Un decesso in Arabia: l'enigma saudita
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Indian Punchline, 17 giugno 2012 (trad. Ossin)
Un decesso in Arabia: l’enigma saudita
M.K. Bhadrakumar
La morte improvvisa del principe ereditario saudita Nayef evidenzia l’enigma saudita. Il paese deve affrontare problemi seri: un sistema monarchico arcaico, una corruzione ed una venalità endemiche, dei problemi socio-economici crescenti, la crescita di potenza degli Sciiti, una sollevazione regionale e dei vicini difficili. Ma l’ironia delle ironie si dovrà manifestare il prossimo mese, in occasione dei funerali di Nayef e della scelta del nuovo principe ereditario.
L’Arabia Saudita è il paese che oggi brandisce la bandiera della “riforma”, della “democrazia” e dei “diritti umani” in Siria. E tuttavia è uno dei regimi politici più opachi del mondo. Trentaquattro oscuri personaggi che pretendono di essere i discendenti di Abdul-aziz Ibn Saud, il fondatore del regno (che aveva 34 figli) sceglieranno tra i principi ereditari il successore del re Abdullah al momento della sua morte. “L’incognita delle incognite” è certamente l’influenza dei servizi segreti USA su questi “decisori” che hanno piazzato i loro averi nelle banche occidentali.
La lista dei dignitari che assisteranno ai funerali di Nayef aiuterà a mantenere la rotta nelle acque agitate della politica regionale. Dal Pakistan verranno il primo ministro Yousuf Gilani e il capo dell’esercito Ashfaq Kayani. Ah, il capo dell’esercito Kayani? Ma sì! Sembrerebbe che alla fine i legami del Pakistan con l’Arabia Saudita non siano poi così allentati, a causa del riavvicinamento dell’Arabia Saudita all’India, come i nostri esperti e i nostri giornalisti allineati avevano preteso…
I leader mondiali non cessano di elogiare i lasciti di Nayef. Ma si tratta prima di tutto di riconoscere l’importanza dell’Arabia Saudita come primo produttore di petrolio e di rendere omaggio ai petrodollari. Perché alla fine quale è il lascito di Nayef? Bizzarramente egli è morto lo stesso giorno in cui un gruppo di saudite l’avevano sfidato: guidando un’automobile. Nayef ha represso con violenza e brutalità i sedicenti membri di AlQaida, gli islamisti, i radicali e le donne, gli Sciiti e tutti i dissidenti in Arabia Saudita. Verrà il giorno in cui il ruolo che ha giocato in un periodo di transizione regionale sarà rivalutato. Ha avuto un ruolo nell’intervento saudita in Bahrein, dove ancora non c’è un Parlamento. E la cosa più inquietante, è che gli islamisti radicali dello Yemen aspettano la loro ora. Nayef non è mai stato una personalità “popolare” nel suo paese ma è vero che i capi della polizia lo sono raramente. Nelle province orientali dell’Arabia Saudita, ci si è – sembra – rallegrati della sua morte.