Come hanno fatto gli autori dell'11 settembre?
- Dettagli
- Visite: 1851
Analisi, 24 ottobre 2021 - Il ventesimo anniversario dell'11 settembre ha spinto alcuni critici della versione ufficiale a chiedersi cosa sia realmente accaduto in quel giorno fatale. Per individuare i colpevoli, bisogna chiedersi a chi ha giovato (nella foto, Netanyahu al Congresso USA)
Unz Review, 21 settembre 2021 (trad.ossin)
Come hanno fatto gli autori dell'11 settembre?
Philip Giraldi
Il ventesimo anniversario dell'11 settembre ha spinto alcuni critici della versione ufficiale a chiedersi cosa sia realmente accaduto in quel giorno fatale. A dire il vero, nel corso degli anni, si era già sviluppata una notevole attenzione su tale questione, soprattutto attraverso l’analisi critica degli aspetti tecnici e delle vere cause del crollo delle torri gemelle e del vicino edificio 7, che è dove si trovava la stazione della CIA, e si erano anche formulate delle ipotesi su cosa potrebbe essere realmente successo al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania
La versione ufficiale si fonda soprattutto sul Rapporto della Commissione sull'11 settembre di 585 pagine, ma anche su quanto hanno divulgato i media e sui comunicati del governo di allora e di quelli successivi. Essa è in sintesi la seguente: diciannove dirottatori arabi, per lo più cittadini sauditi, agendo agli ordini di Osama bin Laden, capo del gruppo terroristico al-Qaeda, hanno usato taglierini e altri simili strumenti per assumere il controllo di quattro aerei di linea commerciali. Due sono stati pilotati fino a schiantarsi nelle torri gemelle del World Trade Center di New York, che sono conseguentemente crollate, un terzo aereo ha colpito il Pentagono e un quarto aereo è precipitato in Pennsylvania, quando i passeggeri hanno tentato di opporsi ai dirottatori. Nei siti sono stati rinvenuti detriti dagli aerei, ma i corpi dei passeggeri, l'equipaggio e i dirottatori sono stati in gran parte divorati dalle fiamme e dal calore intenso, fino a risultare irriconoscibili. I campioni di DNA raccolti nei vari siti avrebbero consentito l’identificazione di alcuni dei morti. L'edificio 7, che non è stato colpito da un aereo, ha preso fuoco per la caduta di detriti dalle torri del vicino World Trade Center, e le fiamme si sono propagate a tal punto che è stato necessario demolirlo per evitare di mettere in pericolo altri edifici adiacenti.
A sostegno della teoria alternativa che gli edifici siano stati invece abbattuti da esplosioni controllate del tipo di quelle usate per le demolizioni, è la mancanza di una seria analisi forense dei frammenti di muratura e acciaio. I detriti sono stati raccolti frettolosamente e scaricati in mare o trasferiti all'estero, dove non hanno potuto essere sottoposti a esame chimico. Già questo fatto sa di cospirazione.
Quasi 3.000 cittadini e residenti statunitensi sono morti nei molteplici attacchi, il cui ricordo è diventato la forza trainante di una guerra globale al terrorismo (GWOT) lanciata dall'amministrazione di George W. Bush. I documenti dell'FBI declassificati di recente hanno aggiunto qualcosa alla versione ufficiale, ammettendo che il governo saudita e alcuni individui facoltosi, tra cui forse la famiglia reale, hanno aiutato i dirottatori, sia direttamente che indirettamente, ma non ci sono prove che suggeriscano un coinvolgimento diretto di Riyadh nella cospirazione, se di questo si tratta. Tenete presente che "l’assenza di prova" non significa "innocenza", e ci sono ancora un certo numero di documenti relativi all'Arabia Saudita che sono Top Secret.
La prima domanda da porsi è quella del “cui prodest”: "Chi ne ha tratto vantaggio?" I Sauditi, comunque, non avrebbero avuto alcun motivo di realizzare l'attacco, perché il Regno dipende molto dal sostegno degli USA per sopravvivere nella sua attuale forma autocratica. A meno che al-Qaeda non si fosse proposto di arrecare danno, o addirittura di abbattere lo Stato saudita (e qualche prova pure c’è), il vantaggio che avrebbe potuto trarne per il gruppo e la sua leadership è difficile da individuare, salvo a considerare l'11 settembre poco più di un atto di violenza gratuito, o una punizione di Washington per i suoi misfatti in Medio Oriente. Secondo quanto riferito, Bin Laden si trovava in dialisi in un ospedale dell'esercito pakistano a Rawalpindi il giorno prima degli attacchi, e può essere che si trovasse ancora sotto cure mediche, quindi il tempismo sarebbe curioso, se egli ne fosse stato davvero una delle menti. Inoltre, nel suo primo commento registrato sull'11 settembre, la risposta immediata di bin Laden è stata che non aveva nulla a che fare con esso.
Restano quindi solo due beneficiari dell'11 settembre, lo Stato di Israele e una possibile cabala segreta nel governo degli Stati Uniti, composta principalmente da neoconservatori, che potrebbero essere stati legati agli Israeliani, e che volevano usare la forza militare statunitense per rifare il Medio Oriente. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso apertamente che Israele aveva molto da guadagnare dall'adesione degli Stati Uniti alla guerra del suo paese contro il terrorismo musulmano, affermando che “È molto positivo. Beh, non molto bene, ma genererà un'immediata simpatia [e] rafforzerà il legame tra i nostri due popoli, perché noi abbiamo sperimentato il terrore per così tanti decenni, ma gli Stati Uniti hanno ora sperimentato una massiccia emorragia di terrore". E, naturalmente, secondo Netanyahu, l'attacco era convenientemente attribuibile ai nemici di Israele.
Ci sono molte prove che supportano un possibile coinvolgimento israeliano o neocon, quindi la domanda successiva diventa "Cosa hanno fatto e come l'hanno fatto?". In un recente articolo innovativo, l'ex CIA Senior Analyst e Presidential Briefer Ray McGovern spiega che, sia all’intelligence del governo degli Stati Uniti, che agli ambienti degli organismi di sicurezza, erano pervenuti molti segnali di ciò che stava arrivando ma, in qualche modo, le persone al vertice sembravano bloccare qualsiasi azione di prevenzione. Furono ignorati perfino i terribili avvertimenti di alto livello, che venivano dai servizi di intelligence amici di Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e paesi arabi. La pervicacia dimostrata nell'omettere qualsiasi misura di follow-up o prevenzione va ben oltre qualsiasi ipotesi di semplice coincidenza, e nella catena di comando, ai vertici della burocrazia, spicca la figura del vicepresidente Dick Cheney, noto fautore di una politica di difesa interventista, che potrebbe aver fatto in modo di realizzarla. Cheney, ovviamente, aveva stretti legami con i neocon del Pentagono e con il personale del Consiglio di sicurezza nazionale.
Ray nota che nessuno dei funzionari identificati dell'amministrazione, che si sono macchiati di manchevolezze nella vicenda dell’11 settembre, è stato sottoposto a sanzioni disciplinari o licenziato. Al contrario, molti sono stati promossi, come il Sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz che è finito a capo della Banca Mondiale. La mancata punizione è un segno sicuro di insabbiamento. Aggiungo a ciò il fatto che Israele non è stato nemmeno oggetto di investigazioni durante la preparazione del Rapporto sull'11 settembre, nonostante il fatto che nello stesso periodo fosse impegnato in una massiccia operazione di spionaggio contro gli Arabi sul territorio degli Stati Uniti. Inoltre, noti agenti dell'intelligence israeliana che "lavoravano" per una falsa compagnia di autotrasporti del New Jersey che potrebbe essere stata coinvolta nel trasporto di esplosivi e detonatori agli edifici del WTC, nel fine settimana e a tarda notte sono stati visti ballare e festeggiare la distruzione degli edifici.
Per quanto riguarda questi stessi edifici del WTC, essi erano stati convenientemente privatizzati dal proprietario, l'Autorità Portuale di New York e New Jersey, che potrebbe averne consentito l'accesso fuori orario e nei fine settimana. Secondo quanto riferito, la decisione di privatizzare sarebbe dovuta alle raccomandazioni della commissione presieduta dal miliardario Ronald Lauder, che era anche presidente del Congresso ebraico mondiale. Ciò ha consentito a Larry Silverstein di ottenere un contratto di locazione per 99 anni delle Torri Gemelle nel luglio 2001. Silverstein, molti dei suoi figli e alcuni dei suoi dirigenti, avrebbero dovuto trovarsi all’interno degli edifici la mattina dell'11 settembre, ma per vari motivi nessuno di essi si è presentato. Silverstein ha in seguito ottenuto la somma di $ 4,55 miliardi dalla società di assicurazione, per quanto avesse chiesto $7,1 miliardi, sostenendo che la polizza copriva “per incidente” e che c'erano stati due attacchi aerei.
Un elemento di grande forza è anche l'intervento attivo israeliano a livello politico, delineato nel Piano Yinon del 1982 e in "A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm", redatto da un gruppo di neocon statunitensi nel 1992 per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. I neocon nel loro documento fondamentale, il Progetto per un Nuovo Secolo Americano (PNAC), hanno ipotizzato che gli Stati Uniti sperimentassero "un evento catastrofico e catalizzatore - come una nuova Pearl Harbor", che avrebbe motivato il paese ad impegnarsi nel "dominio globale a spettro completo", per mezzo della forza militare. E per attuare i loro schemi, i diplomatici israeliani, i lobbisti israeliani e i neoconservatori per lo più di nomina politica non sono mai stati a corto di risorse a Capitol Hill. Molti degli ebrei statunitensi coinvolti nella rete neocon sono andati al Pentagono e hanno lavorato per Paul Wolfowitz o per l'Office of Special Plans di Doug Feith. Altri lavoravano per Cheney o facevano parte del Consiglio di sicurezza nazionale, tutti ben posizionati per favorire un crimine e un massiccio insabbiamento.
All'ultima domanda "Come hanno fatto?", può rispondersi in termini di congettura, ma direi che se i dirottatori arabi fossero realmente esistiti, sia Israele (che chiaramente era informato di cosa si preparava), sia la cabala a Washington, avrebbero semplicemente "lasciato che accadesse", come una variante di un attacco sotto falsa bandiera. Se avessero saputo in anticipo che i presunti dirottatori sauditi, la maggior parte dei quali probabilmente conoscevano per nome, avrebbero preso il controllo degli aerei di linea e li avrebbero schiantati contro obiettivi di alto valore simbolico, come il WTC e gli edifici governativi di Washington, serviva al loro scopo non interferire e lasciare che lo facessero. E Israele aveva molti "amici" nei media e nel governo per garantire l'insabbiamento. Gli USA avrebbero avviato una guerra eterna in Medio Oriente, e Benjamin Netanyahu avrebbe sorriso soddisfatto, mentre i nemici del suo paese sarebbero stati accusati e puniti severamente.
La mia congettura potrebbe peccare nei dettagli, ma scommetto che è molto più vicina alla realtà di quanto sia stato spacciato dagli Stati Uniti come verità negli ultimi vent'anni.
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura |