Confusione sanguinosa a Bengasi
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Afrique Asie, giugno 2011
Confusione sanguinosa a Bengasi
Gilles Munier
La presenza di mercenari francesi a Bengasi era un segreto di Pulcinella. Mentre in Francia, dall’aprile 2003, i mercenari sono fuori legge, il governo Fillon chiude gli occhi sulle loro attività in Iraq e in Africa… quando non li incoraggia addirittura
E’ del tutto evidente che l’arroganza dei mercenari occidentali a Bengasi è poco sopportata da alcune frange dei ribelli, soprattutto dagli jihadisti che ricordano bene il comportamento selvaggio dei “cani di guerra” anglosassoni in Iraq e in Afghanistan. Questo spiega forse perché Pierre Marziali, ex sottufficiale paracadutista, direttore della Secopex, “società di appoggio strategico e operativo”, in altri termini SMP – società militare privata – sarebbe stato ucciso con una raffica di kalashnikov nel ventre, l’11 maggio, durante un controllo di polizia effettuato all’uscita da un ristorante. Aveva appena pranzato con un giornalista free-lance e tre suoi collaboratori. Tra di loro, Pierre Martinet, che stava per aprire una sede distaccata della società a Bengasi. Questo ex agente della DGSE (Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il controspionaggio francese), specializzato nella caccia a gli estremisti radicali (1), è conosciuto soprattutto per aver creato uno scandalo nel 2005, rivelando di avere spiato Bruno Gaccio, autore della trasmissione satirica “Les Guignols”, quando faceva parte del servizio di sicurezza della televisione francese Canal +.
Già nel marzo scorso sette SAS inglesi ed un agente dello M16 che si facevano passare per diplomatici, sbarcati da un elicottero vicino all’aeroporto di Bengasi, erano stati arrestati. Su di essi e nei loro bagagli, degli jihadisti chiamati in aiuto da contadini inquieti avevano trovato naturalmente delle armi, ma anche passaporti di quattro diverse nazionalità.
Semaforo giallo
Secondo Robert Dulas, numero due di Secopex, Pierre Marziali intendeva proporre al CNT (Consiglio nazionale di transizione), l’apertura di un “corridoio messo in sicurezza tra Il Cairo e Bengasi, dove far transitare uomini d’affari, giornalisti, ecc.” (2) Aveva un appuntamento con Abdel Hafiz Ghoga, vice presidente del CNT. Contraddicendo Bernard Valéro, portavoce del Quai d’Orsay, che ha dichiarato di non sapere “chi fossero e cosa stessero facendo”, Dulas, membro delle reti della Françafrique (3), specialista di Tuareg, afferma che Secopex aveva il “semaforo giallo” delle autorità francesi. Egli ritiene che i servizi segreti francesi, infastiditi dalle fughe di notizie sui media circa la loro presenza in Libia, siano stati gli ispiratori del controllo di polizia. (4)
Immediatamente hanno cominciato a circolare anche altre versioni dei fatti. Giovedì 12, sul New York Times, il generale Ahmed al-Ghatrani, portavoce militare dei ribelli, ha accusato dell’omicidio delle “bande al servizio del regime di Gheddafi” e non sembrava sapere chi le guidasse. Il CNT ha prima di tutto dichiarato che Marziali aveva rifiutato di farsi controllare ad un check-point, che si trattava di un incidente (5), poi che i rappresentanti del Secopex erano sorvegliati da qualche giorno, che svolgevano “attività illecite suscettibili di mettere in pericolo la sicurezza della libera Libia”, ed erano sospettati di essere stati “arruolati come spie” dal “regime di Gheddafi” (6). Robert Dulas ha riconosciuto di essere stato in contatto col “regime di Tripoli… Noi non abbiamo accettato le loro proposte di lavorare al miglioramento delle loro comunicazioni. E non abbiamo nascosto loro che Bengasi rappresentava per noi un mercato”. (7)
Altri evocano un regolamento di conti: un ufficiale della sicurezza libica ha dichiarato all’agenzia France Presse (AFP), all’ospedale Jalaa di Bengasi, che Pierre Marziali era morto per un proiettile alla schiena e che il suo corpo era stato trovato da alcuni ribelli, faccia a terra, vicino ad un cementificio. Curiosamente questa informazione è stata divulgata dall’AFP solo in lingua inglese. (8)
La moglie di Marziali, che progetta di assumere la direzione di Secopex, ha dichiarato alla Dépêche du Midi (9) che il rimpatrio della salma di suo marito – probabilmente il 14 maggio – era stato tenuto segreto e che non le avevano immediatamente rilasciato l’atto di morte. Le esequie si sono infime svolte il 19, in forma strettamente privata. (10)
Mentre i servizi segreti conducevano, secondo il Quai d’Orsay, due inchieste in loco, i collaboratori di Pierre Marziali venivano interrogati dai ribelli. Dopo la loro espulsione da Bengasi, una fonte vicina al CNT ha affermato che i loro computer contenevano “prove tangibili”, confermando che si trattava di spie del “regime di Tripoli”. Da vedere…
Sarkoboys
Nonostante il divieto in Francia dell’attività di mercenario, in virtù di una legge votata all’unanimità il 3 aprile 2003, delle SMP (Società militari private) francesi sono intervenute ufficialmente in Iraq (11). Comandate da veri professionisti, le loro attività fino ad oggi non hanno suscitato polemiche. Per iniziativa di Nicolas Sarkozy, il governo progetta di autorizzarle sotto condizioni… che non saranno inevitabilmente mai rispettate. Quanto è accaduto a Bengasi dissuaderà il governo? Poco probabile. E’ lontano il tempo, il 2003, quando Michèle Alliot-Marie, ministro della Difesa, dichiarava che “i mercenari sono (…) un fenomeno pericoloso”, che “tende a rendere perenni le situazioni di crisi negli Stati più fragili”. La credibilità della Francia, diceva, è in gioco. (12)
(1) Un Français, patron d’une société militaire privée, tué à Benghazi, par Jean Guisnel (Le Point.fr, 13/5/11)
http://www.lepoint.fr/chroniqueurs-du-point/jean-guisnel/un-francais-patron-d-une-societe-militaire-privee-tue-a-benghazi-13-05-2011-1330277_53.php
(2) Français tué en Libye : « Pierre était là pour signer des contrats », par Thomas Hofnung (Libération - 13/5/11)
http://www.liberation.fr/monde/01012337253-francais-tue-en-libye-pierre-etait-la-pour-signer-des-contrats
(3) Curriculum vitae di Robert Dulas
http://www.viadeo.com/fr/profile/robert.dulas
(4) Secopex en Libye : suites et (triste) fin, par Philippe Chapleau (Ligne de défense – 13/5/11)
http://lignesdedefense.blogs.ouest-france.fr/archive/2011/05/13/secopex-en-lybie-suites-et-fin.html
(5) L’étrange mission des barbouzes de l’Aude (Midi Libre – 14/5/11)
http://www.midilibre.fr/2011/05/13/libye-questions-apres-la-mort-d-un-carcassonnais,318649.php
(6) Français tué en Libye : les 5 Français menaçaient la Libye, selon la rébellion (Le Point.fr / 13-5-11)
http://www.lepoint.fr/societe/francais-tue-en-libye-les-5-francais-menacaient-la-libye-selon-la-rebellion-13-05-2011-1330625_23.php
(7) cf. note 2.
(8) French security contractor shot dead in Libya’s Benghazi (12/5/11)
http://www.expatica.com/fr/news/french-news/french-security-contractor-shot-dead-in-libya-s-benghazi_148566.html ?ppager=0
9) Carcassonne. Témoignage de l’épouse de Pierre Marziali, tué à Benghazi (La Dépêche du Midi -19/5/11)
(10) Les obsèques de Pierre Marziali dans l’intimité (La Dépêche du Midi -20/5/11)
(11) Des mercenaires français en Irak, par Gilles Munier (Afrique Asie – 1/12/10)
http://www.france-irak-actualite.com/article-des-mercenaires-fran-ais-en-irak-62220293.html
(12) Adoption du projet de loi réprimant l’activité de mercenaire (Billets d’Afrique - mai 2003)
http://survie.69.free.fr/campagnes/Campagne%20mercenaires/loiactivit%E9demercenaire.htm