Chi si nasconde dietro Hillary Clinton ?
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Global Research, 9 marzo 2016 (trad. ossin)
Chi si nasconde dietro Hillary Clinton ?
James Petras
Il pluto-sionismo è il ménage à trois tra la plutocrazia, il sionismo di estrema destra e la candidata alle presidenziali statunitensi Hillary Clinton, una criminale che ha al suo attivo una serie di guerre, una razzista, una serva zelante di Wall Street. Dove ci condurrà questo mortale ménage-à-trois? La risposta è quella che un gruppo di ricchissimi donatori, assolutamente votati alla causa della dominazione israeliana in Medio Oriente e all’intensificazione degli interventi USA nella regione, si è assicurato il sostegno incondizionato di Clinton alle ambizioni di Tel Aviv, in cambio dei milioni di dollari necessari a finanziare un esercito di attacchini e votanti per la sua campagna delle primarie del Partito Democratico.
Il pluto-sionismo e Clinton
I pluto-sionisti sono i principali finanziatori della campagna di Clinton. I suoi sostenitori milionari, tra i nababbi e gli squali più potenti della finanza, comprendono: George Soros [almeno $ 6 milioni di finanziamento, NdT], Marc Benioff, Roger Altman, Steven Spielberg, Haim e Cheryl Saban [$ 3 milioni e più], Jeffrey Katzenberg, Donald Sussman, Herb Sandler, Jay e Mark Pritzker, S. Daniel Abraham [$ 1 milione], Bernard Schwartz, Marc Lasry, Paul Singer, David Geffen, Fred Eychaner, Norman Braman e Bernie Marcus.
Nella lista di attesa, compaiono anche i milionari repubblicani assai influenti, Sheldon e Miriam Adelson, i fratelli Koch insieme al multimilionario liberal Michael Bloomberg, che ha versato $ 11 milioni per le elezioni del 2012. Questi finanziatori repubblicani all’antica sono sempre più spaventati dalla retorica anti-libero-scambio e anti-interventista del quasi candidato del loro partito, Donald Trump, e si riposizionano a favore della candidata fermamente filo-Israele, filo-guerra e filo-Wall Street, la signora Clinton.
Gli ideologhi dello “Israele prima di tutto” e Clinton
Oltre a questi potenti pluto-sionisti, dietro Clinton ci sono anche le coorti degli ideologhi dello “Israele prima di tutto”. Citiamo gli abituali avvocati della guerra da caffè, come Victoria Nuland, il marito Robert Kagan, Donald Kagan, Robert Zoellick, Michael Chertoff, Dov Zakheim tra tutti i fautori delle continue guerre di Washington un po’ dappertutto nel mondo. La signora Nuland, Segretaria di Stato aggiunta per gli affari dell’Europa orientale, si è apertamente vantata di avere utilizzato centinaia di milioni di dollari, prelevati dal denaro dei contribuenti, per finanziare il colpo di Stato ucraino a profitto dell’estrema destra. Michael Chertoff, direttore della Homeland Security dopo l’11 settembre, ha gettato in prigione migliaia di mussulmani innocenti, mentre liberava cinque agenti del Mossad israeliano arrestati dallo FBI, per il loro coinvolgimento o la loro pre-conoscenza degli attacchi di New York, giacché hanno filmato il crollo delle torri e celebrato l’avvenimento sul tetto di un magazzino del New-Jersey!
I pluto-sionisti e gli ideologhi dello “Israele prima di tutto” appoggiano la signora Clinton per ricompensarla delle intense attività dalla stessa svolta, in campo militare ed economico, a favore delle ambizioni di dominazione regionale di Tel Aviv. Il suo contributo al rafforzamento dello Stato ebraico va dalla promozione delle guerre di ampia portata che hanno distrutto l’Iraq, la Siria, la Libia e l’Afghanistan; alle sanzioni economiche e al blocco contro l’Iran (la signora ha minacciato di far sparire l’Iran nel 2007); alle sue ripetute dichiarazioni di sostegno incondizionato ad Israele in occasione delle sue iniziative distruttive per il popolo palestinese di Gaza, distruzioni che sono costate la vita a migliaia di civili e hanno privato di un tetto migliaia di altri. In una lettera al suo banchiere, Haim Saban, Hillary ha dichiarato: «Israele non ha dato una lezione abbastanza dura ad Hamas (il popolo di Gaza) l’anno scorso».
Clinton vs Trump : quando i bugiardi si pretendono moderati
I pluto-sionisti, gli ideologhi dello “Israele prima di tutto”, i mass media statunitensi e i loro accoliti di Wall Street, l’élite dei Partiti Repubblicano e Democratico intonano tutti lo stesso ritornello contro il più votato pretendente alla candidatura repubblicana, Donald Trump, definendolo un pericolo per tutto quello per cui gli Stati Uniti si battono (sic). Oltre a sbeffeggiarlo, il coro degli anti-Trump contrappone il suo estremismo al pragmatismo della guerrafondaia Clinton.
Un’analisi minuziosa dei fatti dimostra chi è davvero ultra-estremista e chi si attiene alla realtà dei fatti:
Le donne
La signora Clinton ha approvato molte guerre, contri i popoli dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Siria e della Libia, guerre che hanno ucciso o mutilato centinaia di migliaia di donne e bambini e gettato fuori dalle loro case milioni di famiglie. Questo record di caos sanguinoso e innegabile è stato appropriatamente citato da Donald Trump, quando ha sostenuto che la sua politica sarebbe stata ben migliore per le donne di quella della – per quanto femminista - Clinton.
Infatti i peggiori attacchi di Trump contro le donne sono solo le sue frasi e le sue storielle volgari e misogine, niente a che vedere con le devastazioni sostenute e difese da Clinton.
Gli Afro-americani
Clinton gode dell’appoggio dei più influenti politici neri, da tempo tenuti a balia dal Partito Democratico e che vanno a nozze quando devono vendere Clinton all’elettorato come una protettrice dei diritti civili. In effetti, come ha scritto Steve Lendman, Hillary ha parlato dei giovani Neri emarginati definendoli dei «super predatori senza coscienza né empatia». Durante la presidenza del marito Bill, anche lei ha partecipato alla discussione per sostenere il varo delle leggi draconiane contro il crimine, dette «dei tre colpi», leggi che hanno prodotto l’incarcerazione in massa di centinaia di migliaia di giovani Neri; e difese anche il programma di riforma della protezione sociale, che ha ridotto a brandelli la rete sociale per i poveri e costretto milioni di madri impoverite a lavorare per salari di fame, mettendo ancora più in pericolo la stabilità delle famiglie nere. Quanto poi agli affari africani, la guerra in Libia della Segretaria di Stato «Sorella» Hillary ha provocato la fuga, lo stupro e il massacro di decine di migliaia di donne africane dell’Africa nera, strette nelle grinfie dei signori della guerra jihadisti, che erano i suoi alleati. Milioni di immigrati originari dell’Africa subsahariana vivevano e lavoravano da anni nella Libia di Gheddafi, decine di migliaia avevano anche acquisito la cittadinanza. Hanno poi subito l’orrore dell’epurazione etnica non dichiarata nella Libia liberata da Clinton.
Trump, nella peggiore delle ipotesi, non ha fatto nulla di male agli Afro-americani e nessuno sa quello che pensa della questione nera. Si oppone tuttavia alla guerra di Clinton in Libia ed ha severamente criticato la sua politica, dicendo che essa è responsabile del caos e della miseria della Libia post-bombardamenti della NATO.
Gli Ispanici
Durante l’amministrazione Obama-Clinton, quasi due milioni di immigrati ispanici sono stati arrestati, a casa loro o nel luogo di lavoro, strappati alle famiglie ed espulsi senza processo. Da Segretaria di Stato, Clinton ha sostenuto il colpo di Stato in Honduras, che ha rovesciato il governo democraticamente eletto del Presidente Zelaya e che si è macchiato dell’assassinio di più di tremila attivisti, femministe, indigeni, difensori dei diritti civili e dell’ambiente, come Berta Caceres. Clinton ha attivamente sostenuto i falliti colpi di Stato contro i governi boliviano e venezuelano, pure essi eletti democraticamente.
Trump si è lanciato in dichiarazioni eccessive, minacciando di estendere e portare le espulsioni dell’equipe Obama-Clinton a tutti gli 11 milioni di immigrati ispanici illegali che lavorano nel territorio degli Stati Uniti. Che si aggiungeranno dunque ai 2 milioni già espulsi da Obama, e alle centinaia di migliaia che sono rientrate volontariamente nel loro paese. La sua linea estremista è tuttavia in totale sintonia con quella della sua concorrente sedicente pragmatica, il cui Dipartimento di Stato ha già promosso la distruzione di tante famiglie ispaniche negli Stati Uniti.
Politica estera
Clinton ha avviato o sostenuto più guerre concomitanti di qualunque altro Segretario di Stato nella storia degli Stati Uniti. E’ stata l’istigatrice dei bombardamenti USA sulla Libia e del brutale cambio di governo che ha distrutto questo paese. Ha appoggiato l’escalation militare in Iraq, il colpo di Stato in Ucraina, concepito la mobilitazione militare contro la Cina – il perno dell’Asia – e negoziato la presenza permanente di migliaia di soldati USA in Afghanistan.
Clinton h regolarmente promesso al suo finanziatore Haim Saban e al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che fornirà ad Israele «tutto il sostegno militare, diplomatico, economico e morale necessario per sconfiggere Hamas», poco importa il numero di vittime civili tra i Palestinesi. Hillary la femminista pragmatica è una fervente supporter dei despoti sauditi e della loro guerra genocida contro le forze popolari in Yemen. Spinge per il mantenimento delle dure sanzioni commerciali contro la Russia.
Trump si oppone a qualsiasi nuovo intervento degli Stati Uniti in Medio Oriente. Nel discorso tenuto nella Carolina del Sud, ha ripetutamente denunciato l’invasione dell’Iraq da parte del presidente George W. Bush – dicendo che si fondava su «menzogne deliberatamente propinate al popolo statunitense», cosa che ha lasciato di sasso l’élite del Partito Repubblicano. Ha rifiutato il finanziamento pluto-sionista, spiegando che, essendo solo un «onesto mediatore» indipendente, non avrebbe preso le parti di Israele nel conflitto coi Palestinesi e poteva essere dunque l’uomo giusto per concludere un accordo. Si oppone all’invio di truppe di terra in Europa o in Asia, invio che imporrebbe un enorme fardello finanziario ai contribuenti statunitensi. E’ giunto fino a sostenere che le potenze europee ed asiatiche dovrebbero assumersi le spese per la loro difesa. Trump spiega che gli Stati Uniti potrebbero allearsi con Putin contro il terrorismo islamico radicale, e considera la Russia come un possibile partner commerciale. Il suo anti-interventismo è stato definito una forma di isolazionismo dagli ideologhi pluto-sionisti e dai signori della guerra militaristi rifugiati nei loro think tanks a Washington, ma lo slogan di Trump «gli Stati Uniti prima di tutto» ha grande risonanza nell’elettorato USA, stanco della guerra ed economicamente devastato.
Israele
Clinton si è totalmente e incondizionatamente impegnata ad allargare e approfondire la subalternità degli Stati Uniti agli obiettivi di guerra di Israele in Medio Oriente e a difendere i crimini di guerra israeliani contro il popolo palestinese nei territori occupati e all’interno stesso di questo Stato di apartheid. Risultato, Clinton ha messo insieme una coalizione composta da milionari ripugnanti, legati alla mafia, giocatori d’azzardo, proprietari di media e speculatori, che non sono fedeli agli USA, ma ad Israele. E denuncia quelli che sono critici con Israele come antisemiti.
Trump non è mai stato un avversario di Israele, ma ha invitato ad essere più imparziali, ciò che suona come un anatema negli ambienti sionisti. E’ per questa ragione che non c’è nemmeno un pluto-sionista tra i suoi sostenitori. E se non si è giunti a etichettarlo come antisemita, è forse perché… sua figlia si è convertita al giudaismo dopo il matrimonio. Ma la sua mancanza di calore filo-sionista lo ha resto non affidabile agli occhi dello Stato ebraico. A causa dell’assenza di ogni servilismo nel suo atteggiamento verso Tel Aviv, i pennivendoli del partito democratico lo hanno bollato come razzista e con tendenze fascistizzanti…
Elezioni democratiche: le vere porcherie
Clinton è attualmente in vantaggio contro Sanders nella corsa all’investitura democratica, soprattutto grazie ai delegati non eletti, quelli che vengono chiamati i super-delegati, che sono notabili del partito, nominati dai boss e dall’élite politica. L’appello di Sanders ad «una rivoluzione politica negli Stati Uniti» non può produrre alcun effetto se non vi sarà prima una rivoluzione politica in seno al partito democratico. Ma il partito democratico è come le stalle di Augia – ripulirle richiede la forza di Ercole e un dirigente forte e determinato munito di una grossa scopa. Il senatore Sanders non è Ercole.
Però Sanders aveva cominciato bene la sua campagna: ha mobilitato la base del partito, elaborato politiche progressiste in tema di sanità, istruzione e politiche fiscali contro i sostenitori miliardari di Clinton a Wall Street (il grande finanziere Jaime Diamond ha definito Sanders «l’uomo più pericoloso degli Stati Uniti»), e raccolto milioni di contributi provenienti da piccoli donatori. Ma ha sbagliato a prendere di mira e pretendere l’allontanamento dei pluto-sionisti, dei banchieri di Wall Street, degli speculatori e dei politici neri corrotti che controllano il partito democratico. Sono loro a organizzare l’elezione dei Presidenti degli Stati Uniti e faranno in modo che Clinton venga designata, con qualsiasi mezzo.
Clinton è sostenuta da questa formidabile macchina elettorale, autoritaria e profondamente anti-democratica. E’ totalmente interna a questo processo. Clinton è abituata a sostenere la barbarie con entusiasmo – ridendo, scherzando a proposito della morte terribile del Presidente libico Gheddafi. Nella ricerca di guerre e crimini di guerra, Hillary Clinton non conosce limiti, e non ha mai mostrato senso di responsabilità. Ciò che la rende spaventosamente pericolosa è che potrebbe diventare il Comandante in capo di una grande potenza militare. Per quanto Hillary non sia Hitler, gli Stati Uniti sono molto più coinvolti nella politica mondiale di quanto non lo fosse la Repubblica di Weimar. Le sue decisioni potrebbero provocare la distruzione del mondo.
Se le primarie democratiche sono profondamente antidemocratiche, come sempre anche nel passato, i Repubblicani e i loro partner plutocrati stanno apertamente organizzando un complotto “scarica Donald”, per impedire la vittoria elettorale di Trump. Hanno discusso di come utilizzare le procedure della convention per ribaltare il voto maggioritario, e mettere in campo una convention truccata, dove delegati, regole e procedure di voto priverebbero il grande favorito populista dell’investitura.
Per concludere
Le primarie statunitensi rivelano sotto ogni aspetto l’agonia e la corruzione della democrazia in un contesto di declino imperiale. Il controllo del partito democratico da parte di una oligarchia finanziaria, che appoggia una militarista psicopatica come Hillary Clinton, non può nascondersi dietro il paravento del pragmatismo; la maggioranza dei sostenitori di Sanders non si fa alcuna illusione sulla signora Clinton. Il panico e l’isteria che regnano tra l’élite ripugnate del partito repubblicano e i suoi tentativi di evitare la nomination di un Repubblicano di convinzioni personali conservatrici e non interventiste dimostrano la fragilità dell’autorità imperiale.
Se Clinton, l’avvocato psicopatico della guerra, riceverà l’investitura del Partito Democratico, non vi è alcuna ragione perché debba essere considerata il male minore rispetto a Donald Trump o a qualsiasi altro Repubblicano – qualunque sia il candidato che i capi del partito decideranno di mettere in corsa. Nella migliore delle ipotesi potrà essere considerata un male uguale. In tal caso, più del 50% del corpo elettorale non voterà. Se, dopo essere stato derubato del suo ascendente movimento per l’investitura democratica, Bernie Sanders non si allontanerà dal partito con un suo programma indipendente per la Casa Bianca, io mi aggiungerò all’ 1% ultra-minoritario che vota per il candidato del Partito Verde, il dottor Jill Stein.