Abusi sessuali su bambini palestinesi
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Le Grand Soir – 18 settembre 2010
“L’esercito più morale del mondo” all’opera. Dei soldati israeliani colpevoli di abusi sessuali su bambini palestinesi
Stephen Lendman
Il 10 settembre il sito israeliano Ynetnews.com ha dato molto risalto ad un articolo intitolato: “L’IDF (Forze di Difesa israeliane) ha commesso abusi sessuali su bambini palestinesi”, nel quale si leggeva: “Notizie sconvolgenti della CNN (9 settembre) parlano di accuse non dimostrate relative ad abusi sessuali su bambini palestinesi detenuti dall’IDF”. I responsabili militari hanno rifiutato di “rispondere in relazione a queste accuse generiche e non meglio precisate”, ha dichiarato un portavoce. “Non possiamo aprire un’inchiesta su vaghe affermazioni. Nessuno ha presentato denunce”.
CNN “ha parlato di un bambino palestinese non identificato che ha affermato che alcuni soldati dell’IDF avevano tentato di infilargli un oggetto nel retto” e che dozzine di ufficiali assistevano ridendo.
La fonte della CNN era l’associazione “Defense of children International” (DCI), una ONG indipendente che si occupa della difesa e della promozione dei diritti dei bambini nel mondo da 30 anni, sulla base dei criteri che la Convenzione dei diritti dei bambini dell’ONU (CRC) ha votato dieci anni più tardi.
Nel maggio 2010, l’organizzazione ha chiesto al Rapporteur speciale dell’ONU sulla tortura di aprire un’inchiesta su 14 casi di abusi sessuali dei quali avevano avuto conoscenza e che erano stati commessi da soldati, investigatori e poliziotti dal gennaio 2009 ad aprile 2010. I bambini vittime di questi abusi avevano da 13 a 16 anni ed erano stati arrestati per aver lanciato pietre che non avevano ferito nessuno.
DCI-Palestina ha espresso la sua inquietudine dopo aver raccolto delle testimonianze sotto giuramento di bambini, che riguardavano abusi sessuali o minacce di abusi sessuali per ottenere delle confessioni. Solo nel 2009, DCI ha investigato su 100 dichiarazioni sotto giuramento rilasciate da bambini:
-97% dei bambini hanno dichiarato di avere avuto le mani legate durante gli interrogatori;
- 92% hanno detto che avevano gli occhi bendati o che era stato messo loro un cappuccio nero;
- 81% hanno detto di essere stati forzati a confessare;
- 69% hanno detto di essere stati picchiati e di aver ricevuto dei calci;
- 65% che erano stati arrestati tra la mezzanotte e le 4 del mattino;
- 50% di essere stati insultati;
- 49% che erano stati minacciati o avevano tentato di persuaderli;
- 32% sono stati obbligati a firmare delle confessioni scritte in ebraico, lingua che essi non comprendevano;
- 26% hanno detto che erano stati obbligati a restare in una posizione assai penosa;
- 14% hanno detto di essere stati tenuti in isolamento;
- 12% sono stati minacciati di abusi sessuali;
- E il 4% è stato vittima di abusi sessuali, come quello di stringere loro i testicoli fino alla confessione o di minacciare dei bambini di 13 anni di stupro se avessero rifiutato di confessare “di aver lanciato pietre sulle auto dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata”.
DCI ritiene che tali cifre “siano ben inferiori alla realtà”, una certezza confermata da un recente articolo dal titolo “I bambini palestinesi sotto l’occupazione” che si può trovare sul sito:
http://sjlendman.blogspot.com/2010/...
Nel suo rapporto dell’aprile 2008, il Ministero Palestinese degli Affari dei Detenuti e degli Ex_Detenuti ha scritto che più di 7000 bambini sono stati arrestati dal settembre 2000, data di inizio della seconda intifada. Circa 360 bambini, alcuni dei quali hanno solo 10 anni, si trovano ancora in stato di detenzione e sono trattati con la medesima durezza riservata agli adulti, in violazione del diritto internazionale che prescrive un trattamento speciale per i bambini.
Su questi 360 bambini, 145 sono stati condannati, 200 sono in attesa di giudizio e 15 sono in detenzione amministrativa e trattenuti senza specifiche accuse per fatti di modesta importanza, come quello di aver gettato delle pietre. Il rapporto dice che circa 500 giovani hanno compiuto i 18 anni in stato di detenzione. Circa 75 sono caduti malati e non sono stati curati e quasi tutti sono stati torturati e sono stati vittime di maltrattamenti. Sono stati picchiati, costretti a portare un sacco sulla testa, dolorosamente incatenati e privati del sonno per diversi giorni di fila e sottoposti ad abusi di posizione (shabeh).
Attaccati mani e piedi ad un sediolino o da dietro a dei tubi fissati al muro, costretti a restare sempre inclinati in avanti in una posizione assai penosa, la testa coperta da un sacco lurido, mentre degli altoparlanti diffondono senza interruzione musica stridente.
L’articolo riferisce di altri esempi di maltrattamenti che i bambini subiscono durante la detenzione, o in generale sotto l’occupazione, e che testimoniano di una violenza di Stato che viola in maniera flagrante le leggi internazionali: la specialità di Israele.
DCI-Palestina riferisce l’esperienza di un ragazzino di 15 anni arrestato a casa sua alle due del mattino nel settembre 2009:
“Mentre stavo seduto a terra vicino al camion, un uomo che parlava arabo si è avvicinato, mi ha preso per la mano, ordinandomi di alzarmi e seguirlo. Mi ha afferrato con grande violenza e mi ha spinto. Mi ha costretto a camminare con lui per una ventina di metri, e io ho potuto intravvedere da sotto la benda che mi aveva messo sugli occhi che ci eravamo fermati vicino ad una jeep dell’esercito. Mi ha schiaffeggiato fortissimo due volte e ha afferrato i miei testicoli con grande violenza e ha cominciato a stringerli. Poi mi ha chiesto se avevo gettato delle pietre e delle bottiglie Molotv e io ho risposto di no.
Si è messo a urlare dicendo che ero un bugiardo, “tua madre è una p…”, ha cominciato a picchiarmi su tutto il corpo, poi ha afferrato di nuovo i miei testicoli e li ha stretti fortissimo. “Smetterò di stringere solo quando avrai confessato”, mi ha detto. “Io provavo tanto dolore e non smettevo di gridare. Non avevo scelta, ho confessato”, per porre termine al supplizio.
Ogni anno circa 700 bambini vengono arrestati, la maggior parte per aver lanciato pietre, quindi interrogati senza l’assistenza di un avvocato o di un membro della sua famiglia, e condannati. Più dell’80% hanno firmato confessioni forzate, per un terzo scritte in Ebraico, lingua che essi non comprendono. Dopo essere stati condannati da Corti militari e non civili, la maggior parte viene imprigionata in violazione del quarto articolo, l’articolo 76, della Convenzione di Ginevra; articolo che richiede di “tenere molto conto del fatto… che i minori devono beneficiare di un trattamento speciale”; una delle numerose leggi che Israele viola brutalizzando i bambini così come brutalizza gli adulti.
Quando Israele viene chiamata a rispondere delle prove di questi abusi, essa li nega, dicendo che rispetta le leggi internazionali e vi si conforma, mentre di fatto le viola in maniera sistematica.
Il 10 maggio la giornalista di Haaretz, Amira Hass, ha scritto un articolo su di un bambino che era stato vittima di abusi, dal titolo “69 bambini hanno denunciato di essere stati picchiati, 4 di essere stati vittima di abusi sessuali e altri 12 bambini hanno dichiarato di essere stati minacciati di abusi sessuali”. Ha aggiunto che la maggior parte erano stati terrorizzati, brutalizzati e insultati durante la detenzione, prima e durante gli interrogatori. Inoltre erano stati privati del cibo e dell’acqua per ore ed erano stati torturati fino a quando non hanno declinato le proprie generalità.
Il consigliere giuridico di DCI-Palestine, Khaled Kuzmar dice che la maggior parte dei genitori non denuncia i fatti, perché non nutrono “alcuna fiducia in un sistema che commette simili abusi”. E giustamente. Gli ufficiali militari e i poliziotti aprono raramente un’inchiesta e quando lo fanno non condannano i colpevoli. Le vittime, se non sono ebree, non hanno diritto ad alcuna giustizia.
Come sempre un portavoce dell’IDF ha respinto tutte ”le accuse di deliberata violazione delle procedure di arresto e interrogatorio dei minori (dicendo che esse) sono operate nel rispetto del diritto internazionale; gli arresti di sospetti minori di 16 anni in Cisgiordania sono convalidati da un avvocato militare… In seguito i minori sono condotti abbastanza sollecitamente davanti ad un giudice”.
E’ una menzogna, ivi compresa la rapida presentazione dei minori al giudice. Infatti sia i bambini che gli adulti restano spesso detenuti per delle settimane, a volta dei mesi, prima di essere giudicati o di poter patteggiare la pena. Non c’è giustizia in Israele per chi non è ebreo, anche se ha solo 9 o 10 anni.
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