Haiti : verso una nuova occupazione USA ?
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www.claude-ribbe.com 17 gennaio 2010
Haiti : verso una nuova occupazione USA ?
Claude Ribbe
L’invio di 10.000 marines ad Haiti, l’aver messo sotto controllo USA tutti i punti strategici, a cominciare dall’aeroporto di Port-au-Prince, il rifiuto di far atterrare, col pretesto di saturazione, un aereo francese: tutto sembra annunciare che Washington si prepara ad occupare Haiti.
Lo conferma l’atteggiamento di Parigi: nomina di funzionari notoriamente incompetenti per insabbiare il dossier, assenza del Governo alla cerimonia a Notre Dame del 16 gennaio (dove pure era stata inizialmente annunciata la presenza del Presidente della Repubblica e di numerosi ministri), ritiro delle proteste contro presa di controllo USA sull’aeroporto Toussaint-Louverture… La marcia indietro è totale.
Certamente l’impegno USA, presentato come umanitario, è stato il più rapido. Ma si sa che l’umanitarismo è una bandiera che può sventolare su ogni sorta di mercanzia. Le rivolte rivelano che in realtà gli Haitiani tardano a ricevere soccorsi, o almeno che i soccorsi sono selettivi. Possiamo attenderci delle rivolte che saranno represse grazie ad un impressionante dispiegamento militare.
L’occupazione di Haiti è uno scenario studiato da molto tempo. La prova è che l’ambasciata USA, recentemente ricostruita, non ha subito danni dal terremoto, a differenza dell’ambasciata di Francia. Da diversi anni, nel programma di rinnovo di tutte le ambasciate USA nel mondo, quella di Port-au-Prince era presentata di valore strategico come quella di Bagdad.
Il terremoto che oggi colpisce Port-au-Prince è una buona occasione per assumere il controllo di un paese, presentato come miserabile a causa del colore dei suoi abitanti, ma assai ricco di risorse minerarie, con riserve petrolifere che potrebbero rivelarsi superiori a quelle del Venezuela, importanti giacimenti di oro e rame e soprattutto riserve di iridium, materiale estremamente resistente usato nell’industria degli armamenti (per la protezione delle testate dei missili balistici intercontinentali).
Occorre sapere che il solo altro paese al mondo a detenere importanti riserve di iridium è l’Africa del Sud. Come, guarda caso, l’Africa del Sud era il solo paese ad aiutare Haiti nel momento della celebrazione del bicentenario della sua indipendenza. Nonostante la Francia avesse fatto di tutto per dissuaderla. Dopo il colpo di Stato franco-USA del 2004, è stata l’Africa del Sud che ha accolto e protetto l’ex presidente Aristide, il quale non ha mai fatto mistero della ricchezza del sottosuolo del suo paese.
Si potrebbero anche non sospettare le cattive intenzioni degli USA se non vi fossero dei precedenti. Il 28 luglio 1915, col pretesto di riportare l’ordine ad Haiti, il marines sono sbarcati come oggi a Port-au-Prince e si sono impossessati delle riserve auree della Banca Nazionale. Migliaia di contadini, i Cacos, insorsero allora sotto la guida di Charlemagne Péralte che, tradito e arrestato nel 1919, venne inchiodato dall’occupante su una porta. La repressione fu particolarmente feroce. Per vincere gli ultimi focolai di resistenza, gli USA inaugurarono nel 1919 i bombardamenti aerei massicci. Ogni resistenza era schiacciata nel 1920. Gli USA lasciarono il paese solo nel 1934. Diciannove anni di occupazione dopo uno sbarco per finalità, come oggi… umanitarie.