Il Grande fratello israeliano
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Informazione per moderatori e partecipanti ai forum: Israele organizza le risposte sul net
Lo Stato ebraico ha creato una televisione su You Tube ed una task force per riempire i blog
“Un avvenimento straordinario”. All’entourage del presidente israeliano Shimon Peres non mancavano le parole per definire il lancio, un mese fa, di un canale televisivo diffuso su You Tube e interamente dedicato a Israele. E’ vero che, nonostante la presenza del presidente esecutivo di You Tube Chad Harley, l’avvenimento non ha avuto grande eco all’estero. E tuttavia esso costituisce uno dei piastri della nuova politica israeliana di investimento nei nuovi media per migliorare l’immagine di questo paese offuscata dalla prosecuzione dell’occupazione di una parte della Cisgiordania e dal blocco della striscia di Gaza.
In effetti, poco prima della fine dell’operazione “piombo fuso” (l’invasione della striscia di Gaza lo scorso gennaio), Tzipi Livni, allora Ministro degli Affari Esteri nel governo di Ehoud Olmert, si è resa subito conto dell’ampiezza delle proteste sollevate dalla massiccia distruzione delle infrastrutture civili palestinesi. Ha allora autorizzato il suo dipartimento a reclutare dei giovani appassionati di informatica, con ottima conoscenza di una o più lingue straniere, con il compito di rispondere alle critiche che correvano nei blog e nella posta elettronica dei grandi giornali europei e USA.
Sistema d’allarme automatico
All’inizio questa task force era composta essenzialmente da studenti, soldati in congedo e volontari disponibili a impegnarsi per la “causa” a tutte le ore del giorno e della notte. Ma quando Avigdor Lieberman è succeduto a Livni, i fondi stanziati per questa operazione (140.000 euro) sono stati aumentati e sono stati reclutati dei professionisti della comunicazione.
Questi non lavorano a caso. Dispongono di un sistema di allerta che li avverte automaticamente ogni volta che viene diffuso un articolo o un messaggio anti israeliano. A questo punto la task force interviene con modalità diverse, o inondando il sito di messaggi indignati, o ponendo domande falsamente innocenti, o inviando delle argomentate confutazioni.
Durante l’operazione “Piombo fuso”, Tsahal (l’esercito israeliano) aveva aperto un canale su You Tube per diffondere sequenze di bombardamenti di “bersagli terroristi”. Secondo il suo portavoce, più di 8,5 milioni di internauti avrebbe visionato almeno un video. Incoraggiato da quello che considera un “grande successo”, l’esercito ha deciso di proseguire con l’esperimento creando una unità speciale di “hasbara” (espressione ebraica che significa “spiegazione”), incaricata di operare su You Tube, dove anima uno speciale blog, oltre che su Facebook e su Twitter.
In prima fila tra i suoi interventi figurano Hamas, il terrorismo islamico, oltre al rapporto d’inchiesta della commissione Goldstone sulla guerra a Gaza. Ed è stato proprio attraverso Twitter – e non con un comunicato stampa classico – che lo Stato Maggiore, il 4 novembre, ha annunciato l’ispezione a largo di Cipro di un cargo che trasportava armi iraniane destinate a Hezbollah.
Serge Dumont
http://www.letemps.ch/Page/Uuid/4c8...