Le rivelazioni di da Wikileaks sui rapporti tra Algeria e Marocco
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Le rivelazioni di da Wikileaks sui rapporti tra Algeria e Marocco
Nessuna vera rivelazione nei dispacci pubblicati sul sito Wikileaks a proposito dei rapporti tra Algeria e marocco. Solo la conferma che il regime marocchino è ossessionato dall'Algeria e dal problema del Sahara Occidentale
www.tsa-algerie.com – 2 dicembre 2010
L’ossessione algerina, propaganda contro il Fronte Polisario e un allineamento totale agli USA
di Lounes Guemache
Settanta pagine di “memo” diplomatici provenienti soprattutto dall’Ambasciata USA a Rabat e relativi al periodo tra il 2005 e il 2009. TSA si è procurata le note della diplomazia USA sul Marocco, prima della loro pubblicazione sul sito Wikileaks. Si tratta di documenti che riportano essenzialmente conversazioni tra diplomatici USA e responsabili marocchini a Rabat: il ministro degli interni e degli affari esteri, i capi dei servizi di informazione dell’interno e del contro-spionaggio, gli alti funzionari dello Stato.
Vi si trova un po’ di tutto, ma alcuni argomenti sono ricorrenti: la lotta contro il terrorismo islamista in Maghreb e nella regione del Sahel, l’Algeria, la gestione dell’islam nel Regno, oltre ad argomenti di carattere internazionale come il nucleare iraniano – si apprende per esempio che Rabat si sarebbe pronunciata contro la bomba atomica iraniana fin dal 2006, molto prima della rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi nel 2009.
I documenti rivelano l’ossessione dei dirigenti marocchini per l’Algeria. Nelle loro conversazioni coi responsabili USA, i Marocchini fanno spesso riferimento alla “scarsa cooperazione” degli Algerini in materia di lotta al terrorismo nella regione. Imputano la nascita di AQMI (AlQaida au Maghreb islamique) ai “fallimenti” di Algeri nella lotta contro il terrorismo. Un’analisi che gli Statunitensi non condividono. Secondo questi ultimi, infatti, è stato grazie ai successi dell’Algeria che l’ex GSPC (Gruppi salafisti per la preghiera e il combattimento) sono stati costretti ad allearsi con AlQaida per creare AQMI.
Alcuni Marocchini hanno suggerito l’esistenza di legami diretti tra il Fronte Polisario e AlQaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Si scopre anche un coinvolgimento maggiore di quanto si pensasse di Rabat in Sahel. Si apprende per esempio che, nel 2007, il Niger aveva sollecitato l’appoggio militare del Marocco contro un gruppo di terroristi che era penetrato nel paese dal territorio algerino. Perché tale richiesta non è stata rivolta direttamente all’Algeria? Mistero.
www.tsa-algerie.com – 2 dicembre 2010
Quando i responsabili marocchini parlano dell’Algeria come di una minaccia
di Yazid Slimani
Nel corso dei loro colloqui con i diplomatici e i responsabili USA in visita a Rabat, i dirigenti marocchini accusano gli Algerini di cattiva volontà nella cooperazione per la lotta al terrorismo. E’ per esempio il caso del Direttore generale per il controllo del territorio (servizi di informazione interni), Abdelatif Hammouchi. Durante la visita a Rabat dell’assistente del presidente USA per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, Frances Fragos Townsend. “La cooperazione con gli Algerini è erratica, afferma Hammouchi. Talvolta ci forniscono delle ottime informazioni e talvolta si cade nell’impasse. Sono partner difficili, aggiunge Yassine Mansouri (capo della Direzione Generale di studi e documentazione, il servizio di controspionaggio marocchino, ndr)”, riporta una nota diplomatica del 31 luglio 2007, ottenuta da TSA prima della sua pubblicazione su Wikileaks.
Tempo prima, nello stesso anno, il Direttore generale degli affari bilaterali al ministero marocchino degli affari esteri, Youssef Amrani, aveva suggerito che “la nascita di Aqmi era principalmente dovuta ai fallimenti del governo algerino”, riporta una nota del 18 maggio. Una posizione non condivisa dagli USA che difendono la politica antiterrorista dell’Algeria. All’accusa di Amrani, un diplomatico USA risponde in effetti che “il GSPC è stato costretto ad allearsi con Aqmi perché il governo algerino era riuscito ad emarginarlo”.
Nella stessa nota, il diplomatico USA constata che Khalid Zerouali, responsabile della sicurezza delle frontiere marocchine al ministero dell’interno, “si è irritato” quando i diplomatici USA hanno citato l’Algeria come un “modello” nella lotta antiterrorista in Africa del Nord. Secondo Zeroulai, “il Marocco è molto più stabile e sicuro, mentre non posso viaggiare da Algeri a Orano senza timore”.
I documenti di Wikileaks rivelano anche che il Marocco sospetta da tempo che l’Algeria cerchi di sviluppare un programma nucleare militare. Una inquietudine riportata soprattutto in una nota diplomatica USA del 21 novembre 2006, trasmessa cinque giorni dopo un colloquio intervenuto tra il segretario generale del ministero degli Affari esteri, Omar Hilale, e l’ambasciatore USA a Rabat, a proposito del programma nucleare iraniano. Hilale afferma che “un Iran dotato di armi nucleari sarebbe un disastro per la regione e specialmente per il Marocco. Ciò provocherebbe una corsa agli armamenti nella regione e accelererebbe la prosecuzione di ciò che ha descritto come un programma nucleare militare algerino, oggi esistente sia pure allo stato embrionale”. “Se l’Iran vi riuscisse, in dieci anni altri paesi del Medio oriente avrebbero la bomba e poco dopo anche gli Algerini, ha detto”, precisa la nota.
Infine, secondo Rabat, le relazioni bilaterali con Algeri non si risolvono, e la responsabilità sarebbe interamente algerina. Nel “memo” del 31 luglio 2007, i diplomatici USA rapportano che – dopo una visita a Algeri – Fouad Ali Himma, il ministro degli interni aggiunto, ha detto loro che “i ripetuti sforzi marocchini per ridurre i contrasti diplomatici sono stati respinti. Ha assicurato di aver detto agli Algerini che il Marocco era pronto a riaprire la frontiera ed a prendere altre misure per ristabilire la fiducia, ma gli Algerini non ci hanno mai detto che essi vogliono ciò”, citano. Himma ha attribuito quella che descrive come “intransigenza algerina” allo scarto generazionale e di mentalità tra i dirigenti dei due paesi”, riporta la nota USA, che precisa che Himma è un amico del re Mohammed VI, spesso considerato più potente dello stesso ministro dell’interno.
www.tsa-algerie.com – 3 dicembre 2010
Tra mille problemi, l’esercito marocchino si preoccupa del Fronte Polisario e dell’Algeria
di Samir Allam
E’ un ritratto poco lusinghiero quello che i diplomatici USA tracciano dell’esercito marocchino. In un cablogramma classificato “segreto” dell’agosto 2008 e rivelato dal sito Wikileaks, i diplomatici USA a Rabat parlano di un esercito marocchino caratterizzato da problemi di corruzione, da una burocrazia inefficiente, modesti livelli di formazione, ricorrente pericolo di radicalizzazione di una parte dei soldati, emarginazione politica, equipaggiamenti vecchi e che è per la maggior parte delle sue forze schierato in Sahara Occidentale.
Gli effettivi dell’esercito marocchino sono calcolati in 218.000 soldati, secondo il “memo” dell’ambasciata USA a Rabat. L’esercito conta 175.000 soldati, 13.000 militari compongono la forza aerea e 7.800 sono nella marina. La gendarmeria, che “dipende direttamente dal re”, conta 22.000 elementi. Il salario medio della truppa è di circa 2.000 dirham (270 USD) al mese, nota il “memo”. Gli ufficiali sono pagati meglio, con un salario di partenza di circa 6.000 dirham (850 USD) al mese. “Se si calcolano anche i benefit, come l’alloggio gratuito, questi (salari) sono ragionevolmente competitivi nel contesto marocchino”, sottolinea il documento.
Il Sahara Occidentale costituisce la principale preoccupazione dell’esercito marocchino. In un certo periodo – che la nota non precisa – tra il 50% e il 70% degli effettivi delle forze armate marocchine erano schierate nel Sahara occidentale.
Com’era prevedibile, l’altra principale preoccupazione dell’esercito marocchino riguarda l’Algeria. Secondo il documento USA, l’esercito marocchino ha predisposto un “piano di emergenza” ed effettua delle simulazioni strategiche per contrastare un possibile attacco algerino.
Tuttavia l’esercito marocchino non schiera truppe lungo la frontiera algerina, secondo il “memo”. I militari marocchini stazionano in guarnigioni poste a centinaia di chilometri dalla frontiera algerina, dalle quali possono muoversi in caso di attacco algerino.
Secondo i diplomatici USA, nonostante che le frontiere tra i due paesi siano chiuse e le relazioni fredde, l’Algeria non costituisce una minaccia imminente per il Marocco.Nel caso di uno scontro tra i due paesi, esso avverrebbe attraverso il Fronte Polisario, ritengono.
Infine gli USA parlano di una solida cooperazione militare tra USA e Marocco. Ma i redattori del documento dubitano della capacità del Marocco di dotare l’esercito di equipaggiamenti moderni. La causa? I costi elevati di questi equipaggiamenti non sono alla portata dei modesti mezzi di cui dispone il Regno.
www.tsa-algerie.com – 3 dicembre 2010
Per Bouteflika, la Francia tenta di regolare i suoi conti con l’Algeria, appoggiando il Marocco
di Sonia Lyes
I documenti di Wikileaks, rivelati venerdì 3 dicembre in serata dal quotidiano El Pais (Spagna) e Le Monde (Francia), mostrano importanti divergenze tra Algeri e Rabat a proposito del conflitto in Sahara Occidentale. Divergenze che vanno ad aggiungersi alla incomprensione assoluta tra il presidente Bouteflika e il re Mohammed VI.
“Se potessi risolvere questo problema lo farei. Ma io non posso parlare al posto dei Saharawi”. Occorre che “il Marocco e il Polisario trovino una soluzione, e possono farlo con l’aiuto degli USA”, ha dichiarato il presidente algerino durante un incontro. Si tratta di quanto dichiarato nel 2007 ad Algeri il presidente Bouteflika all’assistente del presidente USA George Bush per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, Frances Fragos Townsend.
I Francesi, ha chiarito il presidente Bouteflika durante un altro incontro riferito da diplomatici USA, “a causa del loro passato coloniale nel Maghreb, sono incapaci di svolgere un ruolo costruttivo in questo conflitto”. Secondo lui, “la Francia non ha mai veramente accettato l’indipendenza algerina”. E tenta oggi di regolare i suoi conti con l’Algeria, “appoggiando il Marocco”.
Nel febbraio 2008, ricevendo un diplomatico USA, il presidente algerino denuncia “il piano di autonomia” voluto da Rabat al posto del referendum di autodeterminazione in Sahara Occidentale. Secondo lui, la proposta marocchina offre solo una parvenza di autonomia. Le province algerine godono di molta più autonomia da Algeri di quanto proponga Rabat per il Sahara Occidentale, ha fatto notare il presidente algerino.
Una posizione riaffermata, nel novembre 2009, al capo del comando USA per l’Africa (Africom), il generale William Ward. “Voi non potete difendere l’applicazione di un principio per la Palestina ed un altro principio per il Sahara Occidentale”.
www.tsa-algerie.com – 4 dicembre 2010
La CIA ha ad Algeri una propria cellula di sorveglianza aerea dei gruppi terroristi
di Yazid Slimani
Per gli USA, l’Algeria è diventata in questi ultimi anni il partner numero 1 nella lotta antiterrorista in Sahel e contro AlQaida nel Maghreb islamico (Aqmi). E’ quanto emerge dagli ultimi documenti diplomatici rivelati da Wikileaks. “Nessun paese è più importante dell’Algeria nella lotta contro AlQaida nel Sahel e nel Maghreb”, afferma l’ambasciatore USA ad Algeri, David Pearce, in una nota del 6 gennaio 2010, subito dopo l’iscrizione dell’Algeria in una lista redatta dall’Amministrazione USA sui paesi a rischio per la sicurezza dei trasporti.
I diplomatici USA apprezzano la crescente intensità della cooperazione politica, securitaria ed economica con l’Algeria. Ma si dicono frustrati dalla reticenza delle autorità algerine nel condividere le informazioni sui gruppi terroristi attivi nel paese e rimproverano alle forze di sicurezza di non aver loro trasmesso le informazioni che avrebbero potuto evitare gli attentati del dicembre 2007 contro le Nazioni Unite a Algeri.
La cooperazione in questo settore informativo si realizza anche attraverso la mediazione di una base attiva della CIA, che possiede una sua propria cellula di sorveglianza aerea dei gruppi terroristi armati sul territorio algerino, attraverso l’Africom. Questa presenza della CIA in Algeria è stata rivelata al pubblico solo nel 2009 dopo l’affaire Warren, la spia che aveva stuprato due algerine dopo averle drogate.
D’altro canto un cablogramma del 1 febbraio 2009, pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano libanese Al Akhbar, rivela che lo Stato algerino ha fatto pressione sulla stampa perché la smetta di parlare di questa vicenda. Due giorni dopo la rivelazione dello scandalo, “esso era completamente sparito dalle pagine dei giornali. L’assenza quasi totale di questo argomento nella stampa pubblica dimostra che il governo preferisce che questa storia si chiuda”, dice il “memo”.
www.tsa-algerie.com – 4 dicembre 2010
Bouteflika disprezza Mohammed VI al quale non stringerebbe mai la mano
di Samir Allam
Abdelaziz Bouteflika disprezza il re Mohammed VI. E l’ha fatto sapere agli Statunitensi durante un colloquio nel Palazzo di El Mouradia, secondo i documenti del sito Wikileaks, rivelati nella serata di venerdì 3 dicembre dal quotidiano spagnolo El Pais. Ma il presidente algerino ha rassicurato i suoi interlocutori che l’Algeria non intende muovere guerra al Marocco a causa del Sahara Occidentale e che non consentirà al Fronte Polisario di combattere dal territorio algerino. Tuttavia la frontiera resterà chiusa fino alla soluzione del conflitto in Sahara Occidentale, ha spiegato il presidente Bouteflika.
“Non stringerò mai la mano del re”. Il presidente Bouteflika ha fatto questa dichiarazione nel giugno 2006 all’assistente del presidente USA George Bush per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, Frances Fragos Townsend, in visita ad Algeri. Prima di descrivere il monarca marocchino come “chiuso” e “privo di esperienza”, secondo la stessa fonte. Secondo Abdelaziz Bouteflika, il defunto Hassan II e Moulay Rachid, fratello dell’attuale re, sono più aperti. Il presidente Bouteflika ricorda un incontro con Moulay Rachid durante un match a Siviglia, in Spagna. “Abbiamo chiacchierato e scherzato amichevolmente, ma non posso fare la stessa cosa col re, perché non abbiamo lo stesso senso dell’umorismo”, ha deplorato.
Secondo un documento del 1 luglio 2006, il presidente Bouteflika ha confessato, all’ambasciatore USA ad Algeri, che egli crede nel dialogo per risolvere i problemi col Marocco. Ma non crede al dialogo con Mohammed VI.
I presidenti Bush e Chirac hanno tentato di spingere il presidente Bouteflika ad essere più clemente verso il re. Il presidente algerino ha ricordato che il re era ancora un bambino quando lui era già un veterano della diplomazia. Ma il re ha fatto subire un affronto al presidente Bouiteflika, annullando all’ultimo minuto una visita del primo ministro a Rabat. “Io non sono Gesù, io non tendo l’altra guancia”, aveva allora dichiarato Bouteflika.