I leader israeliani devono sapere che potrebbero finire i loro giorni in prigione
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Chronique de Palestine, 23 dicembre 2019 (trad. Ossin)
I leader israeliani devono sapere che potrebbero finire i loro giorni in prigione
Ali Abunimah
Sabato ho partecipato alla trasmissione « Inside Story » di Al Jazeera per discutere sulla decisione del Procuratore della Corte Penale Internazionale di aprire un’inchiesta sui crimini di guerra in Palestina
Questo significa che i Palestinesi possono finalmente aspettarsi giustizia?
Gli altri invitati erano l’avvocato internazionale Toby Cadman e Robbie Sabel, ex consigliere giuridico del governo israeliano.
Guardate il video qui sotto.
Dopo un’inchiesta preliminare durata cinque anni, Fatou Bensouda, procuratore capo, ha annunciato venerdì che vi è « ragione di ritenere che crimini di guerra siano stati o stiano per essere commessi in Cisgiordania, ivi compresa Gerusalemme est, e nella striscia di Gaza ».
Ma ha aggiunto che non avrebbe avviato alcuna inchiesta – che potrebbe comportare incolpazioni e mandati di arresto contro leader israeliani – prima che i giudici abbiano deciso su quali parti di territorio il Tribunale ha giurisdizione.
Cadman ha sottolineato che Bensouda ha dichiarato di avere giurisdizione e di non aver bisogno di altre autorizzazioni per avviare un’inchiesta. Ella intende solo stabilire fino a dove si estende la propria giurisdizione.
Io ho detto da parte mia che il nocciolo del problema è di dare una risposta di giustizia a Palestinesi come Zakiya Maadi, che ha perduto suo figlio Bassam, sua nuora Iman e i nipotini Hala e Jana, quando Israele ha bombardato la loro casa a Gaza il 1° agosto 2014.
Era il « Black Friday », quando Israele ha lanciato bombardamenti indiscriminati e massicci su Rafah, a mezzo di aerei da guerra e di migliaia di obici di artiglieria lanciati a caso.
La famiglia ha perso anche altri due membri, tra cui Yousef, il nipote di Zakiya.
La famiglia Maadi, ho fatto notare, è solo una delle circa 150 famiglie che hanno perso 3 o più membri nel corso degli attacchi israeliani quell’estate.
In totale, Israele ha ucciso più di 2200 Palestinesi, compresi 551 bambini, in 51 giorni – una media di 11 bambini al giorno.
Tuttavia, l’attacco del 2014 contro Gaza è solo un aspetto di una più ampia inchiesta che riguarderà i crimini di Israele nella Cisgiordania occupata, ivi compresa la costruzione di colonie.
La Corte potrà anche indagare su presunti crimini commessi da gruppi della Resistenza palestinese, come i lanci di razzi da Gaza.
Io ho sostenuto che i gruppi palestinesi reagiscono agli attacchi di una potenza occupante armata dagli Stati Uniti e l’Unione Europea e resistono ad essa, e che le azioni del Palestinesi non raggiungono mai un livello di gravità tale da rientrare nelle competenze della Corte.
Ho anche notato che la grande maggioranza delle migliaia di Palestinesi uccisi o feriti durante l’attacco di Israele contro Gaza del 2014 era composta da civili. Per contro la stragrande maggioranza degli israeliani rimasti uccisi – 67 su 73 – era composta da militari.
Sabel ha difeso il governo israeliano, presentando spunti miranti a sottrarre il governo israeliano a qualsiasi forma di responsabilità internazionale – giungendo perfino a sostenere che le terre della Cisgiordania che Israele occupa a cerca di annettere per colonizzarle non rientrano « nella giurisdizione dei Palestinesi ».
Cadman ha respinto l’affermazione di Sabel secondo cui Gaza non è più sotto occupazione israeliana, definendola una « affermazione ridicola ».
Io ho notato ancora che un’inchiesta e delle indagini da parte della CPI sono importanti non solo per rendere giustizia ai crimini passati, ma anche perché altri crimini di Israele stanno per essere commessi e occorre quindi dissuadere da crimini futuri.
I leader politici, i funzionari, i generali e i soldati israeliani dovranno pensarci due volte prima di partecipare a questi crimini, sapendo che, commettendoli, c’è una probabilità assai reale che possano un giorno ritrovarsi in una cella di prigione a La Haye.
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