Le monarchie del Golfo concedono all’Egitto 12 miliardi di dollari di aiuto dopo la caduta di Morsi
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Algerie1.com, 12 luglio 2013 (trad. ossin)
Le monarchie del Golfo concedono all’Egitto 12 miliardi di dollari di aiuto
dopo la caduta di Morsi
R.N.
Il colpo di Stato militare che ha destituito il presidente islamista Mohamed Morsi sembra portare i primi vantaggi finanziari all’Egitto
Il Kuwait segue l’esempio dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti e diventa il terzo paese a concedere all’Egitto un aiuto finanziario di urgenza per 4 miliardi di dollari.
Il totale dei sostegni all’economia egiziana da parte delle monarchie del Golfo raggiunge quindi la cifra complessiva di 12 miliardi di dollari. Gli esperti stimano che questi fondi dovranno permettere alle nuove autorità egiziane di stabilizzare la situazione ed evitare il crollo economico.
Durante la presidenza di Mohamed Morsi, lo sponsor principale dell’Egitto era il Qatar, in competizione aggressiva con l’Arabia saudita per la leadership nel mondo arabo.
Era a Doha infatti che si rivolgevano i Fratelli Mussulmani, il partito di Mohamed Morsi. Il volume dell’aiuto del Qatar aveva raggiunto gli 8 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno.
La caduta del presidente Morsi potrebbe dunque indurre Doha a cambiare posizione e privare le nuove autorità egiziane del loro sostegno.
Il Qatar non ha per nulla apprezzato la destituzione di Morsi né l’arresto dei Fratelli Mussulmani. Ha soprattutto condannato l’uso della forza contro i manifestanti pro-Morsi, che ha provocato diverse decine di morti.
I media del Qatar criticano le “azioni anticostituzionali dell’esercito egiziano” e stabiliscono un parallelo con l’Algeria, dove il colpo di Stato militare del 1991 è sfociato in una guerra civile.
Nonostante i leader del Qatar annuncino diplomaticamente la loro volontà di confermare il loro aiuto all’Egitto, è tuttavia poco probabile che esso si mantenga ai livelli attuali.
In questo contesto, l’emergere di nuovi sponsor guidati dall’Arabia saudita ha portato molti benefici ai generali egiziani e ad Adli Mansour, che essi hanno nominato presidente.
I sauditi sono pronti a concedere al Cairo 5 miliardi di dollari, mentre gli Emirati e il Kuwait dovrebbero dispensare rispettivamente 3 e 4 miliardi di dollari.
Tali fondi compenserebbero ampiamente la eventuale perdita dei miliardi del Qatar. Ryad e i suoi alleati regionali hanno accolto con soddisfazione la caduta di Mohamed Morsi e dei Fratelli Mussulmani e il re saudita Abdalla è stato il primo leader straniero a felicitarsi con Adli mansour per la sua nomina.
Tutto ciò lascia intendere che le relazioni tra Egitto ed Arabia saudita saranno più strette di quanto non lo siano state con Mohamed Morsi e che Ryad sarà in grado di rafforzare le sue posizioni geopolitiche a detrimento dei suoi rivali del Qatar.
Anche gli Stati Uniti sono uno sponsor dell’Egitto, anche se non al livello delle monarchie del Golfo. Washington concede annualmente all’esercito egiziano una sovvenzione di 1,3 miliardi di dollari.
Oggi questo aiuto sarebbe in teoria minacciato: le leggi degli Stati Uniti vietano qualsiasi tipo di aiuto finanziario ai paesi che hanno avuto un colpo di Stato.
Washington evita di definire in questo modo la destituzione di Mohamed Morsi e sottolinea di non avere alcuna voglia di mettere in discussione il proprio aiuto finanziario all’Egitto. E’ quello che chiede Israele, il principale alleato degli USA nella regione.
Secondo il quotidiano Haaretz, le autorità israeliane hanno fatto sapere all’amministrazione Obama che l’annullamento dell’aiuto USA all’esercito egiziano potrebbe destabilizzare la situazione nel paese e minacciare la sicurezza di Israele: l’indebolimento delle strutture delle forze egiziane nelle zone frontaliere potrebbe permettere ai terroristi di penetrare più facilmente in territorio israeliano.