Ecuador - socialismo del XXI secolo
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Il trionfo di oggi è la sconfitta della paura ed è la vittoria della partecipazione popolare
(di Davide Matrone)
Ben nove milioni di elettori hanno approvato in Ecuador il progetto per la nuova Carta Costituzionale "rivoluzionaria" che mira a introdurre nello stato andino il "socialismo del secolo XXI" voluto dal presidente Rafael Correa ma osteggiato dall’opposizione conservatrice con l’appoggio della Chiesa cattolica.
I dati parlano chiaramente di un netto successo politico del Presidente Ecuadoriano che ha raccolto il 65,2% dei pareri favorevoli del popolo che si espresso in questa maniera: 4.343.742 votanti hanno inserito nelle urne la scheda con il segno Si, mentre al No sono andati 1.905.644 voti. Un test che è andato ben oltre i sondaggi e le aspettative del Governo. I sondaggi pre - elettorali parlavano, appunto, di una vittoria del SI tra il 55 – 60% mentre il NO si attestava tra il 22 – 26%. Pertanto un risultato che ha dato ragione al processo rivoluzionario iniziato con l’avvento del nuovo Capo di Stato Ecuadoriano Rafael Correa già Ministro delle Finanze che ha voluto dare una chiara impronta socialista al nuovo cammino del Paese.
Tutto si è svolto regolarmente e pacificamente. Giunti da ogni parte del mondo gli Osservatori Internazionali dell’ONU hanno potuto verificare che il voto si é svolto in un clima di assoluta tranquillità e di partecipazione popolare all’insegna del rispetto istituzionale.
Nella città di Guayaquil, bastione e roccaforte del NO, il Presidente Rafael Correa ha detto, in un discorso pronunciato innanzi al Palazzo del Governatorato, che è stata sconfitto il potere economico e politico che ha governato finora. È stata una vittoria storica. Ha poi ringraziato il suo popolo affermando che questa vittoria non è personale ma di tutti gli ecuadoriani che hanno una grande volontà di cambiamento.
Mentre il sindaco Jaime Nebot esponente di spicco del partito conservatore e paladino della campagna a favore del No, con l’appoggio della Chiesa cattolica, ha dovuto accettare democraticamente la sconfitta dichiarando che il popolo seppur "sbagliando" ha votato democraticamente per la Nuova Costituzione e pertanto va rispettato l’esito elettorale.
Mentre il Tribunale Supremo Elettorale Ecuadoriano è ancora alle prese con le verifiche convenzionali post – elettorali, gli ecuadoriani si riprendono dalla giornata di festa tenutasi per le strade del paese. Le prime dichiarazioni successive al verdetto sono entusiaste e perentorie.
"Il popolo ha democraticamente scelto per la sua nuova storia e per il suo prossimo futuro, ha voluto cambiare registro ed invertire le dinamiche politiche ed economiche fin qui attuate dall’oligarchia del Paese. I poveri, i meticci, i neri, gli indigeni oggi hanno detto SI alla nuova Costituzione ma hanno avuto il coraggio di dire finalmente NO al vecchio potere economico.
Erano ormai 20 anni che aspettavamo questo momento, è un processo storico politico che continuerà anche e soprattutto dopo la vittoria. È il trionfo della moltitudine che vuole una nuova democrazia nella quale poter esercitare nuovi diritti. Il trionfo di oggi è la sconfitta della paura ed è la vittoria della partecipazione popolare. Un processo che parte da lontano ma che finalmente vede oggi la sua prima realizzazione concreta e tangibile". Questo è quanto affermato Ramiro Vaniglia - Responsabile Propaganda di Alianza Pais.
Ma altrettanto interessante risulta la testimonianza del giovane universitario Napolèon Benitez che, non appena visto il risultato, esultando ha dichiarato che è stata la decisione della maggior parte del popolo ecuadoriano che ha voluto dare una svolta ed un cambiamento. "Questa Costituzione l’abbiamo voluta e l’abbiamo voluta votare, non è accaduto la stessa cosa nel 1998 quando fu emanata una Costituzione dall’alto senza che il popolo si pronunciasse.
Allora fu varata una Carta Istituzionale per pochi eletti, una costituzione d’elitè, oggi invece si è dato consenso ad una costituzione del popolo.
Un progetto politico che parla molto di noi giovani e che ci coinvolge direttamente, che riconosce i diritti delle donne, che sancisce l’educazione gratuita fino al terzo livello Universitario e che riconosce il diritto ad una gratuita assistenza medica.
E' l’affermazione del potere pubblico rispetto al potere oligarchico e burocratico, è la sconfitta del potere politico precedente ed è la vittoria della sovranità popolare.
Da lontano, intanto, un coro unanime dava inizio alla festa "Alerta, Alerta, Alerta que camina la spada de Bolivar por l’America Latina".