Siria, giugno 2013 - “Alcuni Belgi avrebbero dati una mano a decapitare un uomo in Siria (…) La Procura federale ha esaminato un video nel qualche alcuni giovani che parlano olandese avrebbero dato una mano a decapitare un uomo nudo steso al sole, ha riferito il portavoce della Procura, Lieve Pellens. La didascalia dice che si tratta di un vecchio sciita  (nella foto, il giornale La Libre Belgique)








La sporca guerra della NATO e del Belgio in Medio Oriente

Jihadisti belgi: oltre lo scandalo


Luc Michel (9.6.2013)


“A El Quseir sono stati catturati ufficiali belgi, olandesi francesi e inglesi”
(Assem Qanso, deputato libanese (Al Nachra)


La Libre Belgique, 7 giugno 2013:

“Alcuni Belgi avrebbero dati una mano a decapitare un uomo in Siria (…) La Procura federale ha esaminato un video nel qualche alcuni giovani che parlano olandese avrebbero dato una mano a decapitare un uomo nudo steso al sole, ha riferito il portavoce della Procura, Lieve Pellens. Il video è stato postato in giugno con uno pseudonimo, in un sito internet che contiene altri video sinistri. La didascalia dice che si tratta di un vecchio sciita (…). Si vede un gruppo di giovani “ribelli” che gridano “Allah Akhbar” (dio è grande!) e “Takfir” (la corrente oscurantista dell’islam cui appartengono molti degli oppositori di Bachar el Assad), tenendosi vicino all’uomo nudo, mentre uno di loro gli taglia la testa con un coltello. Durante questa scena macabra, si sentono con chiarezza delle parole dette in olandese con accento fiammingo. Si sente una voce dire: “giralo” e poi “sul ventre” e ancora: ”mantieni bene il piede”. E oltre che in olandese, si sentono  anche delle frasi in francese e arabo



E’ il video dello scandalo, il video di troppo. Quello che occupa le prime pagine a Bruxelles, ma anche a Beirut e Damasco.

“Il video dura diversi minuti difficilmente sopportabili (...) Esso è stato postato il 2 giugno su alcuni siti specializzati in immagini di esecuzione, azioni di guerra e attentati, precisa “La Libre Belgique”. La didascalia precisa che si tratta dell’esecuzione di uno sciita (sostenitore di Bachar el Assad) in Siria, dove la guerra civile ha avuto una svolta confessionale. Gli jihadisti che fanno riferimento ad Al Qaida nutrono un odio feroce per gli sciiti. E molti di essi hanno l’abitudine di guardare questi video, come è emerso nel corso di un processo contro una filiera di Al Qaida nel 2004. Anche alcuni giovani Belgi amavano guardare queste immagini.

Nel video di cui parliamo non si vede alcun viso, nemmeno la sagoma dei carnefici. Due obiettivi si focalizzano sul corpo della vittima. Ma le voci si sentono. Si sentono molte invocazioni di “Allah Akhbar” e di incoraggiamento quando il coltello viene posto sulla gola dello sventurato.

Il quotidiano di Bruxelles precisa ancora: “E’ chiaro che vi sono dei Belgi tra i carnefici. Il loro accento non può ingannare. Parlano in olandese e francese: “Comme ça, c’est bon” (Così va bene); “Tue-le” (uccidilo); “Sale chiite” (sporco sciita) o ancora – in olandese – “Giralo”, “Mettilo a pancia in giù”.


Secondo il portavoce della Procura Federale belga, il video non è stato ancora esaminato dalla Procura: “Si tratta per noi di una informazione recente” (sic), spiega Lieve Pellens. “Sarà esaminato nell’ambito dell’inchiesta del giudice istruttore di Anversa sulla cellula Sharia4Belgium”.


E’ l’ultimo episodio del feuilleton sugli “jihadisti belgi” che scuote il regno. Episodio che fa parte del gran dossier sugli jihadisti dell’Unione Europea partiti per combattere in Siria nei ranghi dell’ESL (l’esercito dei “ribelli”). Un centinaio di Belgi (molti giovani e alcuni di essi fiamminghi e brussellesi di origine, convertiti) secondo Bruxelles, meno di un migliaio di cittadini dell’UE secondo la NATO. In realtà 6.000 o 7.000 – 800 dei quali belgi – secondo le nostre fonti siriane e libanesi.


Il vero scandalo dietro la vicenda di cronaca: a El Quseir sono stati catturati ufficiali belgi, olandesi, francesi, inglesi e del Qatar
Ma il vero scandalo, quello di cui nessuno parla a Parigi e Bruxelles, non è quello degli jihadisti, salafisti e degli altri scombinati di Sharia4Belgium partiti per la Siria.
E’ che poi, in Siria, questi ultimi sono stati addestrati da ufficiali delle forze speciali della NATO, tra cui anche ufficiali belgi e olandesi.

Infatti a El Quseir sono stati catturati ufficiali belgi, olandesi, francesi, inglesi e del Qatar.


Secondo il giornale libanese Al Nachra (fine maggio 2013) – notizia shock accuratamente occultata dai media della NATO - , citando un deputato del Parlamento libanese, “ufficiali francesi, inglesi, belgi, olandesi e del Qatar sono stati arrestati durante i combattimenti a El Quseir mentre si andava serrando la morsa sui terroristi di Al Nosra”.

Assem Qanso (1), deputato del partito Ba’aths socialista libanese (2), ha dichiarato a Al Nachra che “il numero di questi ufficiali stranieri arrestati è di decine. Il capo (dell’organizzazione terrorista Al Nosra), Abou Al Walid è rimasto ucciso mentre combatteva al fianco di questi ufficiali stranieri… 36 villaggi della periferia di El Quseir sono stati liberati e l’esercito regolare arabo siriano è riuscito in due giorni di combattimento a ripulire tutta la ragione a nord ovest della città, ciò che vuol dire che le vie di approvvigionamento di Al Nosra, da Arsal e Homs, sono completamente tagliate”. Secondo questo importante deputato libanese, migliaia di terroristi si sono arresi e quasi 18 libanesi, tutti partigiani dello sceicco Salem Al Rafai, il religioso salafista libanese, sono stati arrestati. Altri salafisti libanesi sono rimasti uccisi e altri ancora sono stati arrestati. “Ogni famiglia libanese che ha mandato un figlio al fronte contro la Siria ha ricevuto 50.000 dollari”. Il deputato si preoccupa anche del ritorno di decine di combattenti salafisti in Libano. “Il Libano non potrà tollerare in eterno questi elementi sul suo territorio, soprattutto quando sono equipaggiati con armi e munizioni”.


Ma cosa fanno i Belgi e gli Olandesi in Siria?
Perché anche dei Belgi e degli Olandesi? Perché il grosso del contingente jihadista venuto dall’Unione Europea proviene dal Belgio e soprattutto dalla Fiandra. E perché questi giovani senza alcuna formazione non parlano l’arabo ma solo l’olandese.

Si capisce meglio a questo punto l’improvvisa moderazione dei Belgi durante l’ultima riunione dell’ Unione Europea a Bruxelles di fine maggio. A Bruxelles il 27 maggio, i 27 della UE esaminavano infatti la questione dell’abolizione dell’embargo sulle armi dirette alla pseudo “opposizione siriana”. Stabilito due anni fa, l’embargo europeo, anche sulle armi, sarebbe spirato a fine maggio. Londra, il cavallo di Troia USA nell’Unione Europea, ha rivendicato il diritto di fare di testa sua per aiutare gli oppositori siriani. Parigi ha appoggiato questo ricatto. I moderati lo hanno accettato.


Curiosamente – o no? – il Belgio è passato dal campo dei bellicisti a quello dei moderati. Nonostante che il ministro belga degli affari esteri, Reynders, sia sempre stato uno dei cani arrabbiati della UE-NATO contro Damasco, ecco che improvvisamente è diventato moderatissimo. Sta infatti diventando necessario negoziare con Damasco…


El Quseir, nido di spie
El Quseir, principale base sia dell’ESL (Esercito Libero Siriano, vale a dire le milizie dei “ribelli”) che di Al Nosra (Al Qaida in Siria), città strategica tra Damasco, la regione alawita e il nord del Libano, era anche un nido di spie.

Oltre alle forze speciali della NATO venute ad addestrare gli jihadisti della NATO, vi si trovavano infatti anche le spie di Tsahal (l’esercito israeliano) e del Mossad (i servizi segreti israeliani).

“Elementi delle forze speciali dell’esercito sionista sono entrati a El Quseir, dove i terroristi di Al Nosra e dell’ESL sono circondati dai soldati dell’esercito regolare”, scriveva ancora Al Khabar press. “Forze speciali israeliane arrivano espressamente per venire in aiuto dei terroristi di Al Nosra. Hanno attraversato le frontiere dal versante libanese e cercano di ostacolare l’avanzata dei soldati dell’esercito siriano”.

Intendevano infatti evitare una vittoria dei lealisti a El Quseir (liberata il 6 giugno): “El Quseir è la base più importante dei terroristi che combattono l’esercito siriano. E’ una città che sta entrando nella 5° settimana di assedio da parte dell’esercito regolare. Se l’esercito regolare riuscirà a entrare in città, una delle più importanti arterie di approvvigionamento dei terroristi sarà tagliata a rischio di mettere fuori gioco il fronte terrorista di Al Nosra”.


Il gioco vizioso della NATO con gli estremisti radicali
Ma torniamo ai nostri jihadisti belgo-fiamminghi. Un dossier maledetto che illustra tragicamente la politica incoerente della NATO nei confronti degli estremisti radicali… Denunciati a Bruxelles o Parigi. Combattuti in Afghanistan. Ma finanziati e armati come alleati e fanteria coloniale della NATO in Libia, in Siria, in Mali, o ancora nel Caucaso contro la Russia.

Tutto questo già si paga in Afghanistan e in Mali col sangue dei giovani soldati europei, consegnati al Moloch yankee per fare una guerra neocoloniale, che è prima di tutto una guerra contro la Grande Europa.
Un gruppo salafista e criminale, “Sharia4Belgium”, ramo di una rete islamista con sede a Londra – “Sharia4uk” – e presente in tutta l’Unione Europea, illustra questo gioco perverso! A Lungo tollerato dalle polizie politiche belga e della NATO. Nonostante fosse al centro dell’attenzione, dopo le manifestazioni islamiste a Bruxelles della primavera 2012. “Nella stessa serata del 31 maggio, vi era stata una manifestazione davanti al commissariato di polizia di rue du Facteur a Molenbeek (uno dei 19 comuni di Bruxelles), organizzata da Sharia4Belgium, un movimento islamista radicale. Nei giorni seguenti c’è stata molta agitazione nelle strade di questo comune. Un estremista mussulmano parigino ha perfino pugnalato due agenti di polizia nella stazione della metropolitana Beekat”, scriveva all’epoca La Libre Belgique.


Successivamente, dopo avere beneficiato di un’indecente pubblicità su tutti i media belgi, TV incluse, Sharia4Belgium si è rivelata essere una delle principali filiere del reclutamento degli jihadisti verso la Siria…


Le autorità giudiziarie, commenta La Libre Belgique, “che sanno che alcuni membri attivi di Sharia4Belgium erano in Siria fin dall’agosto scorso, da tempo sospettavano che qualcuno di essi avesse partecipato ad esecuzioni”. La Procura Federale l’aveva detto dopo l’arresto di Fouad Belkacem (leader del gruppuscolo islamista) lo scorso 16 aprile: “Si ritiene si siano uniti in Siria a gruppi di combattenti legati a correnti salafiste jihadiste, che si ispirano ad Al Qaida. Si pensa partecipino ad azioni militari e anche al rapimento e all’esecuzione di persona che definiscono ‘miscredenti’. Si tratta di convinzioni tratte dall’ascolto di conversazioni telefoniche (…) dalle quali sarebbe emerso che questo gruppo ha decapitato un uomo che aveva rapito, inizialmente per ottenere un riscatto”.    


Come nel Sahel, l’ondata jihadista risponde ai pessimi segnali lanciati da USA e NATO
Lo scatenarsi dell’attivismo terrorista degli jihadisti in Sahel e in Maghreb, come in Europa, è in effetti la risposta ad un segnale forte, ed estremamente irresponsabile, dato da più di due anni dagli USA e dalla NATO: la collaborazione dei Servizi Speciali della NATO, principalmente della CIA, dei francesi e degli inglesi, coi leader di Al Qaida e di AQMI, il suo ramo nordafricano, in Libia, in Siria e in Algeria.

Non lo si ripeterà mai troppo: la visione di un ex di Guantanamo, Abdelhakim Belhadj, investito dai generali della NATO, francesi in testa, della carica di “governatore militare di Tripoli” nell’agosto 2011, è un pessimo segnale lanciato a tutti gli jihadisti. Rileggere le dichiarazioni dei generali francesi della NATO durante la presa di Tripoli nell’agosto 2011….

Lo stesso Abdelhakim Belhadj fu poi incaricato di una missione contro Damasco nel novembre 2011, a capo di una brigata in Siria, con base in Turchia, i cui campi di addestramento erano appunto organizzati in Libia con la benedizione del CNT e dei suoi protettori della NATO.


Lo scenario del diavolo
Gli USA, la NATO e soprattutto la Francia pagano caro questa politica avventurista e irresponsabile.
E non è che l’inizio. Gli jihadisti hanno il vento in poppa, dispongono attualmente di rifugi sicuri e di governi amici in Libia, Egitto, Tunisia e Marocco. Dove i Salafisti e i Fratelli Mussulmani dominano ora la vita politica. Sempre sotto la protezione dei generali “arabi” protetti dagli USA e dalla NATO.

A ciò si aggiunga il saccheggio degli arsenali libici da parte dei “katiba” jihadisti del CNT e la vendita effettuata da parte di dirigenti corrotti del CNT libico di un arsenale impressionante ad AQMI, all’avvio del colpo di stato in Libia, nel marzo-maggio 2011 (soprattutto la vendita di missili denunciata all’epoca da Le Canard Enchainé a Parigi).

Senza dimenticare il Centrafrica, dove gli Occidentali, non scottati apparentemente dal disastro libico e malieno, hanno realizzato un medesimo scenario maledetto, collocando al potere Seleka (partito estremista islamico, ndt) e gli islamisti, passando per un nuovo CNT (3). Si capisce meglio allora il nome del governo di “transizione”, istallato al potere in Centrafrica – e che Parigi avrebbe potuto rovesciare senza problemi – questo CNT, ispirato al CNT libico di Bengasi…

Dietro questo scenario del diavolo, vi è il progetto geopolitico statunitense, quello dei neocon di Bush ripescato da Obama, del “Grande Medio Oriente”. In un senso sempre più largo del termine e dove l’Africa diventa il cortile posteriore di questo “Grande Medio Oriente” rimodellato e il suo bersaglio geostrategico, il controllo dell’Eurasia, punto chiave del “XXI° secolo americano”. In questo progetto la tattica è semplice, sempre la stessa: mettere insieme in uno stato debole o frammentato un potere militare e delle forze islamiste, entrambi fautori di un’economia liberale (il carattere più rilevante dei Fratelli Mussulmani, per esempio, è la loro assoluta ostilità al socialismo). Per giungere a questo, occorre evidentemente allearsi al diavolo jihadista!

La schizofrenia criminale di USA e della NATO, fino a Bruxelles
La politica degli USA e della NATO, di cui la Francia di Sarkozy e Hollande – che ha seppellito la politica del generale De Gaulle sia livello arabo che europeo – è diventata, dopo il rientro, il bravo scolaro servile, può essere definita schizofrenica. Ogni giorno dei giovani soldati vengono sacrificati in Afghanistan, in Iraq o in Mali per combattere gli jihadisti. Gli stessi che vengono armati e addestrati, quali alleati principali, in Libia e in Siria. Incoerenza o cinismo…
 
Schizofrenia che tocca anche i servizi speciali della NATO. Così il settore “Sicurezza Interna” dei Servizi francesi, inglesi o belgi, che tengono sotto controllo gli jihadisti e gli altri salafisti in Europa, devono trovare strano che i loro colleghi dei “Servizi Esteri” e del “Servizio Azione” abbiano addestrato e armato gli stessi jihadisti in Libia e facciano la stessa cosa adesso in Siria. Soprattutto gli agenti francesi che hanno organizzato le consegne di armi alle Brigate di Zenten e di Tripoli nel 2011, prima di affidare la capitale libica al loro capo, Abdelhakim Belhadj. O gli ufficiali belgi, olandesi, francesi, inglesi che sono stati catturati a El Quseir.

Identica schizofrenia tocca tutta la classe politica belgo-fiamminga (a eccezione dei repubblicani fiamminghi). Ma anche magistrati, élite, poliziotti. Che cosa dobbiamo ancora aspettarci quando il portavoce della Procura Federale Belga, competente in materia di terrorismo, osa dichiarare quanto segue (16 aprile 2013): “La Procura Federale ha sottolineato l’importanza di colpire le strutture e i gruppi che organizzano la partenza dei giovani verso la Siria. Precisa però che non bisogna mettere tutti i giovani che sono andati in Siria nello stesso sacco, sottolineando che alcuni cercano di proteggere la popolazione civile (sic) e di rovesciare il regime per sostituirlo con uno Stato democratico (resic)”?


NOTE :

(1) Assem Qanso (scritto anche Assam Ghansou) (nato a Baalbek nel 1937) è un uomo politico libanese di confessione mussulmana, leader del partito Ba’ath libanese. Ha studiato ingegneria in Jugoslavia (1963, miniere e geologia) poi in Romania (petrolio e geologia).
Si è iscritto al Ba’ath libanese nel 1953. Durante la guerra del Libano, il ramo libanese del partito si è spaccato in due gruppi ostili: il Ba’ath siriano e il Ba’ath iracheno. Qanso è decisamente ba’athista siriano. Qanso è stato un feroce oppositore della pseudo «  rivoluzione dei cedri ». Non sarà rieletto al Parlamento libanese nel 2005. Non deve essere confuso con Ali Qanso, leader del Partito social nazionalista siriano (PSNS).


(2) Il partito Ba’ath arabo e socialista, fondato nel 1956, est il ramo del partito Ba’ath siriano in Libano. Fayez Chkor, leader del Partito Ba’ath Arabo Socialista in Libano, e Assem Qanso sono i due dirigenti più importanti del partito.
In Libano vi è un fronte politico ed elettorale che unisce lo stesso Hezbollah, il ramo libanese del Partito Ba’ath Arabo Socialista coi loro alleati mussulmani progressisti e nazionalisti cristiani. C’è anche un Partito Ba’ath iracheno, con un ramo libanese,  erede della rivalità suicida tra le due capitali ba’athiste Damasco e Bagdad.


(3) Cfr. Luc Michel, Seleka et crise en Centrafrique: le dessous des cartes
su
http://www.eode.org/eode-think-tank-geopolitique-seleka-et-crise-en-centrafrique-le-dessous-des-cartes/

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