Guerra civile in Ucraina
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Washington e la Giunta di Kiev scelgono il bagno di sangue
Guerra civile in Ucraina
Luc Michel e Fabrice Beaur
La Giunta di Kiev ha lanciato giovedì un assalto omicida contro i separatisti a Slaviansk, bastione degli insorti filo-russi nell’est, subito denunciato da Vladimir Putin come un “crimine” che avrà conseguenze
L’intervento dell’esercito a Slaviansk – E’ un crimine contro il popolo (Putin)
“Con questa operazione nel sud est dell’Ucraina, le autorità di Kiev hanno avviato una operazione punitiva contro il loro stesso popolo”, ha fatto presente il presidente russo Vladimir Putin durante una seduta plenaria del Primo Foro mediatico dei media regionali e locali indipendenti a San Pietroburgo. “D’altronde simili azioni delle autorità di Kiev avranno conseguenze negative sulle relazioni bilaterali tra Mosca e Kiev”, ha aggiunto Putin. “E’ un crimine gravissimo contro il loro stesso popolo”, ha ancora detto il presidente russo Vladimir Putin, avvertendo che questa operazione avrà “delle conseguenze per coloro che l’hanno decisa”, quando il leader dei separatisti di Slaviansk, Viatcheslav Ponomarev, gli ha chiesto domenica di inviare le truppe russe.
Dando l’ordine dell’attacco all’esercito e alle sue milizie, la Giunta neofascista di Kiev sceglie la guerra civile e il bagno di sangue
Vladimir Putin
Gli scontri tra truppe ucraine e separatisti a Slaviansk “hanno provocato fino a cinque morti” tra i ranghi degli insorti e il ferimento di un soldato ucraino, ha annunciato il ministero fantoccio ucraino dell’Interno, aggiungendo che sono stati anche rimossi tre posti di blocco separatisti all’ingresso della città. Sul terreno, alcuni giornalisti dell’AFP hanno udito nella mattinata degli scambi di colpi ad un posto di blocco degli insorti posto ad uno degli ingressi a nord di Slaviansk, e poi hanno visto diversi blindati, uno dei quali con la bandiera ucraina, oltrepassare il posto di controllo, istituito dai filo russi. I blindati si sono poi subito ritirati e non si sono più visti già nel primo pomeriggio.
Il leader separatista locale di questa città di più di 100.000 abitanti, Viatcheslav Ponomarev, ha ordinato ai civili di abbandonare il palazzo municipale. “Nelle vicine località, le scuole sono state chiuse”, hanno riferito le autorità regionali che, da parte loro, hanno fatto il bilancio di un morto. Slaviansk è da diversi giorni interamente controllata dagli insorti filo russi. Uomini armati con fucili d’assalto in divise senza insegne e col volto celato, occupano diversi edifici pubblici.
Combattimenti vi sono stati anche nel palazzo municipale di Marioupol, un porto di quasi 500.000 abitanti a sud est. Più a nord, “un soldato è rimasto ferito durante un assalto dei separatisti contro una base militare a Artemivsk”, afferma la Giunta. A Kiev, il ministro fantoccio dell’Interno, Arsen Avakov – definito da Mosca un “criminale” – ha promesso una “risposta severa, fino alla completa eliminazione dei terroristi”!
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Alcuni abitanti della città di Melitopol, regione vicina a Donetsk, hanno riferito di movimenti di unità militari pesanti. Alcuni testimoni hanno filmato a Melitopol una colonna di carri che sono passati per la città. Nel vicino villaggio di Novobohdanivka, è stata dispiegata l’artiglieria mobile. Sono dunque unità militari pesanti che Kiev sta mobilitando contro la regione di Donetsk.
Inoltre Dmitry Jaros, il fuhrer della milizia nazista “Settore di destra” ha dichiarato di partecipare personalmente alla battaglia alla testa del battaglione speciale “Donbass”, che darebbe una mano alla repressione della Giunta fascista di Kiev.
I nostri corrispondenti ci riferiscono di diversi casi di ribellione nell’esercito ucraino. In particolare nella 93a brigata meccanizzata della regione di Tcherkassy, vicino a Dniepropetrovsk.
Il conflitto è scoppiato tra le reclute e i soldati mobilitati delle unità militari della regione. I soldati sono scontenti delle condizioni di vita e per l’assenza di vitto sufficiente. Si sono rifiutati di obbedire agli ordini e gli ufficiali sono ricorsi alle armi per evitare di perdere completamente il controllo. In simili condizioni, l’esercito ucraino non è abbastanza affidabile per partecipare alla repressione della sollevazione popolare in Ucraina.
La repressione è la scelta degli USA: la Giunta di Kiev recita solo uno scenario scritto da Washington
La Giunta di Kiev ha dunque ripreso la sua “offensiva anti terrorista” e il bersaglio è sempre lo stesso: Slaviansk, che permette di bloccare l’accesso in parte a Lugandsk e alla stessa città di Donetsk.
Secondo Washington (e la sua colonia europea, l’UE), i putschisti del 21 aprile hanno avuto tutto il diritto di occupare edifici, di usare la violenza (appresa nei campi di CANVAS-OTPOR in Polonia, Lituania, Lettonia, per esempio) e sicuramente anche di uccidere con i loro cecchini in piazza Maidan. E questo avendo come truppe scelte la milizia nazista di Praviy Sektor. I nazisti democratici di John Kerry e di Fabius, senza dimenticare BHL… of course.
Ma i manifestanti nell’est dell’Ucraina non hanno alcun diritto, nemmeno di reclamare pacificamente il rispetto dei loro diritti elementari, come quello di poter parlare la propria lingua e soprattutto rifiutare l’oppressione di un governo non democratico che ha ministri fascisti e una minacciosa milizia nazista. Insomma, dei “terroristi” secondo la NATO. Dobbiamo aspettarci prossimamente l’utilizzo di droni USA a favore dei putschisti di Kiev, per colpire chirurgicamente i cattivi piccoli uomini verdi vagheggiati nella stampa della NATO o programmati nello storytelling dei propagandisti dello State Department?
La vera questione: Che cosa farà Mosca?
La tensione continua a montare e Mosca, dopo avere evocato la possibilità di un intervento militare se i propri “interessi legittimi” fossero stati minacciati nell’ex Repubblica sovietica, ha lanciato un attacco giustificato contro gli Occidentali che usano l’Ucraina come “una pedina nel gioco geopolitico”. Ieri il capo della diplomazia russa, Serguei Lavrov ha avvertito che il suo paese è pronto a intervenire se i suoi interessi saranno minacciati nell’est dell’Ucraina, ricorrendo a un parallelo con l’Ossezia del Sud. Nell’agosto 2008, l’esercito russo è penetrato in Georgia reagendo ad attacchi georgiani contro questa repubblica filo russa, dove Mosca ha sue truppe dopo averne riconosciuto l’indipendenza, insieme a quella dell’Abkhazia, un’altra repubblica autoproclamata.
Serguei Lavrov
Giovedì scorso, Lavrov ha criticato gli Occidentali che utilizzano, secondo lui, l’Ucraina come “una pedina nel gioco geopolitico”. “In Ucraina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea (…) hanno tentato di fare una nuova ‘rivoluzione colorata’, un’operazione di mutamento di regime contraria alla Costituzione”, ha dichiarato. Le autorità russe continuano a dire alto e forte che la popolazione ucraina di origine russa è minacciata dai nazionalisti che appoggiano il governo filo occidentale al potere a Kiev dopo la destituzione di Viktor Yanukovich.
L’esercito russo avvia nuove manovre alla frontiera “come risposta” alla guerra mossa dalla Giunta di Kiev contro il suo proprio popolo
L’esercito russo ha avviato nuove manovre alla frontiera con l’Ucraina come risposta all’operazione militare delle autorità di Kiev contro i separatisti filo russi nell’est del paese, ha annunciato giovedì il ministro russo della Difesa Serguei Choigou. “Siamo costretti a reagire all’evolversi degli avvenimenti”, ha dichiarato Choigou, ripreso dalle agenzie russe. “Sono cominciate esercitazioni delle unità dei distretti militari del Sud e dell’Ovest”, ha detto. “L’aviazione effettua dei voli (…) vicino alla frontiera”, ha aggiunto.
Il ministro ha espresso la sua “grande preoccupazione” per l’assalto omicida lanciato dalle truppe ucraine contro i separatisti di Slaviansk, bastione degli insorti filo russi nell’est, che ha provocato “fino a cinque morti” tra i ranghi degli insorti secondo Kiev, e il ferimento di un soldato ucraino. Il semaforo verde all’uso delle armi contro i civili è già stato dato. Se non si ferma questa macchina militare adesso, tutto questo porterà a un gran numero di morti e feriti”, ha detto Choigou. Ha affermato che più di 11.000 soldati ucraini sarebbero stati inviati per l’operazione contro i separatisti, che sarebbero poco più di 2.000, secondo lui. “Il rapporto di forze è chiaramente diseguale”, ha aggiunto.
E’ soprattutto il tono ad essere cambiato a Mosca. Poco diplomatico. Utilizzando il linguaggio crudo tipico dell’occidente – quello che non dice l’AFP – Putin dice che oramai chiamerà il governo di Kiev “la Giunta o la Cricca”.