Cristina Kirchner nel mirino
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Strategic culture, 13 febbraio 2015 (trad. ossin)
Il caso della morte del procuratore Nisman
Cristina Kirchner nel mirino
Mahdi Darius Nazemroaya
La Storia si ripete in forme strane. L’Argentina ha vissuto una fase che assomiglia agli anni post-1999, dopo le dimissioni di Boris Eltsin, quando Putin lo ha sostituito al Cremlino come presidente della Federazione russa. Mentre lottava per liberarsi dal giogo straniero, il governo federale argentino ha consolidato il suo potere economico e politico.
Diversi spezzoni dell’ex regime e degli oligarchi amici degli Stati Uniti si sono opposti al nuovo governo. Essi hanno contrastato i grandi progetti nazionali, la ri-nazionalizzazione delle grandi compagnie e il rafforzamento dell’Esecutivo. Da questo punto di vista, gli scontri del presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, con i suoi oppositori sono simili a quelli che hanno opposto Vladimir Putin agli oligarchi e ai politici russi che volevano sottomettere la Russia a Wall Street e a Washington, e al contempo al capitalismo e ai centri finanziari dell’Europa dell’ovest.
Sono state sfruttate tutte le occasioni per indebolire il governo argentino. La presidente Fernandez de Kirchner ha anche pubblicamente accusato i suoi oppositori argentini di lavorare con gli Stati Uniti per rovesciare il governo. Quando Daech e Isis minacciarono di ucciderla nel 2014, ella ha ricordato che è Washington a tirare le fila delle brigate terroriste di Daech in Iraq e Siria (1).
La morte di Alberto Nisman
L’ultimo capitolo di questa lotta è cominciato a gennaio 2015. Lo stesso giorno in cui Mohammed Allahdadi, il generale della Guardia rivoluzionaria iraniana, veniva ucciso dagli Israeliani in Siria, il 18 gennaio, l’ex procuratore Alberto Nisman è stato trovato morto con una ferita d’arma da fuoco al capo nella stanza da bagno del suo appartamento chiuso a chiave (2). Nisman aveva indagato per dieci anni sul bombardamento, nel 1994, di un immobile appartenente all’Associazione mutualista israelita argentina (AMIA). Aveva ricevuto l’incarico nel 2003 dal presidente Nestor Kirchner, il defunto marito dell’attuale presidente argentina.
Alberto Nisman
Qualche giorno prima, il procuratore aveva formalizzato delle accuse contro la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner e il ministro degli affari esteri Hector Timerman, anche lui ebreo. Secondo il New York Times, Nisman “ha formulato accuse gravi” (3), affermando che “l’attentato era stato organizzato e finanziato dal governo iraniano, e che Hezbollah, l’alleato dell’Iran in Libano, lo aveva eseguito; e che la presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, e i suoi principali collaboratori, avevano cospirato per coprire il coinvolgimento dell’Iran, nel quadro di un contratto di fornitura di petrolio iraniano all’Argentina” (4)
Il giornalista Damian Pachter
Il giornalista ebreo Damian Pachter, che è scappato dall’Argentina dopo la morte di Nisman, ha gettato olio sul fuoco da Israele. Ha anche scritto un articolo per Haaretz, molto citato ma mai verificato, che polemizza col governo argentino. L’articolo di Patcher descrive una Argentina governata da un regime fascista. Ecco qualcuno dei suoi commenti:
Damian Pachter
“Non so assolutamente quando tornerò in Argentina. Non so nemmeno se lo voglio. Quello che so, è che il paese dove sono nato non è affatto quel luogo gioioso sul quale i miei nonni ebrei mi raccontavano delle storie”.
“L’Argentina è diventata un luogo tenebroso governato da un sistema politico corrotto. Io non ho ancora capito che cosa mi è accaduto nelle ultime quarantotto ore. Non avrei mai immaginato che il mio ritorno in Israele sarebbe stato così” (5).
Prima di continuare, conviene precisare che, durante tutti i dieci anni dell’inchiesta, Alberto Nisman non è stato in grado di elevare alcuna incolpazione nei confronti dell’Iran o di Hezbollah. Inoltre è stato rivelato che egli è stato in frequente contatto con gli Stati uniti nel corso dell’indagine sull’AMIA e che è stato accusato da Roland Noble, l’ex capo dell’Organizzazione internazionale di polizia criminale (Interpol) di essere un bugiardo in relazione a molte delle sue accuse in questa vicenda dell’AMIA (6).
La morte di Alberto Nisman è stata attribuita a un suicidio. Tuttavia il momento della morte è molto sospetto, poche ore prima della data prevista per la sua testimonianza davanti al Congresso argentino. Il governo ha dichiarato che la sua morte è stata un assassinio diretto a colpire il governo (7). Si tratta di una affermazione corretta e ha avuto delle conferme: la morte di Alberto Nisman è stata utilizzata come argomento politico per chiedere le dimissioni del governo argentino.
La Quinta colonna in Argentina
The Guardian ha pubblicato un articolo il 27 gennaio 2015, nel quale si afferma che la morte di Alberto Nisman “è l’epilogo di una lunga lotta” tra il governo argentino e la “principale agenzia di informazioni argentina, che è emersa in tutta evidenza dopo la morte sospetta di Nisman, e della quale la presidente denuncia gli elementi criminali che tentano di farla cadere” (8). Alcuni punti importanti di questo articolo meritano di essere posti in evidenza.
I rappresentanti del governo hanno indicato alcuni membri dell’agenzia, che sostengono lavorassero con Nisman fornendogli informazioni tratte da intercettazioni telefoniche.
Loro capo è Antonio Stiuso che, fino al mese scorso, era il direttore generale delle operazioni e ascoltava gli oppositori politici della presidente. E’ stato congedato quando Fernandez ha scoperto che aveva lavorato con Nisman a montare un dossier contro di lei. Pare che si sia rifugiato negli Stati Uniti.
Nel suo discorso televisivo – pronunciato su una sedia a rotelle, in seguito ad un recente incidente – la presidente ha criticato anche Diego Lagomarsino, accusato lunedì di avere illegalmente prestato un’arma da fuoco a Nisman (9).
Le cose dette fanno riferimento al fatto che la sicurezza interna e gli agenti segreti argentini hanno lavorato per rovesciare il loro governo. Inoltre Antonio Stiuso e Nisman lavoravano in segreto per montare un dossier che doveva servire a eliminare Kirchner dal governo.
In Argentina vi è una Quinta colonna. Conviene ancora notare che alcune delle persone coinvolte in questa vicenda provengono dal periodo della dittatura militare in Argentina, durante la quale collaboravano strettamente con gli Stati Uniti. E’ la ragione che potrebbe spiegare perché Antonio Stiuso sembra sia fuggito in questo paese. Ed è la ragione per la quale il governo argentino ha aperto una inchiesta sull’attività di diversi agenti della polizia federale, che sorvegliavano Nisman, ed ha sostituito il Segretariato della Intelligence (SI, in precedenza Segretariato di Stato per le Informazioni, o SIDE) con una nuova agenzia di intelligence (10). “Ed è questo il motivo per cui ho deciso di congedare gli agenti che erano in servizio prima del ritorno della democrazia”, ha dichiarato Kirchner (11).
Parlando delle riforme necessarie, la presidente ha dichiarato: “Dobbiamo cominciare a lavorare ad un progetto di riforma della intelligence argentina, con l’obiettivo di sopprimere un sistema che non ha servito gli interessi nazionali” (12), Cristina Kirchner ha rivelato che il SI operava per scalzare il governo e per annullare quello che l’Argentina aveva fatto con l’Iran. Il Buenos Aires Herald ha scritto che la presidente Kirchner ha affermato che “fin dal momento in cui è stato firmato il protocollo di accordo con l’Iran sugli attentati contro l’AMIA, avete potuto vedere che il SI lo ha bombardato” (13).
AMIA è un pretesto e l’Argentina è uno dei fronti di una guerra mondiale assai sfaccettata
La vicenda dell’AMIA è stata politicizzata su due fronti. Uno è interno, l’altro si svolge sul piano delle relazioni internazionali. Un gruppo di oligarchi argentini strumentalizza il caso dell’AMIA per riprendere il controllo del paese, mentre gli Stati Uniti lo utilizzano come strumento di pressione – esattamente come il caso dei fondi avvoltoio – sul governo argentino e per interferire negli affari interni del paese.
L’opinione pubblica argentina è in fibrillazione e lo scontro si fa duro. La morte di Alberto Nisman viene utilizzato dagli oppositori politici per demonizzare il governo. L’opposizione fa addirittura di Nisman un martire caduto nella lotta per la democrazia e la libertà, in un paese governato da un regime sempre più autoritario.
Le posizioni politiche argentine a proposito dell’attacco all’AMIA, e le inchieste relative, riflettono qualcosa di molto più importante. Non è solo l’Iran il bersaglio di questa polarizzazione intorno al caso AMIA. Non si tratta per niente di cercare giustizia per le vittime delle bombe sull’AMIA. La Cina, la Russia, Cuba, il Brasile, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia e una serie di paesi indipendenti sono anch’essi bersaglio di quella che in realtà è una battaglia mondiale tra gli Stati Uniti e una coalizione di paesi indipendenti che resistono all’influenza nord-americana.
L’obiettivo ultimo degli Stati Uniti è di riguadagnare l’influenza perduta sull’Argentina, di ri-orientarne le relazioni commerciali e controllarne la politica estera. Questo richiede l’abolizione delle misure assunte da Buenos Aires per riprendere dagli Inglesi il controllo sulle Maluine (le Falkland), una zona ricca di energia nell’Atlantico del Sud.
Oltre alla guerra per le risorse, comprese quelle energetiche, la guerra mondiale dalle tante sfaccettature avviata dagli Stati Uniti contro i suoi rivali prevede anche un intervento sull’agricoltura, che si tradurrà nella destabilizzazione dei prezzi alimentari e anche la provocazione di una carestia. Oltre alle sue inesplorate riserve di petrolio e gas naturale, l’Argentina è una grande potenza agricola. Controllare Buenos Aires sarebbe utile agli Stati Uniti,
Note:
[1] Mahdi Darius Nazemroaya, «Eagles of Empire and economic terrorism: Are vulture funds instruments of US policy?» RT, 24 Ottobre 2014.
[2] Almudena Calatrava, «Supporters doubt Argentine prosecutor killed self», Associated Press, 20 Gennaio 2015; Jonathan Watts, «Argentinian government moves to dissolve domestic intelligence agency», Guardian, 27 Gennaio 2015,
[3-4] Isabel Kershner, «Journalist Who Reported on Argentine Prosecutor’s Death Flees to Israel», New York Times, 26 Gennaio 2015.
[5] Damian Pachter, «Why I fled Argentina after breaking the story of Alberto Nisman’s death», Haaretz, 25 Gennaio 2015.
[6] «Ex Interpol head Roland Noble: What prosecutor Nisman says is false», Buenos Aires Herald, 18 Gennaio 2015.
[7-10] Jonathan Watts, Argentinian governments moves», op. cit.
[11-13] «CFK announces plan to dissolve SI intelligence service», Buenos Aires Herald, 26 Gennaio 2015.