Boko Haram in contraddizione con l'islam ?
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Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement) dicembre 2018
Boko Haram in contraddizione con l'islam ?
Alain Rodier
Le autorità nigeriane hanno più volte dichiarato che Boko Haram è in declino e perfino che il suo capo, Abubakar Shekau, era stato ucciso – cosa che si è poi rivelata falsa. Ciononostante la violenza è cresciuta negli ultimi mesi nell’est della Nigeria, nel sud-est del Niger e anche nella parte ovest del Ciad. Molti militari sono rimasti uccisi negli scontri, una cinquantina in particolare durante un raid contro le guarnizioni di Metele, Gajiran e Mainok, nello Stato di Borno (nord-est della Nigeria, il 17 novembre scorso). I soldati nigeriani manifestano la loro rabbia e rifiutano talvolta di impegnarsi in combattimento perché ritengono di essere male equipaggiati, poco addestrati e mal riforniti… quando pure vengono pagati ! I Ciadiani, dopo essere stati in prima linea nella guerra, si tengono attualmente in una condizione di prudente riserva. Infine tutte le autorità politiche locali minimizzano gli avvenimenti drammatici che attualmente si registrano nell’Africa dell’ovest, in modo da mantenere un minimo di credibilità all’interno e all’estero.
Lo Stato Islamico nell'Africa dell'ovest: una dissidenza di Boko Haram
Sarebbe soprattutto lo Stato Islamico nell’Africa dell’ovest (ISWAP) responsabile delle ultime offensive. L’ISWAP è una fazione dissidente di Boko Haram. E’ guidata da Habib Yusuf – alias Abou Mosab Al-Barnaoui -, il figlio maggiore di Mohamed Yusuf, il fondatore di Boko Haram assassinato - mentre era detenuto - dalle autorità nigeriane nel 2009.
Al-Barnaoui – ex aggiunto di Abubakar Shekau, l’emiro de Boko Haram – ha incoraggiato quest’ultimo a dichiarare fedeltà a Daesh, cosa che sarà fatta il 7 marzo 2015 [1]. L’atto di sottomissione è stato accettato qualche giorno dopo da Abou Mohamed Al-Adani (ucciso il 30 agosto 2016), il responsabile delle operazioni esterne e provvisoriamente portavoce di Daesh, con la creazione ufficiale della « wilaya dell’Africa dell’ovest » (ISWAP).
Ma Al-Barnaoui se ne è andato ad agosto 2016, portandosi appresso questa affiliazione. Lo ha seguito il fratello Adam Badri Mohammed Yusuf e diversi altri capiclan come Mamman Nour – responsabile dell’attentato dell’agosto 2011 contro la sede delle Nazioni Unite ad Abuja, e consigliere « politico » di Barnaoui -, Aboubakar Menoké – suo consigliere militare -, Mallam Bako, ecc. La ricompensa non è tardata troppo perché il 2 agosto 2016 è stato ufficialmente nominato da Daesh alla carica di wali (governatore) dell’ISWAP, un vero e proprio disconoscimento di Shekau, all’epoca molto indebolito. Pare molto probabile che Shekau non abbia accettato questa destituzione di fatto. Il personaggio è noto per essere assai complesso e difficile da capire: tuttora riconosce Abou Bakr al-Baghdadi come sua « guida spirituale » ma non accetta di obbedire alle sue ingiunzioni.
L’ISWAP ha conosciuto nel 2018 importanti problemi interni. Ad agosto Mamman Nour e diversi suoi adepti sarebbero stati giustiziati– su indicazione di Daesh – perché incarnavano una tendenza troppo « moderata » del movimento, accettando di restituire gli ostaggi contro riscatto. Da quel momento, sembra che effettivamente il movimento non risparmi più nessuno.
A ottobre, Ali Gaga, il numero 3 dell’ISWAP sarebbe stato a sua volta assassinato perché sospettato di volersi consegnare alle autorità nigeriane. Da allora vi sarebbe « un po’ di tregua » nel gruppo terrorista. E’ stata forse questa crisi interna a spingere il movimento – il cui ramo militare sarebbe oramai al comando di Aboubakar Menoké – ad intensificare le operazioni offensive contro le forze governative. Niente è meglio di un nemico da combattere per rinserrare le fila…
Secondo i vari analisti, il totale degli effettivi dell’ISWAP e di Boko Haram varia da 6 000 a 30 000, per lo più appartenenti all’etnia kanouri.
Le cifre di 3 500 - 5 000 combattenti per l’ISWAP – movimento attivo soprattutto nel bacino del lago Ciad – e di un migliaio di attivisti per la fazione di Shekau [2] – presente soprattutto nelle foreste di Sambisa -, in aggiunta a qualcosa come 50 000 simpatizzanti che forniscono un aiuto logistico ai due gruppi, sembra abbastanza credibile. Nonostante il numero di effettivi che possono sembrare relativamente pochi, le ragioni economico-religiose sostenute dai ribelli sembrano molto più mobilitanti di quelle dei loro avversari, le forze regolari il cui morale sarebbe estremamente basso.
Perché Daesh ha allontanato Abubakar Shekau?
Daesh ha, a poco a poco, preso le distanze da Boko Haram – e soprattutto dal suo emiro Abubakar Shekau – a causa dell’impiego, da quest’ultimo voluto, di donne e talvolta di ragazze per commettere attentati suicida. I ricercatori del CTC hanno dimostrato che, da aprile 2011 a giugno 2017, Boko Haram è stato il gruppo terrorista che è maggiormente ricorso a questo tipo di attentati in tutta la storia. Su 434 casi repertati – 338 autori dei quali sono stati identificati – almeno 244 erano di sesso femminile. Secondo il CTC, « sono passati da zero donne kamikaze ad una maggioranza di donne utilizzate per gli attentati suicida ». Si tratta di numeri peraltro verosimilmente sottostimati giacché un certo numero di corpi è stato rinvenuto in condizioni tali da non poter essere classificato … E’ comunque utile precisare che i movimenti delle Tigri Tamil dello Sri Lanka, Hezbollah libanese e diverse formazioni rivoluzionarie palestinesi hanno anch’essi fatto appello alle donne, certamente in misura assai ridotta, nel passato.
La maggiore utilità del ricorso a terroriste femmine è principalmente tattico, giacché le forze di sicurezza sono meno diffidenti verso le donne che verso gli uomini e gli uomini dei servizi di sicurezza non possono perquisirle, in applicazione della legge islamica. La seconda è di ordine psicologico giacché, in tal modo, la popolazione civile non si sente più sicura in nessun luogo, specie in quelli di maggiore affluenza.
I ricercatori del CTC hanno così dimostrato che, se i simboli del governo restano i bersagli privilegiati delle azioni terroriste, subito dopo vengono i civili presenti negli spazi pubblici, i mercati, le fermate dei bus e, attualmente, i campi dei rifugiati.
Infine il CTC sottolinea che « sono mussulmane tre volte più vittime dei cristiani […] Questo dato evidenzia la differenza tra il modo in cui Boko Haram si presenta o viene percepito, vale a dire come il campione della protezione della comunità musulmana, il difensore dei suoi interessi – e i fatti, che dimostrano che le vittime, o almeno i luoghi presi di mira, sono di fatto più spesso musulmani che cristiani ».
Sul piano ideologico, l’utilizzo di donne, e ancor più di ragazze, nei combattimenti – e a fortiori per gli attentati – è proscritto dall’islam salvo che per legittima difesa [3]. E’ anche vietato uccidere altri mussulmani a meno che non siano « apostati », vale a dire dei « traditori » della religione. E’ per questa ragione che gli sciiti, globalmente considerati come tali, vengono sistematicamente presi di mira dai salafiti-jihadisti, ma anche dai wahhabiti e dai Fratelli musulmani.
In origine, la direzione di Daesh era assai rigida nell’applicazione dei testi sacri. Boko Haram – la cui religiosità è un sincretismo combinato di islam e tradizioni animiste africane – è stato comunque investito del compito di portare il jihad in Africa. E’ qui una differenza con Al Qaeda « canale storico » che vieta in ogni caso tale pratica e chiede ai suoi fedeli di evitare, fin quando sia possibile, di uccidere altri musulmani. Sembra però che l’intento di Shekau di mantenersi su questa strada abbia finito con lo stancare Abou Bakr al-Baghdadi.
Si teme tuttavia che l’impiego di donne kamikaze si generalizzerà, almeno dalla parte di Daesh – che tenta di continuare ad esistere con azioni terroriste spettacolari – e sembra dunque più « lassista » nei confronti delle regole imposte dall’islam. Pur restando estremamente pericolosi e sanguinari, gli attivisti di Al Qaeda « canale storico » tentano da parte loro di rispettare al massimo le regole della sharia, cosa che peraltro non riduce affatto i « danni collaterali ».
Riassumendo, Boko Haram e i movimenti di questo genere continueranno a provocare uno stato di insicurezza importante nel continente africano. Fortunatamente, e nonostante diversi tentativi, non sono ancora riusciti a concludere delle alleanze durevoli con i loro omologhi del Sahel e della Somalia.
Note:
[1] Questo gruppo si è dichiarato, volta a volta nel passato, vicino ai Talebani e poi ad Al Qaeda « canale storico ».
[2] Dati del Combatting Terrorism Center(CTC) di West Point.
[3] Cosa che non può certo riguardare le ragazze che si fanno esplodere nei mercati.