Marocco

 Marocco - Tra i detenuti delle carceri marocchine vittime delle renditions della CIA, c'è un cittadino italiano, Abou Elkassim Britel. Notizie sul suo caso e una ricchissima documentazione si possono trovare su www.giustiziaperkassim.net.


(nella foto, Abou Elkassim Britel)

Leggi tutto: Il cittadino italiano detenuto in Marocco

Write comment (0 Comments)

 Marocco - Anche il Marocco coinvolto nello scandalo delle detenzioni illegali e della tortura nei confronti di sospetti terroristi. Lo rivela il giornalista inglese Stephen Grey nel suo libro "I voli segreti della CIA" e ne scrive Le Journal Hebdomadaire. Una delle vittime è un cittadino italiano di origine marocchina, Abou El Kassim Britel, per la liberazione del quale si è mobilitata la comunità internazionale.

 

 

Leggi tutto: Renditions

Write comment (0 Comments)
 Marocco, aprile 2007 - La nuova presidente dell'Associazione marocchina per i diritti dell'uomo (AMDH), la più dinamica tra le ONG nel campo della tutela dei diritti umani, è Khadija Ryadi, un passato di sindacalista nelle fila dell'Unione marocchina del lavoro (UMT) e una collocazione politica di estrema sinistra nella Voie démocratique;
Prima della sua elezione, TEL QUEL aveva pubblicato un'analisi (di parte, ma piena di informazioni) sul futuro dell'organizzazione marocchina più importante.

Leggi tutto: Che cosa succederà dopo Amine?

Write comment (0 Comments)

 Marocco - Scandalo nella provincia marocchina: una prostituta filma il suo amante mentre fa l'amore con lui. Si tratta di un giudice che le confida anche gli episodi di corruzione di cui è stato protagonista. Tra scandali e morbosità,  i giornali raccontano la realtà del sistema giudiziario marocchino

 

 

Leggi tutto: L’incredibile storia di Rkia Abouali

Write comment (0 Comments)

In Marocco suscita scandalo il coming out dello scrittore Abdellah Taia. La ragione è semplice: in una società in cui il controllo poliziesco si somma a quello sociale, si può anche essere zemel, ma è severamente interdetto dichiararlo. Così c'è chi invoca il linciaggio dello scrittore, mentre i suoi amici... tacciono. Un articolo apparso su Tel Quel  (traduzione a cura di ossin)

 

Leggi tutto: Omosessuale in Marocco

Write comment (0 Comments)

Phénomène urbain qui prend de plus en plus d’envergure, la prostitution au masculin se vit en toute liberté chaque jour à Casablanca et dans d’autres villes du Maroc, comme Marrakech, Tanger, Essaouira ou Agadir. Jeunes adolescents, moins jeunes, homosexuels convaincus ou candidats hétérosexuels aguerris au tapin nocturne sur quelques artères des grandes villes, ils fréquentent aussi les boîtes de nuit, des cabarets, des bars et des hôtels où ils ont leurs entrées. Dans ce milieu, la violence sous toutes ses formes est monnaie courante. Coups, blessures, agressions, abus sexuels, viols, proxénétisme primaire, vengeance… C’est le lot quotidien d’une partie de la jeunesse marocaine livrée à elle-même et à l’insouciance et au je-m’en-foutisme.

De plus en plus, le phénomène de la prostitution masculine s’intensifie au Maroc.  
 

Leggi tutto: Les travailleurs du sexe

Write comment (0 Comments)

Un célèbre reportage de l'hebdomadaire TEL QUEL - N. 120. Quoi qu'on pense d'eux, ils existent. Et ils se cachent. Alors autant entendre ce qu'ils ont a dire... Dossier réalisé par Laetitia Grotti et Maria Daif

Leggi tutto: ETRE HOMOSEXUEL AU MAROC

Write comment (12 Comments)

Analisi - Jean Zigler è stato Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione, autore inoltre di "L'Empire de la honte" (Edizioni Fayard, Paris, 2005). Ha scritto, nel numero di novembre 2007 di Afrique Asie, un appassionato ricordo di Ben Barka che conclude con queste parole: "Domani rifiorirà la primavera. Sui tre continenti uomini e donne riprenderanno la lotta per l'emancipazione dei popoli. Le visioni, l'esempio e la lucidità di Ben Barka, la memoria del suo sacrificio saranno come una luce. Essa guiderà i passi degli insorgenti".
La traduzione italiana è di ossin.
 

(nella foto, Ben Barka)

Leggi tutto: A domani Si-Mehdi

Write comment (0 Comments)
 Mentre il Marocco festeggia il centenario del suo primo progetto di Costituzione, la classe politica non trova un accordo per riformare quella del 1996 attualmente in vigore. Come sempre, sarà il Re a decidere…

Leggi tutto: Aspettando Mohammed VI

Write comment (0 Comments)
 In occasione delle celebrazioni del 33° anniversario della "marcia verde", il re del Marocco, Mohammed VI, accusa l'Algeria di ostacolare l'integrazione del Maghreb, ribadendo la leggittimità dell'occupazione marocchina del Sahara Occidentale. La notizia in un dispaccio AFP e nel commento apparso sul quotidiano di Algeri, La Liberté. Tradotti in italiano a cura di ossin

(nella foto, Mohammed VI)

Leggi tutto: La furia del re

Write comment (0 Comments)

 Gabriel Molina, direttore di Granma Internacional, ricorda un epiosdio dimenticato: l'invasione marocchina dell'Algeria, all'indomani dell'indipendenza. La Rivoluzione algerina venne allora salvata dall'aiuto decisivo dei soldati cubani. La traduzione per ossin è di Alessandra Riccio.


(nella foto, Ahmed Ben Bella)

Leggi tutto: Quando il Marocco invase l'Algeria

Write comment (0 Comments)
Sahara occidentale - Abbiamo ricevuto le foto di una manifestazione a Guelmin (nel sud Marocco), per protestare contro la condizione dei prigionieri politici saharaoui nelle carceri marocchine.
I volti sono cancellati per non esporre i manifestanti a possibili rappresaglie.
 

Leggi tutto: Condizione dei prigionieri a Guelmin

Write comment (0 Comments)
Tel Quel 26 luglio/2 agosto 2008
Cadi Ayyad. Gli studenti contrattaccano
Gli studenti arrestati durante le manifestazioni all’Università Cadi Ayyad, a Marrakech, hanno diffuso delle testimonianze che accusano la polizia di brutalità. Attualmente sono in sciopero della fame dal 10 giugno.

“Mi sono nascosto con dei compagni sulla terrazza di un edificio della città universitaria, quando sono arrivati degli elementi del CMI (Corpi speciali della polizia marocchina, ndt). Volendo schivare un colpo di manganello, mi sono trovato nel vuoto, sospeso al muretto della terrazza, fino a quando i poliziotti non hanno cominciato ad assestarmi colpi sulle dita”. Abdelkébir Bahi, studente della facoltà di diritto di Marrakech, è caduto dal 4° piano. Diagnosi: frattura della colonna vertebrale. Attualmente si trova su di una sedia a rotelle.

Il dramma si è svolto il 14 maggio. Una manifestazione studentesca organizzata dall’UNEM (Union nazionale des étudiants marocains) sfocia in scontri con la polizia. I manifestanti si dirigono verso l’Università di Cadi Ayyad, dove ha sede il Rettorato. Obiettivo: consegnare al Rettore una lista di rivendicazioni, soprattutto l’aumento della borsa di studio a 1500 Dhirams. Le forze della CMI, inviate a contenere questa “marcia non autorizzata”, chiudono gli studenti nel campus. Candelotti lacrimogeni e colpi di manganello cominciano allora a piovere sugli ospiti della città universitaria che rispondono con lanci di pietre e bottiglie molotov. Risultati: edifici bruciati e 18 studenti arrestati. Interrogato sulla piega presa dagli avvenimenti, Moulay M’hamed Mirani Zantar, decano della Facoltà di diritto, non prende posizione: “Questa faccenda oramai riguarda solo le Autorità ed i detenuti”. Il 9 giugno viene emesso il verdetto per 7 di loro: un anno di prigione ferma ed un’ammenda di 1500 Dhirams. “E’ una condanna arbitraria – commenta Mustapha Rochi, uno degli avvocati – Perché condannare proprio questi sette studenti, quando a manifestare erano in centinaia?”. Gli altri undici arrestati attendono ancora il processo, Ma i 18 studenti, detenuti nel centro penitenziario di Boulmehraz a Marrakech, hanno avviato uno sciopero della fame dal 10 giugno, che dura fino ad oggi. Chiedono la revisione del processo, assicurando che le loro deposizioni sono state strappate con la tortura.

Leggi tutto: Marrakesh - Gli studenti contrattaccano

Write comment (0 Comments)
Marocco - Gli arresti indiscriminati degli studenti di Marrakech, dopo le manifestazioni del 14 e 15 aprile (v. rapporto ossin di giugno), hanno finalmente raggiunto le pagine dei giornali marocchini. Almeno quelle non conformiste di Tel Quel.

(Poliziotti durante una manifestazione, foto ossin)

Leggi tutto: Studenti di Marrakech

Write comment (0 Comments)
Nome: Serge Uvia Mashikote.
Nato il 17 aprile 1990 sfortunatamente a Kisangani, città della Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire).
Attualmente rifugiato in Marocco, un rifugiato-bambino scappato dalla guerra a 12 anni, insieme a molti altri coetanei.
…………..
Mio padre era dipendente del Municipio, mia madre era casalinga. Io ero il primo figlio, dopo di me due bambine di 4 e 6 anni. Nel 2002 vi è stata una rivolta nel mio paese e i militanti della RCD, sostenuti dall’Uganda, si sono scontrati con le forze governative.
Nel tempo di cui parlo, molti quartieri della mia città erano controllati dai miliziani dello RCD e le radio del governo invitavano i civili alla resistenza, a prendere le armi contro i ribelli. Questi ultimi – preoccupati di ciò – hanno cominciato a sterminare i ragazzi della mia età. Che non potevano nemmeno sperare di mettersi sotto la protezione delle forze governative, perché queste a loro volta li arruolavano forzatamente e li costringevano alla guerra.
Ho sentito racconti di bambini gettati nei pozzi e di tanti altri ammazzati senza pietà, mentre dall’altro lato li prendevano per farne dei soldati, una storia frequente in Africa.
Una notte i miliziani della RCD sono entrati in casa mia e hanno cominciato a picchiare i miei genitori. Mio padre ha fatto in tempo a dirci di fuggire dalla parte di dietro. Io e le mie sorelline siamo scappati da una finestra correndo come pazzi il più lontano possibile.
Il giorno dopo siamo tornati, non avevamo il coraggio di rientrare a casa e siamo andati da una famiglia di vicini. Ci hanno accolto piangendo, ma non volevano raccontarci cosa era successo. Solo a me lo hanno detto, che ero più grande. In breve, mio padre e mia madre erano stati ammazzati. Oramai non eravamo che degli orfani, senza nessuno al mondo.
 
Le mie sorelle sono rimaste dai vicini, per me era troppo pericoloso restare, sarei stato ucciso o arruolato a forza. Sono scappato insieme ad una ventina di altri ragazzi, lungo la strada siamo diventati moltissimi. In quel momento non avevamo una direzione, si trattava solo di allontanarsi dalla guerra. Il cammino è durato molti giorni e molte notti. Si mangiavano i frutti degli alberi o il pane che qualche persona impietosita ci dava.
Non mi ricordo dopo quanto tempo, ma sicuramente alcune settimane, siamo arrivati nella città di Lokolela (regione di Eguateur), una cittadina sulle rive del fiume Congo, che divide la Repubblica democratica del Congo dal Congo Brazzaville.

Eravamo tutti stanchi, doloranti per la fatica e coi piedi gonfi. Siamo rimasti qualche settimana.
Dormivamo nel porto, sotto le stelle, mangiavamo i pesci che pescavamo alla bell’e meglio. Nessuna assistenza, nessun aiuto, in quella città eravamo considerati come stranieri. Eppure eravamo quasi tutti bambini dai 12 anni in su.

Leggi tutto: Storia di Serge

Write comment (0 Comments)
Editoriale Tel Quel 13/19 settembre 2008

Ancora la “mancanza di rispetto al re”?
“Mancanza di rispetto al re”. E’ il capo di imputazione che ha significato per Mohamed Erraji, 32 anni, una condanna a due anni di prigione ferma. Dopo un processo sbrigativo al Tribunale di Agadir (interrogatorio di polizia giovedì 4 e venerdì 5 settembre, comparizione davanti al giudice, processo e verdetto lunedì 8), l’imputato, che non ha avuto nemmeno il tempo di nominare un avvocato, è stato direttamente spedito alla prigione di Inezgane. Ancora inebetito per quello che gli era capitato, vi ha trascorso qualche giorno prima di ottenere la libertà provvisoria giovedì. L’appello è fissato per il 16 settembre ed il giovane rischia fino a 5 anni di prigione.

Mohamed Erraji è un blogger di talento, giornalista e cronista per hespress.com. E’ stata una cronaca pubblicata su questo sito web, dal titolo “il re incoraggia il popolo all’assistenza” ,che gli ha procurato tutte queste disavventure.

Mohamed è partito da un aneddoto, riportato da un quotidiano, secondo il quale il re Mohammed VI, in uno slancio spontaneo di generosità, avrebbe concesso una licenza di taxi ad un vigile urbano di fronte al quale si è trovato, mentre conduceva la sua auto con a fianco il principino Moulay Hassan.
Da qui egli svolge tutto una argomentazione che tende a dimostrare che la politica dei doni reali (sia che si tratti di licenze, che di lotti di terreni) allontanerebbe i marocchini dalla strada del lavoro e dell’impegno, facendone un popolo di assistiti. Concludendo con una profezia: se il futuro Hassan III perpetuerà gli stessi comportamenti del padre, il Marocchini non potranno sperare di uscire dall’assistenzialismo prima del “regno di Mohammed VII”.
Ecco tutta la questione.

Leggi tutto: Mohamed Erraji: il blogger

Write comment (0 Comments)
Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024