Le accuse di stupri durante l'operazione del 7 ottobre sono infondate e smentite dai fatti
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Analisi, 8 dicembre 2023 - Jake Tapper della CNN non ha rispettato le regole professionali ed etiche del giornalismo in un reportage che avrebbe dovuto mostrare le prove di violenze sessuali da parte di combattenti palestinesi il 7 ottobre...
Mondoweiss, 1 dicembre 2023 (trad.ossin)
Le accuse di stupri durante l'operazione del 7 ottobre sono infondate e smentite dai fatti
anonimo (*)
Jake Tapper della CNN non ha rispettato le regole professionali ed etiche del giornalismo in un reportage che avrebbe dovuto mostrare le prove di violenze sessuali da parte di combattenti palestinesi il 7 ottobre
Il 18 novembre 2023, la CNN ha trasmesso un reportage del giornalista Jake Tapper. Esso pretende di fornire testimonianze di “stupri” contro donne israeliane, presumibilmente avvenuti il 7 ottobre 2023.
Alcune ore dopo la pubblicazione del reportage della CNN , Israele e gruppi filo-israeliani hanno lanciato una campagna mediatica internazionale. Altri media, compreso il Washington Post, hanno pubblicato articoli che riprendevano il reportage della CNN.
Nell’ambito di questa campagna, sono stati presi di mira anche attivisti e gruppi femministi che avevano chiesto un cessate il fuoco a Gaza.
Samantha Pearson, direttrice del Centro per le aggressioni sessuali presso l'Università di Alberta in Canada, è stata licenziata poche ore dopo la messa in onda del reportage. La ragione è che aveva firmato una lettera, il 25 ottobre, in cui affermava che l’accusa secondo cui i Palestinesi erano colpevoli di violenza sessuale rimaneva “non verificata”. Nella lettera non si dice che non ci siano state violenze sessuali, ma che non c'erano ancora prove sufficienti per sostenere queste accuse.
Il reportage della CNN rappresenta una grave violazione dell’etica, e lo dimostreremo in questo articolo. L’aspetto più allarmante di questo reportage è che si è scoperto che ogni singolo testimone o “esperto” interpellato manca di credibilità o ha legami con funzionari e istituzioni governative israeliane.
Un'analisi più attenta del reportage della CNN rivela una serie di manipolazioni e violazioni della professionalità giornalistica, compreso il fatto che tutti i testimoni che la CNN afferma di aver "trovato" erano già apparsi in precedenti resoconti prodotti e coordinati dal governo israeliano, ciò che mette in serio dubbio che siano stati acquisiti documenti originali e che vi sia stata davvero un’inchiesta sul campo.
La palese violazione da parte della CNN degli standard professionali ed etici del giornalismo responsabile solleva anche interrogativi sulla possibile complicità della CNN con una campagna politica orchestrata dall’ufficio del primo ministro israeliano per accreditare accuse non verificate di stupri di massa e con il più ampio tentativo di disumanizzare i Palestinesi, al fine di giustificare la prosecuzione del genocidio nella Striscia di Gaza.
Esperta di diritti umani o consigliere per la sicurezza nazionale?
Il servizio della CNN inizia con un'intervista a Cochav Elkayam-Levy. La si presenta come una “esperta di diritto dei diritti umani che ha organizzato un comitato civile per raccogliere le prove”.
L'intervistata è sì una esperta, ma non di diritti umani. Nei suoi ruoli precedenti, compreso il servizio reso presso l'ufficio del procuratore generale del governo israeliano nel dipartimento di diritto internazionale, ha fornito giustificazione legale ai funzionari israeliani che commettono violazioni dei diritti umani contro i Palestinesi.
In precedenza aveva pubblicato una “guida per politici, funzionari pubblici e consulenti legali sulla gestione degli scioperi della fame”. Si tratta di un manuale legale dettagliato per “normalizzare attraverso la legislazione e la regolamentazione” l’alimentazione forzata, un brutale atto di tortura utilizzato per spezzare la volontà dei prigionieri politici.
Lo stesso anno, Israele ha legalizzato e regolamentato la legge sull'"alimentazione forzata", al fine di opprimere e torturare i prigionieri palestinesi che protestavano contro la loro detenzione amministrativa, ricorrendo allo sciopero della fame.
Tuttavia, la CNN ha ritenuto opportuno intervistarla come esperta di diritti umani.
Nella sua intervista, che apre il servizio della CNN, Elkayam-Levy si limita solo a spiegare perché non ci siano prove e fatti. E, se Elkayam-Levy afferma di parlare in rappresentanza del "Comitato Civile", la CNN nasconde gli stretti legami dell’esperta con il Consiglio di sicurezza nazionale del primo ministro israeliano.
La signora Elkayam-Levy è anche la fondatrice e direttrice del “Dvora Institute”, che funziona come organo consultivo vicino al “Consiglio di sicurezza nazionale” del primo ministro israeliano. Il comitato consultivo dell'Istituto Dvora comprende un ex direttore dell'ufficio del primo ministro israeliano e tre ex funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale.
Le testimonianze dei soldati non coincidono
Il reportage prosegue affermando che la CNN "ha trovato testimoni delle atrocità". A riprova, mostra il video di un soldato israeliano, ripreso solo di spalle, identificato dalla lettera "G", che afferma di essere un soccorritore dell'unità "669" - l'unità speciale di salvataggio tattico dell'aviazione israeliana dell'IDF. Nella sua testimonianza, il soldato afferma che durante la perquisizione delle case del "Kibbutz Be'eri", durante gli scontri, ha aperto la porta di una camera da letto e ha trovato i corpi di due ragazze di età compresa tra i 13 e i 15 anni, entrambe uccise, uno dei quali era nudo e presentava resti di sperma nella parte bassa della schiena.
Esaminando tuttavia i nomi di tutte le ragazze presumibilmente uccise nel Kibbutz Be'eri il 7 ottobre, [1] per verificare i fatti, non si è rinvenuta alcuna coppia di adolescenti israeliane trovate morte insieme, che corrisponda alla descrizione fatta dal soldato intervistato.
Per entrare nel dettaglio, le due sorelle (“Y” – 13 anni) e (“N” – 16 anni) sono quanto di più si avvicini alla storia raccontata dal soldato. Ma i loro copri non sono stati ritrovati insieme, come sostiene “G”. Secondo rapporti israeliani, il corpo di una di loro è stato trovato a casa insieme alla madre defunta, mentre l'altra sorella e suo padre sono rimasti dispersi per alcuni giorni. Secondo Ynet, "la famiglia sperava che la ragazza fosse stata rapita e che si trovasse a Gaza, ma pochi giorni dopo l'attacco hanno ritrovato il suo corpo".
Sorprendentemente, una testimonianza molto simile è apparsa il 25 ottobre su Republic, un canale televisivo indiano di estrema destra. In questo caso, è stato intervistato un soldato della stessa unità, la 669, le cui iniziali sono rimaste sconosciute. Stranamente, questa intervista è stata quasi del tutto ignorata dai media israeliani.
Questa seconda intervista è stata organizzata da Eylon Levy, il portavoce dei media stranieri per l'ufficio del primo ministro israeliano. All'epoca, Eylon Levy la pubblicò su X/Twitter, sostenendo che si trattava di una testimonianza da "Be'eri", mentre il soldato nella prima intervista si riferiva ad un'altra colonia, "Nahal Oz". Infine, in un’altra intervista ancora a Channel 13, il capo dei combattimenti nel Kibbutz Be'eri, il generale di brigata Barak Hiram, riferiva della presenza in loco di 13 diverse unità militari – e l'Unità 669 n non era una di queste.
Quando qualcuno si improvvisa medico legale
Il servizio della CNN presenta poi due testimoni che parlano delle condizioni dei corpi che hanno esaminato. La prima viene indicata con uno pseudonimo per ragioni non chiarite, anche se mostra il volto e indossa abiti civili in un'abitazione privata. Il reportage la presenta come "volontaria" all'obitorio della base militare di Shura, dove molti corpi sono stati portati per essere identificati e preparati per la sepoltura.
La testimone era apparsa in precedenza in un reportage scritto (che recava anche una sua foto in uniforme militare) in cui era stata presentata come caporale riservista dell'esercito israeliano, che nella vita civile lavora come architetto. Nell'articolo di Ynet, pubblicato il 31 ottobre 2023, non aveva in alcun modo accennato a presunte violenze sessuali.
Il secondo testimone è Rami Shmuel, che Jake Tapper presenta come uno degli organizzatori del festival “Nova”. Invece è uno degli organizzatori del festival “UNITY” – un altro festival di musica elettronica, che si è tenuto il giorno prima di “Nova” nella stessa location. I due festival non sono collegati.
La CNN non menziona il fatto che Rami Shmuel non era presente sul luogo del festival durante l'attacco. Secondo il post Facebook di Shmuel, pubblicato nel pomeriggio del 7 ottobre, si trovava "al sicuro" in una villa nell'insediamento di Netivot.
Il giorno successivo, Shmuel afferma di aver partecipato alla ricerca di corpi e sopravvissuti nell'area, a titolo personale e non ufficiale.
Ciò che Shmuel ha detto ai suoi follower la sera dell'8 ottobre non conteneva alcuna allusione alle violenze sessuali: “Un'ora fa ho lasciato la zona, e le scene sono molto, molto difficili e (...) Una zona di guerra in tutti i sensi. Centinaia di auto abbandonate e crivellate di proiettili, incendi ancora accesi in alcune aree aperte”.
Il testimone che li ha “visti”
Il servizio della CNN prosegue: "Martedì la polizia ha tenuto una conferenza stampa durante la quale una testimone ha detto..." poi il giornalista prosegue leggendo uno scritto visualizzato sullo schermo.
Si dice che la testimone – una donna di cui non si sa più niente – ha visto, mentre si nascondeva con un altro soccorritore, che “hanno fatto piegare qualcuno e ho capito che uno l'ha violentata e poi l'ha passata a qualcun altro (…) l'ho visto tagliarle il seno e poi gettarlo in strada, dove hanno cominciato a giocarci”.
Il reportage qui nasconde molti fatti importanti (che pure sono emersi nei dettagliati resoconti della conferenza stampa apparsi sui media israeliani) e soprattutto omette di segnalare le seguenti incongruenze:
1. La donna non era presente alla conferenza stampa, gli agenti di polizia hanno riprodotto una sua registrazione senza ulteriori dettagli.
2. La testimone è scappata dal festival musicale, e avrebbe visto ciò che racconta mentre si nascondeva.
3. Era accompagnata da un paramedico che ha però detto di non aver visto ciò che la donna ha raccontato.
4. La CNN e gli altri media che hanno pubblicato questa testimonianza hanno intenzionalmente omesso l'ultima parte della testimonianza: “Ho visto uno di loro portare una ragazza nuda sulla spalla, mentre gli altri sollevavano teste decapitate, come in una sorta di dimostrazione di potere.”
Quest'ultima affermazione non è stata evidenziata da nessun funzionario israeliano e solleva seri dubbi sull'affidabilità complessiva della testimone.
Campagna israeliana per diffondere le accuse di stupri
Il reportage della CNN si conclude con Tapper ed Elkayam-Levy che criticano la comunità internazionale per aver ignorato questi atti di violenza contro le donne. I toni sono esattamente gli stessi usati dal governo israeliano.
Il 13 novembre la polizia israeliana ha tenuto una conferenza stampa in cui, secondo quanto riferito, sono state promesse nuove prove sulle violenze sessuali commesse il 7 ottobre. È di questo incontro che si parla nel reportage della CNN. Tuttavia, la CNN non ha detto nulla della tensione che si è creata tra giornalisti e agenti di polizia durante il briefing a causa della mancanza di nuove informazioni e di prove chiare.
Il capo della polizia si è rifiutato di rispondere alle domande e l’addetto stampa della polizia, Merit Ben Meir, ha impegnato un’accesa discussione con i giornalisti, nel corso della quale ha esplicitato che cosa la polizia si aspettava dai media, quando ha affermato: “In base alle circostanze in cui sono stati scoperti i corpi, si sono accertati gli stupri e non c’è motivo di mettere in dubbio questi fatti”.
Pochi giorni dopo, il 17 novembre, più di venti giorni dopo la pubblicazione della lettera degli attivisti canadesi, è apparso un tweet da un'organizzazione sionista canadese che attaccava Samantha Pearson. Il giorno dopo, il 18 novembre, la CNN ha trasmesso il suo reportage e, nel giro di poche ore, è iniziata una campagna mediatica contro Samantha Pearson e altri gruppi femministi, che ha provocato il suo immediato licenziamento.
La mattina del 19 novembre, la stampa israeliana ha annunciato che il Ministero degli Esteri stava intensificando i suoi sforzi per influenzare le "organizzazioni femministe mondiali" e approfittare della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, per pubblicizzare le accuse di violenza sessuale. La sera dello stesso giorno è stata lanciata una campagna pubblicitaria in cui attrici e modelle israeliane ripetevano letteralmente lo stesso slogan con cui Jake Tapper conclude il suo servizio alla CNN: "Se lo stupro delle donne israeliane non viene considerato stupro.
Responsabilità
La storia ci ha insegnato che i genocidi richiedono sempre la disumanizzazione e la demonizzazione delle persone da annientare, considerate animali con aspetto umano e selvaggi. Il reportage della CNN si iscrive in questa opera di disumanizzazione.
L’analisi qui presentata non intende negare in linea di principio la possibilità che qualche episodio di violenza sessuale possa essersi verificato il 7 ottobre. Ma occorre fare indagini serie e trovare prove sufficienti e affidabili a sostegno di queste gravi accuse. Se si è verificata violenza sessuale, gli autori devono essere severamente puniti. Questa responsabilità ricade innanzitutto sui Palestinesi.
Si tratta di garantire giustizia alle vittime di questi crimini e preservare l’integrità della lotta palestinese per la liberazione, che rifiuta la violenza sessuale.
Gli autori di questi crimini devono essere ritenuti responsabili delle loro azioni. Ciò deve essere fatto attraverso una procedura penale equa, basata su fatti e prove. Noi sosteniamo che non è possibile ottenere procedimenti penali equi nei tribunali militari illegali di Israele, in cui i tassi di condanna sono superiori al 99%.
Crediamo piuttosto che l'obiettivo di Israele non sia cercare giustizia ma creare una pressione che metta a tacere il mondo e perseguiti tutti coloro che chiedono un cessate il fuoco e la fine della guerra. Il prossimo passo di questa campagna sarà intensificare la caccia alle streghe contro chiunque sostenga i diritti dei palestinesi. Questa campagna viene condotta con un obiettivo: l’annientamento del popolo palestinese a Gaza.
Nota :
[1] Puoi cercare בארי e otterrai l'elenco. C'è (come dettagliato nel rapporto più lungo) un'altra ragazza (12 anni) che non si trovava insieme ad altre ragazze adolescenti. Un'altra coppia di sorelle, di 15 e 22 anni, erano scomparse da più di due settimane e la loro famiglia credeva che fossero state rapite.
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura. |