Un bambino di 8 anni interrogato per “apologia di terrorismo”
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Demain online, 29 gennaio 2015 (trad. ossin)
La Francia impazzita del dopo Charlie Hebdo
Un bambino di 8 anni interrogato per “apologia di terrorismo”
La Francia sta impazzendo. Ahmed, uno scolaro nizzardo di 8 anni, è stato interrogato mercoledì in un commissariato di polizia per “apologia di terrorismo”
Il 9 gennaio a scuola, nella sua scuola di Nizza Ovest, il ragazzino si sarebbe rifiutato di partecipare al minuto di silenzio per le vittime degli attentati. Interpellato dagli insegnanti sulle ragioni del suo gesto, avrebbe risposto: “Io non sono Charlie, io sto coi terroristi”.
Secondo l’onorevolissima accademia di Nizza, Ahmed avrebbe fatto in classe dei discorsi considerati “inammissibili”. Ma da quando in qua un bambino deve fare discorsi ammissibili?
La cosa è stata talmente presa sul serio in una Francia senza bussola e terrorizzata dai proprio compatrioti mussulmani, che anche loro cominciano ad avere paura, che il bambino, perché si tratta proprio di un bambino di 8 anni, è stato convocato in commissariato, e interrogato da un ufficiale della polizia giudiziaria.
L’avvocato che ha accompagnato il ragazzetto si è detto scandalizzato da questa procedura. “Ma è un bambino di 8 anni che disegna i Pokemon sui suoi quaderni”, ha esclamato.
Ha spiegato che, quando l’ufficiale di polizia ha interrogato il bambino sulla parola “terrorismo”, il piccolo ha risposto di non sapere cosa significa.
Segno dei tempi, le associazioni di difesa dell’infanzia tacciono.
Dopo la “Shoah”, eretta a tabù dal Primo Ministro francese Manuel Valls, ecco che lo è diventato anche Charlie Hebdo.