Perché le manifestazioni di Hong Kong stanno finendo
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Moon of Alabama, 22 novembre 2019 (trad.ossin)
Perché le manifestazioni di Hong Kong stanno finendo
Moon of Alabama
Le violenze sponsorizzate dagli Stati Uniti a Hong-Kong sono quasi terminate. Sono però durate molto più tempo di quanto avevamo previsto
La campagna di «violenza marginale» condotta da studenti «per la democrazia» non è riuscita ad allargare i consensi. L’Hongkonghese medio è più che mai determinato a opporsi ad altre provocazioni:
" I manifestanti si sono riuniti verso le 12.30 su di un ponte all’esterno di Exchange Square, che ospita la Borsa di Hong Kong nel centro finanziario della città, per un’altra serie di manifestazioni programmate per l’ora di pranzo, come quelle che hanno avuto luogo nel corso delle ultime settimane.
Si sono avuti tafferugli quando un gruppo di una cinquantina di persone pro-polizia si è presentato un’ora circa più tardi, ma la polizia è giunta poco dopo a sgombrare l’area.
Nel corso di almeno due alterchi tra alcuni esponenti dei due gruppi, un gruppo antigovernativo ha gridato "Tornatevene in Cina" agli avversari, e uno di essi ha dato un calcio ad una donna che camminava verso il gruppo più piccolo ".
Da dieci giorni, i manifestanti vestiti di nero più esagitati hanno cominciato a paralizzare la circolazione a Hong-Kong anche durante la settimana. Hanno saccheggiato quasi tutte le stazioni della metro ed elevato barricate nelle grandi arterie e nei tunnel. Alcune scuole sono state chiuse, imprese e lavoratori hanno subito gravi danni.
Uno spazzino di 70 anni è rimasto ucciso dalle pietre scagliate dai manifestanti contro un gruppo di civili che tentava di erigere una barricata. Un uomo di 57 anni è stato cosparso di benzina e bruciato perché aveva espresso verbalmente la sua contrarietà al saccheggio di una stazione della metro da parte dei manifestanti. Un poliziotto è stato colpito da una freccia.
I manifestanti hanno occupato l’Università cinese e il Politecnico (PolyU) che si trovano nei pressi di grandi arterie e del tunnel che passa sotto il porto. Usando le Università come basi logistiche e fortificazioni, sono riusciti a tenere numerose strade bloccate giorno e notte. Dopo qualche negoziato col rettore dell’Università cinese, i manifestanti hanno evacuato i luoghi lasciando dietro di sé qualcosa come 8000 bottiglie Molotov. Si sono asserragliati nel Politecnico, affianco al tunnel che passa sotto il porto.
E’ stato un errore.
Domenica scorsa, la polizia ha circondato la PolyU e non ha lasciato uscire nessuno. Chi è uscito, è stato arrestato o, se aveva meno di 18 anni, identificato e affidato ai genitori. Si sono avuti diversi scontri violenti quando i manifestanti hanno tentato di spezzare il cordone poliziesco, ma solo qualcuno è riuscito a fuggire.
Dopo qualche giorno, la maggior parte di coloro che si trovavano all’interno di PolyU si è consegnata alla polizia.
Al momento ci sono ancora una trentina di rivoltosi chiusi in un edificio dei PolyU. La polizia li attende all’esterno. Ha dichiarato di aver proceduto a più di mille arresti. L’università è stata saccheggiata e si sono avuti danni importanti a causa degli scontri. Anche stavolta, i rivoltosi hanno lasciato dietro di sé migliaia di bottiglie Molotov e altre armi.
Il blocco del traffico cittadino e i danni crescenti provocati dal vandalismo dei rivoltosi hanno loro alienato la simpatia anche di chi prima li aveva sostenuti. Avendo la polizia arrestato la maggior parte dei caporioni, vi sono poche probabilità che simili manifestazioni violente proseguano.
Domenica si terranno le elezioni municipali del Consiglio di distretto a Hong-Kong. La Cina ha fatto pressioni perché le elezioni si tengano in qualsiasi condizione. La polizia anti-sommossa proteggerà tutti i seggi.
Fino a qualche settimana fa, i candidati «pro-democrazia», che appoggiano i rivoltosi, si aspettavano ancora di ottenere un numero maggiore di seggi. Ma oggi temono che gli elettori li possano punire per il caos che hanno provocato e che scelgano i candidati dell’establishment:
" Il politologo dell’Università cinese, Ivan Choy Chi-keung, ha dichiarato che, mentre l’affluenza alle urne potrebbe essere da record, i risultati appaiono molto più imprevedibili.
"I pro-democratici avrebbero potuto riportare una vittoria schiacciante se le elezioni si fossero tenute in estate, quando sono cominciate le manifestazioni ", dice il signor Choy. "Ma dopo gli scontri recenti in due università, gli elettori indecisi potrebbero mostrarsi preoccupati della situazione dell’ordine pubblico e non votare più per loro".
Si riferiva agli scontri feroci che i manifestanti hanno ingaggiato con la polizia all’esterno dell’università cinese, il 12 novembre, seguiti da altri scontri all’esterno del Politecnico la settimana scorsa.
"Sarà difficile per loro ottenere più della metà dei seggi, come qualcuno aveva previsto all’inizio ", ha dichiarato Choy ".
Il governo di Hong-Kong non ha accolto nessuna delle «cinque rivendicazioni» dei manifestanti. L’unica cosa che i manifestanti hanno ottenuto è una legge varata dal Congresso USA:
" Mercoledì, la Camera dei Rappresentanti ha seguito l’esempio del Senato approvando a schiacciante maggioranza due progetti di legge: La legge di Hong-Kong sui diritti dell’uomo e la democrazia, che investe il presidente dell’obbligo di rivedere ogni anno lo statuto commerciale di favore che gli Stati Uniti accordano a Hong-Kong, minacciando di revocarlo e di imporre sanzioni se si accerti che sono state soppresse delle libertà, e la legge Protect Hong-Kong, che bloccherà la vendita di gas lacrimogeni e di altri strumenti usati dalla polizia.
La prima, anche se ampiamente simbolica, potrebbe comportare mutamenti nelle relazioni di Washington con Hong-Kong e Pechino.
Il presidente Donald Trump ha una opzione semplice rispetto alla legge approvata dal Congresso per sostenere le proteste che hanno sconvolto Hong-Kong – approvarla o opporre il proprio veto. Nel corso di negoziati difficili dovuti alla sua guerra commerciale contro la Cina, potrebbe essere tentato di inserire la sua decisione nei negoziati.
(…)
Ma Pechino vede queste misure come un attacco alla sovranità cinese. I manifestanti radicali potrebbero essere spinti ad adottare forme di lotta ancora più violente. Contromisure non specificate sarebbero state promesse, qualora Trump desse la sua approvazione.
(...)
Ma la guerra commerciale, la violenza e la legislazione hanno nuociuto al clima degli affari a Hong-Kong. Che la legge venga o meno approvata, il pessimismo e l’incertezza già prevalgono. Non ci potranno essere vincitori " .
Trump vuole un accordo commerciale con la Cina e quindi opporrà probabilmente il suo veto al progetto di legge:
" Parlando durante il programma mattutino "Fox & Friends", il presidente ha dichiarato di voler cercare un equilibrio tra le priorità concorrenti nelle relazioni cino-statunitensi.
"Dobbiamo stare con Hong-Kong, ma anche col presidente Xi [Jinping], un mio amico. E’ un ragazzo incredibile, ma dobbiamo resistere... Vorrei che riuscisse a risolvere il problema, okay?", ha dichiarato il presidente. "Io sono per la libertà, e per tutte le cose che voglio fare, ma siamo anche in procinto di concludere uno dei più importanti accordi commerciali della storia. E se ci riusciremo, sarà fantastico" ".
Un veto avrebbe solo un impatto temporaneo, giacché la legge è stata approvata sia alla Camera che al Senato con una maggioranza a prova di veto.
L’idea dietro le proteste e le rivolte a Hong-Kong è sempre stata quella di provocare un altro incidente del tipo Tian An Men. Era evidente fin dall’inizio delle manifestazioni. Oggi viene pubblicamente riconosciuto:
BBC Newsnight @BBCNewsnight - 11:00 UTC - 19 nov 2019
" "Alcuni manifestanti sembrano avere come obiettivo di provocare uno scontro militare con la Cina. Sembrano voler ripetere quello che è successo nella piazza Tiananmen."
Il segretario per gli affari esteri @Jeremy_Hunt dice di essere “preoccupato” per le “tattiche adottate da alcuni manifestanti” di #HongKong "
Se la Cina avesse inviato truppe a Hong-Kong, o fatto usare più forza contro i manifestanti, gli Stati Uniti ne avrebbero approfittato per fare pressione sui loro alleati perché imponessero severe sanzioni alla Cina. La violenza dei manifestanti tendeva a ottenere questo risultato. Una strategia che rientra nel più ampio piano USA di decoupling dalla Cina.
Il piano è fallito perché la Cina è troppo intelligente per accordare agli Stati Uniti quello che volevano. Adesso è Trump a essere sotto pressione. Ha bisogno dell’accordo commerciale con la Cina perché l’attuale guerra commerciale nuoce all’economia USA e mette a rischio la sua rielezione.
E’ probabilmente la vera ragione per cui le proteste si stanno spegnendo.
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