Un governo di grande coalizione per l’austerità in Italia
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World Socialist Web Site, 30 aprile 2013 (trad. Ossin)
Un governo di grande coalizione per l’austerità in Italia
Chris Marsden
In Italia, la formazione di una grande coalizione tra il Partito democratico (PD) del primo ministro Enrico Letta e il Popolo della Libertà (PdL) di Silvio Berlusconi mostra fino a che punto l’oligarchia finanziaria mondiale domina la vita politica
La descrizione ufficiale di questo governo come una coalizione della “sinistra” e della “destra” non fa che sottolineare come questi termini, se impiegati per descrivere i partiti tradizionali, siano stati oramai spogliati di ogni senso. Il nuovo governo nasce per l’austerità, a dispetto dei chiari orientamenti espressi dall’elettorato, e nell’interesse esclusivo di una frangia parassitaria di ultra ricchi.
E’ un governo che è stato imposto alla classe operaia italiana così come l’era già stato, nel novembre 2011, il governo tecnocratico dell’ex commissario dell’Unione europea, Mario Monti. Tutti i partiti italiani sono al servizio dei medesimi interessi sociali.
Il modo in cui questo governo è stato formato, all’esito di colloqui segreti e macchinazioni ordite alle spalle della popolazione, testimonia del degrado delle regole democratiche e del consolidamento, sempre più evidente, della dittatura del capitale finanziario, appena dissimulata dietro la retorica trita e ritrita delle procedure parlamentari.
Letta, il cui zio Gianni è il più importante consigliere politico di Berlusconi, ha nominato il raddrizzatore di torti di Berlusconi, Angelino Alfano, come vice primo ministro e ministro dell’interno – soprattutto col compito di garantire al magnate dei media di sfuggire alle inchieste giudiziarie.
Il posto chiave del ministero dell’economia sarà occupato dal direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, che non è parlamentare. Egli è la promessa vivente fatta alle banche e agli speculatori che non si rinuncerà alla politica che ha già rovinato la vita di milioni di persone.
Il nuovo ministro degli affari esteri è l’ex commissario europeo, Emma Bonino, proveniente dai Radicali italiani libertari e fervente partigiana del “libero mercato”, della privatizzazione delle funzioni pubbliche, tra cui quella della sanità, e di una bassa tassazione per i ricchi.
Sono presenti in massa gli alleati di Monti. Mario Mauro, di Scelta civica di Monti, è stato nominato ministro della Difesa. Anna Maria Cancellieri, ex prefetto che rivestiva la carica di ministro dell’interno sotto Monti, è stata nominato Guardasigilli. Il ministero del Lavoro va ad un altro non parlamentare, Enrico Giovannini, direttore dell’Istituto Statistico Italiano (ISTAT).
La stampa dice che Letta ha posto fine ad una impasse durata due mesi. Con ciò riferendosi al mercanteggiamento senza principi per la spartizione delle poltrone ministeriali dopo le elezioni legislative del 22-24 febbraio che hanno visto il 55% degli elettori votare per i partiti critici verso l’austerità e l’Unione europea. Alle elezioni, la lista guidata da Monti ha raccolto solo il 10 % dei suffragi. Quello che Letta di fatto è riuscito a fare, è stato di mettere insieme i maggiori partiti, che per due anni sono stati responsabili della austerità brutale, dietro un programma che ne assicurerà la continuità.
Tutti quelli che cercano un’alternativa alla politica di austerità si sono trovati di fronte all’assenza di tale alternativa nell’establishment politico. I Democratici sono gli eredi del Partito Comunista Italiano, che è stato il più grande partito stalinista dell’Europa dell’ovest. Gli stalinisti e gli ex stalinisti costituiscono attualmente la colonna portante del regime borghese in Italia e fanno parte del partito italiano più importante del governo. Partito che ha un orientamento apertamente di destra e del quale essi fanno parte insieme a figure venute dalla Democrazia Cristiana, come Letta, mentre la fazione stalinista rivale, Rifondazione comunista, è quasi sparita a causa della sua storia di sporchi intrallazzi.
Ciò ha fatto sì che il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, che aveva ottenuto in febbraio il 25% dei voti, è oggi in grado di guidare l’opposizione al nuovo governo. Tuttavia il conservatorismo del programma politico ed economico di Grillo è appena dissimulato dalle fanfaronate della sua retorica.
Egli parla della vicenda che alla fine ha portato alla nomina del nuovo governo, ivi compreso il ri-conferimento straordinario del mandato presidenziale di 7 anni allo stalinista Giorgio Napolitano, di 87 anni, definendola un “colpo di stato”. Egli descrive il suo movimento come l’equivalente della Rivoluzione francese, esclusa la ghigliottina. E tuttavia le sue denunce della corruzione e del nepotismo sono assolutamente compatibili con le esigenze formulate da taluni settori della aristocrazia finanziaria italiana e mondiale.
Grillo ha detto più di quanto avrebbe voluto quando ha dichiarato al quotidiano tedesco Bild scherzando: “Vorrei che vi fosse della gente onesta, competente e professionale ai posti giusti. Per questo mi piacerebbe una invasione tedesca dell’Italia”.
I colpi brutali inferti dalla UE e dal Fondo Monetario Internazionale sono stati catastrofici per l’Italia, come per la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l’Irlanda. Il gruppo di pressione industriale Confindustria ha detto che l’austerità ha creato “effetti devastanti paragonabili ad una guerra”, lasciando l’Italia in una situazione di “piena emergenza creditizia”.
Più di 31.000 imprese hanno chiuso nel primo trimestre di quest’anno. L’economia italiana si è ridotta del 6,9% dal 2007 e del 2,4% solo l’anno scorso. Il debito pubblico è effettivamente aumentato, passando dal 121 al 127% del PIL e dovrà ancora aumentare in quanto si profila una recessione italiana ed europea.
L’impatto sociale è stato brutale. La disoccupazione si situa all’11,6% e al 37,8% per i giovani – giungendo a più del 50% a Napoli e nelle altre regioni più sfavorite del Sud.
L’esperienza della classe operaria italiana è comune a quella dei loro fratelli e sorelle europee e di tutto il mondo. I lavoratori hanno espresso senza equivoci la loro opposizione alla politica che ha precipitato milioni di persone nella miseria nera e nella disoccupazione, e si vedono imporre dei governi tecnocratici e di destra che garantiscano che l’aggressione al loro livello di vita prosegua.
Nessuno propone un programma di riforme sociali progressiste, e ancor meno delle misura economiche e sociali radicali per lottare contro l’aggravamento della crisi. La classe dirigente dispone di tutta un serie di organizzazioni per garantire che il loro programma si applicato alla lettera – l’UE il FMI, la Banca Centrale europea e gli innumerevoli identikit di governi che, indipendentemente dal loro colore politico ufficiale, fanno esattamente ciò che gli ultra ricchi domandano loro.
Di cosa dispongono i lavoratori? Di sindacati che sabotano il minimo segno di opposizione e funzionano di fatto come il prolungamento del padronato e dello stato. E di vecchi partiti “laburisti” e “socialdemocratici” degenerati che sono indistinguibili dalla destra conservatrice.
Quanto ai gruppi di pseudo sinistra, come Sinistra Critica in Italia, Syriza in Grecia, il Blocco di Sinistra in Portogallo, e le altre, essi organizzano la loro protesta simbolica contro l’austerità, promettendo però sostegno all’Unione Europea e canalizzando i dissensi dietro i loro sindacati.
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