Mistero al Parlamento Europeo
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Mistero sul caso Haidar
Il Parlamento Europeo, a sorpresa, ha deciso di ritirare la mozione con la quale si chiedeva al Marocco di consentire l’immediato rientro a Laayoune dell’attivista saharawi Aminatou Haidar. L’iniziativa è stata del leader del gruppo socialista, il tedesco Martin Schulz, con l’appoggio del Partito Polare che, attraverso Joseph Daul, ha detto che non bisogna infastidire il Marocco con pressioni politiche continue.
Il mistero sta nel fatto che non si comprende se il Parlamento Europeo si sia piegato alle pressioni del Marocco o abbia adottato tale decisione sulla base di informazioni riservate circa una prossima soluzione del caso.
Ricordiamo che il Marocco aveva minacciato di modificare la propria politica in tema di immigrazione (in pratica di aprile la porta a nuove ondate migratorie sulle coste europee) e poi,
aveva intensificato le pressioni sul parlamento per evitare la mozione in via di approvazione, attraverso le parole del ministro delle comunicazioni marocchino, Khalid Naciri: “Mi auguro che il Parlamento Europeo resti fedele alla tradizione storica dei grandi popoli e delle grandi nazioni europee, che non sono mai cadute in questo tipo di trappole e capisca che, se c’è un paese che costituisce un elemento chiave non solo della regione del Maghreb ma di tutto l’Eurospazio del Mediterraneo, quello è il Marocco ".
Giusta prudenza o capitolazione?
Secondo Schulz siamo di fronte alla seconda ipotesi. Egli ha infatti dichiarato: “Nella giornata di oggi potrebbe profilarsi una soluzione del caso di Aminatou Haidar, per cui propongo di sopprimere questo punto dall’ordine del giorno per non interferire nei negoziati diplomatici”, ed ha aggiunto: “Restando in silenzio potremo essere d’aiuto più che votando una risoluzione”.
La proposta della seconda forza politica della Eurocamera è stata appoggiata anche dalla prima. “Appoggio pienamente la proposta di Martin Schulz, i negoziati in corso sono in una fase molto delicata” ha affermato il popolare Daul. “Stiamo cercando una soluzione politica e dobbiamo fare in modo che la situazione non si aggravi”.
Insomma non si tratterebbe di cedimento alle pressioni marocchine, ma di un prudente silenzio per non compromettere i seri negoziati in corso. Vedremo nelle prossime ore quale è la verità.
Sorpresa tra gli altri gruppi
Tra gli altri gruppi parlamentari, stupore e indignazione. Raul Romeva, dei verdi, si è detto sbalordito”, per poi aggiungere: "Per la prima volta nella storia, un paese, in questo caso il Marocco, condiziona l'ordine del giorno del Parlamento europeo, e il gruppo socialista lo permette”.
Juan Fernando Lopez Aguilar, leader dei socialisti spagnoli, ha cercato di difendersi senza convincere: “Questo Parlamento certamente esprime la sua solidarietà alla causa di Haidar ed alla sua persona, adesso seriamente a rischio, ma è un bel gesto quello di sostenere l'intenso lavoro diplomatico svolto dal governo della Spagna, che è il governo del paese in cui Haidar si trova. Dobbiamo evitare una risoluzione che possa ostacolare il progresso dei negoziati in corso". Gli ha risposto il parlamentare di Izquierda Unida Willy Meyer: “Non è vero che questo Parlamento si è pronunciato su Haidar. Doveva pronunciarsi oggi. E si pretende che oggi non se ne discuta. Mi sembra una cosa davvero immorale”.
E il popolare José Ignacio Salafranca, uno dei negoziatori della risoluzione di compromesso, ha voluto prendere le distanze dall’iniziativa. "Il Parlamento si è impegnato a difendere i diritti umani. Se il signor Schulz ha informazioni, ce lo dica". Ma Schulz ha potuto solo dire: "Ho parlato domenica con il Ministro degli Esteri del Marocco e ho l'impressione che oggi potrebbe concludersi lo sciopero della fame di Aminatou Haidar. Perciò abbiamo bisogno di discrezione"
La rinunzia al dibattito è stata approvata con 249 voti a favore, 163 contrari e 135 astensioni. A mezzogiorno i gruppi dei verdi e della sinistra hanno tentato ancora di ottenere una discussione ed un voto, sostenendo che la rinuncia era stata decisa sulla base di una interpretazione dubbia e interessata del regolamento.
Rabat riconosce la sua difficile situazione di fronte all’opinione pubblica
Secondo Europa Press, il ministro marocchino dell’economia, Salaheddine Mazouar, ha riconosciuto che la vicenda dell’attivista saharawi ha posto il Marocco in una “situazione difficile” davanti alla sua opinione pubblica.
Egli ha ribadito che la situazione dell’attivista non è un problema del Marocco, perché il suo paese cerca il dialogo, e che è stata l’attivista stessa a creare il problema, manipolata dall’Algeria e dal Fronte Polisario, “che intende tramutare un problema umanitario in un problema politico”. Mazouar si è detto “sicuro” che Spagna e Marocco potranno “superare con intelligenza ed una visione condivisa del futuro” i problemi attuali.
Moratinos spera in una rapida soluzione
Dal canto suo, il ministro degli esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, sentito dalla Commissione Esteri del Congresso sulla vicenda di Haidar, ha dichiarato che "Il governo continua a lavorare ogni ora per trovare una soluzione definitiva al caso di Aminatou Haidar e speriamo di annunciare a breve la soluzione." Ha poi sottolineato: "Ci auguriamo che gli sforzi diplomatici avranno successo e che la signora Haidar possa tornare a Laayoune".
Moratinos ha ripercorso tutta la cronologia degli “sforzi” del governo Spagnolo, fin dall’arrivo di Haidar all'aeroporto di Lanzarote. Vi sono stati contatti con il segretario generale delle Nazioni Unite, con Stati Uniti, Francia. Moratinos ha affermato che con Hillary Clinton, il segretario di Stato USA, ha trattato il caso dell'attivista saharawi "in modo molto seria e molto intensa."
"Haidar può tornare a casa, nonostante le sue condizioni di salute"
Alla notizia che potrebbe profilarsi una imminente soluzione del caso, l'avvocato di Aminatou Haidar, Inés Miranda, ha detto oggi che nelle condizioni attuali, in cui si trova l’attivista dopo un mese di sciopero della fame, Haidar può tornare a casa a Laayoune, senza problemi.
Miranda ha molto insistito sul fatto che l'attivista, ricoverata ieri sera di sua volontà nell’Ospedale Generale di Lanzarote, non ha abbandonato lo sciopero della fame. In un primo momento aveva segnalato che era sottoposta solo ad un “trattamento antidolorifico”, in seguito ha riconosciuto che la stanno idratando "per via endovenosa."