L’attuale crisi è anche una storia di tradimenti. Il caso Tsipras
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Le blog de Liliane Held-Khawam, 20 agosto 2015 (trad.ossin)
L’attuale crisi è anche una storia di tradimenti. Il caso Tsipras
Liliane Held-Khawam
Tutto è in vendita in Europa. Il casinò dell'alta finanza così ha deciso e i governanti eseguono. E’ una colonizzazione di tipo nuovo che si realizza con una sistematica finanziarizzazione. L’esempio che ha scioccato il net, qualche anno fa, è quello del patron di Nestlé che rimetteva in discussione la gratuità dell’acqua del pianeta
La finanza fissa un valore per ogni cosa. Dai vari debiti ai semi delle piante, passando per la privatizzazione dei servizi pubblici, l’acquisizione dei patrimoni nazionali, ecc. E’ facile capire che la finanza sta asservendo il pianeta.
La finanziarizzazione procede speditamente anche se i popoli non la vogliono. E’ questa contrapposizione l’immensa posta in gioco del momento. Il XX° secolo aveva portato al cittadino europeo la protezione di uno Stato-Nazione che vigilava anche sulle sue libertà fondamentali, sul diritto alla riservatezza della vita privata, sulla proprietà privata e i beni comuni.
C’è dunque voluto il martello pneumatico per distruggere questo Stato-Nazione, i suoi rappresentanti e gli elementari principi della democrazia. Abbiamo capito tutti che i mezzi di produzione, il lavoro, il PIL, vale a dire l’economia reale nel suo insieme, dipendono dall’onnipotenza di queste imprese-Stati chiamati multinazionali. Esse controllano i processi di produzione sul piano mondiale, la finanza – e i suoi circuiti mondiali – e la tecnologia che promette con certezza, perfino con arroganza, l’immortalità.
Ma vi è anche una raffinata strategia utilizzata in tutte le fasi di questa mutazione: la comunicazione. Basata su una conoscenza approfondita, insieme storica, economica, geografica, psicologica, archetipica e linguistica di ciascuna regione del pianeta, essa è in grado di offrire un discorso politico ben costruito, adeguato alla realtà locale del momento e capace di suscitare sentimenti di empatia. L’elettore che si sente compreso, crede allora ai programmi proposti. Ma una volta alle spalle i grandi appuntamenti elettorali, quando le promesse vengono tradite, l’elettore non ha più alcun mezzo per rivalersi su chi lo ha ingannato.
I Francesi sono per esempio governati da eletti che fanno un discorso di sinistra, ma le cui azioni si caratterizzano per un ultraliberalismo iper controllore. Essi finanziarizzano il paese a velocità V, ponendo in essere un sistema di controllo dei cittadini impensabile in una democrazia, soltanto qualche anno fa.
La comunicazione è dunque uno strumento strategico usato a man bassa dai governanti per riuscire, contemporaneamente, a rassicurare gli elettori e rispondere alle richieste dei padroni incontestabili del momento: le multinazionali e i loro tecnocrati.
La realtà si sdoppia così tra un discorso politico rassicurante e pieno d’umanità ed una realtà disumana che, nei fatti, esclude ogni democrazia.
E’ in questo scenario di conquista del potere politico da parte dell’Alta finanza che scoppia la tragedia greca. Il popolo greco sottoposto ad una pressione economica e finanziaria intensa va scoprendo la manipolazione psicologica che si traduce in sottile tradimento.
Nel gennaio 2015 Alexis Tsipras, leader di una sinistra radicale, viene nominato primo ministro in Grecia. Alleato dei nazionalisti, Tsipras doveva proteggere con le unghie e con i denti la Grecia contro l’austerità, l’accaparramento da parte delle multinazionali delle ricchezze del paese, mettendo in discussione un debito pubblico ritenuto ingiusto.
Era l’eroe tanto atteso, anche fuori dai confini della Grecia. La comunicazione, rilanciata da alcuni media, ne esaltava le capacità, mostrandolo come una persona fortemente determinata che si proponeva di rivoluzionare il mondo dell’Unione Europea, dei banchieri, del FMI e soci. Tutti volevano crederci, tanto più che l’esasperazione dei popoli europei nei confronti della tirannia dei mercati finanziari era generalizzata e al culmine.
Giunto al potere, Tsipras gesticola contro la legittimità dei debiti pubblici, la voracità dei consorzi stranieri pronti a tutto per accaparrarsi le ricchezze naturali di cui il paese è ricco. C’è stato anche un momento in cui ha utilizzato la rimessione del debito tedesco da parte dei Greci alla fine della Seconda Guerra Mondiale (effetto psicologico garantito sui Greci ma anche sui Tedeschi). I media hanno amplificato il fenomeno Tsipras. I popoli confinanti con la Grecia, scottati dalla negativa esperienza dei propri governi, osservavano con invidia la bellissima messa in scena.
E’ in tale contesto di grandi aspettative e anche di speranza che Tsipras si è rivelato. Il programma che ha presentato a fine giugno è quello che sta realizzando oggi. Una finanziarizzazione a oltranza di tutto quello che il paese conta in termini di beni e ricchezze nazionali. Nel suo programma, Tsipras non ha chiesto la rimessione dei debiti pubblici. Egli si è rivelato degno dei più virtuosi patron dell’Alta Finanza internazionale.
Tuttavia, tra il momento della presentazione alla Troika del suo progetto e quello della sua realizzazione, Tsipras ha organizzato un referendum. Si è detto fino alla nausea che Tsipras chiedeva al suo popolo di sostenerlo nel suo rifiuto delle condizioni poste da Bruxelles. Egli intendeva lasciare ai diretti interessati la decisione su impegni così pesanti.
Con sua grande sorpresa, il 5 luglio – giorno del referendum – il popolo greco, spossato da un blocco finanziario e bombardato da ogni sorta di minacce di rappresaglia, ha optato per la resistenza al fianco del suo eroe. Una resistenza forte, sostenuta e festeggiata nella serata di domenica 5 luglio da Greci galvanizzati. I loro vicini Europei non erano stati in grado di spegnere questo spettacolo e questo sogno di liberarsi di un giogo di nuovo tipo.
Ma Tsipras non era in realtà quell’eroe che dipingevano i suoi bei discorsi. Già all’indomani del referendum, gli osservatori, che non avevano ben letto il suo programma filo-sistema, hanno capito che le convinzioni esibite da Tsipras erano solo propaganda. Un volgare programma elettorale non seguito dai fatti, come si è visto. Deve riconoscersi che, qualsiasi siano i candidati e i loro programmi elettorali, dopo le elezioni è inevitabilmente il programma dettato dall’Alta finanza che viene realizzato.
Così il referendum e il programma elettorale di Tsipras erano solo un bluff, un attentato ai fondamenti della democrazia.
Non deve a questo punto sorprendere che Tsipras abbia portato il debito pubblico al 200% del PIL. Le misure che accompagnano questa crescita sono deleterie per il PIL futuro. Ha accettato tutto: IVA, pensioni, imposte, ecc. E a questo si aggiunge la vendita del patrimonio pubblico, i cui proventi sostenevano le finanze dello Stato.
In questo modo Tsipras porta a termine il programma dei suoi predecessori.
Il consorzio tedesco Fraport Slentel, che oggi acquista 14 redditizi aeroporti regionali per la somma ridicola di 1,23 miliardi è quello stesso che doveva comprarli nel 2014. Tsipras ha solo rinviato l’operazione di qualche mese.
Altri consorzi aspettano il loro turno, ivi comprese le imprese minerarie canadesi, Perché, per quelli che ancora non lo sanno, la Grecia non è del tutto povera. Essa è addirittura eccessivamente ricca di risorse minerarie e fossili. Ridurre la Grecia al ruolo di un mendicante che vive alle spalle dei suoi vicini è una menzogna (pura propaganda).
Tsipras oggi realizza i desiderata dei mercati finanziari grazie all’appoggio dell’opposizione che quietanza il suo programma in Parlamento. Tsipras rappresenta perfettamente l’inutilità della democrazia europea del 21° secolo. Chiunque il popolo voti, cade inevitabilmente nelle mani di esecutori dei mercati finanziari che riescono a sedurlo con bei discorsi costruiti finemente in modo adatto alla cultura locale. In psicologia, questa si chiama manipolazione.
Ancora più grave è l’impatto dell’effetto Tsipras sui cittadini europei in generale. Il dramma greco potrebbe infatti porre fine alle speranze dei popoli di riuscire a tutelare i loro patrimoni e le loro libertà. Può anche scoraggiare ogni opposizione al grande casinò. Messaggi inconsci potrebbero essere del tipo: “inutile agitarsi, potete solo perdere”; “nessuna opposizione politica più riuscire”; “il mercato finanziario può tutto”, ecc.
Ora, un sistema che esclude qualsiasi alternativa ed opposizione è totalitario.
Adesso i media spostano la loro attenzione da Tsipras alla Germania, colpevole dei mali dei Greci. La verità è che Tsipras è il vero responsabile del male attuale e soprattutto futuro del suo paese e del suo popolo. Aveva tutte le carte in mano per dire NO alla Germania. Il suo popolo era pronto a sostenerlo fino in fondo. Qualcuno parla di alto tradimento e i fatti sembrano dargli ragione.
La crisi greca ha mostrato in modo caricaturale la manipolazione psicologica di cui è capace una buona comunicazione da parte di individui affascinanti.
Non bisogna però abbassare le braccia e credere che tutto sia bloccato. Il primo compito per il futuro è di imparare a individuare e conoscere il vero nemico e le sue debolezze. E’ un casinò anonimo, certo, ma non ha alcuna possibilità di esistenza senza le fortune, il lavoro e le tasse dei cittadini. I cittadini hanno molto più potere di quanto non immaginino.
Ultimo punto, questo nemico si nasconde dietro una miriade di società anonime, Fondi di investimento e altre fondazioni. Ma è assai sensibile alla luce, che teme e sfugge. Fissiamo dunque su di lui i proiettori invece che sul popolo greco, statunitense o tedesco, tutti vittime dello stesso mostro.