Mobilitazioni lampo antigovernative : prima l'Ucraina, poi il Venezuela
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Mondialisation.ca, 24 febbraio 2014 (trad. ossin)
Alcune cose da sapere sulle manifestazioni in Venezuela
Mobilitazioni lampo antigovernative : prima
l'Ucraina, poi il Venezuela
Mahdi Darius Nazemroaya
L'opposizione sostenuta dagli USA nella Repubblica Bolivariana del Venezuela si ispira alle manifestazioni anti-governative che impazzano dall'altro lato dell'Atlantico, in Ucraina. Non essendo riusciti a vincere alcuna elezione e ad ottenere alcun mandato popolare da parte della maggioranza della popolazione nel corso degli ultimi anni, i leader dell'opposizione mainstream ricorrono oramai alle tattiche delle rivoluzioni colorate e ad una strategia di disrupzione nello stesso stile che in Ucraina. L'obiettivo dei leader dell'opposizione in Venezuela è di galvanizzare i manifestanti anti-governativi per creare una crisi politica a Caracas. Incitano così i manifestanti a realizzare delle azioni forti allo scopo ultimo di rovesciare il governo venezuelano.
Questi leader, e chi li sostiene all'estero, sfruttano l'inquietudine innegabile prodotta dai crescenti tassi di criminalità, dalla corruzione politica e dalle difficoltà economiche, come uno schermo per quello che sembra piuttosto un tentativo di colpo di Stato. Le inquietudini socio-economiche di una segmento della popolazione vengono utilizzate per legittimare l'azione e la violenza urbana che mira a rovesciare il governo
E' grottesco che proprio coloro che oggi si oppongono al governo venezuelano in nome della democrazia, dell'uguaglianza e della sicurezza siano stati un tempo i sostenitori di governi autocratici e apertamente corrotti prima dell'era Chavez. La perdita di memoria e l'ipocrisia sono diffuse in queste contrade. Quando quegli stessi oligarchi che organizzano e finanziano oggi l'opposizione venezuelana e che sostengono e incitano le manifestazioni anti-governative erano al potere in Venezuela, la corruzione era diffusissima, i tassi di povertà erano assai più elevati, come anche l'inflazione. Il Venezuela non era affatto una democrazia efficiente.
Nonostante che il partito al potere abbia ricevuto un mandato democratico, e abbia anche ottenuto la maggioranza dei seggi municipali alle elezioni del dicembre 2013, l'opposizione sostenuta dagli USA vuole servirsi di Flash Mob (eventi rapidi, ndt) per abbattere il governo e prendere il potere. Su 337 sindaci eletti in dicembre 2013, gli scrutini finali ne hanno assegnato 256 al partito al potere e alla coalizione delle forze politiche filo-governative. Ciò equivale a una vittoria pari al 76% dell'elettorato e significa che la maggioranza della popolazione appoggia il partito al potere e i suoi alleati politici.
Nonostante le sue lacune, il Partito Socialista Unito del Venezuela e i suoi alleati politici dispongono di uno dei mandati più democratici del mondo. In termini di rappresentanza popolare, il governo di Caracas dispone di molta più legittimità democratica di paesi come la Gran Bretagna, il Canada, la Francia e gli Stati Uniti, che si presentano come i campioni e i modelli di democrazia. Il Partito Socialista Unito e le sue coalizioni, ivi compresa quella del Gran Polo patriottico (GPP), sono andati alle urne in molte più occasioni di qualsiasi altro governo attuale della Gran Bretagna, del Canada, della Francia o degli USA. In ogni occasione in cui erano in gioco questioni costituzionali o altre importanti fatti che coinvolgevano le strutture politiche, il partito al potere e il governo hanno lasciato al popolo il compito di decidere, attraverso referendum popolari.
Dal 1999, quando l'era Chavez è cominciata in Venezuela, fino al 2014, si sono tenuti sei referendum aventi ad oggetto riforme costituzionali, strutture sindacali e perfino una mozione dell'opposizione per destituire Hugo Chavez con un ritorno alle urne dopo uno scrutinio elettorale. Vi sono inoltre state quattro elezioni presidenziali, quattro elezioni parlamentari per l'Assemblea Nazionale, e quattro elezioni regionali per i governatori e le legislature degli Stati. L'elezione di Nicolas Maduro come presidente nell'aprile 2013, solo pochi mesi dopo che Hugo Chavez aveva vinto le elezioni presidenziali nell'ottobre 2012, ha confermato il sostegno e la fiducia di più della metà della popolazione nei confronti del governo. Inoltre, non solo vi sono state quattro elezioni municipali, ma gli assessori comunali hanno cominciato ad essere democraticamente selezionati dalle urne piuttosto che designati. Sono i leader dell'opposizione sostenuta dagli USA che avrebbero preferito la scelta degli assessori fuori dalle urne, invece di lasciare la gente decidere essa stessa col voto.
L'opposizione mainstream in Venezuela è anti-democratica
Quello che l'opposizione sostenuta da Washington ha tentato di fare in Venezuela, è di conquistare il potere al di fuori delle elezioni. Se ne frega della democrazia o della volontà della maggioranza dei cittadini. Lì dove i capi dell'opposizione mainstream non sono riusciti a ottenere il consenso popolare o vincere nelle urne elettorali, hanno usato l'inganno e ogni altra opzione possibile per assumere il controllo del paese sud-americano. Compreso l'uso della forza, l'incitamento alla violenza, i tentativi di putsch, le intense campagne di propaganda, la collusione continuata col governo USA e la fluttuazione voluta dei prezzi.
I leader delle manifestazioni anti-governative del 2014 sono gli stessi della opposizione mainstream che ha sostenuto e collaborato col putsch del 2002, eseguito da una ristretta cerchia di ufficiali militari e coordinato con l'ambasciata USA in Venezuela e l'ambasciatore USA Charles Shapiro. Per quanto gli USA neghino qualsiasi coinvolgimento, l'ambasciatore Shapiro si è recato subito a incontrare i capi del putsch e si è perfino gioiosamente fatto fotografare con loro, dopo che i loro soldati avevano sequestrato il presidente Chavez. Attraverso i documenti del governo federale USA, esaminati grazie alla FOIA (Freedom of Information Act, la legge sulla libertà di informazione, ndt), si è provato in modo indiscutibile che la CIA aveva perfino ricevuto i piani della cospirazione cinque giorni prima che l'opposizione venezuelana cominciasse le operazioni.
I leader dell'opposizione mainstream hanno continuato a mentire vergognosamente da allora. Paradossalmente sono stati anche tra i più beneficiati dai vari meccanismi democratici messi in campo da Hugo Chavez per accrescere la partecipazione popolare e i canali di responsabilizzazione della gente e della opposizione al governo. I leader dell'opposizione mainstream hanno utilizzato uno di questi meccanismi nel 2004 per chiedere la destituzione del presidente Chavez, con un referendum nazionale. E però essi non hanno voluto riconoscere i risultati di questo referendum, solo perché i risultati non coincidevano con le loro aspettative.
Durante questo stesso referendum del 2014, i leader dell'opposizione mainstream hanno anche tentato di manipolare gli elettori venezuelani e di creare una crisi politica con l'aiuto di una registrazione truccata che mirava a screditare il governo, imputando a Chavez una frode.
Alcuni della stessa opposizione hanno poi boicottato le elezioni parlamentari del 2005, dopo avere suscitato una crisi elettorale prima dello scrutinio. In un primo momento il Consiglio Elettorale del Venezuela voleva usare degli scanner di impronte digitali per registrare gli elettori, ma l'opposizione ha minacciato il boicottaggio delle elezioni se si fosse fatto ciò. Una delle ragioni della scelta degli scanner per le impronte digitali era di ridurre le frodi o i tentativi di frode. Quando il Consiglio Elettorale Nazionale ha rinunciato alla istallazione degli scanner, i più importanti partiti dell'opposizione hanno ugualmente boicottato le elezioni parlamentari del 2005 e tentato nonostante tutto di delegittimare il governo venezuelano.
Essi hanno poi tentato di sfruttare anche di questioni tecniche per manipolare la legge e assumere il controllo e dividere il governo e i suoi alleati. Quando il presidente Chavez è caduto malato, le forze mainstream dell'opposizione sono ricorse a pretesti costituzionali, invocando l'articolo 233 della Costituzione per assumere la presidenza ad interim, nella speranza di creare una rottura tra lui e il vicepresidente Maduro, che avrebbe potuto dividere e in prospettiva indebolire gli Chavisti e il Partito Socialista Unito.
Dopo che Nicolas Maduro ha vinto le elezioni presidenziali del 2013, il rivale della Coalizione per l'Unità Democratica (MUD), il Governatore Henrique Capriles Radonsky, ha perfino rifiutato di riconoscere i risultati elettorali denunciando la frode. Col sostegno inziale del governo USA, il Governatore Capriles rifiutò di accettare i risultati anche dopo che, su sua insistenza, è stato realizzato un audit su più della metà dei voti. Capriles ha chiesto allora che fossero ricontati tutti i voti, cosa che venne accettata dal Consiglio Elettorale Nazionale. Capriles però fece delle richieste supplementari, compresa una revisione completa del registro degli elettori e, soprattutto, un tracciamento alla fonte di tutti i voti. E anche quando il Consiglio Elettorale Nazionale, con molte difficoltà, tentò di soddisfare queste richieste sempre crescenti e verificò che effettivamente Maduro aveva vinto le elezioni in modo onesto, il governatore Capriles non volle ammettere la sconfitta e affermò che l'elezione era mistificata. Perfino il governo USA fu costretto a ritirare il suo sostegno.
Dopo la sconfitta, il governatore Capriles incitò allora i suoi supporter a provocare violenze nelle strade. Organizzazioni aventi sede negli USA, come Human Rights Watch (HRW), hanno totalmente ignorato il ruolo svolto da Capriles e dall'opposizione nello scatenare la violenza, cogliendo piuttosto l'opportunità di criticare il governo venezuelano. HRW ha avuto solo questo da dire a proposito della violenza urbana scatenata dai leader del MUD: "Durante la presidenza Chavez, e ora durante quella di Maduro, l'accumulazione del potere in capo al potere esecutivo e l'erosione delle garanzie hanno consentito al governo di intimidire, di censurare, e di portare in giudizio i suoi detrattori". Non una sola volta le azioni violente intraprese dall'opposizione mainstream o la corruzione dei suoi dirigenti negli Stati e nelle municipalità che amministrano è stata menzionata da HRW.
Il governatore Capriles e i leader dell'opposizione mainstream del Venezuela hanno deliberatamente tentato di usare la violenza e la perdite di vite umane come tattica per delegittimare il governo venezuelano e giustificare la strategia dell'opposizione mainstream di operare fuori dal quadro democratico. Non può non sottolinearsi che i loro obiettivi sono di accrescere il caos politico e perturbare la stabilità del Venezuela con l'intento di creare un vuoto di potere che giustifichi un cambiamento di governo al di fuori del quadro democratico delle elezioni.
Gli obiettivi degli oligarchi venezuelani che controllano l'opposizione mainstream non è quella di creare una società giusta o di eliminare la corruzione e il crimine. Essi vogliono solo riaffermare e radicare le loro posizioni di privilegio nella società venezuelana e disfarsi delle riforme che Hugo Chavez ha attuato in sostegno dei poveri del Venezuela. Essi vogliono che la legge sia al servizio dei loro bisogni e serva solo per assicurare il loro dominio. Le più importanti imprese, delle quali sono proprietari, hanno provocato un aumento dei prezzi. Inoltre, in molti casi il crimine organizzato è legato agli oligarchi dell'America latina.
Interrogati sull'eredità di Hugo Chavez, molti sostenitori dei partiti dell'opposizione mainstream riconoscono che Chavez ha aiutato i poveri, ma insistono sul fatto che Chavez "non ha fatto niente per il paese". In una ricerca sulla psicologia delle classi, dei privilegi e della percezione dell'attribuzione del diritto di Paul Piff dell'Università della California a Berkeley, questo atteggiamento spiega la psicologia dell'auto-attribuzione del "diritto" che è la motivazione dell'opposizione mainstream venezuelana: molti di questi individui (che sono chiaramente "individui" nel senso di essere individualisti) si considerano come il "paese", escludendo i Venezuelani poveri. Di conseguenza, ridurre la disparità tra poveri e ricchi o migliorare la qualità di vita dei cittadini sfavoriti non vuol dire niente e non è nemmeno classificabile, psicologicamente parlando, come qualche cosa di utile al miglioramento della società venezuelana.
Gli studenti sono persone e non devono essere strumentalizzati
Le immagini di studenti attivisti sono state una costante delle manifestazioni anti-governative a Caracas. Val la pena di citare la dichiarazione del Consiglio degli Affari Emisferici (COHA) del 14 febbraio 2014 sulle manifestazioni dell'opposizione in Venezuela. L'organismo ha detto di "considerare con grande inquietudine la violenza perpetrata contro un governo democraticamente eletto e contro i civili, che ha provocato, al 12 febbraio 2014, 3 morti, 61 feriti e 69 arresti". Esso ha anche notato che lo spargimento di sangue a Caracas vi è stato "a seguito di cortei per lo più pacifici organizzati nel 200° anniversario della battaglia della Vittoria, una battaglia nella quale gli studenti hanno giocato un ruolo cruciale nella guerra per l'indipendenza del Venezuela".
Gli studenti non dovrebbero essere strumentalizzati come difensori esclusivi o partigiani delle libertà civili e della democrazia. Si tratta di rappresentazioni false ed erronee. Gli studenti possono rappresentare diversi interessi di classe e anche interessi particolari che contraddicono il bisogno di uguaglianza e giustizia nella loro società e nel mondo intero. La strumentalizzazione degli studenti e dei movimenti degli studenti come difensori della giustizia attribuisce una cambiale in bianco e credito morale a questi gruppi, mentre essi andrebbero sostenuti sulla sola base delle loro motivazioni e delle cause che difendono.
Nel paese latino-americano confinante col Venezuela, El Salvador, gli studenti delle scuole di medicina universitarie private che hanno già completato il loro internato si oppongono a che gli studenti delle scuole salvadoregne che hanno fatto l'internato a Cuba possano essere ammessi ai loro stessi esami. Hanno falsamente sostenuto che gli standard cubani sono più bassi e non tollerano che siano posti su un piano di parità con quelli dell'insegnamento privato dai costi elevati. Essi pretendono che i medici formati a Cuba facciano un anno di internato in più.
Nonostante che il governo salvadoregno abbia sostenuto che sono proprio i risultati degli esami a dover stabilire chi sia qualificato e chi no, gli studenti delle scuole di medicina non cubane sono ricorsi a manifestazioni e tattiche politiche barricandosi nelle aule di esame e tentando di sconvolgere il sistema sanitario piuttosto che affidare le loro buone ragioni ai risultati degli esami. Questi studenti, per la maggior parte formati in università private, volevano infatti solo eliminare la concorrenza dei loro colleghi meglio formati, imponendo restrizioni supplementari ai colleghi formati a Cuba.
Queste proteste in Salvador erano chiaramente un fatto di competizione economica e di interessi personali e non una questione di giustizia, di imparzialità, di professionalità o di standard. Tanto più che, se si vuole parlare di standard, gli studenti formati a Cuba sono superiori. Alla fine gli studenti sono riusciti a imporre al governo di El Salvador di aggiungere restrizioni supplementari agli studenti delle università cubane. Eppure va segnalato che, ogni volta che il governo salvadoregno ha chiesto ai medici di partecipare come volontari a iniziative di carattere comunitario, sono sempre stati quelli formati a Cuba che si sono offerti.
Tornando al Venezuela, è importante analizzare la natura e il tipo di coinvolgimento che le forze studentesche hanno avuto nelle manifestazioni anti-governative e di rilevare che, in realtà, gli studenti sono divisi tra filo-governativi e anti-governativi. Occorre anche sottolineare che i leader dell'opposizione si nascondono dietro l'immagine degli studenti per ottenere un sostegno più ampio nel loro obiettivo di delegittimazione del governo venezuelano. Stando a quanto detto dal COHA: "Mentre alcuni gruppi di studenti sfilavano per celebrare la Giornata dello Studente, manifestanti anti-governativi hanno colto l'occasione per protestare contro l'occasionale penuria di alcuni prodotti di base, contro il crimine persistente e per chiedere la liberazione degli studenti arrestati durante precedenti manifestazioni".
E' anche importante sottolineare che la fazione studentesca dietro la quale si nascondono i leader dell'opposizione mainstream proviene in generale da famiglie privilegiate che possono permettersi di mandare i figli nelle università private e negli istituti post-secondari di istruzione superiore. La percezione di questi studenti di queste università e grandi scuole private può essere radicalmente diversa da quella dei colleghi delle università pubbliche su questioni come l'economia neo-liberale, i privilegi, il governo. Per quanto occorrerebbe effettuare dei sondaggi e delle ricerche, sembra però che gli studenti delle istituzioni superiori private siano più favorevoli a un putsch, all'utilizzazione dei militari per rovesciare il governo legittimo, alla distribuzione ineguale della ricchezza. Questo tipo di opinioni è stato psicologicamente condizionato dalle idee martellate dalla propaganda, dalle famiglie e dai media mainstream.
La costruzione di una falsa immagine delle manifestazioni anti-governative e l'occultamento dei disordini
E' in via di costruzione una falsa immagine delle manifestazioni anti-governative. Molti manifestanti, portatori di legittime rivendicazioni in tema di criminalità e inflazione, sono essi stessi indotti in errore dai promotori delle manifestazioni. Non può negarsi infatti che esista davvero in Venezuela un problema di criminalità e di inflazione, ma ancora una volta non si può nemmeno dimenticare che le vere motivazioni dell'opposizione mainstream non hanno carattere socio-economico. I problemi servono solo da pretesto per manipolare i manifestanti.
Inoltre occorre sapere che, all'inizio, l'opposizione venezuelana era proprietaria di quasi tutti i media mainstream del Venezuela. L'opposizione ha letteralmente nelle mani il rubinetto della maggior parte delle informazioni mentre il governo controlla solo l’ informazione pubblica, viene sostenuto dalle stazioni radio locali e ha solo la possibilità di far trasmettere da tutte le reti dei messaggi pubblici di rilevante importanza. Così l'opposizione ha utilizzato il controllo che ha sui media per restituire una falsa immagine degli avvenimenti e per deformare in modo pesante l'immagine delle manifestazioni e per nascondere i disordini e gli atti vandalismo che vi sono stati insieme alle manifestazioni. Il Ministro dell'informazione e della comunicazione, Delcy Rodriguez, ha commentato in proposito che il governo avrebbe incriminato coloro che avessero fornito una copertura alle violenze urbane attraverso distorsioni mediatiche.
L'opposizione venezuelana ha portato avanti una guerra di propaganda perpetua. La distorsione delle manifestazioni anti-governative non ne è che il capitolo più recente. Essa è oramai coinvolta in una campagna di propaganda simile a quella lanciata davanti al Palazzo Miraflores nel 2002, che è sfociata nel tentativo di colpo di Stato contro il presidente Chavez. I leader dell'opposizione hanno spinto la violenza e quando è stato sparso del sangue a causa delle loro deliberate provocazioni, se ne sono serviti per giustificare la destituzione forzata e a-democratica di Hugo Chavez, democraticamente eletto.
La leadership dell'opposizione si è imbarcata in un'operazione disonesta. Sono state usate immagini ritoccate e false notizie per dipingere il governo venezuelano come un regime autoritario che usa la violenza brutale contro manifestanti civili disarmati. Foto poco lusinghiere di poliziotti e di soldati argentini, brasiliani, bulgari, cileni, egiziani, greci e singaporiani sono state messe in circolazione nei social network e nei media dalle forze di opposizione come se si riferissero ai fatti che si svolgevano in Venezuela nel febbraio 2014. Ciò vale anche per le foto dei sostenitori del governo feriti dai manifestanti e una foto ritoccata proveniente da un video pornografico nella quale la polizia forzerebbe un cittadino a fare una fellatio, che è stato messo in circolazione dall'attrice anti-Chavez Amanda Gutierrez.
Fatti accaduti in Cile fatti passare come successi in Venezuela
Foto scattate in Egitto, spacciate come prese a Caracas
Perfino immagini tratte da siti porno, usate per delegittimare la polizia venezuelana
Chi è Leopoldo Lopez Mendoza?
Il leader attuale delle manifestazioni anti-governative in Venezuela merita un cenno a parte. Leopoldo Lopez Mendoza è un ex dipendente della Petroles venezuelana (Petroleos de Venezuela), SA (PDVSA) e l'ex sindaco di Chacao. Proviene da una delle famiglie più ricche del Venezuela. La famiglia di Lopez fa parte della oligarchia anti-Chavez che un tempo regnava sul Venezuela come se fosse una specie di residenza personale.
Ma non è solo il contesto familiare e la ricchezza materiale che deve essergli imputata, vi sono le sua azioni individuali. Lopez non ha alcuna legittimazione come difensore della democrazia. Il suo passato personale vale il contrario: egli ha apertamente appoggiato la sospensione della democrazia in Venezuela e è coinvolto nel tentativo effimero di putsch del 2002. Non solo ha firmato il Decreto Carmona per sciogliere tutte le istituzioni democratiche del paese e licenziare tutto l'apparato giudiziario ed elettivo, egli è anche una delle figure-chiave dell'incitamento alle manifestazioni anti-governative e alle violenze davanti al Palazzo Miraflores, che servirono da pretesto per dichiarare Chavez illegittimo.
Diversi anni dopo, nel 2007, Lopez e Alejandro Pena Esclusa sono stati registrati mentre ordivano apertamente una crisi politica in Venezuela creando instabilità. Giacché era Esclusa quello che aveva parlato di più, Lopez ne ha preso le distanze. In effetti Lopez non ha detto niente nella registrazione sulla strategia di destabilizzazione, ma essa è rilevabile nelle azioni svolte tra il 2002 e il 2014 e dimostra che ha operato in tal senso.
Lopez del resto ha una reputazione di disonesto e di corrotto, che afferma essergli stata costruita da Chavez. I fatti, però, parlano da soli. Quando era un dipendente dello Stato e lavorava per la compagnia petrolifera nazionale del Venezuela PDVSA, capitò che sua madre, che pure lavorava per PDVSA, sottraesse almeno 160.000 dollari dai fondi della società, nel 1998, a suo beneficio. Lopez affermò di non aver fatto niente di male e di essersi servito del denaro solo per creare Primero Justicia, un gruppo di opposizione. La legge venezuelana, però, vieta chiaramente che possano essere fatte donazioni dallo Stato o da altri enti pubblici o da pubblici funzionari. La legge venezuelana vieta anche che dipendenti dello Stato possano fare donazioni a membri della loro famiglia o a organizzazioni delle quali facciano parte membri della loro famiglia, a causa dell'evidente conflitto di interessi e dei rischi derivanti da simili atti.
Il nuovo governo venezuelano non si è accorto del modo in cui Lopez e sua madre avevano sottratto fondi pubblici durante l'era pre-Chavez, fino a quando una inchiesta per corruzione non dimostrò che egli aveva fatto un uso illecito di fondi pubblici anche mentre era sindaco di Chacao. Poi Lopez venne autorizzato a proseguire il suo mandato da sindaco fino al termine del 2008 ma sotto un intenso controllo, dopo di ché egli è ineleggibile fino al 2014.
Chi ha perpetrato le violenze a Caracas?
Il 2014 è arrivato e oramai Leopoldo Lopez è tornato agli antichi ruoli di provocatore. Occorre ancora qui menzionare che, come giustificazione per il putsch del 2002, l'opposizione mainstream fece prima in modo che fosse sparso del sangue e vi fossero delle perdite in vite umane. E per ottenere questo, Lopez e le sue orde piazzarono uomini armati tra i manifestanti che dovevano cominciare a sparare contro le forze di sicurezza. Dopo che in tal modo risultarono uccise 19 persone, i media mainstream controllati dall'opposizione hanno organizzato una falsa storia per vendere il colpo di Stato militare al popolo venezuelano e alla comunità internazionale come se fosse una nobile reazione di fronte ad un governo che aveva perso la sua legittimità uccidendo il suo stesso popolo.
In un simile contesto occorre chiedersi chi ha perpetrato la violenza a Caracas. Essa è stata perpetrata da uomini armati presenti tra le forze di opposizione sostenuta dagli USA per giustificare il putsch del 2002 con lo spargimento di sangue. Lo stesso metodo di provocazione alla violenza è stato usato una volta di più nel 2014. Dei video (vedi sotto)mostrano almeno un uomo armato che incita alla violenza durante le manifestazioni. Immagini video mostrano anche che la brutalità viene scatenata da segmenti di forze anti-governative.
Essi hanno attaccato dei curiosi innocenti e agenti pubblici, e anche veicoli del trasporto pubblico e i loro passeggeri. E' la stessa gentaglia che attaccò ospedali pubblici e cliniche nel 2013, per perturbare l'ordine dopo che Maduro prese il potere. Dopo tutto i supporter di Lopez hanno attaccato agenti governativi e uffici con delle mazze da baseball e bottiglie molotov e hanno fatto tutto il possibile per provocare la bagarre col chiaro intento, come detto dallo stesso Lopez, di far cadere il governo venezuelano.
Gli stessi oligarchi che controllano la maggior parte dei media mainstream in Venezuela hanno scatenato anche una guerra economica per paralizzare il governo e il paese e coinvolgere abbastanza cittadini da riuscire a rovesciare il governo. Anche se tentano di presentare Lopez come un cane sciolto che agisce per conto suo, gli oligarchi vedono il presidente Maduro come un leader debole e cercano di usare la crisi anche per ottenere concessioni, sia segrete che pubbliche, e per far crescere le tensioni interne al Partito Socialista Unito con l'obiettivo di spaccarlo.
Una strategia del polizotto buono e cattivo è stata usata in Venezuela? Mentre una parte dell'opposizione ricorre alla forza, l'altra apre un fronte di negoziato col governo. Mentre si preme con la piazza da parte di Lopez, Capriles ha avviato un dialogo con Maduro. Sotto questo profilo le manifestazioni anti-governative, soprattutto i disordini violenti, sono stati utilizzati dall'opposizione come strumento per cercare di ottenere i successi politici che l'opposizione mainstream non è mai riuscita a ottenere con mezzi democratici nel corso degli ultimi anni. Oltre a demonizzare un governo democraticamente eletto, questa stessa strategia è stata anche applicata durante le manifestazioni anti-governative in Ucraina.
La sfida geostrategica agli USA della Repubblica Bolivariana del Venezuela
Anche gli USA hanno un ruolo di primo piano da svolgere sostenendo tutto questo. Non c'è da sbagliarsi. Il governo USA è coinvolto nelle manifestazioni anti-governative e nei disordini in Venezuela, allo stesso modo in cui ha giocato un ruolo nelle manifestazioni anti-governative in Ucraina e in Siria. L'ambasciata USA è stata in rapporto costante con l'opposizione mainstream per rovesciare il governo di Caracas. Proprio come in Ucraina, il governo USA ha appoggiato le scelte dell'opposizione e fatto delle dichiarazioni in loro favore. Nel corso degli anni, il governo USA ha più volte mentito a proposito del Venezuela, dicendo che è una dittatura mentre l'opposizione mainstream sarebbe formata da democratici esclusi dalla vita pubblica.
Il Venezuela e le organizzazioni che ha creato nell'Emisfero occidentale sono viste come le maggiori minacce politiche, economiche e strategiche regionali. L'Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (ALBA) e la Comunità degli Stati latino americani e dei Caraibi (CELAC) sono visti come minacce al dominio degli Stati Uniti e come concorrenti dell'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) e di qualsiasi progetto economico regionale USA, come la Zona di libero scambio delle Americhe (FTAA/ALCA), per l'America Latine e i Caraibi. Un mutamento di regime a Caracas è il pre-requisito per lo smantellamento del Blocco Bolivariano formato dal Venezuela, dal Nicaragua, da Cuba, dalla Bolivia, dall'Ecuador, dal Fronte Nazionale di Liberazione Farabundo Martì in El Salvador, ed altri in America Latina.
Nonostante la disinformazione mediatica e ogni sorta di pressioni sull'economia venezuelana, molti Venezuelani continuano ancora a sostenere il governo ed a votare per il Partito Socialista Unito e i suoi alleati. La maggioranza della popolazione venezuelana sostiene il suo governo, grazie ai significativi miglioramenti che l'era Chavez ha dato alle loro vite elevando il livello qualitativo della vita per un gran numero di Venezuelani. Non bisogna farsi illusioni. La Repubblica Bolivariana del Venezuela è un paese profondamente diviso e ha ancora molti problemi, ma è diventato un luogo assai migliore per viverci durante l'era Chavez. Gli autocrati venezuelani del passato si atteggiano oramai come dei democratici solo per riottenere tutti i loro antichi privilegi.
Mahdi Darius Nazemroaya è sociologo, autore premiato, e analista geopolitico. E' associato ricercatore al Centro di Ricerca sulla Mondializzazione, un organismo di ricerca e mediatico canadese con sede a Montreal, e membro del Comitato Scientifico di Geopolitica, un giornale italiano di scienze politiche con sede a Roma. I suoi scritti sono stati pubblicati in più di venticinque lingue, tra cui lo spagnolo, il russo, il turco, il tedesco, l'arabo, il cinese, il portoghese e e l'italiano. Tra le sue opere, figura The Globalization of NATO (La Mondializzazione della NATO), uno dei libri più completi e circostanziati sull'alleanza militare.