Crisi Siriana
Putin è davvero pronto a mollare l'Iran ?
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Crisi siriana, 7 luglio 2018 - Se i neocon continueranno così, e non vedo alcun sintomo di ravvedimento, l’unica domanda da porsi è di sapere quando questo ci porterà ad una guerra di ampia portata...
The saker, 7 giugno 2018 (trad.ossin)
Putin è davvero pronto a mollare l'Iran ?
The saker
L’attività russa in Siria è un argomento che continua ad affascinare e a provocare numerose polemiche. Si capisce – la questione è di straordinaria rilevanza a molti livelli, anche pragmatici e morali, e oggi io mi occuperò solo dell’aspetto pratico e lascerò da parte, per un momento, le considerazioni morali, etiche, spirituali. Inoltre, per semplificare il discorso, ometterò per un momento di considerare l’ esistenza di contraddizioni, la presenza di atlantisti nel governo russo, l’esistenza di una 5° colonna al Cremlino e di una lobbie sionista che esercita una grande influenza in Russia. Tratterò in futuro queste questioni perché non ho alcun dubbio che il tempo e gli eventi dimostreranno quanto simili “omissioni” siano infondate e politicamente orientate. Ma, per esigenze di analisi, possiamo far finta che tutto vada bene al Cremlino e partire dall’idea che la Russia sia totalmente sovrana e che protegga con coerenza i propri interessi nazionali.
Allora cosa sappiamo di quello che è in corso in Siria?
Io penso sia evidente che la Russia e Israele abbiano concluso una sorta di accordo, e le due parti ammettono una certa reciproca comprensione, ma è evidente che anche qui sta accadendo più di quanto non sia esplicitamente enunciato. Gli Israeliani, come sempre, si vantano della loro vittoria totale e pubblicano articoli come questo: « In Syria, Putin and Netanyahu Were on the Same Side All Along » (« In Siria, Putin e Netanyahu sono sempre stati dalla stessa parte »), e il sottotitolo aggiunge « Putin è pronto a mollare l’Iran per fare cosa gradita a Israele e salvare Assad ». Veramente?
Il mondo caotico degli annunci e delle dichiarazioni contraddittorie
Esaminiamo questa tesi da un punto di vista strettamente logico. Per prima cosa, quali erano inizialmente gli obiettivi di Israele? Come ho spiegato in altre occasioni, gli Israeliani all’inizio si proponevano i seguenti obiettivi:
- Far cadere uno Stato arabo laico forte insieme alla sua struttura politica, alle sue forze armate e ai suoi servizi di sicurezza.
- Creare in Siria un caos e un orrore totale che giustificassero la creazione da parte di Israele di una « zona di sicurezza » non solo nel Golan, ma anche più a nord.
- Scatenare una guerra civile in Libano, lanciando i folli takfir contro Hezbollah.
- Lasciare i takfir ed Hezbollah massacrarsi reciprocamente e poi creare una « zona di sicurezza », ma questa volta in Libano.
- Impedire la creazione di un asse sciita Iran-Iraq-Siria-Libano.
- Dividere la Siria lungo linee etniche e religiose.
- Creare un Kurdistan da utilizzare contro la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran.
- Permettere a Israele di diventare l’intermediario di potere incontestato in Medio Oriente e costringere l’Arabia Saudita, il Qatar, Oman, il Kuwait e tutti gli altri a passare per Israele per qualsiasi progetto di gasdotto o oleodotto.
- Progressivamente isolare, minacciare, sovvertire e alla fine attaccare l’Iran insieme ad un’ampia coalizione di forze regionali.
- Eliminare tutti i centri di potere sciita in Medio Oriente.
Fermiamoci qui e poniamoci una semplice domanda: se Putin e Netanyahu stavano dalla stessa parte fin dall’inizio, che cosa avrebbe dovuto fare Putin per aiutare gli Israeliani? Io ritengo che la risposta evidente e incontestabile sia la seguente: non doveva fare assolutamente niente. Nel momento in cui i Russi avviarono il loro intervento (molto limitato ma assai efficace) in Siria, questi piani erano già in avanzato stato di realizzazione !
La verità innegabile è che Putin ha sventato il piano inziale di Israele per la Siria.
In effetti, Hezbollah e Iran erano già intervenuti in Siria e cercavano disperatamente di « tappare i buchi » di un fronte siriano in rovina. Quindi, se non altro, è a Putin che si deve riconoscere il fatto di aver costretto gli Israeliani a rinunciare al loro « piano A » e passare al « piano B » che ho descritto qui e che può riassumersi come segue:
Prima tappa, usare la macchina di propaganda e gli agenti infiltrati per rilanciare la favola di un programma militare nucleare iraniano. (…) Se Trump dice che il JCPOA è un pessimo accordo, allora è così. Ehi, viviamo nell’era « post-Skripal » et « post-Douma » – se qualche leader anglo-sassone (o ebreo) dice « altamente probabile », tutti devono mostrare una « solidarietà » istantanea, se non vogliono essere accusati di « antisemitismo » o di sostenere « teorie del complotto marginali » (conoscete la storia). Dunque la prima tappa è quella di ripescare dal nulla la bufala del programma militare nucleare iraniano. La seconda tappa sarà dichiarare che Israele è « minacciata nella sua stessa esistenza » e (…) lasciare gli stupidi Statunitensi combattere gli Iraniani.
Come ho spiegato in dettaglio qui, la Russia non ha alcun obbligo morale di proteggere nessuno in Medio Oriente, e certamente non la Siria e/o l’Iran. Ho anche spiegato molto accuratamente qui perché Putin ha molte ragioni pragmatiche interne per non coinvolgere la Russia in una guerra importante in Medio Oriente.
Infine, come ho scritto qui, gli Israeliani stanno evidentemente cercando di provocare l’Iran, colpendo obiettivi iraniani (o, più precisamente, obiettivi legati o sostenuti dagli Iraniani) in Siria. Sperano che a un certo punto si esaurisca la pazienza dell’Iran e che gli Iraniani rispondano con sufficiente potenza di fuoco da giustificare, non solo un attacco contro bersagli (di relativamente modesto valore) legati all’Iran in Siria, ma anche contro l’Iran propriamente detto, cosa che certamente provocherebbe delle rappresaglie contro Israele e garantirebbe il Grande Premio: un attacco statunitense in forze contro l’Iran.
Ora esaminiamo nuovamente le azioni russe. Se Putin fosse stato « dalla stessa parte di Netanyahu fin dall’inizio », adesso aiuterebbe gli Israeliani a fare quel che stanno facendo, vale a dire provocare gli Iraniani, no ? Ma che cosa sta facendo in realtà Putin ?
Tutto è cominciato con una dichiarazione del ministro degli Affari esteri Lavrov, che ha detto che tutte le forze straniere dovranno lasciare la Siria. Mi risulta che nessuna citazione diretta esista della dichiarazione iniziale di Lavrov, solo parafrasi interpretate. Lavrov ha anche fatto dei commenti per chiarire le cose, come qui. Ma non impantaniamoci in una faticosa distinzione tra quanto è stato detto a braccio e quanto era « ufficiale », e cominciamo con l’evidenziare questo : anche prima che Lavrov parlasse di « tutte le forze straniere », aveva già detto che « tutte le forze USA devono lasciare la Siria dopo la disfatta delle forze terroriste ». Posso anche ricordare che Israele occupa illegalmente il Golan siriano da anni e che le IDF (Israel defence forces) corrispondono esattamente alla definizione di una « forza straniera in Siria » ? La situazione va meglio, secondo i Siriani, e francamente secondo il buon senso e il diritto internazionale, i Siriani dicono che tutte le forze straniere devono abbandonare la Siria, eccetto quelle cui il governo siriano ha chiesto legalmente di restare. Dunque quando i Russi dicono: “tutte le forze straniere”, ivi compresi gli Iraniani (ammesso che Lavrov abbia davvero detto questo), essi non hanno assolutamente alcuna autorità legale o di altro tipo per imporlo, salvo che tale richiesta non venga approvata da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tenuto conto del fatto che gli Israeliani e gli Stati Uniti se ne fregano totalmente del diritto internazionale e del Consiglio di Sicurezza, potremo forse un giorno vedere adottata una simile risoluzione, e applicata ai soli Iraniani e ignorata dagli Israeliani. Il trucco qui è che in realtà vi sono assai poche « forze » iraniane in Siria. Vi sono molti più « consiglieri » (che non possono essere considerati come una « forza ») e molte più forze filo-iraniane che non sono veramente « iraniane ». C’è anche Hezbollah, ma Hezbollah non sta andando da nessuna parte, e comunque si tratta di Libanesi, non di Iraniani. Nessun dubbio che gli Israeliani affermerebbero che Hezbollah è una « forza iraniana », ma si tratta di una assurdità totale. E solo per aggiungere confusione, i Russi adesso fanno i carini e dicono: : « Ovviamente il ritiro di tutte le forze non siriane deve essere realizzato su base reciproca, dovrà essere una strada a doppio senso di marcia ». Io propongo di smetterla di enumerare tutte le parafrasi e le interpretazioni possibili e ammettiamo che i Russi hanno effettivamente creato un sacro (o empio) pasticcio con le loro dichiarazioni. Io sono propenso a credere che ciò che sembra un sacro (o empio) pasticcio sia in realtà una ambiguità molto deliberata e astuta.
Secondo numerose fonti russe, tutta questa retorica riguarda la parte sud della Siria e la linea di contatto (non si tratta di una frontiera legale) tra la Siria e Israele. Gli accordi sembrano essere i seguenti: le forze filo-iraniane e Hezbollah lasciano il sud e, in cambio, gli Israeliani consentono ai Siriani, sostenuti dalla potenza aerea russa e da « consiglieri », di riprendere il controllo del sud della Siria, ma senza tentare di spingere gli Israeliani fuori dal Golan che essi occupano illegalmente. Inutile dire che i Siriani insistono anche perché, nel quadro dell’accordo, le forze statunitensi nel sud della Siria, facciano i bagagli e se ne vadano. Ma francamente, a meno che gli Stati Uniti non si propongano di mantenere piccole (e inutili) enclave all’interno del territorio controllato dalla Siria, io non vedo quale interesse abbiano a restare. Non solo questo, ma anche i Giordani sembrano far parte di questo accordo. Ed ecco il meglio: ci sono validi indizi che vi facciano parte anche Hezbollah e l’Iran. E indovinate? Anche i Turchi.
Sembra quindi che un ampio accordo regionale sia stato imposto dai Russi. E se è davvero così, allora questo spiegherebbe le tese smentite di Israele e Iran, seguite da altre conferme (vedi qui). E, per aggiungere confusione a confusione, adesso abbiamo Stoltenberg (tra tutti !) dire che la NATO non aiuterebbe Israele in caso di attacco iraniano. Cosa che, visto che il Segretario Generale della NATO non ha alcun potere, che la NATO è composta per più dell’80% da Statunitensi e che gli Stati Uniti hanno ora una forza permanente « tripwire » all’interno di Israele e potrebbero affermare di essere sotto attacco, è un totale non senso, ma è divertente da evidenziare come « contributo al caos ».
E poi c’è l’evidente piano siriano di cacciare gli Stati Uniti dal nord della Siria che, come è prevedibile, non piace troppo alla zio Sam. Quindi le due parti stanno parlando di nuovo.
Se tutto questo vi sembra dimostri che « Putin e Netanyahu stavano dalla stessa parte fin dall’inizio », mi chiedo come sarà possibile convincervi del contrario perché questo mi sembra essere una di queste tre cose:
- E’ stato concluso un qualche importante accordo regionale, o… ;
- Un qualche importante accordo regionale è in via di elaborazione, o… ;
- Un qualche importante accordo regionale è stato concluso ma nessuno si fida degli altri e tutti cercano di migliorarlo nel proprio interesse.
E, ovviamente, tutti vogliono salvare la faccia negando tutto questo o proclamando la loro vittoria, soprattutto gli Anglosionisti.
Poniamo quindi la domanda-chiave: c’è qualche prova che Putin e/o Assad stiano « mollando l’Iran » ?
Lontano dal mondo delle proclamazioni e dichiarazioni, e ritorno alla realtà
Cominciamo con una semplice domanda: che cosa vuole l’Iran sopra ogni cosa?
Io penso che la priorità assoluta dell’Iran sia di evitare un attacco USA in forza.
Al contrario, provocare tale attacco contro l’Iran è l’obiettivo numero uno degli Israeliani. Sono piuttosto franchi in proposito. La loro ultima idea è di creare una « coalizione militare contro l’Iran », mentre cercano di compiacere la NATO partecipando alle esercitazioni anti-russe in Europa.
Non a causa di un programma nucleare iraniano inesistente che minaccerebbe Israele, ma perché l’Iran offre un modello di civiltà alternativo molto riuscito, e dunque pericolosamente concorrente, all’Impero anglosionista e alla versione saudo-wahhabita dell’Islam. Inoltre, al contrario (ahimè !) della Russia, l’Iran osa commettere apertamente il « crimine dei crimini », vale a dire denunciare pubblicamente Israele come Stato razzista e genocida, la cui politica costituisce un affronto a tutta l’umanità civilizzata. Infine l’Iran (di nuovo al contrario della Russia, ahimè !) è uno Stato davvero sovrano che ha affrontato vittoriosamente la sua 5° colonna interna e che non è tra gli artigli di ferro del FMI/Banca Mondiale/OMC/ecc. (Ne ho scritto la scorsa settimana, quindi non mi ripeterò qui).
Ritengo che l’Iran abbia come priorità assoluta anche il sostegno a tutti i popoli oppressi del Medio Oriente. Resistere all’oppressione e all’ingiustizia è un imperativo coranico e credo che, nell’interpretazione iraniana, riguardi sia gli sciiti che i sunniti, e si estenda anche ai cristiani e agli ebrei, ma siccome so già che provocherò una serie di accuse irritate contro la mia ingenuità (o addirittura l’accusa di essere un propagandista sciita), concederò che aiutare gli sciiti oppressi della regione costituisce per i leader iraniani un obiettivo più importante dell’aiuto a tutti gli altri oppressi. In termini laici, ciò significa che l’Iran tenterà di proteggere e assistere gli sciiti in Iraq, in Siria e in Libano e io non ci vedo assolutamente niente di male. Di fatto, considerando la straordinaria misericordia di cui ha dato prova Hezbollah nei confronti dello SLA (Esercito del Libano del Sud filo israeliano) nel sud del Libano nel 2000, e il fatto che attualmente le forze di sicurezza siriane agiscano con la massima prudenza nelle parti della Siria che hanno accettato l’accordo russo (cosa che inquieta anche qualche analista russo), penso che le forze sostenute dall’Iran che liberano la Siria da Daesh siano la cosa migliore che potevamo augurarci.
Inoltre la verità è che, nonostante tutti i suoi difetti, il regime baatista in Siria era tollerante verso le minoranze e che Hezbollah ha sempre protetto tutti i Libanesi, indipendentemente dalla loro confessione e dall’origine etnica (altri potranno non essere d’accordo con me ma, avendo studiato Hezbollah e l’Iran per diversi decenni, propendo a credere che – al contrario di molti altri attori politici – essi dicano effettivamente la verità quando parlano delle loro intenzioni).
Allora chi è la più grande minaccia per gli sciiti e, direi anche, per tutte le popolazioni del Medio Oriente ? Certamente i takfir di Daesh.
E che cosa hanno in comune tutte le varianti dell’eventuale « grande accordo regionale » ? L’eliminazione di Daesh & Co dalla Siria.
Tutto questo è contro gli interessi iraniani?
Certamente no.
Davvero non vedo alcuna prova di « Putin e Netanyahu che lavorano insieme fin dall’inizio ». Quel che vedo è una sorta di accordo in via di elaborazione tra molte parti, in cui ognuno cerca probabilmente di fregare gli altri, la realpolitik nei suoi aspetti peggiori e più cinici – sì. Ma non certo un tradimento dell’Iran da parte della Russia.
Quel che tutti sembrano fare è quel che fa il fabbro Vakula nel racconto natalizio di Gogol, “La Notte prima di Natale” : ingannare il diavolo. In Russia il diavolo si chiama « лукавый », che non significa solo « cattivo » ma anche furbo/astuto/ingannatore/maliziosamente intelligente. Cercare di ingannare il diavolo è un’impresa molto pericolosa e difficile, e io la trovo anche moralmente discutibile. Ma conformemente al nostro Zeitgeist moderno, « realista » e neutrale in termini di valori, possiamo anche ridimensionare il « Putin tradisce l’Iran » con ragioni puramente ciniche e « pragmatiche » senza bisogno di fare appello a valori più elevati.
Per chi non l’abbia ancora visto, raccomando caldamente questo video (sottotitolato in inglese) di Rouslan Ostachko, che analizza quanto Israele può e non può offrire alla Russia e a Putin:
Ostachko ha assolutamente ragione. La verità è che Israele, contrariamente all’Iran, ha assai poco da offrire a Putin e alla Russia. Ciò non significa che Israele non abbia alcuna influenza sul Cremlino, questo è del tutto certo, ma questa influenza è solo un « bastone », e non una « carota » (che è uno dei difetti concettuali di quelli che negano l’esistenza di una quinta colonna sionista in Russia – negano l’esistenza del « bastone » senza fornire « carote », facendo così apparire la politica russa contraddittoria e inspiegabile: di qui la necessità di ogni sorta di contorsioni mentali per spiegarla).
Ma il « bastone » di Israele, per quanto incontestabilmente grande, scompare di fronte alla « carota » dell’Iran : non solo enormi risorse e miliardi di dollari/rubli/rial/euro da guadagnare nell’energia e nelle armi, oltre che in molti altri settori economici, ma c’è anche il fatto che l’Iran è davvero la prima potenza regionale di tutto il Medio Oriente. Non è forse tanto grande da potere imporre la sua volontà a tutte le altre, ma certo abbastanza grande per produrre il fallimento di qualsiasi piano politico importante che non approvi. Inoltre, adesso che le sanzioni internazionali sono state ufficialmente levate (nonostante il ritiro degli Stati Uniti), l’Iran può entrare nell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, diventandone un membro influente (contemporaneamente, forse, ad altri paesi del Medio Oriente). Tutto ciò rende la « carota » iraniana molto attrattiva per la Russia. C’è anche un « bastone » concettuale iraniano : se Israele ottenesse quel che vuole e se l’Iran venisse attaccato crudelmente e in forze dall’Impero anglosionista, e se ne venisse fuori il caos o una grave crisi, quali sarebbero gli effetti sulla Russia e i suoi alleati? E, anche se non la ritengo nemmeno per un secondo come una ipotesi possibile, diciamo che l’Impero installi un regime filo anglosionista al potere a Teheran e rovesci la Repubblica Islamica, quali conseguenze questo avrebbe per la sicurezza nazionale russa? Sarebbe un vero incubo, non è vero?
Pensate alle relazioni tra la Russia e la Turchia prima del tentativo di colpo di Stato contro Erdogan. Certamente erano assai peggiori di quelle attuali tra la Repubblica Islamica dell’Iran e la Russia, non è così ? Tuttavia, quando gli Stati Uniti hanno tentato di rovesciare Erdogan, che cosa ha fatto la Russia ? Ha dato un appoggio incondizionato a Erdogan e addirittura, secondo alcune voci, gli ha garantito una protezione fisica per qualche ora essenziale. Se la Russia si è schierata con Erdogan contro l’Impero, perché non dovrebbe schierarsi con la Repubblica Islamica, anche solo a tener conto dell’interesse particolare russo?
Per una eccellente analisi iraniana dell’alleanza tra la Russia e l’Iran, leggete questo articolo di Aram Mirzaei.
Conclusioni
La semplice verità è che, a prescindere dalle proclamazioni e dalle dichiarazioni politiche, la Cina, la Russia, l’Iran, la Siria e Hezbollah dipendono tutti gli uni dagli altri e non possono veramente permettersi di tradirsi tra di loro, rischiando che l’Impero li elimini uno ad uno. Per utilizzare l’espressione di Franklin, devono stare appesi (vale a dire devono stare) tutti insieme, altrimenti saranno « tutti appesi (impiccati) separatamente ». Ciò non vuol dire che si amino, o che condividano i medesimi obiettivi. Potrebbero anche giocare l’uno contro l’altro a un certo punto, e perfino tentare di stringere qualche intesa « a parte » con gli Anglosionisti (ricordatevi che Assad ha praticato la tortura per conto della CIA!), ma i fatti sul terreno e i rapporti di forze in Medio Oriente limiteranno la portata di questi « mini-tradimenti », almeno in un futuro prevedibile.
Bisogna certo anche considerare il fattore saudita. Al contrario degli Israeliani, i Sauditi offrono molte « carote ». Ma sono troppo arroganti, già contrastano gli interessi russi, non solo in Siria, ma anche in Qatar, e la loro dottrina wahhabita è un vero pericolo per la Russia. Attualmente al Cremlino si è creato una specie di equilibrio tra gli integrazionisti atlantici e i sovranisti euroasiatici. I primi tentano di separare l’Unione europea dagli Stati Uniti e guadagnare molto denaro, mentre i secondi si occupano della sicurezza nazionale, particolarmente al Sud, ma questo equilibrio è intrinsecamente instabile e sarebbe immediatamente messo in crisi da un importante attacco anglosionista. Quindi sì, c’è una lobbie sionista in Russia e sì, agisce come una 5° colonna, ma no, definitivamente no, non è abbastanza forte per potersi permettere di ignorare del tutto gli interessi finanziari delle élite degli affari russi o, ancor meno, gli interessi fondamentali di sicurezza nazionale russa. E’ questa la maggiore differenza tra gli Stati Uniti e la Russia: la Russia, per quanto solo parzialmente sovrana, è lungi dall’essere una colonia o un protettorato israeliano. Finché manterrà la propria sovranità, anche parziale, non « mollerà » l’Iran, nonostante i piagnistei e le minace israeliane.
La mia opinione personale è che Putin gioca un gioco assai complesso e potenzialmente pericoloso. Tenta di ingannare non uno, ma molti « diavoli » contemporaneamente. Inoltre, se gli Statunitensi sono недоговороспособны (« incapaci di giungere ad un accordo ») già dai tempi di Obama, Trump e i suoi maestri neocon sono ancora peggio. Quanto agli Israeliani, essi farebbero apparire perfino Satana onesto e sono ideologicamente incapaci di onestà (e anche di decenza). Francamente io non ho alcuna fiducia in Erdogan e credo che nemmeno i Russi si fidino di lui. Consideratemi pure un ingenuo, ma io credo che Assad sia stato cambiato da questa guerra, e anche se ha effettivamente collaborato con la CIA nel passato, perso che sarà un alleato piuttosto buono per la Russia nel futuro. Quanto all’Ayatollah Ali Khamenei e a Hassan Nasrallah, io li vedo come uomini d’onore che difenderanno qualsiasi alleanza cui abbiano formalmente aderito (le intese informali e i reciproci interessi sono una cosa diversa). Li considero anche dei geostrateghi brillanti e saggi: capiscono perfettamente che l’Iran e Hezbollah hanno bisogno della Russia per sopravvivere. Di conseguenza la politica di Putin, per quanto pericolosa, non è destinata al fallimento : tenta di salvare la Siria dagli Anglosionisti, contemporaneamente evitando una guerra regionale. Il tempo è dalla sua parte, giacché le politiche erratiche (è un eufemismo) di Trump (o, più propriamente, l’assenza di politica) causano danni enormi all’Impero, quotidianamente (leggi l’eccellente analisi di Dmitry Orlov).
Onestamente non so se la pericolosa strategia di Putin funzionerà o meno. Nessun altro lo sa (a parte certi intrattenitori ignoranti, evidentemente). Ma io so che, anche se vedere Bibi Netanyahu a Mosca con un nastro di San Giorgio mi ha dato la nausea, ciò non significa affatto che Netanyahu e Putin lavorino insieme o che la Russia « abbandoni l’Iran ». Come sempre, gli Israeliani si sentono onnipotenti e mostrano indecentemente la loro arroganza. Lasciamoli fare. Basta ricordare l’inevitabile risultato di questo tipo di arroganza sionista in passato e attendere l’inevitabile « oy vey ! » (espressione yddish: “ahimè”, ndt).
Infine c’è il fatto più importante : l’Impero anglosionista e la Russia restano in guerra, e questo da almeno quattro anni e più. Questa guerra è più o meno all’80% informativa, al 15% economica e al 5% cinetica, ma è comunque una vera guerra, e si intensifica. Finché la Russia resterà anche parzialmente sovrana e finché offrirà un modello di civiltà alternativo, anche se imperfetto, essa resterà una minaccia esistenziale per l’Impero. E l’Impero resterà una minaccia esistenziale per l’insieme dell’area della civiltà russa. Per quanto estremamente importante per Israele, tutta la questione iraniana è solo una vicenda secondaria per i dirigenti transnazionali dell’Impero, che vedono la Russia e la Cina come i loro veri concorrenti principali, soprattutto quando sono uniti in una relazione simbiotica come avviene oggi. Da qui le crisi in Ucraina e nella penisola coreana, di qui gli avvertimenti costanti su una possibile guerra nucleare (leggere l’ultimo articolo di Eric Zuesse qui o i numerosi articoli di Paul Craig Roberts sul suo sito ; leggere anche l’eccellente analisi di Dan Glazebrook sul tentativo di Trump di ripetere lo « stratagemma di Rambouillet » (la trattativa di pace per fare la guerra, ndt) in Corea, qui). Anche se Putin riuscisse a riavvicinare la UE alla Russia, allontanandola dagli Stati Uniti (chiaramente folli), e anche se riuscisse a impedire agli Anglosinisti di attaccare direttamente l’Iran, questo non farà altro che convincere ancora di più i dirigenti anglosionisti dell’Impero che lui, Putin, e la Russia, sono il male ultimo che deve essere eliminato. D’altronde, come ha osservato giustamente Orlov, l’egemonia dell’Impero sta collassando, velocemente. La macchina di propaganda dell’Impero lo nega e lo nasconde, e quelli che le credono non lo vedono – ma i dirigenti dell’Impero lo capiscono bene, ecco la ragione dell’escalation su tutti i fronti che vediamo da quando i neocon hanno ripreso potere alla Casa Bianca. Se i neocon continueranno così, e non vedo alcun sintomo di ravvedimento, l’unica domanda da porsi è di sapere quando questo ci porterà ad una guerra di ampia portata. Le vostre ipotesi sono buone tanto quanto le mie.