Crisi Siriana
I veri responsabili dei massacri in Siria
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Le soir d’Algèrie, 4 settembre 2015 (trad. ossin)
Le testimonianze dei rifugiati cristiani… ma non solo
I veri responsabili dei massacri in Siria
Azziouz MOkhtar (inviato a Bruxelles)
Il gioco del “chi uccide chi”(*) non funziona contro il governo di Assad. I Siriani, tanti, raffinati, colti, diplomati e laureati, molti dei quali cristiani, puntano il dito sui veri criminali, sui veri assassini e distruttori del loro paese. E sono, senza dubbio, i gruppi jihadisti guidati da Al Nusra, Daech, sostenuti da Ankara e Riyadh
Le opinioni pubbliche, qui, rischiano di rivoltarsi seriamente contro i guerrafondai nemici di Assad. Le testimonianze, le prove e i documenti sono inoppugnabili. Come lo sono stati per Bush jr e Blair in Iraq e Sarkozy in Libia. E se Le Haye (la sede della Corte Penale Internazionale, ndt) fosse un asilo appropriato per questi grandi criminali di Stato?
I Siriani che arrivano in massa in Europa, attraverso il Mediterraneo o i Balcani, ribaltano le opinioni pubbliche di queste contrade. Colti, civili, moderni e in maggioranza laureati: sono ingegneri, informatici, specialisti in settori di punta della medicina, ma la farmacologia, le belle arti, l’architettura, la scienza della costruzione dei pozzi, dell’economia delle acque, della ricerca in agricoltura non sono settori in cui eccellono di meno. I Nordici dell’Europa, o gli Scandinavi (come li chiamano, oltre che Tedeschi) non si sono sbagliati nel decidere all’unanimità (governo e opposizione) di aprire loro, interamente, le porte dell’accoglienza.
L’arrivo in massa di questi rifugiati ancora tanto amplificata mediaticamente, comporta dei problemi per i poteri pubblici, non tanto per avere preso – coraggiosamente – la decisione di accoglierli, ma perché mette a nudo le falsità contro Bachar che gli apparati di propaganda dell’Unione Europea hanno messo in campo da qualche anno.
Se i Siriani sono tanto raffinati, tanto istruiti e facilmente integrabili, è perché il sistema che li ha formati non è tanto da disprezzare. Questa pesante conseguenza è massimamente confermata dai Siriani che sbarcano in Europa. Quasi tutti affermano, dichiarano, cantano e gridano a squarciagola che stanno fuggendo dalle atrocità, non del governo, ma dei gruppi jihadisti criminali guidati a Al Nusra e Daech.
I media al servizio delle tesi intervenzioniste che vogliono distruggere lo Stato siriano fanno sempre più difficoltà a far passare questo messaggio. E ci riescono ancor meno tra i migranti siriani, parecchi dei quali sono cristiani. Questi ultimi, poi, vanno ancora più lontano. Difendono con le unghie e con i denti il governo di Assad e, prove alla mano, indicano le piste degli assassini. Sempre gli stessi, Daech e compagnia, con l’appoggio finanziario, logistico e politico della Turchia, dell’Arabia Saudita e del Qatar. Non vale la pena di cercare pidocchi sulla testa di Bachar tra i cristiani di oriente.
All’avvio delle guerre di Siria, fomentate dalla CIA e da diversi servizi segreti europei, francesi e inglesi soprattutto, sono state messe in giro delle teorie sul “chi uccide chi”, simili a quelle usate per l’Algeria dei tempi del FIS, GIA, AIS di Mezrag, ma la cosa non ha funzionato grazie alla testimonianza dei cristiani, al Vaticano e alla Chiesa romana. E’ stato quasi impossibile darla a bere.
Oggi, con le testimonianze fisiche dei rifugiati, questi tentativi suscitano soprattutto rabbia e le opinioni pubbliche europee rischiano di cambiare e trasformarsi in veri e propri tribunali per chiedere conto di tutto ciò.
Tre nomi sono nel mirino dei custodi della memoria e della coscienza: Bush jr con la sua spedizione punitiva in Iraq, il suo complice, T. Blair l’inglese, oltre a Nicolas Sarkozy per i crimini di guerra e i crimini contro l’Umanità commessi in Libia, come subappaltatore di un comando della NATO.
Per il momento c’è solo qualche associazione che indica questa strada, ma niente garantisce a questi tre grandi criminali di Stato di poter passare quel che gli resta da vivere in assoluta tranquillità. E’ vero, certo, che fino a oggi il diritto penale internazionale non si è applicato ai Grandi della terra, ma ciò non toglie! Come dice il proverbio algerino “la paura dello sciacallo dà più piacere che gustarne le costolette” (Khalaâ ledhib khir men chey jnabou)...
E’ nondimeno interessante per tutte le donne e gli uomini di pace del mondo – e in Francia – sapere che Sarkozy è a metà strada tra Le Haye e l’Eliseo.
(*) Una retorica e strumentale questione che serviva a delegittimare il governo, in Algeria, durante la guerra civile contro i jihadisti negli anni 1990. Quando si scopriva un masacro, ci si chiedeva se era stato il governo o i jihadisti (ndt)