Analisi, aprile 2012 - “I giornali traboccano degli stessi discorsi abusati di intellettuali convinti che il 12% della popolazione mondiale vivente in Occidente possa continuare a dominare l’88% di individui che vivono altrove” Kishore Mahbudani: Le défi asiatique – Ed. Fayard, 2008







Le Grand Soir, 6 aprile 2012 (trad.Ossin)



I BRICS e la costruzione di un mondo nuovo : un’utopia alla nostra portata
Chems Eddine Chitour


“I giornali traboccano degli stessi discorsi abusati di intellettuali convinti che il 12% della popolazione mondiale vivente in Occidente possa continuare a dominare l’88% di individui che vivono altrove” Kishore Mahbudani: Le défi asiatique – Ed. Fayard, 2008


Questa frase senza appello del diplomatico singaporiano, Kishore Mahbudani, riassume più di cento discorsi il disprezzo infondato, costruito su una considerazione sopravvalutata di sé dell’Occidente e del suo braccio armato, su una stampa agli ordini. Un avvenimento passato praticamente inavvertito è relativo alla conferenza a New Delhi dei paesi del BRICS. Ignorati deliberatamente dagli Occidentali decisamente incorreggibili e confusi dall’ altissima (e peraltro ingiustificata) considerazione che hanno di sé stessi, trattati come entità trascurabili, salvo quando bisogna fare appello ad essi per salvare l’Europa e sostenere il deficit abissale degli Stati Uniti. La Cina possiede le più grandi riserve valutarie del mondo: 3200 miliardi di dollari. La Russia dispone di 514 miliardi di dollari, il Brasile di più di 350 miliardi di dollari e l’India di più di 320 miliardi di dollari. Questi fondi sono essenzialmente investiti in titoli del tesoro USA, da qui l’interesse odierno di variare gli investimenti sostenendo la moneta unica europea.
   
Rappresentando il quarto della superficie terrestre e il 40% della popolazione mondiale, il pesi del BRICS hanno prodotto nel 2008 quasi il 14% del PIL mondiale. I capi di Stato delle cinque più grandi economie emergenti – il Brasile, la Russia, l’India, la Cina  e l’Africa del Sud – parteciperanno al quarto Summit del BRICS che si terrà a New Delhi, in India, mercoledì e giovedì. Con l’arrivo dell’Africa del Sud nell’aprile 2011, il peso economico dei paesi del BRICS ha raggiunto gli 11.700 miliardi di dollari USA. IL PIL complessivo dei paesi del BRICS ha rappresentato il 18,5% del PIL mondiale nel 2010. Questa cifra passa a 26,7% se si misura in termini di parità di potere di acquisto (1).


In effetti il fossato economico tra i paesi del BRICS e il G8 si riduce progressivamente. Senza la Russia, il resto del G8 – il Canada, la Francia, la Germania, il Giappone, l’Italia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti – rappresenta il 38% del PIL mondiale in termini di parità di potere di acquisto. Questo scarto si ridurrà ancora nei prossimi anni, giacché molti dei membri del G8 hanno difficoltà a superare le loro croniche difficoltà economiche. L’espansione economica dei paesi del BRICS dovrebbe invece restare forte e regolare (…) Con il 42% della popolazione mondiale e un potenziale economico enorme, il BRICS rappresenta il nuovo polo dell’economia mondiale. In un senso geo-politico più largo, esso sottolinea la crescente cooperazione Sud-Sud, che è ancora una conseguenza naturale dell’evoluzione delle dinamiche economiche mondiali. La crisi finanziaria in Europa ha fatto emergere il BRICS come una fonte essenziale della stabilità economica mondiale. Vi sono state diverse discussioni a proposito dell’aiuto del BRICS all’Europa per aiutarla ad uscire dalle sue difficoltà e, con più di 4000 dollari USA di riserve, il BRICS è certamente in grado di sostenere efficacemente l’Europa. I membri del BRICS hanno già contribuito al Fondo monetario internazionale e un maggior lavoro col FMI dovrebbe senz’altro essere in grado di fornire un aiuto significativo all’Europa. L’aiuto del BRICS, tuttavia, potrebbe accompagnarsi alla richiesta del gruppo di un ruolo più importante nella gestione del FMI. Diversi paesi europei sono i partner commerciali principali dei paesi del BRICS, è anche interesse del BRICS che l’Europa si ristabilisca rapidamente (…)” (1)


“Al di là del commercio, dell’economia e della riforma della governance mondiale, il summit del BRICS dovrà anche discutere di altre questione di portata mondiale, come la sicurezza internazionale, il terrorismo, i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare e energetica (…). Per la prima volta i capi di Stato hanno anche avviato dei lavori concreti in vista della preparazione del loro prossimo summit, previsto per nel 2013, segno dell’emergere di una forma di coordinamento. Hanno incaricato i rispettivi ministri delle Finanze di creare un gruppo di lavoro congiunto che presenterà, l’anno prossimo in Africa del Sud, il progetto di creazione di una banca di sviluppo “Sud-Sud”, col compito di finanziare le infrastrutture e l’innovazione nei paesi in via di sviluppo “. (1)


Una dimensione politica sempre maggiore
Mentre gli USA e l’Unione europea fanno fatica a rilanciare la loro economia minacciata di recessione, il gruppo dei paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Africa del sud) esibisce gli atout che gli consentirà di diventare, di qui al 2050, la nuova locomotiva del mondo. Ma questo gruppo intende anche sfidare l’embargo economico USA ed europeo imposto all’Iran, in quanto i partecipanti all’incontro hanno deciso di intensificare il loro partenariato con l’Iran, che approvvigiona India e Cina di petrolio. E per affrancarsi dalla dipendenza dalle istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca mondiale o il FMI, i cinque leader hanno reiterato, nella dichiarazione finale, la volontà del BRICS di creare una banca per lo sviluppo, che avrà il compito di finanziare i progetti di infrastrutture importanti e di accordare crediti ai paesi poveri della regione. Inoltre hanno convenuto di incrementare i loro scambi commerciali per portarli da 280 miliardi di dollari a 500 miliardi di dollari da qui al 2015. L’India e la Russia si sono impegnate ad utilizzare, di qui a tre anni, la loro moneta per coprire le operazioni commerciali bilaterali per evitare di dipendere dal valore del dollaro USA. E, per la prima volta, le nazioni del BRICS hanno dedicato una parte del loro incontro per discutere di politica internazionale (…): La situazione in Siria è stata l’occasione per le due potenze che dispongono del diritto di voto in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU, Cina e Russia, di invocare “l’inviolabilità della sovranità dei paesi”, invitando gli altri paesi del BRICS a respingere “qualsiasi proposta di intervento militare” (2).


La continua destabilizzazione dei paesi del BRICS da parte dell’Occidente: il caso della Cina

Facciamo due esempi che ci permetteranno di capire come l’imperialismo occidentale ha sempre tentato di schiacciare il più debole. Così nel XIX° secolo l’Inghilterra e la Francia hanno imposto versamenti impossibili all’Impero cinese e saccheggiato il Palazzo di estate (Victor Hugo non è stato tenero con questi due paesi, considerati come ladri che vanno a braccetto).


Domenico Losurdo descrive chiaramente il meccanismo di rapina e di asservimento della Cina: “(…) Con una lunga storia alle spalle, che l’aveva collocata per secoli o millenni in una posizione eminente nello sviluppo della civiltà umana, la Cina, ancora nel 1820, aveva un PIL che costituiva il 32,4% ci quello mondiale; nel 1949, al momento della sua fondazione, la Repubblica popolare cinese è il paese più povero, o tra i più poveri, del mondo. La causa di questo impoverimento è stata l’aggressione colonialista e imperialista cominciata con le Guerre dell’Oppio. Celebrate in termini addirittura enfatici dai più illustri rappresentanti dell’Occidente liberale (si pensi a Tocqueville e a John Stuart Mill), queste guerre infami aprono un capitolo estremamente tragico per il grande paese asiatico (…) Man mano che ci si avvicina alla fine del XIX° secolo, la Cina sembra diventare preda di un destino contro cui non è in grado di fare niente. E’ una congiura universale degli uomini e degli elementi. La Cina degli anni 1850-1950, quelli delle più formidabili insurrezioni della storia, delle cannonate straniere, delle invasioni e delle guerre civili è anche quella dei grandi cataclismi naturali. Certamente mai nella storia del mondo, il numero di vittime è stato così alto. (3)


“L’abbassamento generale e drastico del livello di vita, la disgregazione dell’apparato dello Stato e del governo, con la sua incapacità, la corruzione, l’assoggettamento allo straniero: tutto ciò rende l’impatto delle inondazioni e delle carestie ancora più devastante. La grande carestia della Cina del Nord nel 1877-78 (…) uccide più di nove milioni di persone”. Questa storia tragica a monte della rivoluzione cinese è sparita nella storiografia e nella propaganda che circonda il culto negativo degli eroi (…) Su quest’ultimo punto bisogna allora consultare il libro di un autore statunitense che descrive con grande empatia il ruolo di primo piano giocato durante la Guerra fredda dalla politica di accerchiamento e di strangolamento economico operata da Washington a danno della Repubblica popolare cinese (…). L’embargo decretato nel momento opportuno dagli USA rende questa crisi economica e umanitaria più catastrofica che mai. Gli obiettivi di questo embargo vengono chiaramente fuori dagli studi e dai progetti dell’amministrazione Truman, e da quanto i suoi dirigenti ammettono o dichiarano: fare in modo che la Cina “soggiaccia alla piaga” di un “livello di vita generale pari o inferiore a quello di sussistenza”; provocare un “arretramento economico”, un “ritardo culturale”, “un tasso di natalità primitivo e incontrollato”, dei “disordini popolari”; infliggere un “prezzo pesante e piuttosto prolungato a tutta la struttura sociale” e creare, in ultima istanza, “uno stato di caos”. (3)


Per la seconda più recente vicenda, tutto è cominciato – scrive Jean-Pierre Dubois – con la testimonianza di un attore statunitense, Mike Daisey, che si è recato nell’estate del 2010 nelle fabbriche cinesi in cui si producono gli iPhone, gli iPad e gli altri prodotti Apple. Tornato negli Stati Uniti, Mike Daisey spiega sulle frequenze di una radio popolarissima come le fabbriche dei subappaltatori di Apple sono protette da guardie armate e che vi ha visto lavorare bambini di 12, 13 e 14 anni” (4)


“I media occidentali si preoccupano subito di diffondere la schiacciante testimonianza di Mike Daisey. Oggi la radio che ha trasmesso le parole di Mike Daisey ammette che contenevano “importanti inesattezze”. Lo stesso attore riconosce una “serie di imprecisioni”. Come un semplice intrattenitore abbia potuto, dalla sera alla mattina, beneficiare della tribuna di una grande radio e della stampa degli Stati Uniti (lo stesso New York Times gli affidato un editoriale)? E’ che i media occidentali nutrono una tale ostilità nei confronti della Cina che sono pronti a diffondere ogni “informazione” che possa, in un modo o nell’altro, offuscare l’immagine di questo paese – anche ricorrendo – come si vede – a pure e semplici menzogne” (4)


Non ingannata, la stampa cinese commentò: “In un clima economico mondiale che rende il pubblico occidentale sensibilissimo alle teorie anti-cinesi, il successo di questo tipo di trasmissioni non stupisce”. “Uno dei più grandi successi dell’umanità della fine del XX° secolo si è realizzato senza che l’Europa quasi se ne accorgesse: praticamente tutti i cinesi hanno abbastanza da mangiare. Attualmente 1,2 miliardi di Cinesi su 1,3 non conosce più la carestia, in un paese dove le terre coltivabili sono assai limitate e dove i problemi legati all’acqua rappresentano una vera sfida…”. Ora se questo successo è ignorato dall’opinione pubblica occidentale, è perché le è stato tenuto nascosto. Come non intravvedere dietro l’arroganza dei media occidentali la nostalgia di un’epoca nella quale, per gli imperialismi, la Cina era solo una torta da spartirsi? (4)


Conclusioni
Il Brics non è solo un gruppo che riunisce le più dinamiche economie di mercato emergenti, ma anche un raggruppamento dei tre continenti in crescita: l’Asia, l’Africa e l’America del Sud. Sottolinea il fatto che il nuovo centro dell’attività economica si sposta progressivamente dall’America del Nord e dall’Europa, i paesi sviluppati del Nord, verso i paesi in via di sviluppo del Sud.


Essi devono il loro attuale “successo” al mercato e al fatto che come ogni paese che si sviluppa deve passare per una fase di ascesa? O è l’avvento di un mondo nuovo, che può costituire un modello per gli altri paesi in via sviluppo? Così il loro coordinamento per “contrastare” gli ex paesi industrializzati e la loro opinione pubblica è per noi un segnale di cambiamento che, contrariamente alla filosofia altermondialista, si fonda su fatti concreti. Così si apprende che a Brasilia, il 15 aprile 2010, quattro paesi continenti, e non dei minori, hanno deciso di prendere in mano il loro destino e di non essere più i vagoni della mondializzazione. La loro dichiarazione, che curiosamente è passata sotto silenzio nei media occidentali, rimette fondamentalmente in questione il modo di agire precedente, ereditato dagli Accordi di Bretton Woods. I Brics sperano che la riforma delle quote del FMI si realizzerà durante il summit del G20 previsto per il prossimo novembre (5).


Meglio ancora, si nota che gradualmente l’Occidente mette acqua nel suo vino e, per la prima volta, arretra su delle questioni planetarie. Il linciaggio di Gheddafi, lo spezzettamento del Sudan, della Libia, dell’Iraq e dello Yemen hanno segnato la fine del magister dixit. Per la prima volta, due paesi hanno fermato questa macchina infernale nonostante le rodomontate dei vassalli degli Stati Uniti, la macchina si è bloccata in Siria. L’alternanza vi sarà, Bachar passerà la mano presto o tardi per la volontà delle urne, ma il GMO (Grande Medio Oriente) diventa, per forza di cose, un punto di vista.

C’è da sperare in definitiva che i paesi del Brics non siano presi dalla vertigine di potenza che faccia loro dimenticare i valori fondamentali della dignità umana che sono la condivisione e la protezione dei deboli.  




(1) Cri du Peuple 1871 :
http://www.mleray.info/article-le-sommet-du-brics-un-signe-des-temps-102492731.html 30 marzo 2012


(2) 
http://www.elwatan.com//international/ inde-le-brics-futur-maitre-du-monde-30-03-2012-164795_112.php


(3) Domenico Losurdo
http://www.legrandsoir.info/de-l-oubli-de-la-seconde-periode-des-desordres-en-russie-a-l-oubli-du-siecle-des-humiliations-en-chine.htm


(4) Désinformation contre la Chine : l’enquête sur Apple en Chine entâchée par un bidonnage


(5) C.E. Chitour
http://www.legrandsoir. info/L-Avenement-des-pays-du-BRIC-peut-il-changer-le-monde.html

 

 

 

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