Una strategia della tensione per gli USA di Trump
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alt-market.com, 7 settembre 2017 (trad.ossin)
AntiFa al servizio dei globalisti (ma non lo sanno)
Una strategia della tensione per gli USA di Trump
Brandom Smith
L'interesse di questo articolo sta nel fatto che l'autore sia un conservatore, e che sia proprio lui a ipotizzare l'esistenza di una strategia che mira a strumentalizzare gli eccessi dei gruppi di estrema sinistra (come gli AntiFa - una sorta di black bloc statunitensi, protagonisti delle guerriglie urbane delle scorse settimane contro i suprematisti bianchi e i nostalgici del razzismo), per spaventare i conservatori e spingerli a mettere in campo misura repressive e limitazioni delle libertà costituzionali. Una strategia che assomiglia a quella “della tensione”, che abbiamo conosciuto in Italia negli anni 1970, e che allora vedeva protagonisti gruppi come le “Brigate Rosse” (ossin)
In molte interviste e articoli, compreso il mio dal titolo «La strategia globalista: strumentalizzare militanti di sinistra e provocatori per scatenare la reazione dei conservatori», ho avvertito i militanti di sinistra che vengono usati dai mondialisti come strumento per spingere i conservatori verso una maggiore centralizzazione sotto Trump e che, se continuano su questa strada, potrebbe essere imminente una risposta totalitaria.
Anche ai conservatori ho fatto presente che i gruppi di cultura marxista come gli AntiFa e i Black Lives Matter, così come oggi si presentano, sono solo delle tigri di carta; non sono, né fisicamente né strategicamente, capaci di sostenere la perversità delle loro ideologie. In altri termini, una risposta totalitaria non si giustificherebbe (una risposta totalitaria non si giustifica MAI) e solo aiuterebbe i globalisti nei loro sforzi a lungo termine per distruggere i nostri principi costituzionali.
Riassumendo, la strategia dell'establishment è di utilizzare gruppi di estrema sinistra come un bastoncino per stuzzicare la vera tigre, i movimenti conservatori. L'obiettivo, credo, è quello di spingere i campioni della libertà fino al punto in cui saranno pronti a «piegare le regole» e accettare l'abbandono della loro morale per battere quel che pensano essere un grande male. Come tutti i cambiamenti moralmente relativistici nelle società, c'è sempre l'affermazione che lo si fa per «il maggior benessere dei più», o che «gli altri sono assai peggio, e ciò giustifica la nostra tirannia»…
Alla fine, gruppi come gli AntiFa saranno dati in pasto ai lupi, giacché i globalisti non hanno alcuna intenzione di «vincere» una guerra contro i conservatori. Non è mai stato questo l'obiettivo.
Per misurare a quale velocità questo programma sta destabilizzando la nazione, occorre osservare a quale velocità le istituzioni e i politici passano dall'incoraggiamento alla critica dei militanti di sinistra. Più velocemente lo fanno, più è probabile che qualcosa come una crisi importante sia in corso.
Nella sola settimana passata, tutta la narrazione sulle relazioni tra i media e gli AntiFa è seriamente degenerata. Per esempio:
Secondo i documenti in possesso di Politico, lo FBI e il DHS (Dipartimento per la sicurezza interna) hanno ufficialmente classificato gli AntiFa come un gruppo terrorista. Il DHS ha dichiarato che questi documenti non dovevano essere resi pubblici.
I media mainstream, i maggiori sostenitori dei gruppi marxisti culturali, devono avere ricevuto qualche memo, perché la loro melodia si è rapidamente trasformata in negativo contro gli AntiFa. Il Washington Post li ha accusati di avere attaccato dei «pacifici manifestanti di destra» (Avreste mai immaginato di leggere «pacifici manifestanti di destra» in un fogliaccio dell'establishment come The Washington Post?).
Anche il Los Angeles Times ha criticato la violenza dell'estrema sinistra, mentre The Atlantic ha messo in guardia contro la «crescita di una sinistra violenta».
Perfino la fanatica di sinistra Nancy Pelosi si è pubblicamente posizionata contro gli AntiFa, dichiarando che gli elementi violenti dovrebbero essere «bloccati».
Si tratta di un affascinante giravolta di 180 gradi rispetto a qualche settimana fa, quando tutti gli occhi erano puntati sui gruppi «nazionalisti bianchi», come fossero la minaccia principale per gli USA. Ma questo testimonierebbe che l’establishment si è onestamente interrogato e infine ha capito chi sono i veri attori violenti di questo conflitto? No.
Come ho previsto ben prima delle elezioni del 2016, l’utilità della sinistra ha una durata di conservazione. Se l’establishment fosse interessato a perseguire l'idea che Trump debba essere «cacciato», continuerebbe a sostenere pubblicamente gruppi come gli Antifa. Invece, l’establishment sta giocando il gioco della mano nascosta.
Allo stato attuale, sembrerebbe che gli AntiFa siano stati designati per giocare il ruolo degli sconfitti, quello di una insurrezione battuta ma ancora attiva contro un «regime sempre più fascista». Tuttavia devono accadere delle cose perché questa narrazione entri nella coscienza nazionale. Per esempio, per quanto i globalisti possano ritirare il loro appoggio in pubblico ai militanti estremisti di sinistra, continueranno probabilmente a sostenerli con finanziamenti privati, da parte di uomini come George Soros che l'hanno sempre fatto. I militanti di sinistra dovranno anche impiegare molta più violenza di quanto non abbiano già fatto.
Come ho già scritto nel mio articolo «I militanti di sinistra sono più un fastidio che una reale minaccia per la libertà», pubblicato a maggio, le autentiche organizzazioni di protesta AntiFa non costituiscono una vera minaccia. Ciò detto, vi potranno essere gruppi AntiFa che saranno appositamente creati da organizzazioni governative per commettere atti terroristi, proprio come The Weather Underground negli Stati Uniti degli anni 1970, o i gruppi terroristi controllati e bene armati in Europa legati alla operazione Gladio, dagli anni 1950 agli anni 1990. Finirà che tutti i militanti di sinistra saranno giudicati responsabili delle azioni che commetteranno questi provocatori.
Nell'attesa, l'amministrazione Trump sta giocando la sua parte preparando il terreno per una futura repressione con applicazione della legge marziale. L'ultima iniziativa di Trump? Rilanciare il programma 1033 del ministero della Difesa, che ha dotato del considerevole surplus di materiale militare tutti i servizi di polizia sparsi negli Stati Uniti.
Cosa succederà poi? Ebbene io credo che la prossima tappa, la più logica per i globalisti, sarebbe quella di lanciare un attacco su qualche obbiettivo civile o governativo, e fare in modo che i militanti di sinistra ne siano coinvolti o ne vengano accusati. Col fanatismo di questi estremisti, oggi paragonabile a quello dei fondamentalisti islamici, immagino che non sarà poi così difficile trovare qualche imbecille disposto a realizzare una tale azione.
Quali probabili scenari di attacco a mio avviso? I gruppi terroristi di sinistra che hanno goduto del sostegno segreto dei governi hanno spesso usato le bombe come loro metodo preferito. Su scala più ampia, non escludo assassinii politici o perfino un tentativo FALLITO di assassinare Donald Trump. Sarebbe il detonatore perfetto per una più stretta repressione federale contro i militanti di sinistra, tale da alimentare ancor più l'animosità dei progressisti contro Trump e fornendo comunque l'occasione perché i conservatori impongano la legge marziale.
Per qualcuno che non ha conoscenza degli aspetti più raffinati delle strategie del terrorismo strumentalizzato, quel che dico suonerà come una «teoria del complotto». Alcune delle cose che dico sono davvero congetture, ma tutto quanto si basa sull'esperienza di operazioni ad alto livello del passato di varie entità dell’establishment per suscitare disordini civili o manipolare l'opinione pubblica e spingerla ad accettare una maggiore centralizzazione del potere e limiti sempre maggiori alle libertà.
Ancora una volta, come ho già detto, l'obiettivo vero sono i conservatori. I principi conservatori sono la principale minaccia per il globalismo. Per eliminare questi principi, non basta tentare di eliminare le persone cui sono cari. Questo provocherebbe solo una loro maggiore diffusione: i globalisti otterrebbero un effetto contrario. Di conseguenza, occorre manipolare i conservatori perché abbandonino volontariamente questi principi di libertà costituzionale e di limiti ai poteri del governo. I conservatori devono essere trasformati in tiranni. Solo allora i principi conservatori spariranno definitivamente.
Gruppi di militanti di sinistra come gli AntiFa vengono considerati possibili catalizzatori di questa transizione, proprio come i loro antenati comunisti furono i catalizzatori della vittoria del fascismo in Italia al principio degli anni 1920. Non saranno l'unico strumento, ma saranno uno strumento importante. Vedendo che l'opinione mainstream sta criticando l'estrema sinistra, saremo tentati di pensare che la storia si è conclusa – abbiamo vinto e i disordini finiranno presto. Niente è più lontano dalla realtà. Gli Antifa non se ne andranno , semplicemente diventeranno qualcosa di peggio: qualcosa di più utile per i globalisti come Soiros. Se ci faremo distrarre nella nostra opposizione ai globalisti da questa incarnazione nuova e più violenta, saranno i conservatori, non la sinistra, a diventare la peggiore minaccia per i nostri ideali di libertà.