplici pedine – quel genocidio, ora almeno 31.700, stanno anche scuotendo la coscienza della comunità ebraica statunitense.
Schumer è al centro della comunità ebraica organizzata. Da tempo si propone come protettore di Israele – “un leader della comunità ebraica, che si è astenuto da aspre critiche al governo israeliano” (come ha affermato J Street) – e il suo discorso ha un enorme significato.
I sionisti statunitensi sono adesso in completa crisi. Sanno che Israele è già uno Stato paria agli occhi del mondo. Sanno che non è possibile distruggere un territorio con la modalità genocida adottata da Israele – e forzare la mano al Presidente degli Stati Uniti perché sostenga il genocidio pur di non perdere le donazioni elettorali ebraiche, e far dimettere i presidi della Ivy League che permettono ai loro studenti di criticare Israele – non puoi fare queste cose senza gravi conseguenze.
Biden potrebbe perdere il Michigan perché gli è stata forzata la mano. Gli ebrei statunitensi che hanno a cuore la democrazia negli Stati Uniti si stanno finalmente liberando. E gli ebrei, che vedono che l’influenza corruttrice sionista sta alimentando idee antisemite, cominciano a criticare apertamente Israele.
Schumer ha agito per pura disperazione. Teme che Biden possa essere danneggiato politicamente se la comunità ebraica non riesce a mutare rotta ed a condannare un genocidio. Teme che Israele diventi uno Stato “paria”.
Oggi non c’è alcuna differenza tra sionisti di destra e di sinistra all’interno del Partito Democratico. Ora si sono tutti uniti nell’illusione di Schumer/Biden, che basti sbarazzarsi di Netanyahu perché Israele diventi capace di frenare il massacro, perseguire la soluzione dei due Stati e salvare lo Stato ebraico.
Quindi, stiamo assistendo ad una crisi del sionismo in corso. Perché Netanyahu non se ne andrà. Oppure, se lo farà, sarà sostituito da altri che saranno altrettanto o quasi altrettanto guerrafondai e che non potranno fare nulla per porre fine all’occupazione. Quindi Israele continuerà ad essere uno Stato paria. E lo tsunami di boicottaggi, da tempo predetto dai sostenitori di Israele, è davvero alle porte. Persino Schumer ha affermato che gli Stati Uniti devono limitare gli aiuti a Israele se non riescono a fermare il massacro dei civili.
Questa è una crisi dell’identità ebraica. Schumer ha ripetutamente citato la tradizione e la coscienza ebraica come motivazioni del suo discorso. “Ciò che inorridisce soprattutto così tanti ebrei è la nostra sensazione che Israele non sia in grado di sostenere questi valori tipicamente ebraici che ci stanno così a cuore. Dobbiamo essere migliori dei nostri nemici, per non diventare come loro”.
Per quanto si possa essere diffidenti riguardo ai valori e alla coscienza ebraica – e io sono diffidente quanto basta – il suo discorso rappresenta un grande campanello d’allarme per gli ebrei che hanno a cuore i diritti umani, perché sfidino i complici del genocidio nella comunità ebraica statunitense. Nonostante l'amore espresso per Israele e le mitologie sulla sua creazione e sulla sua presunta democrazia, il discorso di Schumer è storico e importante su questo terreno.
Perché, come ha affermato questa settimana più di un critico di Schumer, egli sta dando un segnale verde a tutti gli altri. Il politico ebreo più potente nella storia degli Stati Uniti sta dicendo: come ebreo dico agli USA che Israele sta sbagliando. Sì, tutti odiano Israele adesso!
Così Schumer ha aperto le porte a quel dibattito ebraico che io e altri nella comunità antisionista ebraica statunitense cerchiamo da tempo di avviare: come possiamo sostenere uno Stato discriminatorio e brutale laggiù in nostro nome e in quanto ebrei, quando ci opponiamo assolutamente al nazionalismo religioso e alla persecuzione delle minoranze qui?
Questa discussione favorirà la presa di coscienza di una nuova generazione di antisionisti e la loro vittoria finale. Perché lo Stato ebraico non sarà in grado di trasformarsi per adattarsi ai valori liberal statunitensi. E indipendentemente dagli accordi politici che vi saranno nei prossimi anni in Israele/Palestina – divisione in due Stati, o un solo Stato – la trasformazione di Israele in uno Stato paria è ora così ben avanzata grazie alle sue stesse azioni, che nessun sionista alla fine sarà in grado di salvare la sua realtà razzista di apartheid. E gli ebrei idealisti qui contribuiranno a trasformare quella terra.
Aggiungerei che, nel dare indicazioni agli israeliani su cosa fare – indire nuove elezioni! – Schumer ha svelato un grande segreto del sionismo: è un'ideologia ebraica internazionale che comporta sempre confusione riguardo agli interessi nazionali. Schumer potrebbe ben sostenere di potersi permettere di interferire negli affari interni israeliani perché Israele lo fa continuamente con noi, e Netanyahu lo ha fatto nel 2015. “Immaginate, che so, un qualsiasi leader straniero asseritamente alleato degli Stati Uniti che venisse qui e tenesse, come ha fatto Netanyahu, un discorso davanti al Congresso mandando a cagare il presidente statunitense su un tema politico chiave del momento", come ha affermato un sionista liberal ebreo di New York lodando il discorso di Schumer."Riuscite a immaginarlo?"
Posso immaginarlo, poiché lo stesso Schumer, dopo aver votato contro l'accordo con l'Iran, affermò di averlo fatto nell'interesse di Israele, non in quello statunitense.
Quindi il sionismo è sempre stato un enorme asterisco sui valori liberal degli ebrei statunitensi. Questa settimana quell'asterisco ha cominciato a cadere a pezzi.
Grazie per aver letto,
Phil
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