Il Muro priva i Palestinesi del loro diritto di sfuggire alla morte
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“IL MURO PRIVA I PALESTINESI DEL LORO DIRITTO DI SFUGGIRE ALLA MORTE”
Abdallah Al-Achaal, esperto legale ed ex assistente del ministro degli affari esteri [egiziano] per le questioni giuridiche internazionali, i trattati e la pianificazione politica, critica ferocemente la decisione di edificare un muro sotterraneo lungo la frontiera al confine con Gaza.
Al-Ahram Hebdo: Come giudica ai sensi del diritto internazionale la decisione di costruire il muro?
Abdallah Al-Achaal: La costruzione di questo muro rappresenta un crimine sul piano del diritto internazionale secondo cui ogni paese gode della facolta’ di agire liberamente a patto che non attenti ai propri vicini. Nel caso in questione, la costruzione di tale muro non solo danneggia questa generazione di palestinesi, ma anche le generazioni future.
L’Egitto ha ratificato le Convenzioni di Ginevra che impongono sia di aiutare i popoli afflitti da guerre (nel presente caso i palestinesi) sia di non allearsi con i loro colonizzatori al fine di rafforzare il blocco. Quest’ultimo, difatti, impedirebbe ai palestinesi di ricevere cibo, medicine e qualsiasi altro bene di prima necessita’, eliminando cosi’ l’unico mezzo di soccorso a loro disposizione. Il muro pertanto priva i palestinesi del loro diritto di sfuggire alla morte.
Goldstone nel suo famoso Report si e’ schierato contro il blocco del valico di Rafah. L’Egitto, con questo muro, agisce come partner di Israele il cui obiettivo e’ quello di sterminare la popolazione palestinese, il che corrisponde a un genocidio. Inolre, il governo egiziano ha commesso una grave violazione del diritto umanitario.
— Quali saranno le ripercussioni di questa iniziativa sul piano interno e internazionale?
— Il ruolo regionale dell’Egitto si e’ indebolito in favore di altri attori come la Turchia e la costruzione di questo muro rischia di accelerare un tale declino. Al momento, il capo di stato riconosciuto a livello regionale e’ Erdogan.
Il governo egiziano ha precisato che la sua decisione e’ volta a proteggere la sicurezza nazionale contro il traffico di armi e di droga. Tuttavia questa motivazione non e’ sufficiente per giustificare una scelta simile.
Il contrabbando coinvolge tutti i paesi del mondo i quali prevedono pero’ altre misure per combatterlo. La decisione egiziana ha invece come obiettivo primario l’eliminazione di Hamas. Anche la sicurezza nazionale verrebbe minacciata dal progetto di costruzione del muro che trova origine nell’accordo tra Israele e Stati Uniti firmato il 19 gennaio dai rispettivi ministri degli esteri Tzipi Livni e Condoleezza Rice. Si tratta di un progetto israelo-americano eseguito dall’Egitto. La Corte internazionale di giustizia ha condannato il muro che Israele ha edificato in Cisgiordania in quanto costruito fuori dai territori israeliani. Quindi per facilitare il lavoro di Israele e Stati Uniti noi abbiamo costruito un muro sul nostro territorio che tuttavia serve i loro interessi.
Il cuore del problema e’ che la decisione egiziana non e’ autonoma e il concetto di interessi nazionali dell’Egitto non e’ definito chiaramente. Sul piano interno e’ inoltre sbagliato intraprendere un’iniziativa del genere in prossimita’ delle elezioni.
— Quale reazione positiva si auspica al rigardo?
— Invito tutti gli egiziani a mobilitarsi contro il governo al fine di esprimere un dissenso popolare comune contro la costruzione di questo muro. Esorto quindi al cambiamento attraverso le elezioni come unica speranza per un paese in via di sviluppo.
Fonte: Intervista fatta da Mavie Maher, Hebdo Al-Ahram 6-12 Gennaio 2010.