Silenzio, si massacra!
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Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement) 6 agosto 2017 (trad. ossin)
Silenzio, si massacra!
Eric Denécé
Con il loro colpevole silenzio sui massacri commessi in Yemen dall'Arabia Saudita e dai loro alleati, i media e i governi occidentali si rendono complici di un crimine contro l'umanità
Pur partecipando assai marginalmente alle operazioni contro Daesh, l’Arabia Saudita è stata capace di mettere insieme una coalizione internazionale di 150 000 uomini [1] per guidare, da più di due anni, una sanguinosa guerra di aggressione in Yemen (operazione Tempesta decisiva). Con l’occasione ha ritirato quella decina di aerei che partecipavano mollemente ai bombardamenti contro lo Stato Islamico, per dispiegarne un centinaio alla sua frontiera sud. I Sauditi affermano che la loro coalizione ha scaricato 90 000 bombe in questa guerra che dura da due anni. Fanno 123 bombe al giorno, vale a dire 5 all’ora. Solo nell’aprile 2015, la coalizione ha fatto più di 1 700 raid aerei, dunque fino a 80 in certi giorni; sarebbe stato bello che tutte queste forze fossero state usate contro Daesh.
Perché i Sauditi hanno mobilitato una simile armada, mobilitato la Guardia nazionale e raccolto il sostegno dei loro alleati arabi, asiatici e occidentali per lanciare un’offensiva contro le tribù vicine di un paese vicino, mentre Riyadh non fa assolutamente nulla contro lo Stato Islamico? Occorre senz’altro ricordare che gli Huthi sono zayditi, una setta dell’islam vicina allo sciismo. Si battono, non per imporre al mondo una visione violenta, oscurantista e settaria dell’islam, ma per guadagnarsi una autonomia ed una considerazione nei confronti del governo di Aden che vennero loro ritirate nel 1962. Gli Huthi non rappresentano per niente una minaccia per la sicurezza del Medio oriente, né per la pace mondiale, anche se hanno chiesto l’appoggio di Teheran[2] contro l’aggressione di Riyadh.
Questo conflitto non sembra però suscitare l’interesse di molti, a differenza di quello siriano. Tuttavia, come spiega il colonnello Alain Corvez, «i crimini contro l’umanità perpetrati dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita in Yemen hanno distrutto tutte le infrastrutture vitali del paese: dighe, acquedotti, ospedali, elettricità, infrastrutture stradali, aeree e portuali, e hanno ucciso migliaia di civili, tra cui molti bambini, in quanto gli attacchi sembrano, non solo voler distruggere il paese che è culla dell’arabismo e delle sue culture secolari, ma anche colpire il morale degli abitanti alla maniera nazista. Il colera è oramai allo stato epidemico e le risorse mediche e di prima necessità fanno fatica a raggiungere il paese»[3].
I Sauditi hanno bombardato tutte le istallazioni di produzione alimentare in Yemen. La marina e l’aviazione saudita hanno distrutto la quasi totalità delle infrastrutture del porto di Sanaa e prendono di mira tutte le navi che tentano di entrare o uscirne. Alcune navi di soccorso ufficiali sono autorizzate a passare, ma hanno difficoltà a scaricare per mancanza di gru. Le zone controllate dalla ribellione vengono letteralmente affamate dai sauditi e dai loro alleati. La situazione umanitaria è catastrofica : di lamentano più di 10 000 vittime – cifra verosimilmente ampiamente sottostimata – cui conviene aggiungere i 18 milioni di Yemeniti afflitti dalla carestia e dalle epidemie, a causa del blocco imposto dalla coalizione.
E’ assolutamente stupefacente che solo un numero ridottissimo di osservatori internazionale e di media parlino di questa guerra quasi genocida in cui Riyadh è impegnata. Quasi nessuno ha denunciato i massacri e le distruzioni compiute dall’aviazione saudita, nemmeno la stampa internazionale e gli Stati occidentali. La diplomazia e i media francesi si sono a torto indignati per quanto accadeva ad Aleppo, dove pure i jihadisti si erano abbandonati a gravi violenze contro la popolazione civile. Ma non dicono niente dello Yemen, dove i componenti della coalizione violano senza alcuna esitazione tutte le convenzioni di Ginevra.
Evidentemente c’è un motivo : gli Stati Uniti forniscono le informazioni, i rifornimenti in volo, armamenti e munizioni ai loro alleati sauditi. E la Francia e il Regno Unito appoggiano questa operazione. Soprattutto, Riyadh ha minacciato l’ONU di non partecipare al finanziamento dell’attività di soccorso se avesse denunciato questa guerra. D'altronde il Consiglio di Sicurezza ha votato – con la significativa eccezione della Russia – il 16 aprile 2015, la legittimazione dell’aggressione che rientrerebbe nel capitolo 7, e questo è uno scandalo che scredita l’ONU. Gli Occidentali, col loro restare deliberatamente silenziosi sulle atrocità commesse dall’Arabia saudita e i suoi alleati in Yemen, sono complici di un crimine contro l’umanità.
Peraltro, nonostante l’imponenza dei mezzi impiegati, l’intervento dei sauditi e dei loro alleati resta un fiasco militare. Si rivela inoltre totalmente controproducente, avendo per effetto di rafforzare la presenza dell’Iran e del gruppo Al Qaeda nella penisola araba (AQPA) in Yemen, e di permettere il radicamento locale di un ramo dello Stato Islamico.
Note:
[1] Il Pakistan, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, il Senegal e la Francia – oltre agli Egiziani sul piano navale – si sono associati a questa operazione, cui Washington ha dato il segnale verde.
[2] Gli Huthi sono gelosissimi della loro autonomia. Nel settembre 2015, gli Iraniani avevano loro sconsigliato di occupare Sanaa, la capitale, sapendo che ciò avrebbe scatenato l’intervento saudita; ma essi non se ne sono dati per inteso. Peraltro hanno respinto la richiesta di Teheran di potere installare una base navale permanente nella zona sotto il loro controllo.
[3] Alain Corvez, «Les pays occidentaux complice de crimes contre l'humanité au Yémen», Centre Français de Recherche sur le Renseignement (CF2R), Tribune libre n° 70, giugno 2017 (www.cf2r.org)