ProfileCrisi siriana, ottobre 2015 - L’offensiva russa in Siria è ancora in pieno sviluppo ed è difficile fare un bilancio di quel che davvero accade e della sua efficacia. Nell'articolo che segue, si esaminano le opzioni che si offrono ai protagonisti della vicenda: Daech, gli Stati Uniti e la Russia (nella foto, Putin e Obama)

 

 

The Unz Review, 18 ottobre 2015 (trad. ossin)
 
 
Le opzioni di Daech, dell’Impero e della Russia
Seconda settimana di intervento militare russo in Siria
 
 
L’offensiva russa in Siria è ancora in pieno sviluppo ed è difficile fare un bilancio di quel che davvero accade e della sua efficacia. Secondo i Siriani, il 40% di tutte le infrastrutture di Daech (ciò che vuol dire Stato Islamico + Al Qaeda + le centinaia di gruppi più piccoli che combattono contro il governo siriano) sono state distrutte. Le fonti russe sono meno entusiaste e parlano di un’offensiva siriana piuttosto lenta e esitante. Fino ad oggi non si registra nessuna vittoria importante, ma siccome tutte le parti concordano nel dire che la campagna aerea è terribilmente efficace ed estremamente rovinosa per Daech, io penso che vi siano buone probabilità che i Siriani ottengano presto un grande successo. Sennò gli Iraniani sono certamente in grado di fare veramente pendere la bilancia. Dunque sarà questo un buon momento per esaminare quali opzioni si presentano per Daech.
 
 
Come Daech può adattarsi alla mutata situazione
 
In primo luogo, fino ad oggi, Daech poteva spostarsi di notte in piena impunità perché l’aviazione siriana non possedeva la tecnologia capace di individuare e attaccare le sue forze, in tempo di notte. Ora le cose sono cambiate, perché tutte le forze aeree russe (aerei e elicotteri) impegnati nella campagna sono completamente operativi di notte. E’ un grave problema per Daech, che dovrà d’ora in poi operare 24 ore su 24 in una ambiente assolutamente pericoloso. La soluzione? Mimetizzazione e dispersione. Le forze di Daech dovranno imparare a stare molto più attente per evitare di essere individuate, ivi compreso attraverso comunicazioni radio, e dovranno evitare il più possibile concentramenti che diano nell’occhio. Non è un compito facile, certo, ma vi sono tecniche che sono state adottate con successo da altri in passato.
 
In secondo luogo, le forze di Daech dovranno adattarsi a degli attacchi lampo in stile guerriglia. Fino ad oggi i due campi erano pronti a impegnarsi in una bizzarra guerra di trincee, fatta di scavi e bombardamenti reciproci. Adesso che i bombardieri russi e l’appoggio aereo ravvicinato possono essere utilizzati dai comandanti siriani sulla linea del fronte, la situazione diventerà pericolosissima per Daech, costringendola probabilmente a passare ad una guerra di imboscate più veloce.
 
In terzo luogo, la maggior parte delle fonti concordano nel dire che attualmente Daech controlla grosso modo l’80% del territorio e il 20% della popolazione. Ciò si deve principalmente alle dimensioni delle forze armate siriane che sono troppo disperse sul territorio, per controllare regioni poco popolate. Daech può utilizzare questo elemento a suo vantaggio e tentare di dislocarsi tutto intorno alle forze siriane ogni qualvolta queste attacchino, poi far cadere in una imboscate le unità i cui fianchi e le vie di approvvigionamento non siano state poste in sicurezza. I Siriani dovranno essere assai prudenti per non cadere in trappola, come gli Ucraini in Novorussia.
 
In quarto luogo, se le cose dovessero mettersi veramente male per Daech, i suoi combattenti potrebbero cominciare a utilizzare le frontiere turche, irachene, libanesi e giordane per nascondersi alle forze siriane e approfittare di una sorta di rifugio, come facevano gli Afghani in Pakistan durante l’invasione sovietica.
 
In quinto luogo, Daech potrebbe fare quello che gli Ucraini hanno fatto e organizzato: una atrocità russa sotto falsa bandiera, per esempio il bombardamento di una clinica pediatrica o di un ospedale. Potrebbero anche tentare un attacco chimico russo contro rifugiati che fuggono. I media commerciali sarebbero più che felici di riprendere la storia e divulgarla, poco importa se essa è ridicola.
 
Infine possiamo essere assolutamente certi che, se l’esercito regolare siriano avesse successo, almeno dal punto di vista dell’Impero, allora tutti gli amici della Siria unirebbero i loro sforzi e chiederebbero una conferenza di pace, la cui finalità principale sarebbe quella di salvare Daech dalla completa distruzione. E’ la strategia usata dall’Occidente con i colloqui di pace di Minsk 1 e Minsk 2, finalizzati a salvare la giunta ucraino-nazista dalla disfatta militare.
 
La storia ha conosciuto molti esempi di forze del tipo di quella di Daech (in termini militari, non politici) capaci di adattarsi ad un nemico tecnologicamente superiore. In questo momento la superiorità del governo è soprattutto nell’aria (grazie alle forze aeree russe) e nei servizi di informazione (grazie alle unità di intelligence militare russo OsNaz sul terreno, e agli occhi e alle orecchie russe nel cielo e nello spazio). Col tempo, tuttavia, i Russi potrebbero fornire al governo siriano nuovi mezzi (lanciarazzi multipli, lanciafiamme pesanti TOS-1, nuovi sistemi di blindati e di artiglieria) che possono fare una reale differenza. Ma, in ultima analisi, saranno gli stivali, nel senso della fanteria, che decideranno del risultato. I Siriani e i Curdi basteranno a spezzare Daech o anche gli Iraniani interverranno? Onestamente non so, ma scommetto che l’Iran e Hezbollah arriveranno. Quanto a un intervento russo di terra, Putin ha totalmente escluso, al momento, una tale possibilità.
 
Teste mozzate in Siria... chissà se da terroristi cattivi o moderati
 
Le opzioni raccomandate dai politici USA
 
I politici statunitensi hanno espresso due idee per aiutare i loro terroristi moderati: fornire dei missili anti-aerei avanzati a Daech e imporre una zona di esclusione aerea. Io ritengo queste due idee del tutto impraticabili e pericolosissime.
 
Fornire missili anti-aerei avanzati: quali? Daech dispone già di sistemi di difesa aerei mobili (MANPAD), come gli Stinger statunitensi e gli Iglas russi. Sono buoni missili, ma non hanno una portata sufficiente a colpire l’aviazione russa, che vola per lo più a 5000 metri di altitudine. E’ vero, sono in grado di colpire un obiettivo che voli a bassa quota, come un SU-25 in missione di sostegno ravvicinato, o un elicottero Mi-24. Ma questi due velivoli sono stati notevolmente modificati durante e dopo le guerre di Afghanistan e Cecenia, e adesso sono ben protetti contro questo tipo di attacco. E però, prima o poi, qualche aereo russo sarà colpito da questi missili ed è anche possibile che venga abbattuto. Daech ne è già capace e rifornirla di altri MANPAD non avrebbe senso, e sarebbe inoltre oltremodo pericoloso se si consideri l’uso che un qualsivoglia gruppo terrorista potrebbe farne contro gli aerei civili. La Siria non è l’Afghanistan e non siamo più negli anni 1990. I MANPAD non sono semplicemente in grado di fare una differenza essenziale in questa guerra, soprattutto contro il tipo di aerei che i Russi impiegano attualmente.
 
Una zona di esclusione aerea: contro chi, l’aviazione russa? Prima di tutto sarebbe una provocazione insensata e le potenziali conseguenze, se gli Stati Uniti abbattessero un aereo russo, sarebbero davvero terrificanti. Poi bisogna porsi la questione di dove una simile zona dovrebbe essere creata. Hillary e tutti gli altri folli neocon suggeriscono una zona di esclusione aerea sul nord della Siria. Bene, ma se la Russia rispondesse imponendo una zona di esclusione aerea sul resto del paese? Allora cosa? Se si accantona l’idea folle di una minaccia effettiva di attaccare la Russia in termini militari, l’Impero non ha alcun mandato per imporre una simile zona, mentre la Russia ha tutte le giustificazioni legali se volesse imporne una. E se l’Impero diventasse davvero folle e dichiarasse di volere imporre una zona di esclusione aerea su tutta la Siria, poteste stare assolutamente sicuri che di colpo comparirebbero degli S-300 in numero sufficiente per rendere i propositi dell’Impero un esercizio estremamente pericoloso. D’altronde, a questo punto, i Russi potranno dichiarare che tutti gli S-300 sono pilotati da personale esclusivamente siriano e sono posti sotto il comando siriano, e saranno così in grado di abbattere gli aerei statunitensi in tutta impunità (come hanno già fatto in passato in Vietnam e in Libano).
 
Una zona di esclusione aerea ha senso in un paese privo di difesa, ma contro un paese dotato di sistemi di difesa aerei moderni o semi-moderni, costituisce un proposito molto pericoloso. Voglio credere che vi sia un numero sufficiente di uomini sani di spirito nel JCS (Comitato dei capi di stato maggiore inter-arma) e al Pentagono per respingere qualsiasi piano che potrebbe finire con lo scatenare una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti.
 
 
La superpotenza imbronciata
 
Attualmente gli Stati Uniti sembrano completamente smarriti. Prima hanno accusato i Russi di bombardare i falsi terroristi. I Russi hanno allora risposto: “D’accordo, dateci allora una lista di bersagli di cattivi terroristi e li distruggeremo”. Gli Statunitensi hanno rifiutato. Poi i Russi hanno detto loro: “D’accordo, allora in questo caso dateci almeno una lista di bersagli di terroristi buoni da non bombardare, e noi non li colpiremo”. Ma gli Statunitensi hanno respinto anche questa richiesta. A questo punto, i Russi hanno cominciato a scherzare apertamente su di loro e lo stesso Putin ha dichiarato che i suoi partner statunitensi hanno della “minestra al posto del cervello”.
 
Inoltre gli Stati Uniti hanno anche respinto un invito russo ad inviare degli specialisti militari allo stato maggiore russo e, attualmente, sembra perfino abbiano rifiutato di ricevere una delegazione militare russa guidata dal Primo Ministro Dmitry Medvedev stesso! Io non ricordo di avere mai sentito parlare di una superpotenza imbronciata, ma è quello che ci appare in questo momento davanti agli occhi. Per quanto tempo ancora Zio Sam continuerà a starsene in un angolo tenendo il broncio è un enigma, ma certo non è una politica che potrà durare a lungo. Infatti non per niente una politica.
 
Io non vedo alcun indizio che gli Stati Uniti abbiano il coraggio di guardare la realtà in faccia e di agire in conseguenza. Non solo l’amministrazione Obama è ad un livello senza precedenti di incompetenza e di mediocrità intellettuale, ma la prossima elezione presidenziale non farà che peggiorare le cose: con degli autentici psicopatici come Hillary, McCain o Fiorina, che fanno quasi ogni giorno delle dichiarazioni irresponsabili, la Casa Bianca deve continuamente difendersi dalle accuse di essere troppo molle con la Russia. E siccome nessun politico statunitense può permettersi di dire al pubblico USA la basilare verità che gli Stati Uniti non sono più onnipotenti, i politici sono presi in una corsa senza fine per dimostrare come sono duri in materia di difesa. Quanto agli Europei, hanno probabilmente cervelli in grado di vedere tutto quello che succede, ma quello di cui mancano è la colonna vertebrale per dire qualsiasi cosa al loro sovrano USA.
 
Esattamente come in Ucraina, l’Occidente ha creato un disordine totale e non ha attualmente assolutamente alcuna idea di cosa occorra fare.
 
 
Le opzioni russe
 
Contrariamente all’impressione data dai media occidentali, le forze russe presenti in Siria sono ancora assai modeste. La ragione principale è che l’aeroporto militare vicino a Laodicea semplicemente non può accogliere un imponente forza russa. Per quanto ne so, non vi sono altri luoghi in Siria dove la Russia potrebbe dislocare un maggior numero di aerei. Certo, il numero di attacchi aerei russi ha sconcertato gli esperti dell’US Air Force, che non avrebbe mai potuto raggiungere simili cifre con degli aerei e dei piloti statunitensi. Tuttavia le forze russe sono poche e vulnerabili. Ovviamente una opzione per la Russia sarebbe quella di ingrandire l’aeroporto vicino a Laodicea, ma questo richiederebbe tempo e ulteriori risorse e, per quanto è dato comprendere, essi intendono prima di tutto consolidare quello già esistente. Peraltro, come soluzione provvisoria, i Russi potrebbero utilizzare dei bombardieri di stanza in Russia. Se l’Iran autorizzasse la Russia a effettuare il rifornimento in volo nello spazio aereo iraniano, o se permettesse alla Russia di utilizzare le sue basi aeree, allora molti gruppi di SU-34/SU-35SM o di SU-34/SU-30SM potrebbero essere impegnati in Siria. In teoria la Russia potrebbe anche fornire il suo TU-22M3 per sganciare bombe ordinarie non guidate, il TU-95SM per lanciare missili di crociera e il TU-160 per lanciare l’uno e l’altro tipo di ordigni. Io non credo vi sia una necessità militare di ricorrere a questi bombardieri strategici in questo momento, ma potrebbe essere una buona idea farlo per ragioni politiche – solo per esibire un po’ più i muscoli militari e dimostrare ai neocon che non conviene provocare la Russia. Dei missili di crociera lanciati da sottomarini pure farebbero al caso, soprattutto se fossero lanciati da un sottomarino che naviga nel Mediterraneo senza essere stato individuato dall’US Navy. Quel che è certo, è che dopo il primo lancio dei missili di crociera russi, gli Stati Uniti hanno ritirato la loro unica portaerei – la Theodore Roosevelt – dal Golfo Persico.
 
Alcuni osservatori russi hanno suggerito che il primo lancio di missili di crociera russi fosse composto di 26 elementi, in quanto il 26° presidente degli Stati Uniti era Theodore Roosevelt, il nome dell’unica portaerei stazionata nel Golfo Persico, e che si trattava di un sottile messaggio agli Stati Uniti. Io non ne so nulla. Forse. Ma se si tratta di una coincidenza voluta, è elegante. Quel che è certo, è che per la prima volta in un lunghissimo periodo non ci sono portaerei statunitensi nel Golfo Persico.
 
Il principale problema di qualsiasi escalation militare o impegno russo accresciuto è che Putin dovrà venderlo al pubblico russo che, almeno fino ad oggi, lo ha totalmente sostenuto, ma che è anche generalmente stanco di missioni che si prolungano e di impegni militari a durata indeterminata (per esempio, la maggioranza dei Russi è contraria ad un intervento militare russo aperto in Donbass). Fino ad oggi, il Cremlino ha svolto un superbo lavoro di pubbliche relazioni, spiegando che Daech costituisce una minaccia diretta per la Russia e che conveniva di più combatterla “laggiù piuttosto che qui”. Questa logica però si fonda sull’idea che un intervento russo molto limitato possa essere sufficiente a far pendere la bilancia. La linea concettuale tra fare pendere la bilancia e fare la guerra di qualcun altro è tenue, e il Cremlino ne è profondamente cosciente. Speriamo che questa linea non sia mai oltrepassata.
 
AGGIORNAMENTO: Gli Stati Uniti hanno anche respinto l’offerta russa di coordinare il salvataggio di tutti i piloti statunitensi o russi abbattuti in Siria! Sembra che per Obama sia più importante continuare a tenere il broncio a Putin che di accrescere le speranze di sopravvivenza dei piloti statunitensi. E’ tanto scoraggiante quanto patetico.
 
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