Gravi (e maldestre) interferenze della Lobby ebraica nelle elezioni inglesi
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Gilad Atzmon, 1 dicembre 2019 (trad.ossin)
Gravi (e maldestre) interferenze della Lobby ebraica nelle elezioni inglesi
Gilad Atzmon
Da quindici anni metto costantemente in guardia Britannici ed Ebrei sulle gravi conseguenze che potrebbero derivare dall’ intensa attività della lobby ebraica in Gran Bretagna e altrove. Ho scritto migliaia di commenti sull'argomento, tenuto discorsi e interviste senza fine, e pubblicato i libri più venduti sulla politica dell'identità ebraica, ricevendone in cambio insulti incessanti. Sopravvivo però, e, con un po' di fortuna, anche la Gran Bretagna può sopravvivere all'attuale caos creato dalla lobby e dal suo establishment politico compromesso
Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a una campagna di diffamazione orchestrata, condotta da molte istituzioni ebraiche contro partiti politici britannici, politici, intellettuali, artisti e varia altra gente comune. Il Partito Laburista è stato oggetto di una campagna di diffamazione particolarmente vile: la sua leadership è stata accusata di essere "antisemita". Il Partito Laburista, forse non un collettivo di menti molto acute, si è comportato goffamente nel tentativo di contraddire queste accuse senza fondamento. E, follemente, ha accolto tutte le richieste della Lobby: sospendere ed espellere alcuni dei suoi migliori elementi, per aver detto la verità sulla Palestina; e accettare l’idea di primato della sofferenza ebraica, adottando la definizione IHRA di antisemitismo. Il Partito e il suo capo hanno ripetutamente chiesto scusa alla comunità ebraica per atti che non avevano commesso, senza per questo attenuare l’insaziabile appetito della Lobby.
Nel luglio 2018, i tre giornali ebrei britannici si sono uniti nel tentativo di porre termine alla carriera politica di Corbyn, pubblicando contemporaneamente un editoriale congiunto che proclamava: "Oggi i tre principali quotidiani ebrei britannici - Jewish Chronicle, Jewish News e Jewish Telegraph - fanno un passo senza precedenti, uscendo come fossero uno solo e pubblicando la stessa prima pagina. Lo facciamo a causa della minaccia esistenziale alla vita ebraica in questo paese che sarebbe rappresentata da un governo guidato da Jeremy Corbyn”.
In seguito, Corbyn è stato accusato dal deputato laburista Margaret Hodge e da altre celebrità ebraiche di essere "razzista" e "antisemita". Con una mossa straordinariamente sciocca, che denuncia una grave incapacità di comprendere l'umore del suo prossimo, il rabbino capo britannico Ephraim Mirvis ha lanciato un attacco esplosivo e senza precedenti contro Jeremy Corbyn, invitando gli inglesi a non votare laburista.
Quando il rabbino Mirvis ha pubblicato il suo articolo, i Tories erano in testa nei sondaggi con un vantaggio del 12-14 percento. Poi è sopraggiunto un notevole cambiamento. Corbyn è stato intervistato da Andrew Neil, della BBC, che senza dubbio si aspettava offrisse le sue consuete parole di pacificazione. Ma, per qualche ragione, questa volta il leader laburista si è rifiutato di fornire la solita merce. Per quattro volte Neil ha approfittato della BBC per chiedere a Corbyn di scusarsi, e ogni volta il leader laburista ha sollevato obiezioni. Corbyn ha mantenuto il punto e, non a caso, il sondaggio successivo ha dato il Partito Laburista in ripresa. I Tories e il loro leader, almeno così ho letto sulla stampa, sono in preda al panico e per buoni motivi. Un Parlamento senza una maggiorana potrebbe portare Corbyn a diventare il prossimo primo ministro britannico. Il principale esperto di sondaggi, Sir John Curtice, ha avvertito che i recenti titoli elettorali che prevedono una vittoria schiacciante dei Tory sono prematuri. I Britannici ne hanno abbastanza delle interferenze delle lobby straniere nei loro affari interni. Sono stanchi dei gruppi di pressione ostili che usano le accuse di antisemitismo come un’arma, vandalizzano la loro cultura e la loro politica, e sfidano apertamente le radici ateniesi del sistema di valori britannico e del suo ethos.
Lo stravagante modo di comportarsi delle istituzioni ebraiche britanniche lascia perplessi. La stampa ebraica, il rabbino capo, il Consiglio di amministrazione non eletto che pretende di rappresentare gli ebrei britannici, sembrano aver concentrato tutte le loro energie nell’opera di diffamazione del leader dell'opposizione britannica. Ma ecco un enigma interessante. Le istituzioni e le celebrità ebraiche hanno ripetutamente descritto Corbyn come una "minaccia esistenziale per gli ebrei britannici". Praticamente identificano questo militante anti-razzista da una vita con Hitler. Presumo che gli ebrei britannici sappiano che nel 1933 Hitler vinse le elezioni tedesche con il voto di appena il 33% della popolazione tedesca. Secondo i sondaggi di ieri, Corbyn e il partito laburista godono dello stesso livello di sostegno da parte del pubblico britannico. Suppongo che, se queste istituzioni ebraiche credono davvero che Corbyn sia assimilabile a Hitler come viene spesso oltraggiosamente descritto dai loro leader e dalla stampa, il fatto che un terzo degli inglesi lo sostenga significherebbe che la Gran Bretagna è la nuova Germania nazista, e che una nuova Shoah è proprio dietro l'angolo. Se gli ebrei britannici credessero davvero ad uno scenario così ridicolo, ci sarebbe un esodo di massa dalla Gran Bretagna e i prezzi degli immobili nel nord-ovest di Londra precipiterebbero. Al momento non è affatto così. Il costo di un’abitazione di tre camere da letto a Golders Green è ancora molto al di sopra della media britannica.
Non molti studiosi in Occidente affrontano questioni legate alla politica ebraica, non osano criticare il potere ebraico poiché il potere ebraico ha il potere di mettere a tacere ogni persona che osa criticare il potere ebraico. Mi sono reso conto per la prima volta nei primi anni 2000 che il potere ebraico è molto pericoloso, sia per gli ebrei che per i gentili. Il potere ebraico è un apparato sofisticato. Infatti non sono stati i politici o l'establishment britannico a sfidare questo infido spirito che ha avvelenato la politica britannica per troppo tempo. In realtà sono stati i cittadini britannici che si sono alzati e hanno detto, in sostanza, "adesso basta"!
Questo fine settimana è uscito un video che mostra il segretario alla Sanità, Matt Hancock, umiliato, fischiato e insultato nel corso di un comizio elettorale. Quando il deputato conservatore ha tentato di riciclare il ritornello dell' “antisemitismo”, l'intera assemblea ha protestato e lo ha costretto al silenzio.
L'improvvisa ascesa senza precedenti della popolarità di Corbyn e del Labour è un fenomeno affascinante, alla luce dell’incapacità delle inefficienti istituzioni britanniche a difendere le libertà elementari nel regno. La trasformazione del Guardian, un tempo un media rispettato, in un "Guardian of Judea" è affascinante quasi quanto la trasformazione della BBC in BiBiC. Eppure, in Gran Bretagna, solo poche anime coraggiose hanno osato occuparsi di queste questioni. David Icke ha svolto un lavoro incredibile in questo ambito, a causa del quale è stato sommerso dalle ingiurie. Stuart Littlewood ha prodotto un notevole corpus di lavori sui gruppi di pressione sionisti ed ebrei. Craig Murray ha scritto numerosi articoli importanti sul controllo israeliano della politica britannica. Jonathan Cook osserva la sua patria sgretolarsi dal suo punto di osservazione di Nazaret, in Palestina. Sono tutti intellettuali. Non sono né politici né attivisti, ciononostante vengono fatti oggetto di ogni sorta di attacchi da parte della lobby e dei suoi tirapiedi all'interno dell'establishment britannico.
Mi sono immerso nello studio della parola E. Mi sono reso conto molto tempo fa che, dal momento che Israele si definisce Stato ebraico e gode del sostegno quasi unanime dell'ebraismo mondiale e delle sue istituzioni, dobbiamo chiederci che cosa significhi la parola E. Invece di chiedermi chi o cosa siano gli ebrei, ho deciso di esaminare cosa intendano quelli che si identificano come "ebrei" con quel termine. Nei miei libri The Wandering Who e il suo sequel, Being in Time, ho prodotto uno studio sulla metafisica dell'ebraismo. Ho esaminato diverse prospettive del giudeo-centrismo. Ho tentato di chiarire il concetto di scelta. Ho cercato di capire cosa c'è nella cultura ebraica che provoca animosità, e fa sì che la storia ebraica sia un tragico continuum.
In The Wandering Who, ho approfondito la nozione di disturbo da stress pre-traumatico (PRE TSD). Nel PRE TSD, lo stress deriva da un evento fantasmatico, un episodio immaginario che avverrà in futuro; un evento che non ha mai avuto luogo. A differenza del PTSD (Post Traumatic Stress Disorder) in cui lo stress si presenta come una reazione diretta a un evento che (può) aver avuto luogo in passato, nel PRE-TSD, il trauma è causato da uno scenario immaginario di distruzione. La paura di Corbyn è chiaramente un esempio di tale fantasia. L'illusione si perpetua, giacché né Corbyn né il suo partito hanno fatto nulla per contribuire alla sua escalation. Nessuno all'interno della comunità ebraica britannica è riuscito a fermare questa valanga di stress collettivo. E ora i risultati di questa situazione sono terribilmente chiari. Una crepa di sfiducia si è aperta nella società britannica tra gli ebrei e la loro nazione ospitante. Ritengo che gli Ebrei che si sentano sconvolti da tutto questo siano facilmente in grado di individuare i gruppi di pressione, i leader e i media ebraici che ci hanno condotto a questo inutile disastro.
Suppongo che leggere il mio lavoro, piuttosto che bruciare i miei libri, avrebbe potuto aiutare la comunità ebraica ad analizzare e prevenire questo sviluppo. Dialogare con me, piuttosto che tentare di cancellare le mie parole avrebbe potuto evitare alle istituzioni ebraiche di ripetere i loro più evidenti errori storici. Accetto che la denuncia sia una sfida. Capisco che, per la maggior parte delle persone, vivere in uno stato di negazione sia conveniente, ma so anche che la verità ci si svela, spesso, inaspettatamente. Nel mondo reale non siamo noi, le persone, a cercare la verità, è piuttosto la verità che ci perseguita, ovunque ci troviamo e contro ogni previsione.
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