Pulizia etnica dei neri libici
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Black Star News, 26 giugno 2011
Pulizia etnica dei neri libici
Editoriale
I “Ribelli” di Misurata in Libia hanno cacciato tutta la popolazione nera dalla città, secondo un articolo del Wall Street Journal di oggi intitolato: “La città libica lacerata da lotte tribali” che fa gelare il sangue.
I “ribelli” stanno cercando adesso di espugnare la città di Tawergha, situata a circa 50 km, e si propongono di ripulirla da tutti i neri. Non si tratta di quello che di solito viene definito un “genocidio”?
Secondo l’articolo del Journal, i “ribelli” si considerano come “brigate la cui missione è di ripulire il paese dagli schiavi di pelle nera”. Il Journal cita un comandante ribelle, Ibrahim al-Halbous, che avrebbe detto, parlando dei Libici neri: “Bisogna che facciano le valige” ed anche “Tawergha non esiste più, resta solo Misurata”.
Non leggerete queste notizie sul New York Times, che è diventato un giornale che assomiglia alla vecchia Pravda dell’era sovietica. Dall’avvio del conflitto libico, gli editoriali del Wall Street Journal insistono sul fatto che i “ribelli” sono razzisti e hanno strumentalizzato affermazioni come quella che Muammar Gheddafi sarebbe ricorso a mercenari di altri paesi africani per massacrare i Libici neri.
Le prove di linciaggi pubblici di neri sono disponibili sul net facendo una semplice ricerca in Google o Youtube, anche se il New York Times lo ha completamente ignorato. Se fosse stata gente di origine africana a controllare gli editoriali del New York Times, o anche le sue pagine politiche, sarebbe stato possibile che una notizia così importante e raccapricciante fosse passata sotto silenzio?
Se fosse stato il contrario e dei Libici neri si fossero abbandonati ad una pulizia etnica contro dei Libici di pelle bianca, quelli che controllano gli editoriali e le pagine d’informazione del New York Times avrebbero ignorato la notizia? Evidentemente non disturba troppo i saggi del Times che dei Libici neri siano liquidati a causa del colore della loro pelle.
Al contrario, come in un recente editoriale, il New York Times si vanta di sostenere la campagna di bombardamenti della NATO che ha provocato 20 morti civili solo in questa settimana. Il Times non ha nemmeno fatto cenno del fatto che il rappresentante Dennis Kucinich (Democratico) aveva chiesto che il Tribunale criminale internazionale (ICC) aprisse una indagine sui comandanti della NATO che avrebbero commesso dei crimini di guerra in occasione dell’uccisione di civili.
Il Times non può parlare della pulizia etnica dei Libici e degli immigrati neri provenienti da altri paesi africani perché ciò guasterebbe la reputazione dei “ribelli”, che il Times sostiene in modo incondizionato nonostante che l’ICC abbia riferito che essi hanno commesso dei crimini di guerra. Il Times preferisce restare fedele alla sua semplicistica narrazione: “Il cattivo Gheddafi” e “i ribelli buoni” senza preoccuparsi del fatto che, sempre secondo il Wall Street Journal, i ribelli siano guidati da ex leader di AlQaida rilasciati dalla prigione di Guantanamo dagli USA.
Il Times ha così passato completamente sotto silenzio il piano di pace dell’Unione Africana che soprattutto invoca un cessate il fuoco, negoziati per una costituzione e le elezioni democratiche sotto il controllo della comunità internazionale.
Come si deve definire il rifiuto del Times di parlare di pulizia etnica dei Libici neri da parte dei “ribelli” di Misurata con l’aiuto della NATO? Questo fa del New York Times un complice della pulizia etnica, dal momento che non solo passa deliberatamente sotto silenzio queste violenze ma descrive anche falsamente i “ribelli” come salvatori della Libia?
Telefonate al New York Times (212)556-1234, chiedete di parlare col direttore e chiedetegli perché il suo giornale non parla della pulizia etnica dei Libici neri.